Bonus lavoratrici madri, ministro Zangrillo siamo sicuri che sia meglio il posto figo del posto fisso?

Nazionale -

Caro Ministro Zangrillo, recentemente il Suo Ministero ha ripreso e rilanciato la campagna sul “posto figo”, slogan da Lei coniato in contrapposizione alla più che legittima aspirazione al “posto fisso” dei giovani che guardano alla Pubblica Amministrazione.

Avendolo già fatto ampiamente in precedenza, non entriamo ulteriormente nel merito della questione, ma vorremmo richiamare la Sua attenzione sul recente provvedimento relativo alla decontribuzione riservata alle lavoratrici madri, assunto dal Governo di cui Lei fa parte. Al di là della ratio del provvedimento e dei paletti strettissimi dentro i quali si ha diritto al beneficio, la cosa sulla quale ci vorremmo soffermare con questa nostra è che tale provvedimento è riservato alle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato.

Non riusciamo a trovare una spiegazione plausibile, seppure non condivisibile, per spiegare questa odiosa discriminazione visto che per una lavoratrice madre precaria, alla difficoltà a far fronte all’aumento dei costi che accompagna la nascita di un figlio, si aggiunge il rischio molto alto di perdere il posto di lavoro. 

Ci viene da dire che, una volta di più, che l’esclusione delle lavoratrici precarie dalla platea delle destinatarie della decontribuzione si aggiunge alle difficoltà, pressoché insormontabili strettamente connesse alla condizione di precarietà, come accedere ad un mutuo o un prestito, ottenere un contratto di affitto senza un garante, acquistare un bene a rate, etc.

Il precario, di fatto, è un cittadino di serie B. Oppure sono fighi e ancora non se ne sono accorti?

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