Comune di Firenze:I datori di lavoro ci devono garantire la salute e la sicurezza, non dobbiamo e non possiamo dimostrare noi di esserlo!

Firenze -

I datori di lavoro ci devono garantire la salute e la sicurezza, non dobbiamo e non possiamo dimostrare noi di esserlo!

 

La rincorsa alla riapertura delle attività sulla pelle dei lavoratori sono nero su bianco nell’ordinanza n 38 del 18 aprile 2020 della Regione Toscana

Si assiste allo sconfinamento nella competenza statale della tutela dei lavoratori ci aspettiamo che tutelino i lavoratori, in coerenza  con il Testo Unico della sicurezza sul lavoro e il ritiro immediato della dichiarazione sostitutiva che scarica le responsabilità sui lavoratori.

La rincorsa alla riapertura delle attività sulla pelle dei lavoratori sono nero su bianco nell’ordinanza n 38 del 18 aprile 2020 della Regione Toscana, con cui mediante dichiarazione sostitutiva da parte del dipendente si scarica la responsabilità sul lavoratore, si richiede, infatti, di autocertificare il proprio stato di salute nel bel mezzo di una pandemia e nonostante la consapevolezza che si possa essere asintomatico.

 La stessa ordinanza , infatti ordina:  “Il datore di lavoro si attiva per assicurare quotidianamente, all’inizio del turno di lavoro, il rispetto della presente disposizione o utilizzando idonei strumenti di misurazione della febbre o anche mediante dichiarazione sostitutiva da parte del dipendente”, ovviamente la misurazione della temperatura è stata nei fatti immediatamente sostituita dalla dichiarazione sostitutiva da parte del dipendente, in pieno contrasto gli obblighi previsti dal Testo Unico della sicurezza sul lavoroche stabilisce in capo al datore di lavoro l’obbligo di salvaguardare l’integrità psicofisica dei lavoratori .

Ma non finisce qui, infatti l’ordinanza regionale stabilisce:

“Qualora le mascherine FFP2 non fossero reperibili è sufficiente utilizzare contemporaneamente due mascherine chirurgiche”; per contro spetta al datore di lavoro adottare tutte le misure di sicurezza necessarie per la tutela dei dipendenti e devono anche informare gli stessi sui rischi specifici cui sono esposti, devono insegnare le norme fondamentali di prevenzione e addestrare i lavoratori all’utilizzo corretto dei mezzi e degli strumenti di protezione, ad oggi nessuna informazione circa l’utilizzo delle mascherine ed i rischi corrispondenti sono stati forniti, mentre il foglio di dichiarazione sostitutiva è già prestampato ed esibito ai lavoratori.

Nell’ordinanza suddetta è anche previsto che i datori di lavoro hanno l’obbligo di redigere un protocollo di sicurezza anti-contagio che preveda l’impegno all’attuazione delle misure sopra descritte al fine di garantire la sicurezza e la tutela della salute e dei lavoratori. … entro 30 giorni.., quindi entro il 18 maggio, ad oggi è un protocollo di sicurezza anti-contagio, di cui nessuno sa nulla, ancora una volta in barba al Testo Unico della sicurezza sul lavoroper cui la  centralità del ruolo dell’informazione e della partecipazione dei lavoratori è evidente anche nei principi generali.

Ciliegina sulla torta l’ordinanza affronta anche ambiguamente la questione dei test sierologici:

“il datore di lavoro dovrà assicurare la propria disponibilità a garantire spazi, quando necessari, e informazioni ai dipendenti e collaboratori dell’azienda che intendano volontariamente sottoporsi agli screening sierologici”, quel quando necessari, lascia un margine di discrezionalità vago che non ha nulla a che vedere con la tutela dei lavoratori e l’uniformità necessaria in materia, in tutto il territorio.

Davanti a questi punti che sconfinano nella competenza statale della tutela dei lavoratori ci aspettiamo dei chiarimenti e misure che tutelino davvero i dipendenti, coerenti al Testo Unico della sicurezza sul lavoro e quindi il ritiro immediato della dichiarazione sostitutiva che scarica le responsabilità sui lavoratori. Perché non si può passare dal diritto alla salute al dovere di dimostrare la propria salute.

 

Firenze 22 aprile 2020

 

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