Agenzie Fiscali - Elezioni RSU, non scordiamoci il passato (1)

Cagliari -

Perché perdiamo 13 mesi di decorrenza economica? Perché la decorrenza economica del nostro contratto partirà da Febbraio 2007, e non da Gennaio 2006, essendo il contratto scaduto il 31.12.2005?

 

A breve ci saranno le elezioni delle Rsu nel Pubblico Impiego. Con le elezioni non siamo chiamati ad eleggere unicamente l’organismo che  affiancherà le sigle nella contrattazione d’ufficio, ma anche a determinare con il nostro consenso il peso delle organizzazioni sindacali a livello nazionale, e quindi il potere di sottoscrivere gli accordi di comparto.

Basta guardare la nostra busta paga e il potere di acquisto che è andato progressivamente calando, per capire qual’è  il risultato del “loro lavoro”.

 

L’ultima nefandezza è stata compiuta con il recente accordo tra Governo e Cgil Cisl e Uil per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Per noi è un  accordo vergognoso. Un accordo che svende i nostri diritti, i nostri salari, la nostra dignità, la nostra qualità della vita.

Con esso perdiamo 13 mesi di decorrenza economica. Essa partirà da Febbraio 2007, e non dalla decorrenza naturale che è Gennaio 2006.

 

Ci chiediamo, ed è  legittimo farlo. Perché viene svenduto il nostro contratto? Perché perdiamo 13 mesi di decorrenza economica? Perché la decorrenza economica parte da Febbraio 2007,  e non da Gennaio 2006, essendo il contratto scaduto il 31.12.2005? Quali sono le ragioni di tanta indifferenza rispetto alle condizioni di vita dei lavoratori? Sono ancora in grado i confederali di difendere le condizioni di vita dei lavoratori? Hanno il polso di ciò che succede nel paese? La risposta è ovvia, è no.

Crediamo che le ragioni (di tale svendita) le possiamo trovare negli accordi sottoscritti nei mesi scorsi tra governo e confederali.

Tali accordi hanno visto il transito del TFR (trattamento di fine rapporto) dei lavoratori, gestito dalle imprese, ai fondi pensione, tramite il meccanismo del silenzio assenso (se sei distratto ti fregano).  Miliardi di euro verranno gestiti direttamente dalle organizzazioni sindacali nei fondi pensioni di comparto. I soldi dei lavoratori quindi sul mercato finanziario. La stampella della nostra vecchiaia soggetta all’andamento della borsa, e alle speculazione di qualche manager che gioca con i soldi degli altri?

Crediamo che questo spieghi molte cose. Tu (Governo) dai, e io (sindacato) do. Ma è questo il nostro prezzo? Ha senso che molti lavoratori continuino a finanziare con i soldi delle proprie deleghe e a dare loro potere di rappresentanza tramite il voto alle elezioni della Rsu a queste organizzazioni? Non sarebbe il caso di smettere? Cosa devono ancora fare per togliergli la fiducia?

 

Scompaiono 13 mensilità di aumento stipendiale. E che aumenti! Solo una parte della perdita del potere di acquisto viene recuperato. Questo in base agli attuali meccanismi di recupero salariale. Vediamo quali sono. Dopo aver abrogato la scala mobile, con l’accordo di luglio 1993, non è più possibile chiedere aumenti salariali, ma unicamente recuperare l’inflazione. L’inflazione viene conteggiata dall’Istat, e sappiamo come l’Istat conteggia gli aumenti. Ci vengono a raccontare la bella favola che dice l’inflazione percepita è diversa da quella reale. Ci vengono a dire che non capiamo cosa succede veramente. Ci prendono in giro. A questo si aggiunge un ritardo cronico dei rinnovi contrattuali. Il governo di centrodestra non aveva stanziato risorse per il Pubblico Impiego per l’anno 2006. Il nuovo governo si è guardato bene dal prevederne. Ma se gli aumenti sono solo recupero dell’inflazione, quei soldi che rappresentano il potere di acquisto persi non sono nostri? Allora perché non ce li ritroveremo in busta paga? Perché ci vengono scippati? Perché ci vengono portati via? Un tempo chi ci portava via qualcosa  lo chiamavamo ladro, è ancora possibile farlo? Perché i confederali si permettono di firmare accordi così vergognosi? La risposta che dobbiamo dare è una sola. Dobbiamo togliere loro tale potere. Gli unici strumenti che il lavoratore ha a sua disposizione sono quello della disdetta dell’iscrizione, e quello di ricordarsene al momento del rinnovo delle Rsu a novembre non votandoli. Cioè ora!

Inoltre vogliamo ricordare che tale accordo prevede l’introduzione in via sperimentale della durata triennale dei prossimi contratti del pubblico impiego, crediamo che sia una autostrada per l’introduzione in via definitiva di tale durata. Recuperare l’inflazione dopo tre anni è un fatto che un paese democratico e civile non può tollerare. E’ una vergogna. Ma cosa vogliono? Metterci alla frusta?

 

Il rinnovo del biennio economico 2006-2007 di comparto Agenzie Fiscali vede ancora una volta un ritardo incredibile. A distanza di 22 mesi dalla sua scadenza, siamo ancora alla fase di accordi tra Governo e sindacati. Passeranno ancora mesi, forse un anno, prima che gli accordi di singolo comparto vengano conclusi.

Scarica La piattaforma USB per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego 2022-2024

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