Lazio. LE RDB-CUB DENUNCIANO IN CONFERENZA STAMPA I VERI SPRECHI DELLA SANITA' PUBBLICA

Roma -

In una partecipata conferenza stampa, tenutasi questa mattina presso l’Aula Magna dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma, le RdB/CUB hanno denunciato un ennesimo emblematico caso di spreco di denaro pubblico.


Dal 1998, e con un impegno contrattuale che avrà scadenza nel 2009, la ASL RMB ha affidato per dieci anni alla TELECOM Italia S.p.A. un servizio in outsourcing per il sistema informatico e telefonico aziendale, in assenza di qualsivoglia forma di appalto pubblico, al costo di circa 30.000.000 di euro. L’appalto prevede contestuale fornitura di personale in associazione temporanea di impresa con la Soc. Coop. La Begonia , i cui dipendenti percepiscono salari bassissimi a fronte degli alti costi sostenuti dall’Azienda sanitaria per il servizio.


In questi anni il servizio è stato realizzato in minima parte, e con la contemporanea presenza nella ASL del gestore WIND per la fonia e di altre ditte per l’informatica.
Su l’appalto in questione è stata presentata una interrogazione regionale da parte dei Consiglieri Anna Evelina Pizzo (Ambiente e Lavoro) e Giuseppe Mariani (Verdi), entrambi componenti della Commissione Sanità, che sono intervenuti alla conferenza stampa manifestando il loro impegno ad intervenire sia nei confronti della Giunta che del Consiglio regionale.


Le RdB/CUB hanno sottoposto all’attenzione dei presenti anche alcune novità sulle inchieste già effettuate nel 2005 e 2006 con i libri bianchi sugli appalti del S. Camillo-Forlanini e del S. Spirito, che hanno prodotto l’avvio delle indagini da parte della Procura Regionale della Corte dei Conti e sulle quali, insieme alla vicenda Telecom/ASL RMB, è stato presentato esposto alla Procura della Repubblica di Roma.


Tra le ulteriori anomalie è emersa anche quella riguardante la commissione di gara, che ha aggiudicato un appalto per la ASL RME ad una A.T.I. (Associazione Temporanea di Impresa) comprendente almeno tre ditte riferibili a Claudio Lotito, nella quale erano presenti gli attuali Presidenti del Sevizio di Sorveglianza e del Settore juniores della LAZIO S.p.A.. Uno dei Presidenti risulta già all’attenzione della magistratura per la partecipazione ad analoghe commissioni d’appalto vinte dalle ditte di Lotito.


Tra gli appalti sottoposti al vaglio della magistratura per il S. Camillo-Forlanini, spicca quello per le pulizie affidato senza gara d’appalto alla SNAM LAZIO, sempre di Lotito, dal 2001al 2006, che ha fatto lievitare il costo del servizio passato dall’iniziale importo di 26.000.000 di euro a circa 40.000.000.


Le RdB/CUB si sono viste costrette a sottoporre all’autorità giudiziaria il frutto del proprio lavoro di inchiesta, basato tutto su atti pubblici deliberati dalle Aziende, poiché, malgrado la ripetuta sollecitazione, la Regione Lazio non ha realizzato nessun intervento strutturale di controllo indagine e prevenzione sul sistema degli appalti e delle esternalizzazioni della sanità pubblica, attivandosi solo in conseguenza di denunce giudiziarie.


A fronte di un piano di rientro dal deficit di 10.000 milioni di euro, che prevede la riduzione di circa 4000 posti letto e la chiusura di numerosi ospedali, le RdB/CUB rispondono denunciando i veri costi della sanità pubblica, che per il 60% sono costituiti dall’acquisto di servizi privati, sanitari e non, ad opera delle aziende pubbliche.


Le RdB continueranno a battersi con forza contro qualunque tentativo di smantellamento della sanità pubblica, contro il regime dei tagli all’assistenza, la riduzione del personale, il precariato selvaggio prodotto dalle esternalizzazioni, per il diritto alla salute di tutti i cittadini, per un modello di sanità veramente pubblico e di qualità.

 


21 marzo 2007 - Adnkronos

SANITÀ: SINDACATI BASE, CORTE CONTI INDAGA SU APPALTI 'S.CAMILLO' E 'S.SPIRITO' ROMA
VERIFICARE EVENTUALI IRREGOLARITÀ SEGNALATE DA LIBRI BIANCHI RDB-CUB

Roma, 21 mar. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - La Corte dei Conti e l'Autorità per i lavori pubblici hanno avviato due indagini distinte per verificare eventuali irregolarità nelle procedure d'appalto degli ultimi anni negli ospedali romani San Camillo-Forlanini e Santo Spirito. Lo hanno annunciato oggi a Roma le Rappresentanze sindacali di base pubblico impiego - Confederazione unitaria di base (Rdb-Cub) durante la conferenza «Dove vanno a finire i soldi della sanità pubblica: appalti, esternalizzazioni e tagli al servizio sanitario regionale». Le indagini sono partite sulla base dei 'libri bianchì, che prendono le mosse da atti pubblici, presentati dalle Rdb-Cub sugli appalti eseguiti nei due ospedali romani. «Abbiamo portato alla luce - sostengono i sindacati di base - la storia del blocco operatorio del S.Spirito che, dal 2000, ha visto due camere operatorie mai utilizzate, oggetto di continue ristrutturazioni, poi mai effettuate». Un disservizio che, secondo il sindacato, ha gravato con un danno economico di 2 milioni e mezzo di euro, liste d'attesa chilometriche, disagi per gli operatori e violazione delle più semplici norme igieniche e di sicurezza. «L'appalto di multiservizi - sostengono le Rdb - se lo è poi aggiudicato un'associazione temporanea di imprese (Ati), capeggiata dall'Astrim e composta anche da Snam Lazio, Linda e Gaspetroli, di proprietà di Claudio Lotito». Successive indagini fanno emergere che «della commissione che ha aggiudicato l'appalto all'Ati con gruppo Astrim fanno parte anche Giulio Coletta in qualità di commissario, e Corrado Caruso, come presidente. I due membri della commissione - sostiene il sindacato - sono presenti con due incarichi distinti anche nella Società sportiva Lazio Spa, di cui è proprietario lo stesso Lotito». E le due camere operatorie - lamentano i sindacati - a oggi non sono ancora funzionanti. Un 'libro biancò con analoghe segnalazioni è stato trascritto anche per il San Camillo-Forlanini, «dove nel 1999 la ditta Pedus vinse l'appalto per le pulizie e la sanificazione dell'ospedale». La ditta vincitrice fu però sfiduciata dall'azienda e sostituita «senza gara d'appalto, dalla Snam Lazio, la società di Claudio Lotito, che era arrivata quinta su sei nella graduatoria dell'appalto, per effetto di un giudizio scarso sul piano della qualità del servizio». Anche l'importo dell'appalto si è gonfiato sensibilmente nel corso degli anni. «Nell'arco di tre anni - proseguono i sindacati - l'appalto è passato dai 29,6 milioni di euro agli oltre 40 del 2006». Anche qui le Rdb-Cub si aspettavano che la «Snam Lazio fosse estromessa dai successivi appalti. Invece, nel luglio del 2006, la nuova gara d'appalto è stata divisa in due lotti: uno al Consorzio Evolve Clean Service Uniserve, l'altro proprio alla Snam Lazio in associazione temporanea con Manutencoop». I sindacati di base, in ultimo, chiedono che «siano controllati anche gli appalti sulla manutenzione degli immobili dell'ospedale».

SANITÀ: SINDACATI BASE, ESPOSTO SU 'CASO TELECOM' AL 'PERTINI' DI ROMA
PRESENTATA ANCHE INTERROGAZIONE AL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

Roma, 21 mar. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Un'interrogazione urgente al Consiglio regionale del Lazio e un esposto alla Procura della Repubblica per verificare la presenza di eventuali irregolarità compiute nell'ospedale Sandro Pertini di Roma sul contratto Telecom per l'informatizzazione dell'Asl Roma B. A presentarle sono state le Rappresentanze sindacali di base pubblico impiego - Confederazione unitaria di base (Rdb-Cub), che ne hanno discusso oggi a Roma durante la conferenza «Dove vanno a finire i soldi della sanità pubblica: appalti, esternalizzazioni e tagli al servizio sanitario regionale». A firmare l'interrogazione sono stati anche Anna Evelina Pizzo, consigliere regionale di Ambiente e Lavoro e componente della Comissione Sanità, e Giuseppe Mariani, consigliere regionale dei Verdi e presidente della Commissione lavoro, pari opportunità e politiche giovanili. Le Rdb hanno svolto un'inchiesta sull'ospedale Pertini di Roma per dimostrare «le caratteristiche negative del sistema degli appalti e delle esternalizzazioni nel Lazio». La vicenda - secondo i sindacati di base - risale al 1998, quando l'Asl Roma B affidò alla Telecom Italia Spa un servizio di gestione del sistema informativo e di telecomunicazioni, per cinque anni, al costo di oltre 1 milione di euro. Il contratto prevedeva, tra l'altro, «la fornitura di personale per l'attività del Cup attraverso il raggruppamento temporaneo di impresa con la Cooperativa La Begonia». Nel 2000, viene inoltre contestato, c'è una sovrapposizione dell'attività. «In quell'anno - afferma il sindacato - la Asl affida alla ditta Si&O Srl la fornitura di un sistema integrato informatico per il Cup, e la gestione e manutenzione dello stesso». Nel giro di pochi anni la spesa sostenuta dall'Asl romana per il contratto Telecom raggiunge cifre elevate. «Nel 2003 - sostengono le Rdb - la spesa dell'Asl arriva a 2,4 milioni di euro, e il contratto viene addirittura rinnovato per altri cinque anni». Lo scenario cambia nuovamente nel 2005, con la 'migrazionè del sistema Cup telefonico verso il modello regionale di prenotazione Recup. «Ci saremmo aspettati che il contratto Telecom venisse eliminato, o almeno ridotto - spiegano i sindacati - invece fu sostituito con un servizio di assistenza dei sistemi tecnico-contabili di controllo, col medesimo importo di 2,4 milioni di euro».- La lettura degli atti allegati alle delibere apre inoltre nuovi orizzonti. I sindacati di base scoprono che «il servizio offerto dalla Telecom, dopo due anni e mezzo di contratto, non era stato ancora realizzato, se non in via progettuale». Anche l'attivazione del Cup, «unica rimasta a giustificare la presenza della Telecom al Pertini, risulta ancora oggi gestita dalla ditta Si&O». Forti discrepanze sembrerebbero esserci anche rispetto alle altre Asl romane. «Per il proprio sistema informatico - denuncia il sindacato - l'Asl Roma B ha speso il 50% in più rispetto a quello delle altre aziende della Capitale. Se si assumesse personale interno anzichè affidare i servizi ai privati - hanno concluso le Rdb - si spenderebbe certamente di meno». Per Mariani, il 'caso-Telecom' dimostra quanto «il sistema sia malato. L'esternalizzazione crea innalzamento dei costi, indebolimento dei servizi, e mancanza di continuità lavorativa». Il consigliere dei Verdi si scaglia contro questo sistema, accusato di gonfiare il deficit sanitario del Lazio. «Dobbiamo indignarci - aggiunge - con l'esternalizzazione ci guadagnano i soliti noti e a soffrire è sempre il cittadino». Per la consigliere Pizzo, invece, è arrivato il momento della verità. «Il nostro dossier - ha detto - passerà ora nelle mani dell'assessore alla Sanità laziale Augusto Battaglia, della direzione generale del Pertini e della Commissione Sanità».


21 marzo 2007 - Ansa

SANITÀ: RDB-CUB, ALLA ASL ROMA B UN NUOVO CASO DI SPRECO

(ANSA) - ROMA, 21 MAR - Le Rappresentanze sindacali di base nel corso di una conferenza stampa svoltasi oggi presso l'Ospedale Pertini di Roma hanno denunciato «un ennesimo caso di spreco di denaro pubblico». Secondo quanto affermano le Rdb-Cub dal 1998 la Asl Roma B ha «affidato alla Telecom un servizio di outsourcing per il sistema informatico e telefonico aziendale, in assenza di qualsivoglia forma di appalto pubblico, al costo di circa 30 milioni di euro». «L'appalto prevede - spiegano i sindacati - la fornitura di personale in associazione temporanea di impresa con una società cooperativa, i cui dipendenti percepiscono salari bassissimi a fronte degli alti costi sostenuti dall'azienda sanitaria per il servizio. In questi anni - affermano - il servizio è stato realizzato in minima parte, e con la contemporanea presenza nella Asl del gestore Wind per la fonia e di altre ditte per l'informatica». Su questa vicenda è stata, inoltre, presentata una interrogazione regionale da parte dei Consiglieri Anna Evelina Pizzo (Ambiente e Lavoro) e Giuseppe Mariani (Verdi), entrambi componenti della Commissione Sanità, che sono intervenuti alla conferenza stampa manifestando il loro impegno ad intervenire sia nei confronti della Giunta che del Consiglio regionale.


21 marzo 2007 - Omniroma

OSPEDALI, RDB-CUB PRESENTA DOSSIER SU «SPRECHI» AL PERTINI

(OMNIROMA) Roma, 21 mar - Un'assemblea per denunciare «gli sprechi nel settore della sanità pubblica» si è tenuta questa mattina presso l'aula magna dell'ospedale Sandro Pertini, organizzata dalle Rdb-Cub. I sindacati hanno presentato un vero e proprio libro bianco a partire dalla situazione esistente nella struttura sanitaria di via dei Monti Tiburtini. «Il caso in esame racchiude in modo esemplare tutte le caratteristiche negative del sistema degli appalti e delle esternalizzazioni nella sanità pubblica», hanno scritto le Rdb nel loro comunicato. Al centro della denuncia, il servizio che la Telecom ha ottenuto dalla Asl RmB nel settore informatico-aziendale. «Un appalto concesso in assenza di gara - dicono i sindacati - per un costo complessivo di 30 milioni di euro nel corso di dieci anni». Un contratto che, secondo l'indagine delle Rdb, ha subito negli anni estensioni e integrazioni e che ha portato alla fine alla scoperta che il servizio da parte della Telecom era stato offerto soltanto in parte e che l'attività di manutenzione del Cup era affidato, in realtà, ad un'altra ditta, la SI&O. «Oltre ad offrire un servizio scadente - aggiungono i sindacati - i costi nel frattempo sono lievitati. Il personale Telecom, infatti, per 25 ore settimanali, calcolato su 48 settimane annue, costa 21.660 euro contro le 17.380 percepite da un dipendente della Asl. Questo, a scapito dei lavoratori, che percepiscono stipendi annui che vanno dai 6mila agli 8.500 euro». Le Rdb-Cub avevano già presentato altri dossier sugli sprechi negli ospedali S.Camillo Forlanini e S.Spirito. «Grazie alle nostre inchieste, la procura di Roma ha svolto indagini preliminari - dicono ancora i sindacati - grazie al nostro lavoro sono state bloccate due gare al S.Camillo, inutili e dannose oltre che costose per oltre 120 milioni di euro. Spesso però, le inchieste non vanno avanti come nel caso del S.Spirito dove abbiamo denunciato la realizzazione di due sale operatorie, chiuse e inutilizzate da anni mentre gli interventi per i politraumatizzati vengono effettuati nelle due sale chirurgiche del reparto di ginecologia». All'assemblea erano presenti anche Peppe Mariani, consigliere regionale dei Verdi e presidente della commissione Lavoro e politiche giovanili e Anna Pizzo, consigliere regionale di Ambiente e Lavoro, membro della commissione Sanità che hanno presentato un'interrogazione urgente alla Pisana sulla vicenda del Pertini. «Bisogna smetterla con il sistema delle esternalizzazioni che fa guadagnare soltanto qualcuno oltre ai politici - ha detto Mariani - in questo modo il cittadino perde la fiducia nelle istituzioni. Perde la politica, vince soltanto l'antipolitica». La Pizzo ha presentato subito alcune proposte immediate: «Porteremo questo dossier delle Rdb all'assessore Battaglia, incontreremo al più presto il direttore generale della Asl RmB e chiederemo audizione delle parti in commissione Sanità. Temo, però, che questo non cambierà le cose perché il viluppo tra i poteri forti e il sistema politico è troppo stretto e difficile da districare. Purtroppo, gli esposti della magistratura funzionano meno di una copertina dell'Espresso, come accaduto nella vicenda del policlinico Umberto I. Un'operazione mediatica affrontata come tale dall'amministrazione».


21 marzo 2007 - Dire

SANITA'. ESPOSTO RDB-CUB CONTRO APPALTO TELECOM ASL RMB

(DIRE) Roma, 21 mar. - Un appalto di durata decennale, partito nel 1998 e con scadenza nel 2009, assegnato e successivamente rinnovato senza indire alcuna gara, per legge obbligatoria nella pubblica amministrazione, al costo complessivo di circa 30 milioni di euro. E' quello affidato dalla Asl RmB alla Telecom per la gestione dei servizi informatici e finito nel mirino della Rdb-Cub (Rappresentanza sindacale di base). Dopo un lungo lavoro di indagine, il sindacato ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e oggi, nel corso di una conferenza stampa all'ospedale Pertini alla quale hanno partecipato anche i due consiglieri regionali firmatari di un'interrogazione regionale, Giuseppe Mariani e Anna Evelina Pizzo, ha illustrato tutti i "lato oscuri" della vicenda. Tutto comincia nel 1998, quando l'allora direttore generale della Asl RmB, Bruno Cisbani, affida alla Telecom un servizio di gestione in outsourcing del sistema informativo e di telecomunicazioni per cinque anni a un costo di circa un milione di euro all'anno, prevedendo anche la fornitura di personale per l'attivita' del Cup (Centro unico prenotazioni), attraverso un'associazione temporanea di impresa (Ati) con la cooperativa "La Begonia". Con successive delibere, il contratto si estende, soprattutto per la fornitura di personale agli sportelli telefonici Cup dei vari presidi aziendali, per il Ced del Pertini, per un nuovo contratto di call center e per alcuni progetti sperimentali. Nel 2003 la spesa annua per l'appalto con la Telecom e' arrivata a circa 2 milioni e 400 mila euro annui e il successore di Cisbani, Cosimo Speziale, si impegna a mantenere il rapporto per altri cinque anni allo stesso importo. In base al nuovo contratto, la Telecom ha acquistato, per un costo annuo di circa 57 mila euro, anche il servizio di manutenzione del sistema informatico, prima gestito dalla ditta SI&O che, quindi, sarebbe dovuta uscire di scena. E, invece, denuncia la Rdb, dall'attenta lettura degli allegati alle delibere, risulterebbe che ancora oggi l'attivita' di manutenzione e' gestita dalla SI&O. Inoltre, per i servizi di fonia aziendale, la Asl RmB si sarebbe avvalsa anche del gestore Wind, oltre che della Telecom. Nel novembre del 2005, il dg Flori Degrassi modifica il contratto con la Telecom, sostituendo il servizio telefonico per il Cup, confluito nel frattempo nel sistema regionale Recup, con quello di assistenza contabile, ma senza cambiare l'ammontare della spesa che resta sempre oltre i 2 milioni e 400 mila euro. Nel dicembre scorso, il manager della Asl RmB modifica i termini del contratto con la Telecom, ma, fa notare la Rdb, solo per richiamare l'azienda a rispettare i termini contrattuali. Un fatto che, sottolinea il sindacato, induce a pensare che il contratto, fino a oggi, e' stato applicato soltanto in minima parte. Per dimostrare lo sperpero di denaro pubblico, la Rdb ha anche comparato il budget aziendale 2006 con quelli delle altre aziende sanitarie, rilevando che la spesa annua per il sistema informatico e' superiore del 50% nella Asl RmB. Dati alla mano, la Rdb denuncia anche come il costo per il personale fornito da Telecom/Begonia sia maggiore rispetto a quello sostenuto per i dipendenti della Asl: 21 milioni e 600 mila euro annui a lavoratore, considerando 25 ore settimanali, contro 20 milioni di euro calcolati, pero', su 36 ore settimanali. Un margine di guadagno nettamente superiore, attacca il sindacato, che diventa vera e propria speculazione sulla pelle dei lavoratori precari che, per il servizio prestato in appalto, ricevono uno stipendio annuo che va dai 6 mila agli 8 mila e 500 euro annui, senza ferie, malattie e maternita'. "Questo caso- afferma Teresa Pascucci del coordinamento regionale Rdb-Cub- e' soltanto la punta di un iceberg ed e' emblematico di tutte le caratteristiche negative degli appalti e delle esternalizzazioni che provocano aumento della spesa, precarizzazione selvaggia e peggioramento della qualita' dei servizi erogati. Per risanare il debito della nostra sanita', bisognerebbe intervenire su questi aspetti, piuttosto che tagliare i posti letto negli ospedali". "Dobbiamo alzare il tono dell'indignazione- dice Mariani- perche' non possiamo accettare piu' questo sistema". E, d'accordo con la collega di Ambiente e Lavoro alla Pisana, Anna Evelina Pizzo, il consigliere dei Verdi presentera' il dossier elaborato dalla Rdb all'assessore Battaglia, alla commissione regionale alla Sanita' e al direttore generale della Asl RmB.


22 marzo 2007 - La Repubblica

Rdb-Cub: "Dal ´98 nella Asl RmB c´è un atto fuori legge". La manager: "L´ho trovato ma è già agli atti dei pm"
"Contratto da 30 milioni senza gara"
Il sindacato denuncia "il sospetto accordo" con la Telecom "Grandi risparmi se i lavoratori venissero assunti"
di CARLO PICOZZA

Roma - «Senza gara di appalto, la Asl RmB otto anni fa ha affidato i servizi informatici e telefonici alla Telecom: tre milioni di euro l´anno per un decennio». La denuncia arriva dal sindacato Rdb-Cub ed è corredata da un esposto alla procura della Repubblica. «Nel contratto», spiega Teresa Pascucci del coordinamento Sanità del Lazio, è previsto che il colosso delle telecomunicazioni fornisca anche, «attraverso un raggruppamento temporaneo di impresa con la cooperativa sociale La Begonia, personale per lo sportello del Cup (centro aziendale per le prenotazioni sanitarie; ndr), del Ced (Centro elaborazioni dati; ndr) e per altri uffici amministrativi a prezzi altissimi per la Asl e con remunerazioni bassissime per i lavoratori». «Questi ultimi», conclude, «se assunti direttamente, costerebbero almeno cinquemila euro in meno l´anno ognuno». Dalla Asl, la manager Flori Degrassi annuisce: «Quel contratto è stato firmato senza alcuna gara. Ma sette anni prima del mio arrivo».
«A qualche mese dal mio insediamento», ricorda Degrassi, «ne ho verificato i contenuti riformulandoli a tutto vantaggio della Asl. Con la revisione risparmiamo 200 mila euro l´anno». Poi mostra le carte: «Dal 1998 la tecnologia ha fatto passi da gigante: la revisione del contratto ha anche costretto la Telecom a fornirci 450 computer e altrettante stampanti, l´accesso a Internet per tutta l´azienda su linee veloci, il completamento del cablaggio per le sedi periferiche, la sostituzione del centralino telefonico analogico con uno digitale, l´informatizzazione del percorso clinico dei degenti e altre innovazioni per un valore complessivo di oltre due milioni di euro». «E poi», conclude Degrassi, «quel contratto è già agli atti della magistratura». È tra quelli indicati ai pm come «sospetti» dall´ex manager della RmB, Giovanni Cosimo Speziale (che, coinvolto nell´inchiesta sulla truffa milionaria ai danni di quella Asl ha patteggiato per 4 anni e 6 mesi).
Ora la denuncia delle Rdb-Cub: si aggiunge ai "Libri bianchi" di questo sindacato sugli appalti del San Camillo e sul blocco delle camere operatorie del Santo Spirito (vedi Repubblica del 9 marzo 2006), che hanno spinto la Corte dei conti ad avviare le relative indagini. «Le nostre critiche», spiega il segretario nazionale Sabino Venezia, «sono indirizzate alla gestione delle Asl ma soprattutto alla Regione che, malgrado truffe e scandali, non ha avviato alcun controllo sugli affidamenti all´esterno delle attività».


22 marzo 2007 - Il Giornale

In un dossier tutti gli sprechi informatici al «Pertini»

Roma - Al «Sandro Pertini» assemblea sindacale, ieri mattina, per «denunciare gli sprechi nel settore della sanità pubblica». I sindacati hanno presentato un vero e proprio libro bianco a partire dalla situazione esistente nella struttura sanitaria di via dei Monti Tiburtini. «Il caso in esame racchiude in modo esemplare tutte le caratteristiche negative del sistema degli appalti e delle esternalizzazioni nella sanità pubblica» hanno denunciato i sindacati-. Al centro della denuncia, c’è soprattutto il servizio che la Telecom ha ottenuto dalla Asl RmB nel settore informatico-aziendale. «Un appalto concesso in assenza di gara - dicono le organizzazioni sindacali - per un costo complessivo di 30 milioni di euro nel corso di 10 anni». Un contratto che, secondo l’indagine delle Rdb, ha subito negli anni estensioni e integrazioni e che ha portato alla fine alla scoperta che il servizio da parte della Telecom era stato offerto solo in parte e che l’attività di manutenzione del Cup era affidato, in realtà, a un’altra ditta, la SI&O. «Oltre ad offrire un servizio scadente - aggiungono i sindacati - i costi nel frattempo sono lievitati. Il personale Telecom, infatti, per 25 ore settimanali, calcolato su 48 settimane annue, costa 21.660 euro contro le 17.380 percepite da un dipendente della Asl. Questo, a scapito dei lavoratori, che percepiscono stipendi annui che vanno dai 6mila agli 8.500 euro».
I sindacati avevano già presentato altri dossier sugli sprechi negli ospedali San Camillo Forlanini e Santo Spirito. «Grazie alle nostre inchieste, la procura di Roma ha svolto indagini preliminari - concludono i sindacati - grazie al nostro lavoro sono state bloccate due gare al San Camillo, inutili e dannose oltre che costose per oltre 120 milioni di euro. Spesso però, le inchieste non vanno avanti come nel caso del Santo Spirito dove abbiamo denunciato la realizzazione di due sale operatorie, chiuse e inutilizzate da anni mentre gli interventi per i politraumatizzati vengono effettuati nelle due sale chirurgiche del reparto di ginecologia».


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