Contratto Sanità: il danno, la beffa e le complicità sindacali
Parte con punti oscuri e molti inganni fatti ai lavoratori la discussione sul contratto nazionale del comparto Sanità
Sembra passato un secolo da quando, durante la prima ondata della pandemia da Covid 19, tutto il personale sanitario, medici e infermieri in testa, veniva ipocritamente assurto al ruolo di eroe nazionale, sia dalle istituzioni che dalle organizzazioni sindacali. Invece sono passati solamente 18 mesi e le promesse di lotte e battaglie a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità, le garanzie di avanzamenti professionali e di riconoscimenti economici in vista del prossimo rinnovo contrattuale, si sono sciolte come neve al sole. Ora che il momento del rinnovo è arrivato, i sindacati filo governativi e quelli corporativi, gettano la maschera e, ancora una volta, si rimangiano quanto promesso. L’Aran ha avviato con i sindacati, prima il 5 agosto e poi il 7 settembre, la discussione della piattaforma del rinnovo del CCNL comparto sanita 2019 – 2021 e, dalla prime bozze che circolano, emerge che si tratta di un testo del tutto insoddisfacente sia da un punto di vista normativo che economico.
USCITA COMPARTO SANITÀ
Nessun comparto separato. USB ha sempre avversato questa ipotesi ritenendola un ulteriore passo verso lo smantellamento della sanità pubblica, ma le organizzazioni sindacali corporative degli infermieri, che ne hanno fatto invece da sempre cavallo di battaglia, firmando l’accordo per la composizione dei comparti di contrattazione collettiva e avallandone la precedente composizione, hanno sancito l’impossibilità di uscita dal comparto e palesato la pretestuosità delle richieste fatte negli anni e ingannato i lavoratori che avevano creduto a questa ipotesi. Analogo discorso per chi chiedeva uscità dal comparto delle altre professioni sanitarie.
VINCOLO DI ESCLUSIVITÀ
Nessuna revoca del vincolo di esclusività per il personale sanitario del comparto, altro velleitario e ingannevole cavallo di battaglia dei sindacati corporativi.
CLASSIFICAZIONE DEL PERSONALE
Nessuna nuova classificazione e valorizzazione delle professioni sanitarie e nessun riconoscimento delle competenze professionali.
FESTIVO INFRASETTIMANALE
Il festivo infrasettimanale lavorato riconosciuto, o come maggiorazione o come recupero, soltanto al personale di giornata escludendo il personale turnista.
INDENNITÀ
Nessun incremento economico strutturato di tutte le indennità del personale ferme da decenni.
OPERATORE SOCIO SANITARIO
Niente per gli operatori socio sanitari. Inseriti di recente nell’area socio sanitaria ma senza ulteriori aggravi per la finanza pubblica e, quindi, senza nessun elemento di valorizzazione sia funzionale che economica nel nuovo contratto.
TRATTAMENTO ECONOMICO
Infine, l’aumento economico in busta paga è stimato in circa 75 -80 euro lordi in media, cifra assolutamente insufficiente di per sè, ma offensiva se rapportata alla funzione sociale esercitata dal personale sanitario durante la pandemia e ai folli rincari delle tariffe elettriche e dei carburanti. In aggiunta la legge di bilancio 2021 ha stanziato, con decorrenza 1 gennaio, centinaia di milioni per medici, infermieri, tecnici delle professioni sanitarie e oss ma, mentre i medici hanno già in busta paga quanto dovuto, gli altri dovranno attendere la stipula del contratto per consentire ai sindacati complici di mascherare, con somme già dovute, la pochezza degli aumenti contrattuali.
L’ 11 OTTOBRE USB CHIAMA ALLO SCIOPERO GENERALE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLA SANITÀ CONTRO LE POLITICHE DEL GOVERNO DRAGHI E PER DIRE NO A UN RINNOVO CONTRATTUALE CHE LI MORTIFICA SIA PROFESSIONALMENTE CHE ECONOMICAMENTE