DIFENDIAMO L'INPS, DIFENDIAMOLO INSIEME

Nazionale -

Comunicato n. 33/17

Milano, 9 maggio 2017, piazza Missori. Sotto un sole quasi estivo si sta tenendo il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INPS, organizzato dalla USB per protestare contro la decisione di chiudere la filiale metropolitana di via Pola e di privare un’ampia zona di Milano della presenza dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Come segreteria nazionale della USB Pubblico Impiego INPS siamo venuti a dare sostegno all’iniziativa.

Stiamo parlando della svendita del patrimonio immobiliare pubblico e delle conseguenze che quella scelta scellerata ha avuto anche sul territorio milanese, per esempio con la cessione della storica sede di via Melchiorre Gioia. Mentre distribuiamo ai cittadini utenti dell’agenzia INPS di Missori un volantino che parla della protesta, ci confrontiamo sull’attacco che da tempo sta subendo il sistema pensionistico pubblico con l’intento, finora naufragato, di far decollare ad ogni costo l’adesione ai Fondi previdenziali privati.

All’improvviso passa un distinto signore all’apparenza di circa settant’anni che ci porge un foglietto e ci invita a leggerlo ad alta voce. Lo assecondiamo. Sul foglietto c’è scritto – “C’è chi è licenziato e voi protestate per un trasferimento”. Mentre leggiamo il suo messaggio, il signore ci grida più volte – “Vergogna, vergogna, vi dovete vergognare”.

Con calma proviamo a spiegare che non siamo in piazza per protestare contro un nostro probabile trasferimento, ma perché siamo consapevoli che la scelta di chiudere le sedi INPS sia interna al progetto di privatizzazione  della previdenza pubblica e, più in generale, al disegno di smantellamento del sistema di protezione sociale costruito nel secondo dopoguerra, assecondando così i diktat dell’Unione Europea. Oggi non prevale più l’interesse per il cittadino utente, ma quello che viene valutato è il costo della prestazione, che deve continuare a diminuire. Così si abbattono le spese  degli uffici concentrando l’attività su poche sedi, dopo aver fatto l’interesse degli immobiliaristi svendendo il patrimonio pubblico.

Cerchiamo di fornirgli quelle informazioni che non riceverà mai dai talk show televisivi, dove i lavoratori pubblici sono presentati sempre come fannulloni ed assenteisti. Gli parliamo dei disservizi nei pronto soccorso, dovuti alla diminuzione di personale sanitario e alla soppressione di strutture pubbliche. Gli diamo alcuni dati: i dipendenti pubblici in Italia hanno un’età media tra le più elevate d’Europa e non è vero che sono così numerosi, perché in rapporto al numero di abitanti sono meno che in Francia, in Spagna, nel Regno Unito e in Svezia. Mentre in Italia negli scorsi anni si attuava la spending review e diminuiva il personale pubblico, in Francia e in Germania si continuava ad assumere nella pubblica amministrazione. L’Italia, invece, ha il record negativo di posti letto per numero di abitanti e la spesa per la sanità e per l’istruzione è al di sotto della media europea.

Il distinto signore, che all’inizio del nostro intervento tentava ancora di troncare ogni conversazione con un lapidario – “Vergognatevi”, ora è lì, impietrito, che ascolta con attenzione. Gli diciamo che dobbiamo unirci, noi lavoratori pubblici e loro cittadini utenti, per riprenderci i servizi che ci hanno sottratto e per impedire la distruzione dello stato sociale.

Il signore si avvicina al microfono e dice – “Ogni volta che sono andato all’INPS ho trovato persone competenti e disponibili. Ora che vi ho ascoltato sono con voi, ma dal vostro volantino avevo pensato che la protesta fosse  solo per non essere trasferiti ad un’altra sede”. Mentre parla e ci stringe la mano ha le lacrime agli occhi, per quella naturale commozione che provano gli anziani nei momenti di genuina emozione. Lo abbiamo salutato con un applauso.

Non siamo riusciti ad incontrare il direttore del coordinamento metropolitano di Milano perché oggi non era in ufficio per impegni personali, ma questo presidio è stato comunque un successo. E non solo perché abbiamo marcato con un’altra giornata di lotta la contrarietà nostra e dei molti lavoratori intervenuti all’iniziativa nei confronti dell’arretramento dell’INPS dai territori, ma è stato importante essere qui perché da domani siamo sicuri che il distinto signore di Milano non avrà più un atteggiamento astioso nei confronti dei lavoratori pubblici e non prenderà per oro colato quello che continuerà ad ascoltare nei talk show televisivi o a leggere sui giornali riguardo ai dipendenti del pubblico impiego. Abbiamo sottratto un soldato ai nostri nemici, dobbiamo continuare così.

LA MOBILITAZIONE CONTINUA

L’INPS TROVI UNO STABILE IN ZONA CENTRALE-GIOIA

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