BUONI PASTO PER SMART WORKING E TELELAVORO DALL’11 MARZO, PRE-SALDO INCENTIVO 2019 A GIUGNO, BONUS PRESENZA 100 EURO IN PAGAMENTO A MAGGIO, RISULTATI DELL’INCONTRO DI OGGI: TUTTO BENE? INSOMMA…

Roma -

 (67/20)  Le notizie succulente sono arrivate alla fine, al momento del question time, vale a dire la fase finale dell’incontro in cui tutti i sindacati si scatenano con domande sulle questioni aperte per poter poi darne immediata notizia ai lavoratori. Anche noi, per carità, non ci sottraiamo a questo rito, anche perché diventa il momento in cui dopo tanto parlare sindacalese si va dritti al punto.Abbiamo così appreso che l’amministrazione è pronta a riconoscere il buono pasto per lo smart working e per il telelavoro a partire dall’11 marzo, da quando l’emergenza sanitaria ha costretto a far diventare il lavoro agile la modalità ordinaria di effettuazione della prestazione lavorativa. E’ in preparazione il messaggio.

Con lo stipendio di giugno arriverà il pre-saldo dell’incentivo 2019 e con quello di maggio sarà erogato il bonus per la presenza fisica in ufficio durante la pandemia.

Rispetto alle nostre richieste di pubblicazione immediata dei bandi per i passaggi di area e di riconoscimento a tutto il personale A e B di un compenso specifico mensile di 60 e 65 euro, l’amministrazione ha chiesto alcuni giorni di tempo perché è in atto una riflessione interna. 

Tutto questo nell’ultima mezz’ora, mentre nelle due ore e mezza precedenti si è parlato di gestione della “Fase 2” della pandemia e di un’eventuale riapertura degli sportelli fisici nelle sedi. Il direttore generale ha esordito ribadendo che il lavoro agile resterà la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa fino alla fine dell’emergenza sanitaria, sottolineando tuttavia che per l’amministrazione non è possibile far lavorare ancora da remoto il 95% del personale, rappresentando l’esigenza di riaprire per alcune linee di lavoro, nello specifico le pensioni, gli sportelli fisici in sede.

Nel nostro intervento abbiamo ribadito che fino alla fine dell’emergenza sanitaria l’attuale modalità di lavoro da remoto non va modificata, sottolineando che in questi mesi l’attività d’informazione è stata garantita con forme alternative allo sportello fisico, strumenti che andrebbero implementati per rispondere nel modo migliore ai cittadini utenti. Senza giri di parole ci siamo espressi contro una riapertura degli sportelli fisici finché durerà l’emergenza sanitaria, anche perché oggi si metterebbe a rischio l’incolumità dei lavoratori a causa della cattiva comunicazione fatta sulla gestione delle misure di sostegno al reddito ed alla campagna dei media contro l’INPS.

Abbiamo invece invitato l’amministrazione ad approfittare di questa fase per effettuare tutti gli interventi necessari ad assicurare un futuro ritorno in sede dei lavoratori nella massima sicurezza:

  • aggiornamento del DVR e del DUVRI con l’inserimento del rischio biologico legato al Covid-19;
  • installazione di pannelli divisori agli sportelli e nello spazio occupato dalla vigilanza di sede;
  • igienizzazione e sanificazione dei locali e delle postazioni lavorative, comprese le apparecchiature informatiche e telefoniche;
  • dotazione dei dispositivi individuali di protezione (DPI) per tutto il personale, individuando anche i dispositivi necessari a seconda dei compiti rivestiti, per esempio con riferimento ai centri medico legali;
  • segnaletica per percorsi obbligati per utenti e dipendenti;
  • formazione e informazione rivolte ai dipendenti in merito al distanziamento sociale ed ai comportamenti da seguire per evitare il contagio nel posto di lavoro.

Questi alcuni interventi necessari prima di parlare di riapertura degli sportelli fisici. In tale contesto appare centrale la figura del medico competente, che diventa un consulente globale del datore di lavoro, supportandolo nella compilazione e nell’aggiornamento del DVR, che deve contenere iniziative atte a prevenire il rischio di contagio da SARS-COV-2, assicurando la sorveglianza sanitaria e prestando attenzione a soggetti fragili, anche in base all’età, come previsto dalla circolare del Ministero della Salute.

Dopo un giro d’interventi si è deciso di aggiornare la riunione sull’argomento, in attesa del documento tecnico elaborato dall’amministrazione e della stesura di un protocollo che impegni amministrazione e sindacati sulla cosiddetta “Fase 2”. Va ricordato che il CCNL del 12 febbraio 2018 all’art. 7, comma 6, lettera k), prevede che “le misure concernenti la salute e la sicurezza del lavoro” siano materia di contrattazione, mentre ad oggi non risulta alcun accordo scritto per la gestione della “Fase 1”.

Dopo 822 giorni oggi siamo tornati al tavolo sindacale nazionale di confronto all’INPS. Ripartiamo da qui, con il bagaglio di lotte ed iniziative accumulato in questi due anni abbondanti in cui siamo rimasti fuori per non aver firmato il contratto collettivo delle Funzioni Centrali, restando intatto il nostro giudizio negativo su quel contratto e continuando a batterci per una vera democrazia sindacale, inclusiva di tutte le diverse voci e posizioni.

 

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