Cercasi schiavo 2025, Italia: superpotenza del turismo o superpotenza dello sfruttamento? Verso un’estate di lotta- 20/06 sciopero – 21/06 corteo a Roma

Roma -

Pochi giorni fa Meloni ha dichiarato l’intento di restituire all’Italia il ruolo di superpotenza del turismo alla 75° assemblea nazionale di Federalberghi, portando avanti una narrazione distorta e falsa della bontà di questo tipo di economia. Ad oggi questo settore spinto come asset strategico rischia di fatto di diventare uno dei più grandi bacini di precarietà e povertà del paese, in assenza di regolamentazione e di settori industriali a cui affiancarsi.

La ristorazione è diventata il simbolo di un sistema fondato sullo sfruttamento, sull'illegalità tollerata e sulla sistematica violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. In troppi ristoranti, bar, pizzerie, cucine e sale, si lavora in nero o in grigio, senza tutele, senza orari, senza rispetto. Turni infiniti e spezzati, riposi inesistenti, stipendi da fame, demansionamenti e ricatti, maggiorazioni mai viste e molestie. Contratti part-time da 10 ore a settimana, mentre se ne lavora 50. Nessuna contribuzione, nessun diritto. È sfruttamento, non lavoro.

Poche settimane fa la tragica notizia della morte di Anna Chiti, che a solo 17 anni ha perso la vita su un’imbarcazione a Venezia senza un contratto di lavoro. La responsabilità è chiara: è di un sistema padronale che deregolamenta e legittima la precarietà come normalità; un sistema che premia il profitto a ogni costo in un settore a basso valore aggiunto con il consenso dei sindacati confederali. La responsabilità è anche delle istituzioni che chiudono gli occhi, dei controlli che non arrivano, della politica che finge di non vedere e si vanta dell’economia del turismo e degli eventi, elargendo soldi pubblici a grandi sponsor, mentre chi lavora non riesce più a pagare l’affitto ed è privato della propria vita.

Il rapporto 2025 presentato dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi riferito (dati 2024) sul turismo ha riscontrato che il 60% della forza lavoro ha meno di quarant’anni, il 50.7% è di genere femminile e il 28.2% è straniero. I lavoratori e le lavoratrici migranti pagano il prezzo più alto. Ricattati con il permesso di soggiorno, costretti ad accettare condizioni disumane per poter rimanere in Italia. Questo è razzismo istituzionale mascherato da burocrazia. È schiavitù moderna. Non possiamo accettarlo.

Saremo allo sciopero generale del 20 giugno e al corteo nazionale del 21, lanceremo nel corso dell’estate un grande piano vertenziale che pretenda tavoli territoriali, come già ottenuto a Pavia e in Calabria, dove le istituzioni, associazioni datoriali e enti di controllo siano inchiodati alla responsabilità di tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.

Per questo il coordinamento Cerasi Schiavo rilancia a un piano di lotta generale e in questa estate si troverà in molte città italiane a presentare l’opuscolo che raccoglie il lavoro di questi anni, un tempo dove abbiamo imparato insieme che anche i camerieri e le cameriere sono classe e vogliono un futuro diverso, fatto di diritti e dignità. Nell’opuscolo potrete trovare la nostra storia e piattaforma rivendicativa, oltre che il contributo di alcune realtà amiche. Vogliamo rompere l’omertà e raccontare la verità: chi lavora nella ristorazione e nel turismo merita dignità, tutele e un salario giusto.

CHIEDIAMO:

  • L’introduzione immediata di un salario minimo legale, che garantisca una retribuzione dignitosa per tutte e tutti.
  • La fine del ricatto sui permessi di soggiorno: la regolarità lavorativa non può essere arma di controllo e sfruttamento.
  • Più controlli, più ispezioni, più sanzioni a chi sfrutta.
  • La fine della giungla contrattuale e la regolarizzazione dei rapporti di lavoro.
  • Una presa di posizione netta contro la deregolamentazione del settore: basta con l’abuso di voucher, tirocini fasulli e apprendistato.
  • Sicurezza sui posti di lavoro
  • No a molestie e razzismo sui luoghi di lavoro.
  • Ripensamento dell’ammortizzatore NASPI. Estensione e pieno accesso alla stessa, indipendentemente dalle modalità di risoluzione del rapporto lavorativo.

Saremo la voce di chi non può parlare. La nostra forza è la solidarietà, la nostra arma è l'organizzazione.

Dignità, salario, diritti: nella turismo si deve lavorare, non morire di lavoro.

Scarica La piattaforma USB per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego 2022-2024

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