Un nuovo contratto a perdere per gli elettrici!!

Roma -

Il 18 luglio FILCEM-CGIL, UILCEM-UIL, FLAEI-CISL hanno firmato un nuovo contratto a perdere per i lavoratori delle aziende elettriche che, mentre si fa carico delle esigenze delle aziende in rapporto ai processi di liberalizzazione/privatizzazione, non soddisfa in alcun modo le aspettative dei lavoratori nè dal punto di vista salariale nè dal punto di vista normativo.
In particolare:

>> Salario : l’aumento medio di 111 euro in tre tranche a partire dal 01/01/2006 si traduce, ad esempio, per il B2 in un aumento di 74,61 euro lordi a regime e cioè dal 1 gennaio 2007, aumento ben lontano dal recuperare la perdita del potere d’acquisto subito dai salari in questi anni. L’accordo stabilisce anche la concessione di un’UNA TANTUM pari a 328 euro lordi per il periodo 01/07 – 31/12 2005, che è esclusa dal calcolo del TFR. Come se non bastasse anche la prima tranche dell’aumento salariale che va dal 01/01/2006 al 30/06/2006 viene considerato elemento distinto della retribuzione (EDR) e come tale escluso dal calcolo del TFR. Un anno di rinnovo salariale e contrattuale semplicemente regalato alle aziende. In più all’interno di tale elemosina è stata compresa anche la vacanza contrattuale che a suo tempo i sindacati confederali non hanno voluto farci avere.
>> Per i turnisti e semiturnisti nuova beffa: viene di nuovo elusa ogni decisione sui loro trattamenti, rimandata a una futura trattativa da realizzarsi entro la scadenza del contratto.
>> Legge 30 : alla faccia delle sperticate dichiarazioni di opposizione alla precarietà, specie da parte di CGIL, in questo contratto vengono allargate le possibilità di attingere a forme di assunzioni precarie offerte dalla cosiddetta legge Biagi con :
- Introduzione dell’apprendistato professionalizzante, che può arrivare fino a 42 mesi per le categorie più basse (!)
-  Contratto d’inserimento che prevede inquadramenti inferiori fino a due livelli rispetto a quanto previsto di norma dal contratto
- Ampliamento delle assunzioni interinali.
Ai futuri precari vengono negati tutti i benefici salariali derivanti da contrattazioni aziendali, come il premio di risultato e gli aumenti di anzianità, e altri istituti contrattuali come il diritto allo studio, ecc.
>> Tutto il contratto fa riferimento ai processi di liberalizzazione/privatizzazione del settore senza che da parte di FILCEM, UILCEM, FLAEI si dica una sola parola sui guasti e sulle pesanti ricadute che questa politica ha prodotto sia per i lavoratori del settore, in termini di esuberi, mobilità, CIG, ecc. che per gli utenti con aumenti delle tariffe, peggioramento del servizio, danni ambientali, black-out frequenti. A tale proposito anzi si chiede al Governo l’istituzione di un Fondo per il sostegno al reddito e all’occupazione, gestito da aziende e sindacati, da finanziare con ulteriori contributi da parte anche dei lavoratori a cui si prospetta già da oggi un futuro da disoccupati. Nessuna lotta quindi contro i futuri licenziamenti ne per i processi di mobilità, ma ammortizzatori sociali autofinanziati!
>> Si rimanda ancora una volta un nuovo e più adeguato sistema di inquadramento del personale, ignorando in tal modo la presenza di nuove professionalità, anche in relazione alla costituzione di nuove società, mentre si prevede l’ingresso in categoria di nuovi tipi di contratto, diversi da quello elettrico con un’ inevitabile frantumazione e scomposizione della categoria.
>> Si dà atto che i processi di liberalizzazione potrebbero causare l’abolizione delle agevolazioni tariffarie per i dipendenti con un’ evidente diminuzione di fatto del valore del salario e sicuri guadagni per le aziende.
>>Anche sui diritti sindacali si va ad una nuova stretta con la costituzione di una Commissione Paritetica per la definizione di una nuova regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero. Già oggi le norme rendono quasi impossibile praticare questo diritto, ma evidentemente per i confederali c’è ancora troppa libertà per i lavoratori e i sindacati di base di contrastare le loro scelte, concertative e completamente subordinate alle esigenze delle aziende.

Abbiamo, per sommi capi illustrato i punti più salienti di un contratto che a nostro avviso mentre non migliora le condizioni dei lavoratori nè in termini normativi né tantomeno salariali, molto concede alle controparti aziendali e al Governo, che sta preparando nuovi processi di liberalizzazione/privatizzazione, all’insegna della precarietà e della scomposizione del settore elettrico.
Invitiamo tutti i lavoratori a rigettare questa ipotesi di accordo nelle assemblee e con iniziative di mobilitazione per non ritrovarsi nella condizione di subire un contratto di cui non hanno potuto discutere la piattaforma né di intervenire nel corso della trattativa.

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