Agenzie Fiscali - Voghera-Venezia-Roma, tre indizi fanno una prova

Roma -

Denunce e provvedimenti disciplinari contro lavoratori “colpevoli” di aver fatto il loro lavoro

Dopo i casi di Venezia e Voghera alle Entrate (vedi comunicato), all’Agenzia del Territorio accade qualcosa di simile.

Nei confronti di alcuni lavoratori dell'Ufficio provinciale di Roma sono stati emessi provvedimenti disciplinari per operazioni effettuate su planimetrie in banca dati che l'amministrazione ritiene siano irregolari.

Aspettando che anche stavolta sia dimostrata l'onestà dei lavoratori, dobbiamo comunque fare una riflessione.

Sempre più spesso si lavora in regime di deregulation, ed è prassi sempre più consolidata pretendere dal lavoratore una totale flessibilità e disponibilità nell'assumersi responsabilità personali.

Ciò accade attraverso precise scelte organizzative che lasciano indefiniti ruoli e compiti.

Fatti come quelli di Voghera, Venezia e Roma, dimostrano che nessun dirigente si assume le proprie responsabilità e l'amministrazione, incapace di proteggere i lavoratori, sembra incline a farli passare come gli unici responsabili quando qualcosa va storto.

Al tempo stesso, le organizzazioni sindacali che invitano i lavoratori a sottoscrivere onerose polizze assicurative fanno una pessima figura.

Dovrebbero interrogarsi sul perché oggi i lavoratori hanno più responsabilità e meno salario mentre dall'altra parte i dirigenti hanno più poteri (punitivi e coercitivi), altissime retribuzioni e godono di immunità disciplinare. C'entrano anche le scelte fatte da alcuni sindacati.

La debolezza contrattuale dei lavoratori è palese: sono aumentati rischi e responsabilità mentre sono bloccati i contratti, i salari e le carriere.

Questo gioco al massacro (dei lavoratori) è possibile anche perché i dirigenti hanno in mano la clava della valutazione usata come arma di ricatto.

Chi ha armato quella mano, chi vuole orientare le relazioni sindacali alla produttività, com'è scritto nell'accordo del 4 febbraio 2011 firmato da Cisl, Uil e Salfi, ha fatto scelte che hanno conseguenze pesanti e negative per i lavoratori.

Il mansionismo d'area era alla base di un patto contrattuale, in cambio del quale dovevano esserci progressioni economiche e verticali mentre ci troviamo contratti bloccati, carriere azzerate e mentre è in atto il tentativo di sottomettere le relazioni sindacali alla produttività rinunciando al confronto sull'organizzazione del lavoro.

Il risultato di questi fattori è la crescita di responsabilità e dei carichi di lavoro. Produttività e valutazione creano pressioni ed espongono i lavoratori a rischi enormi.

Si lavora senza istruzioni precise, senza aver chiari i rischi e le responsabilità, talvolta per compiacere il dirigente che dovrà valutare, altre volte per malintesa percezione di compiti e doveri.

Anziché orientare le relazioni sindacali alla produttività, ci si deve fermare a riflettere.

Come tutelare i lavoratori onesti, come esplicitare compiti e responsabilità, come declinare l'efficacia dell'azione amministrativa senza far lievitare i carichi di lavoro; a questo deve rispondere il sindacato e i lavoratori devono pretendere che venga data risposta.

Oggi i lavoratori pagano, mentre i loro dirigenti vengono pagati.

Invitarli ad assicurarsi equivale a rinunciare a una battaglia per aumentare le tutele e i diritti contrattuali.

O è una scelta precisa o è un tragico errore.

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