BASTA DELEGARE! CONTRATTI SUBITO CON AUMENTI VERI!
L’avevamo preannunciato che la Corte Costituzionale non avrebbe fatto il miracolo e così è stato.
Che il blocco fosse illegittimo era lapalissiano, come questo dato oggettivo fosse declinato dalla sentenza della Corte era il vero nodo.
La declinazione l’ha fatta Renzi e dice che i pubblici dipendenti non riceveranno neanche un euro di arretrato e quindi, un danno subito da un lavoratore (in realtà in questo caso da tre milioni di lavoratori) provocato da un atto illegittimo non sarà risarcito.
Mentre i debiti della PA nei confronti delle imprese devono essere pagati in tempi certi e possibilmente brevi, quanto dovuto ai dipendenti pubblici non sarà mai pagato. Ergo, ai tempi dell’Unione Europea non tutti i cittadini sono uguali, non tutti i danni sono uguali, non tutti gli atti illegittimi sono uguali.
In estrema sintesi, il Diritto, con la d maiuscola, è morto.
Se qualcuno ne avesse avuto bisogno, questa è l’ennesima prova che non esistono i margini per trattare nei confronti di un’Europa arrogante e dei Governi suoi adepti.
Soprattutto non si può delegare ai giudici la difesa dei diritti dei lavoratori.
Adesso cosa accadrà?
Il Governo sarà in qualche modo costretto a riaprire i contratti, ma il punto è con quante risorse, perché se la Corte ha stabilito che gli arretrati i lavoratori se li possono dimenticare, l’aumento contrattuale a fronte di un blocco esennale sarà basato sull’IPCA 2015-2017 (cioè l’inflazione prevista per il triennio, peraltro “depurata” da alcuni indicatori e quindi più bassa di quella reale) come stabilito dall’accordo firmato da CISL e UIL con Confindustria nel 2009?
Noi pensiamo che, se la sentenza ha messo una pietra tombale sul diritto a percepire gli arretrati, i salari devono recuperare il loro potere di acquisto drammaticamente crollato con un blocco che, con tutti i distinguo e con tutti i sofismi e gli equilibrismi, è stato comunque definito illegittimo.
Altrimenti il rischio è di un’apertura della contrattazione con uno stanziamento pari ad un’elemosina ed un drastico peggioramento della parte normativa.
Addirittura il Governo per bocca del sottosegretario alla Funzione Pubblica Rughetti, immagina una differenziazione degli aumenti tra i settori del pubblico impiego privilegiando ovviamente quelli che sostengono le imprese!
Quindi lo sblocco dei contratti diventerebbe volano per proseguire nell’opera di smantellamento del settore pubblico.
Un rischio reale.
Che però i lavoratori pubblici possono scongiurare se faranno tesoro di quanto avvenuto con questa sentenza e smetteranno di delegare ad altri, siano i giudici o i sindacati da salotto, la propria vita, assumendo il ruolo di protagonisti insieme a chi propone le lotte.