Le follie della Compagnia Aerea DAT Regione Sicilia

Nazionale -

La Dat è la compagnia aerea di proprietà danese con sede in Lituania che si è aggiudicata il bando di continuità territoriale con la regione Sicilia per l’esercizio del rotte verso le isole di Pantelleria e Lampedusa attraverso la propria base operativa all’aeroporto di Palermo.

Una situazione singolare nella quale un’Azienda che esercisce attività con oneri pubblici a carico dello Stato non solo non applica un contratto di lavoro ma bensì un regolamento aziendale, ma addirittura rifiuta di riconoscere USB dopo che molti lavoratori si erano rivolti a  noi per tutelarli da una alquanto bizzarra richiesta di decurtare “volontariamente” del 10% la propria busta paga.

Come tutte le compagnie aeree, anche la DAT è stata duramente colpita dal covid-19 con una vistosa riduzione dell’attività fino ad operare una solo volo al giorno che tocca entrambi le isole.

Invece di dare ascolto al sindacato e mettere in atto da subito tutti gli strumenti a tutela di Azienda e lavoratori in una crisi epocale, la dirigenza ha perso più di un mese di tempo mettendo fuori turno gli Assistenti di Volo e utilizzando al loro posto del personale proveniente dalla Lituania distaccato in Italia.

Un’atteggiamento incomprensibile da parte di una dirigenza, che fa molta fatica, al limite del fastidio se non rifiuto, di comprendere le regole del nostro Paese, persino riguardo le misure di protezione e prevenzione della diffusione del contagio da Coronavirus, che al momento appaiono finalmente superati.

Finalmente nella giornata di oggi è arrivata la lettera di richiesta di apertura della cassa integrazione ma , purtroppo, la DAT è riuscita a chiedere la sospensione in cassaintegrazione a 0 ore per tutto il personale navigante, quando invece opera in modo continuativo le rotte con oneri pubblici verso Lampedusa e Pantelleria, quindi non possibile ai sensi delle norme vigenti. 

Non solo, la richiesta di cassa in deroga al posto di quella straordinaria penalizza in modo insostenibile il reddito del personale navigante aereo al quale con questa modalità viene precluso l’accesso al fondo di solidarietà di settore senza permettere neanche l’anticipazione da parte aziendale.

Aldilà degli evidenti limiti culturali, c’è un enorme problema di gestione di dipendenti che ancora non abbiamo compreso se dipende da una colossale incompetenza o da una pervicace volontà di penalizzarli per il solo fatto di aver chiesto il rispetto dei propri diritti garantiti dalla legge italiana e di essersi rivolti al sindacato. Oppure di tutte e due fattori messi insieme.

Il punto vero è che DAT sta operando voli con oneri di servizio pubblici pagati dalla regione Sicilia dopo aver vinto regolarmente un bando pubblico. Ci chiediamo come sia possibile che nessuno si stia prendendo la briga di controllare questa situazione, nonostante le nostre lettere di segnalazione.

I lavoratori sono il primo vero patrimonio di un vettore; la storia di questo settore in Italia ci insegna che nessuna compagnia aerea sopravvive se non è capace di comprendere e gestire al meglio le proprie maestranze.

Ci aspettiamo che la DAT cambi radicalmente il proprio atteggiamento e riformuli la richiesta di cassa integrazione così come da richiesta inviata oggi anche alla regione Sicilia. Altrimenti saremo costretti ad aprire le procedura di raffreddamento e conciliazione ai sensi della legge 146/90.

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