DA ARAN E SINDACATI COMPLICI, UN NUOVO ATTACCO ALLA LIBERTÀ SINDACALE

Roma -

La scorsa settimana si è conclusa all'ARAN la trattativa per il CCNQ sulle prerogative sindacali, cioè il contratto quadro che determina da una lato la distribuzione tra le OOSS delle cosiddette agibilità (permessi e distacchi) sulla base dell'ultima rilevazione della rappresentatività e dall'altro le regole dell'utilizzo di queste agibilità. È un passaggio molto importante, noto probabilmente solo agli addetti ai lavori, ma che dovrebbe invece essere di grande interesse per i lavoratori perché le agibilità sindacali sono le agibilità democratiche utili a poter difendere i diritti dei lavoratori dentro e fuori i posti di lavoro.


USB quel contratto non l'ha firmato.


Nell'ultima bozza sottoposta alle OOSS per la firma c'erano, come capita in tutti i contratti, delle cose che non ci piacevano e altre che invece andavano bene, ma su una abbiamo ritenuto che non si potesse soprassedere, sia per il significato politico che per la ricaduta pratica. Ci riferiamo al comma che sottrae al singolo eletto RSU la possibilità di indire assemblee nei posti di lavoro, riservando questo diritto esclusivamente alla RSU unitariamente intesa.


Tale norma nega a coloro che vengono democraticamente eletti un importante strumento per svolgere la propria attività e quindi portare avanti il mandato avuto dai lavoratori-elettori.  Non potevamo come organizzazione sindacale degna di questo nome mettere la firma sull'ennesimo contratto che riduce la libertà sindacale andando peraltro ad aggredire i componenti dello strumento più democratico della rappresentanza sindacale che sono le RSU. In questo modo si toglie spazio alle voci dissonanti e si rafforza implicitamente il monopolio delle tre confederazioni complici, che ancora una volta non hanno perso occasione per dimostrare il totale disprezzo delle più elementari regole democratiche all’interno dei luoghi di lavoro.


Inoltre questa ennesima restrizione si colloca in una fase caratterizzata da spinte provenienti da diverse direzioni, ma che mirano tutte ad una riduzione complessiva degli strumenti che hanno i lavoratori per difendere i propri diritti. Siamo infatti convinti che la norma in questione sia legata all'attacco al diritto di sciopero e al diritto di assemblea, considerata un surrogato dello sciopero, che stanno caratterizzando questo ultimo periodo e che danno il segno di un Governo che, in funzione di ulteriori misure economiche di attacco nei confronti dei lavoratori, si sta attrezzando per prevenire qualsiasi possibilità di conflitto. In particolare l’istituto dell’assemblea è sotto attacco dalla clamorosa vicenda del Colosseo quando un’assemblea convocata da USB, nel pieno rispetto della normativa vigente, è stata additata come uno scandalo perché avrebbe danneggiato i turisti peraltro avvisati con congruo anticipo. Ancora una volta ad essere aggrediti violentemente sono i lavoratori individuati come causa dei disservizi pubblici e non chi da anni non fa altro che tagliare le risorse necessarie affinché questi servizi siano efficienti.


Questa ripresa dell’offensiva contro i lavoratori pubblici colpevoli di difendere i propri diritti arrivano in concomitanza con l'apertura dei tavoli per i rinnovi contrattuali, che si preannunciano tutt'altro che semplici, forieri, in virtù delle leggi recentemente approvate, di pesanti peggioramenti per i lavoratori pubblici a fronte di aumenti assolutamente insufficienti anche semplicemente a recuperare il potere d'acquisto perso con otto anni di blocco.


Prepariamoci ad una intensa stagione di lotta nella quale saremo chiamati a difendere ancora una volta i nostri diritti e la nostra dignità!
                                                                                                

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