CRI Roma. Non subire passivamente le politiche di privatizzazione e smantellamento paga!
Ieri i precari del CARA presidiano in via Toscana e ottengono una proroga. Ma la lotta deve continuare...
Giornata di lotta ieri, 15 febbraio, dei Lavoratori precari di Croce Rossa ai quali era stato comunicato il licenziamento a seguito della perdita da parte dell’ Ente della gestione del CARA di Castelnuovo di Porto a seguito dell’aggiudicazione della gara ad una multinazionale franco-araba.
I Lavoratori hanno presidiato fino a sera il Comitato Centrale di CRI in Via Toscana e presenziato massicci all’incontro sindacale convocato dal Commissario Rocca su sollecitazione delle OO.SS. nel quale lo stesso aveva comunicato l’impossibilità a continuare il rapporto di lavoro con i 25 dipendenti precari di CRI che operano nella struttura alle porte di Roma, respingendo tutte le proposte di reimpiego avanzate dalle sigle sindacali.
Visto un tale irrigidimento e scarico di responsabilità verso la Prefettura da parte del Commissario, vista anche la forte preoccupazione che tale atteggiamento da parte della dirigenza Cri avrebbe rappresentato un precedente anche per gli altri precari che nell’Ente operano su convenzioni e accreditamenti per la gestione dei servizi di assistenza e emergenza su tutto il territorio nazionale, i Lavoratori, fortemente sostenuti dal sindacato USB, hanno chiesto di avere precise garanzie di mantenimento dei contratti con l’Ente, presidiando il comitato centrale, determinati a non cedere allo scarico di responsabilità e all’atteggiamento da “ponzio pilato” del Commissario, dichiarandosi disposti anche a continuare ad oltranza il presidio in assenza di risposte concrete. Infatti il Commissario Rocca nella giornata di ieri si era limitato a sollecitare il Prefetto e la Ministra Cancellieri, affinchè i lavoratori Cri transitassero nelle nuove aziende vincitrici dell’appalto.
Questo ancora una volta dimostra che la preoccupazione del Commissario è più la quadratura dei bilanci dell’Ente, già pericolanti a causa della cattiva gestione della Dirigenza e della mancanza di una seria politica di razionalizzazione e rilancio delle funzioni esclusive dell’ente pubblico, che alle reali sorti dei lavoratori e di tutti i precari Cri che oggi sono i primi a essere sacrificati a causa della politica volutamente miope del Commissario, e dalle scelte di privatizzazione e dismissione di cui si è fatto sempre portavoce.
“L’alternativa tra licenziamento e passaggio in società private come unica soluzione possibile è inaccettabile per la USB e per i Lavoratori, in quanto priva di vere garanzie e prospettive per gli addetti, visti anche i precedenti degli operatori delle ambulanze a Roma, e anche in altre realtà, dove l’affidamento a società private dei servizi prima gestiti da CRI ha significato una perdita di tutele e diritti per i lavoratori e di qualità dei servizi stessi, che non possono essere gestiti, visto che si parla di emergenza e assistenza, secondo logiche di risparmio e di profitto” dichiara Francesco Spataro della Federazione USB “per questo abbiamo, anche rispetto alle indecisioni e tentennamenti di alcune altre oo.ss., deciso con i Lavoratori di non cedere.
Crediamo che, su tutti i posti di lavoro, vada continuata la lotta per la difesa dei servizi pubblici e dell’ente pubblico CRI, basilari per i cittadini utenti e per i lavoratori precari che da anni con abnegazione e professionalità garantiscono la qualità e l’immagine di Croce Rossa Italiana, mantenendo aperto il tavolo di confronto alla presenza del Governo con CRI e ministeri vigilanti”.
In serata, anche a seguito della determinazione dei lavoratori e di USB è arrivata la notizia di una proroga dei contratti fino a fine mese. “ Esprimiamo soddisfazione per la notizia frutto della determinata protesta dei lavoratori,” conclude Spataro “ e auspichiamo che questi 15 giorni siano messi a frutto da parte della Dirigenza Cri e delle istituzioni competenti (Prefettura, Ministero degli Interni e Ministero della Salute), per trovare le adeguate e irrinunciabili soluzioni necessarie a garantire il mantenimento di funzioni stabili a CRI in quanto Ente Pubblico, capace così di garantire, al di la’ delle logiche di bilancio, la qualità dei servizi e non il loro sottocosto, dal momento che parliamo di emergenza e assistenza per persone in difficoltà.
Solo in questo modo si danno prospettive di stabilità a personale che, con la professionalità acquisita e il proprio lavoro, ha reso sempre efficienti e a tutela degli utenti i servizi resi da CRI in Italia.
In questo senso sollecitiamo tutte le altre sigle sindacali a non cedere a soluzioni parziali e a finte promesse, e a continuare con i lavoratori tutti, e con noi una lotta seria per ottenere la salvaguardia di tutti i posti di lavoro in senso pubblicistico come unica e seria base per una unitarietà proficua, evitando svendite o vendite sottobanco, e permettendo il vero risanamento e rilancio di CRI.
Un ultimo appello lo lanciamo a tutti i precari in scadenza affinchè si dimostrino uniti, compatti e presenti nella lotta con i colleghi al di la’ delle scadenze dei contratti, non dando più ascolto a sirene rassicuratrici o a ricatti strumentali”.
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