Martedì 21 Gennaio: salta anche il contratto degli enti locali, dopo quello della sanità discusso la settimana scorsa. Con la bocciatura di questo nuovo contratto si mette ancora una volta al centro la questione salariale per i dipendenti del pubblico impiego, tema che USB aveva già sollevato con il rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali, firmato da una risicatissima maggioranza di sigle sindacali e bocciato con un referendum dalle lavoratrici e lavoratori.

Che questo fosse un contratto inadeguato, a dirlo è stato anche il Ministro Zangrillo costretto ad ammettere non solo che le risorse stanziate non sono sufficienti, ma anche che i dipendenti degli enti locali hanno gli stipendi tra i più bassi del Pubblico Impiego.

Quello proposto per le Funzioni Locali, è un contratto che rappresenta un vero e proprio insulto per le lavoratrici ed i lavoratori: a fronte di una inflazione di più del 16%, le risorse stanziate sono un misero 5,78%, provocando così una perdita secca del 10% del potere d'acquisto. L’Aran ha proposto di mettere in tabellare il 94% delle risorse, che si traduce, una volta decurtata la quota già erogata come anticipo, in un aumento di circa 52 € per gli operatori fino a 70 € per i funzionari.

Il restante 6%, pari a circa 8 € lordi, andrà nel fondo del salario accessorio: è evidente che non ci saranno risorse per poter fare le progressioni economiche o finanziare altri istituti contrattuali.

Anche la bocciatura del contratto delle Funzioni Locali e la mobilitazione di USB sotto le finestre dell’Aran, lanciano un segnale molto chiaro a questo Governo: le lavoratrici ed i lavoratori del comparto pubblico non sono disposti ad accettare le briciole e a veder tagliare le risorse per salari e servizi pubblici, mentre si continuano ad aumentare le spese militari e le risorse per finanziare le guerre.

Continueremo a mobilitarci per portare avanti, a partire dai posti di lavoro, la giusta battaglia per diritti e salari adeguati.

USB Enti Locali