Cantisano, un mohicano a Napoli
Con protocollo n. 54636 del 26 novembre 2018, il dottor Giuseppe Cantisano, nella sua qualità di Capo dell’Ispettorato Territoriale di Napoli, ha inviato allo studio legale Freda, ovvero ai difensori dell’ingegner Renato Pingue in relazione al procedimento penale pendente presso il Tribunale di Avellino, la nota avente ad oggetto: Riscontro Istanza ex art. 391 quater C.P.P., con la quale dopo l’illustrazione della legislazione in vigore all’epoca dei fatti, tanto pleonastica quanto offensiva per il ricevente della medesima nota, evidentemente non considerato in grado, benché avvezzo all’analisi ed allo studio delle leggi, di desumere autonomamente detto quadro normativo, conclude la medesima con le uniche proposizioni che possano giustificare la nota stessa:
“Per quanto riguarda, in particolare, la Sua domanda relativa ad eventuali comunicazioni fatte ai lavoratori per informarli delle facoltà previste dall’art. 29, comma 3-bis, D.Lgs. 276/2003, si precisa che questo Ufficio, in caso di ipotesi di reato, non provvedeva a fornire informazioni, se non ai soggetti individuati appositamente dalla legge (Autorità Giudiziaria). In particolare, nel caso specifico, trattandosi di ipotesi di reato, configurate ma non accertate, siffatte comunicazioni ai lavoratori sarebbero potute risultare superflue oltre che contrarie alle esigenze di riservatezza collegate al segreto istruttorio.”.
Queste affermazioni non meriterebbero neanche un commento e formuliamo precisa richiesta al dottor Parisi, Capo ad interim dell’Interregionale di Napoli e al dottor Papa, Direttore Centrale per le Attività ispettive di verificare se dette affermazioni evidenzino realmente una simile prassi nel territorio di Napoli.
Preliminarmente occorrerebbe invitare lo stesso dottor Cantisano ad una rilettura dell’intera modulistica in uso sin dall’introduzione della legge 689 del 1981, nella quale, senza che la cosa sia mai stata messa in discussione, i provvedimenti sanzionatori elevati dagli ispettori del lavoro risultato riferiti a fatti “accertati” e non “configurati”.
Questo non ha mai significato il venir meno al diritto alla difesa del sanzionato o contravvenzionato, dietro sua esplicita opposizione / ricorso.
Nel caso specifico, peraltro, quando la somministrazione illecita era ancora regolata con la previgente e più civile normativa, l’ispettore che aveva “accertato” il comportamento illecito, provvedeva d’ufficio e senza, certo, attendere l’eventuale esito dell’allora procedimento penale, a trasferire sin dal primo giorno in cui era iniziata la somministrazione i lavoratori, accollando per intero all’utilizzatore tutti i costi retributivi, previdenziali ed assicurativi.
Con le norme attuali la possibilità per i lavoratori somministrati di ottenere quanto di diritto spetterebbe loro è legata all’attivazione specifica di ogni singolo lavoratore.
Da questo nasce il dovere, per l’organo di vigilanza di mettere ognuno di quei lavoratori nelle condizioni di tutelare i propri diritti.
Perché quello che il dottor Cantisano mostra di ignorare è il fatto che in una somministrazione, illecita o fraudolenta non importa, i lavoratori non sono terzi, sono la parte lesa.
Del resto il dottor Cantisano è lo stesso dirigente che, come Capo dell’Ispettorato del Lavoro di Napoli firmava un provvedimento legato ad una diffida accertativa relativa ad altro caso di somministrazione e, subito dopo, per conto di un certo Capo dell’Interregionale di Napoli di cui faceva le veci, accoglieva il ricorso contro il provvedimento da egli stesso firmato(!)
Qualora si dimostrasse che la sconcertante prassi dichiarata corrisponda alla realtà, come Unione Sindacale di Base daremo mandato ai nostri uffici legali di offrire assistenza a qualunque lavoratore che per un simile comportamento abbia visto leso il suo interesse ad essere informato tempestivamente, anche al fine di introdursi nell’eventuale procedimento in essere (penale o amministrativo non importa) a tutela dei propri diritti. Contemporaneamente chiediamo fin d’ora ai vertici dell’Ispettorato di porre immediatamente rimedio.
Qualora l’affermazione del dottor Cantisano non dovesse risultare rispondente alla realtà ne chiederemmo l’immediata rimozione dall’incarico.
Rilevato come dobbiamo lamentare che l’ingegner Renato Pingue, si sia presentato inopinatamente durante l’attività istituzionale dell’INL: Luce sul Nero il giorno 27.11.2018 in presenza dei direttori generali Papa e Diana, di tutti i direttori e dei responsabili SIL delle sedi territoriali del Sud, e che pertanto il medesimo, con la revoca della misura degli arresti domiciliari e l’interdizione dai Pubblici Uffici abbia invece presenziato ad attività istituzionali da cui è stato rimosso, pertanto, trasmettiamo la presente sia al dottor Alestra, Capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, sia alle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Avellino e Napoli ed al Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino, perché ciascuno, nell’ambito delle proprie competenze valuti i fatti riportati.
P. USB P.I. Coordinamento MLPS, INL, ANPAL