Covid-19, l’allarme USB: stiamo perdendo la guerra, lunedì 9 manifestazione al Ministero della Salute per chiedere più sanità pubblica e assunzioni stabili

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L’Unione Sindacale di Base sarà in piazza lunedì 9 novembre a partire dalle ore 10, davanti al Ministero della Salute, per chiedere al governo una inversione di rotta sulla gestione della seconda ondata di Covid-19. Manifestazioni si terranno anche a Torino, Napoli, Caserta, Avellino, Benevento, Nocera Inferiore, Campobasso, Cagliari.

La trasmissione del contagio è palesemente fuori controllo. Medici, infermieri e personale sanitario – “eroi” dimenticati della prima ondata - sono di nuovo alle prese con carichi di lavoro insostenibili. Nonostante il boom di contagi tra gli operatori - oltre 5000 negli ultimi due mesi - continua inoltre a non essere garantita la sicurezza, vedi le circolari regionali che costringono il personale al lavoro senza tampone anche dopo il contatto con un positivo.

Non sono stati rafforzati i Dipartimenti di prevenzione e la medicina territoriale; non sono aumentati stabilmente i posti letto né sono stati riaperti reparti e/o ospedali dismessi; non sono stati previsti percorsi separati nei nosocomi, rendendo di fatto insicure le cure; non sono stati rafforzati i DEA cosicché le ambulanze e le barelle del 118 diventano letti di isolamento per i contagiati, impedendo il soccorso territoriale; non sono stati implementati i laboratori, nonostante l’aumento dei tamponi. Gli ospedali inoltre non garantiscono più le prestazioni no Covid, con aumento del tasso di mortalità e un impatto devastante sull’aspettativa di vita nel medio e lungo periodo.

Soprattutto, non si è fatta la cosa più semplice: non ci sono state assunzioni. Mancano almeno 100.000 infermieri, dopo i continui tagli alla sanità pubblica, non ci sono medici, tanto che si ricorre a specializzandi alle prime armi. Che senso ha comprare respiratori se manca il personale capace di utilizzarli?

Le poche e precarie assunzioni di questi mesi non permettono alcun investimento stabile in termini di formazione del personale e pianificazione delle attività di cura. Saranno sempre meno – giustamente – i lavoratori disposti a farsi utilizzare per pochi mesi, spesso senza le tutele assicurative come avviene per CoCoCo e partite IVA, per poi essere gettato via a emergenza finita.

Ciliegina sulla torta, tutto è nelle mani di una dirigenza – anche politica - improvvisata e incapace. Basti citare le ultime clamorose vicende calabresi o la pervicacia con la quale la tanto decantata sanità lombarda continua a creare disastri. 

È arrivato il momento di dire basta e di invertire la rotta: dalla pandemia si esce con la sanità pubblica e le assunzioni stabili. ORA!

8/11/2020

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