COMUNICATO STAMPA

Torino -

UN ACCORDO SOTTO DOTTATTURA

ACCORDO SOTTO DITTATURA

Gli operai di Mirafiori sono le vittime sacrificali usate per consegnare ai padroni il potere totale sul lavoro e ottenere la distruzione delle organizzazioni sindacali indipendenti.

Il referendum che si svolgerà non consente nessuna scelta libera, ogni dipendente deve subire ricatti che rendono impossibile persino la valutazione dei contenuti dell’accordo.

  • La FIAT dice che se si vota no lo stabilimento è senza futuro.
  • Nella nuova società vi saranno solo delegati di sindacati filo-aziendali e non quelli liberamente scelti: chi organizzerà la difesa contro nocività, carichi di lavoro, disagi?
  • La riassunzione nella nuova società Chrysler-Fiat non è garantita ma verrà attuata attraverso la firma di un contratto individuale.

Quale libertà di opinione e di voto ci può essere in queste condizioni?

Dove sono partiti e istituzioni che avrebbero il dovere di assicurare i diritti ai cittadini, operai compresi, e che in ogni occasione si vantano di difendere libertà e democrazia?

Invece di chiedere conto a Marchionne della continua perdita di mercato dovute a sue responsabilità, sostengono il piano per scaricare sui dipendenti tutti i costi della crisi senza alcuna considerazione per le condizioni di lavoro e la cancellazione di diritti.

Come avvoltoi, in tanti stanno aspettando la nostra sconfitta per estendere a tutte le aziende il metodo FIAT, sicuri che, se succederà, a pagare crisi e ristrutturazione saranno solo i lavoratori e nessuno toccherà le loro pance piene.

  • Hanno trasformato la malattia in assenteismo per non pagarla.
  • Estendono straordinari e turnazioni, compresa la riduzione di pause e mensa per avere il minimo d’organici e affrontare gli incrementi produttivi con l’allungamento dell’orario di lavoro.
  • Vietano lo sciopero per impedire la protesta, consapevoli che nella loro nuova fabbrica il lavoro sarà stressante.

Si deve dire NO ad accordi che ci tolgono ogni difesa: non garantiscono affatto che lo stabilimento abbia futuro e alla prossima crisi ci potranno cacciare senza bisogno di alcun referendum.

In questo paese esiste ancora una costituzione che ci garantisce, dobbiamo difenderla pretendendo l’integrale diritto di sciopero, di avere sindacati scelti liberamente, di norme che tutelino la malattia e sanzionino l’assenteismo.

Il Governo, assente e privo di una politica industriale ed occupazionale, e incredibilmente anche i partiti di opposizione, stanno invece consegnando ad una multinazionale irresponsabile tutto il potere di decidere il modello di relazioni sindacali e l’uso della forza lavoro, obbligandoci a questa decisione negando altre possibilità.

Le alternative ci sono, è che non vogliono offrircene!

C’è una vergognosa strumentalizzazione del bisogno di lavoro su cui si è scatenata una indegna campagna di propaganda per costringerci ad accettare. Sul nostro consenso si costruirà la gabbia per imporre a tutti i lavoratori condizioni peggiori.

Rispondiamo NO e lasciamo che le vittime sacrificali le facciano Governo, partiti e sindacati complici (Fim, Uilm, Fismic e Ugl) di questa porcheria.

                                                                   CONFEDERAZIONE USB  PIEMONTE

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