LETTERA APERTA

Alessandria -

AI SINDACI E AI CITTADINI DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA

Apprendiamo da organi di informazione che il Comune di Alessandria per tappare i buchi nelle casse comunali sembrerebbe intenzionato a privarsi delle farmacie e cedere ulteriori quote della centrale del latte e a dare battaglia agli evasori della tariffa di igiene urbana per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, circa il 15/20 % quelli totali, annunciando che le operazioni di recupero per risanare il buco che rischia di gravare sulle casse del Consorzio avverranno attraverso controlli estesi anche all'Ici non appena sarà il Comune a gestire il Catasto. (Auspicando per il prossimo futuro di essere informati dall’amministrazione comunale e coinvolti come rappresentanti dei lavoratori e dei cittadini a queste "trasformazioni" o meglio privatizzazioni verso le quali nutriamo forti dubbi sull’efficacia). Vogliamo soffermarci proprio su questo ultimo punto e brevemente informarvi sullo smantellamento del Catasto (inventario dei beni immobili dello Stato) per cercare di fermare questa inutile e costosa idiozia, certi di fare un servizio utile per la collettività e i lavoratori interessati.

 

PREMESSA

 

Con il Decreto del 14 giugno 2007 si è dato il via alla fase finale del decentramento del Catasto. I Comuni possono gestire direttamente le funzioni catastali scegliendo tra tre livelli di impegno crescente oppure lasciarle all’Agenzia del Territorio che già le amministra a livello nazionale in modo unitario. Le motivazioni che hanno dato il via al decentramento nel lontano 1998 (DPR 112/98) sono nel tempo mutate e venute a decadere. Nel 1998, infatti, il Catasto si trovava con 20 anni di arretrato causato principalmente dalle leggi sul condono edilizio e da una informatizzazione degli archivi molto limitata. In questi anni grazie ai lavoratori del Dipartimento del Territorio, trasformato poi in Agenzia del Territorio si è riusciti ad eliminare l’arretrato, ed informatizzare gran parte dell’archivio ad eccezione delle mappe di impianto e degli archivi antecedenti il 1980. Recentemente l’informatizzazione nella Pubblica Amministrazione e nelle Agenzie Fiscali in particolar modo ha avuto uno sviluppo esponenziale, la consultazione della banca dati è divenuta gratuita e fruibile anche via internet da tutti i cittadini, l’aggiornamento del Catasto, per i tecnici ed i notai, è realizzabile dai propri studi professionali senza recarsi in Catasto, rendendo così di fatto già realizzato il vero decentramento che porta il Catasto direttamente nelle case dei cittadini. E ALLORA PERCHE’ DECENTRARE? Controllo del territorio. Si motiva la scelta della gestione diretta delle funzioni catastali con il fatto che i Comuni utilizzando la banca dati catastale possono riuscire a conoscere meglio il loro territorio ed effettuare un’efficace lotta all’evasione fiscale, e questo è in parte vero. Ai Comuni servono le mappe catastali! Così come servono le mappe della aerofotogrammetria ma a nessuno verrebbe mai in mente di comprarsi aeroplani ed apparecchiature per farsi le mappe da soli, anche in considerazione del fatto che i Comuni non hanno personale capace di pilotare gli aerei. Portare il catasto vicino al cittadino. Se i Comuni vogliono migliorare i servizi al cittadino aprendo sportelli catastali in ogni ufficio comunale anche quelli più piccoli di montagna, è possibile farlo senza bisogno di gestire il Catasto, infatti, molti Comuni in Italia lo fanno già da anni. Migliorare la lotta all’evasione immobiliare. Se il Comune vuole fare una mirata lotta all’evasione immobiliare controllando gli accatastamenti fatti con le concessioni edilizie presentate è possibile farlo senza bisogno di gestire il Catasto, infatti, molti Comuni in Italia lo fanno già da due anni (comma 336 della finanziaria 2006) con ottimi risultati. Perequazione fiscale. Se il Catasto sarà comunale alcune categorie troverebbero "gioco facile" per attuare i propri interessi difficilmente realizzabili con un organismo di carattere nazionale com’è adesso l’Agenzia del Territorio. Inoltre la moltiplicazione dei Catasti e le conseguenti scelte organizzative e di controllo renderà di fatto impossibile una uniformità nazionale dei valori immobiliari. Costi. Nessuno poi indica ai Comuni quanto possano essere orientativamente i costi di attivazione e di gestione di questo delicato e articolato servizio. Da un analisi fatta su un polo catastale di 200.000 abitanti si è stimato un costo di attivazione pari 2,43 euro per ogni abitante, un costo gestionale annuo di 1,50 euro a fronte di contributi statali che nella migliore delle ipotesi possono arrivare a 0,70 euro. I Comuni che si stanno gettando a capofitto in questa impresa, dovranno, a breve, fare il conti con il "patto di stabilità" dei propri bilanci e le conseguenze ricadranno inevitabilmente sulle spalle dei cittadini. Ripensamento. Un’altra cosa che ai Comuni "dimenticano" di dire è che il DPCM, oltre a permettere ai Comuni di effettuare tre tipi di scelte con impegno progressivo, che possono essere incrementate entro il 15 luglio 2009, non prevede la possibilità di tornare indietro. Se quindi un comune decide di assumere la gestione diretta del Catasto, ma successivamente si accorge che non è più conveniente: perché le spese sono eccessive o che non si hanno le capacità o le forze per farlo funzionare, non può chiedere che le funzioni catastali vengano riassegnate all’Agenzia del Territorio e non può neanche farlo gestire a società private, pubbliche o misto pubbliche perché vietato dall’articolo 1 comma 195 legge finanziaria 2007. Allora qualcuno dovrà spiegare ai suoi elettori il perché di questa inutile e costosa scelta. Problemi del personale. Attualmente i dipendenti dell’Agenzia del territorio, riescono a dare un servizio al pubblico, nonostante siano considerevolmente diminuiti in numero, grazie alla professionalità acquisita negli anni e ad una certa grandezza degli uffici. Il DPCM prevede il passaggio di tutte le competenze catastali ai Comuni ma solo di una parte del personale di cui, tra l’altro, non si conosce ancora il numero esatto e le qualifiche ricoperte. Questi dipendenti dell’Agenzia del Territorio, scarsamente motivati, avranno anche il compito di istruire il personale comunale che già lavora coprendo una pluralità di incarichi. Per sanare la mancanza di personale il Comune dovrebbe farsi carico di reperire ulteriori risorse mettendo così in crisi il "patto di stabilità" del proprio bilancio, oppure scegliendo di mettere le mani nelle tasche dei cittadini o tagliando ulteriormente i servizi resi alla cittadinanza.

 
CONCLUSIONI

 
In considerazione del fatto che i Comuni hanno dato in gestione a Società esterne la quasi totalità dei servizi, giustificandoli con "motivi di economicità"; nella questione decentramento il principio di economicità è un alibi che non può reggere, perché la convenzione con l’agenzia del territorio sarebbe gratuita per 10 anni. Se tutto questo venisse ignorato, per il comune di Alessandria sarebbe una contraddizione coprire i buchi gestionali di altri privandosi delle farmacie e centrale del latte per poi farne di propri rilevando la gestione totale del catasto e allora non ci stupirebbe che qualcuno potesse pensare che abbiano prevalso interessi politici e lobbistici a scapito dei cittadini. Il primo segnale di allarme è che i comitati tecnici di controllo nazionali e regionali siano formati al 50% da agenzia del territorio e ANCI. Chi avrà la maggioranza in caso di valutazione negativa sulla gestione del decentramento di un comune?. Oggi decentrare il Catasto non solo non ha alcuna valida motivazione ma creerà una disomogeneità nei valori immobiliari che sarà poi complicato recuperare anche se si decidesse, fra qualche anno, di tornare indietro. I costi per gli Enti locali aumenteranno e la gestione catastale sarà data in mano a società private che gestiranno la fiscalità dello Stato avendo il completo controllo del territorio. Continua inesorabile e senza sosta lo smantellamento dello Stato sociale. Il Governo decide di tagliare un "ramo" che negli ultimi anni ha portato nelle casse dello Stato milioni di euro con un efficace e mirata lotta all’evasione fiscale ed immobiliare. Lo Stato dopo aver investito in informatizzazione, formazione e recupero dell’arretrato con ottimi ed indiscussi risultati decide di gettare al vento l’Agenzia del Territorio (e i suoi dipendenti) solo perché così è stato deciso senza più valutarne l’opportunità. Dopo quindi la chiusura dell’Agenzia del Demanio avvenuta un paio d’anni fa adesso è la volta dell’Agenzia del Territorio ed infine dell’Agenzia dell’Entrate dove si stanno già realizzando le prime esternalizzazioni. Noi a questo gioco non ci stiamo e faremo di tutto non solo per arrestarlo ma per invertire la rotta. Noi, infatti, lavoriamo affinchè si investa nelle Agenzie fiscali, strutture pubbliche che si sono dimostrate capaci di dare il proprio contributo al nostro paese come il famoso tesoretto dimostra.

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