AGENZIA NAZIONALE DELLA VIGILANZA: la montagna partorisce il topolino... ma è davvero così?

Roma -

L’incontro “informale” tenutosi il 25 maggio con le organizzazioni sindacali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si illustra tutto con un solo dato: il testo del decreto riguardante l’istituzione dell’Agenzia unica per le ispezioni del lavoro è ancora un oggetto misterioso e le parti hanno potuto esercitarsi nel più classico dei processi alle intenzioni.

Se il 16 giugno il testo del decreto, al pari dei restanti applicativi del Jobs act, non dovesse essere depositato presso le Commissioni Lavoro di Camera e Senato, la delega scadrebbe e tutto dovrebbe ricominciare daccapo.

Dunque, come riferito dal Segretario generale del ministero Pennesi, il testo dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, ma dello stesso – a parte le diverse versioni fatte circolare dalle amministrazioni interessate – non è dato avere ufficialmente una bozza.

Questa vicenda dell’agenzia ispettiva, quindi, si inscrive e per intero nella deriva autoritaria di un governo che fa strame di istituzioni democratiche e corpi intermedi avendo come interlocutori e mandanti da una parte i Marchionne e gli Squinzi e dall’altra i poteri finanziari che controllano le istituzioni europee. L’incontro comunque è servito ad “ufficializzare” l’accantonamento dell’Agenzia unica per le ispezioni del lavoro a favore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Nella sostanza i due dirigenti del ministero presenti all’incontro, Pennesi e Papa, hanno detto che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro sarà un ente di diritto pubblico, cui confluiranno tutte le funzioni – ispettive o meno – assolte dalle Direzioni del Lavoro, con tutto il personale, sia ispettivo che amministrativo, che, nello specifico, continuerà a svolgere le medesime attività sino al giorno prima svolte all’interno delle Direzioni Territoriali del Lavoro. Successivamente al decreto legge saranno emanati un D.P.R. con cui verrà stabilito lo statuto dell’ente ed un D.P.C.M. regolatorio.

L’ente dovrebbe avere un Consiglio di Amministrazione con due esponenti del ministero ed uno ciascuno di INPS e INAIL. L’organico dovrebbe essere di circa 6.400 unità, mentre il ministero dovrebbe restare con circa 800 unità. (Si è accennato alla contemporanea attivazione anche dell’Agenzia per il lavoro). Restano tutte le sedi, le DIL spariscono e il coordinamento dovrebbe essere assorbito dalla ex DTL. Il personale del ministero con qualifica ispettiva potrà richiedere di rimanere al ministero passando nei ruoli amministrativi.

Il personale ispettivo di INPS e INAIL passerà funzionalmente nell’Ispettorato, ma resterà inquadrato presso gli Istituti di provenienza in una specie di ruolo ad esaurimento, mentre le nuove assunzioni dovute ad eventuale turnover avverranno direttamente alle dipendenze dell’Ispettorato. Al personale ispettivo di INPS e INAIL dovrebbe essere lasciata la possibilità di richiedere di restare negli enti di provenienza con altri compiti. Il personale proveniente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sarà inquadrato con il contratto “Ministeri”.

A tutto il personale ispettivo dell’Ispettorato verrà riconosciuto un trattamento di missione sganciato da quello degli impiegati civili dello Stato, che si dovrebbe avvicinare alle tabelle ACI e dovrebbe avere anche copertura assicurativa. Questo fatto dovrebbe liberare i 10 milioni di euro del decreto di dicembre che sarebbero utilizzati per una prima e molto parziale perequazione delle differenze stipendiali delle diverse figure ispettive.

Nella sostanza, dalla montagna della prima ipotesi si passerebbe al topolino di una soluzione che, a parte il cambio della targa all’ingresso degli uffici, potrebbe all’apparenza non produrre reali cambiamenti. All’apparenza, perché se è abbastanza problematico, senza interventi logistici, senza la definizione di una piattaforma informatica comune, senza investimenti sul piano della formazione, poter ipotizzare nel breve e nel medio termine sostanziali cambiamenti nelle pratiche operative dei distinti servizi ispettivi, è chiaro che il governo otterrebbe comunque di ricondurre l’operato del personale ispettivo di INPS e INAIL sotto il controllo diretto del ministero.

E quali siano gli obiettivi che il governo pone all’attività ispettiva risulta estremamente chiaro vedendo i meccanismi di valutazione del progetto qualità del ministero per il 2015, volti ad imporre gabelle nei confronti dei soliti soggetti, con la perpetuazione di tutte le condizioni che hanno portato l’attività ispettiva alle condizioni attuali. Il personale amministrativo delle DTL, che sarà trasferito alle dipendenze di un ente che istituzionalmente non dovrebbe svolgere le attività da loro assicurate e che, quindi, potrebbe rinunciarvi in qualunque momento, non ha al momento alcuna garanzia rispetto alla situazione futura.

In sostanza, se le mobilitazioni dei lavoratori hanno contribuito a frenare la portata della specifica delega del Jobs act, come inizialmente pensata dai vertici del Ministero del lavoro, non sembra in realtà che il governo abbia con questo rinunciato ai suoi obiettivi di fondo. USB ha diffidato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali dal portare in Consiglio dei Ministri il provvedimento senza un preventivo esame ufficiale della bozza di decreto da parte delle Federazioni sindacali di categoria.

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