Polo unico visite fiscali, USB: l'Inps sguinzaglia i propri Sherlock Holmes

Nazionale -

Presentato in pompa magna, dal presidente dell’INPS, il nuovo sistema di controllo delle visite fiscali che è entrato in funzione dal 1 settembre 2017 e riguarderà sia i lavoratori privati che quelli pubblici.

La competenza passa così all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che agirà sia su specifica richiesta del datore di lavoro, che in proprio, predisponendo le visite fiscali. La stampa non si è fatta certo scappare l’occasione di attaccare i lavoratori del Pubblico Impiego. Infatti, complice anche una presentazione dei dati incompleta da parte di Boeri, si è solo enfatizzato negativamente il dato procapite relativo al numero di certificati e di giorni di malattia senza specificare né il numero totale di lavoratori per settore, né l’età media.

E’ evidente che, se non si tiene conto delle conseguenze provocate da anni di blocco del turn-over che ha innalzato di molto l’età media dei lavoratori pubblici (ben oltre i 50 anni!) con le inevitabili ricadute sulla loro salute, diventa semplice creare verità di comodo e strumentali che servono solamente a screditare la categoria e a magnificare l’ingresso dei privati nei servizi pubblici.

Al contrario, va posto l’accento sulle diversificazioni delle fasce orarie di reperibilità che rimangono ancora a sfavore dei lavoratori pubblici: 4 ore totali giornaliere per il settore privato, e 7 ore per il settore pubblico e sulle dichiarazioni del Presidente dell’Istituto che vorrebbe uniformare le ore di reperibilità del pubblico anche al privato. Soluzione per noi inaccettabile e peggiorativa, che non tiene minimamente conto delle esigenze e dei bisogni di chi si trova ad affrontare un periodo di malattia.


Ma la novità principale del sistema riguarda l’utilizzo di un algoritmo che, agendo per criteri individuati su base statistica, consentirebbe di “scovare” quei casi di malattia per i quali è possibile una riduzione dei giorni di prognosi. Fermo restando che gli abusi vanno colpiti, ed anche duramente, è evidente che, così facendo, si innesca un controllo che è di fatto un accanimento contro i lavoratori.

Le dichiarazioni di Boeri, che conta di arrivare a 500.000 controlli l’anno, la dicono lunga sul reale utilizzo di questo strumento, che di fatto si sostituisce al Dirigente e al Medico di base e “decide” di inviare le visite fiscali, senza considerare il fattore umano e personale di ogni lavoratore.


L’utilizzo di strumenti informatici e tecnologici per controllare i lavoratori, già ampiamente utilizzato nell’industria 4.0, ha causato una progressiva perdita di diritti da parte dei lavoratori e la nascita di nuove forme di “schiavitù”. La loro adozione ora anche nella Pubblica Amministrazione apre a derive molto preoccupanti.

USB è pronta a dare battaglia e a mobilitare i lavoratori perché vengano mantenute tutte le forme di tutela dei dipendenti pubblici e non sia attaccato il diritto alla salute e alle cure necessarie.

Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego

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