I MALI DELLA SANITA' SARDA NON RICADANO SUI CITTADINI

Cagliari -

La Sanità sarda sta male, la cura De Francisci che segue pedissequamente quella del suo predecessore, attuale assessore al Lavoro, non ha funzionato e non funziona. Che sia malata è evidente: la spesa farmaceutica è del tutto  fuori controllo, vi è un abuso sull’utilizzo del lavoro interinale e vi è mancanza di  servizi efficienti sul territorio. Non è stata mai svolta alcuna programmazione da parte della Giunta Regionale, e l’azione amministrativa dell’assessore alla sanità, dei commissari straordinari prima e dei direttori generali è stato il governo della gestione ordinaria senza quella visione strategica di fondo e di percorso che chi ha capacità manageriali dovrebbe imprimere. Non si diventa manager al solo fine di percepire lo stipendio e… tirare a campare.

La Corte dei Conti ha certificato un disavanzo regionale di 360 milioni nell’anno corrente (nel 2008 era di 75,5 milioni di euro), mentre la spesa farmaceutica nel corso del 2011 registra il valore di spesa più alto tra tutte le regioni.

Non si interviene sulle cause di esposizione passiva, sulle cause di incapacità e inefficienza gestionale, certamente determinante dall’assenza di atti di indirizzo e governo della programmazione da parte dell’attuale Giunta Regionale.  Dopo tre anni di governo, non abbiamo ancora il nuovo Piano Sanitario Regionale (l’ultimo è del 2006-2008), per cui la navigazione del sistema sanitario regionale sardo è a vista.

  • Si ignorano i bisogni   dei sofferenti mentali e delle loro famiglie, chiudendo  i centri di salute mentale sulle 24 ore;   
  • Il cervellotico  blocco del turn-over non permette di valutare in maniera oggettiva i fabbisogni di personale e determina un utilizzo eccessivo del ricorso alle forme di esternalizzazione del lavoro con effetti sulla qualità dell'assistenza, sulla garanzia del mantenimento di livelli adeguati di sicurezza nel lavoro e più in generale del rispetto dei diritti dei lavoratori, determinando un aggravio dei costi dovuto all’aggio di somministrazione dello stesso; 
  • Si paventa  l'introduzione dei ticket, anziché programmare una nuova politica regionale del farmaco  che controlli l’efficacia terapeutica del medesimo;  
  • Gli anziani non devono essere abbandonati  al loro destino, né che siano le famiglie a farsi  carico dell’ allungamento della vita e l’aumento delle malattie cronico-degenerative e che vi sia rispetto della disabilità e della cronicità e assistenza domiciliare; 
  • E’ necessario garantire ai sardi presenti in tutti i territori dell’isola l’assistenza necessaria;  tenendo presenti le  particolari caratteristiche morfologiche e demografiche dell’Isola garantendo il diritto alla salute dei cittadini dei territori più svantaggiati, delle zone montane. E questo deve comportare il mantenimento ed il  potenziamento di tutti i presidi sanitari esistenti; 
  • La spesa sanitaria deve essere governata e qualificata, e - insistiamo per il miglioramento del sistema di monitoraggio dei fattori di spesa completando combattendo tutti gli sprechi in sanità. Vi deve essere  il potenziamento delle attività di prevenzione e  lo sviluppo dell'assistenza territoriale a supporto delle persone non-autosufficienti.

Tutto questo può essere ottenuto partendo da un presupposto di legalità: garantire l'esclusivo reclutamento del personale attraverso procedure concorsuali e di mobilità, limitando e contenendo a casi eccezionali il ricorso all'esternalizzazione dei servizi di assistenza diretta o il ricorso alla somministrazione di lavoro temporaneo.

 

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