2 MINUTI DELLA GELMINI IN PARLAMENTO

Nazionale -

La risposta della Gelmini ad una interpellanza sui precari della scuola e le sentenze dei Tribunali che risarciscono i precari per la mancata assunzione.

La "proposta" di Pietro Ichino per la scuola.

Ascolta la Gelmini in Parlamento sui precari della scuola, le sentenze che li risarciscono per la mancata assunzione. Leggi la "proposta" di Pietro Ichino!

clicca e ascolta il Ministro Gelmini in Parlamento:

Per arginare la questione precari bisognerà "accelerare le immissioni in ruolo possibili".

"Dobbiamo parlare anche con il sindacato e avere il coraggio di fare una previsione precisa dei futuri posti che si libereranno nella scuola: non sono infiniti - ha proseguito - Su questo, vi è già un tavolo di confronto con il Ministero dell'Economia e delle finanze. Il piano di assunzione dei precari va avanti, non si interrompe.

Anticiperemo il numero delle immissioni in ruolo che saremo in grado di fare per il prossimo anno.

Dovremo, con norma, prorogare gli accordi con le Regioni per assumere i precari, per incrementare l'offerta formativa, per fare i corsi di recupero, per migliorare il servizio scolastico.

La modifica del regolamento sulla formazione, un altro elemento fondamentale".

 

E rispetto ai ricorsi che stanno piovendo sui tribunali da parte di chi vuole essere stabilizzato "da parte mia - ha detto il ministro rivolgendosi all'aula - vi è la massima disponibilità a collaborare e a condividere le decisioni, ma non lasciamo i destini della scuola appesi a questo o a quel pronunciamento del Tar, perché penso che questo non sia utile, penso che non farebbe chiarezza e penso che alimenteremmo speranze vane. Utilizziamo tutti gli spazi che vi sono per assumere il numero di precari che la scuola e' in grado di poter garantire e di cui ha bisogno, ma evitiamo di utilizzare questo pronunciamento (quello del tribunale di Genova che ha dato ragione a 15 precari, ndr) ancora una volta, lo ribadisco, per alimentare aspettative che non vi possono essere".

Anche perché "se tutti i precari dovessero fare richiesta e avessero diritto ad un risarcimento di questa natura, non so quante leggi finanziarie sarebbero necessarie per garantire queste risorse".

 

 

La questione è semplice:

 

quanti posti?

dal 2005 al 2015 andranno in pensione 300 mila lavoratori della scuola, giusto il numero dei precari... e invece si parla delle 20 mila assunzioni che si fanno ogni anno! Senza che nessuno metta in discussione i 133 mila posti di lavoro tagliati in questi ultimi tre anni.

 


a che condizioni?

con i contratti a prestazione d'opera o cococo che stanno facendo le Regioni? Con il contratto " punti" delle scuole private (tanto sei bravo, tanti punti prendi, più mancetta avrai). E gli scatti di anzianità?  Con quanti studenti nelle classi?

 

la risposta la ripete

Pietro Ichino (clicca e scarichi il testo completo) 

"ridefinire la disciplina dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato per tutte le nuove assunzioni che avverranno d’ora in poi, in modo che essa possa applicarsi davvero a tutti, senza portare con sé costi eccessivi e in modo che la flessibilità necessaria sia ripartita in modo uguale su tutti"

"D’ora in poi, tutti a tempo indeterminato, ma nessuno inamovibile. E non è difficile prevedere che lo stesso discorso finirà per estendersi anche alle altre amministrazioni pubbliche"

 

Nulla di nuovo, nulla di diverso da quello che già si vede nelle scuole ma la cosa veramente stucchevole sono le rimostranze dei sindacati collaborazionisti.

Dagli anni '90 hanno concertato l'attuale sfascio della scuola e ora gracchiano portando i precari nei Tribunali, per spingere tutti a ritenere che quello che otterranno sarà una vittoria per i precari mentre si tratta del vero obbiettivo del Governo, della politica (di tutti i colori) che vuole la privatizzazione della scuola:

Contratti da fame

aumento dei carichi di lavoro

negazione della libertà di insegnamento

Scuole pubbliche a "pagamento" per i figli dei lavoratori,

Scuole private sovvenzionate dallo Stato per i figli dei ricchi


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