Dal ministro Dadone e CgilCislUil un protocollo che non serve ai lavoratori ma ad instaurare il monopolio sindacale
In questi tempi di emergenza sanitaria, collateralmente alla lotta contro l’epidemia, si sta realizzando un quadro politico sindacale che va seguito con attenzione soprattutto in funzione degli assetti futuri che avranno riflessi estremamente importanti sulle vite dei lavoratori.
Così capita di imbattersi in un protocollo d’intesa firmato da CgilCislUil con il ministro Dadone che altro non è che una mera riproposizione di quanto previsto dal cosiddetto DL Cura Italia e da altri provvedimenti assunti dal governo in questa fase emergenziale. Non una parola sui problemi che i lavoratori stanno incontrando in una condizione lavorativa del tutto inedita. Ad esempio, nessun accenno al diritto del buono pasto per i lavoratori collocati in lavoro agile, nonostante questa modalità sia definita come ordinaria e sembri destinata a durare nel tempo.
Allora ci si chiede il perché di questo atto del tutto inutile, se non dannoso, per i lavoratori al pari del fratello maggiore firmato dalle confederazioni con il presidente Conte.
Innanzitutto, una mera testimonianza di esistenza in vita di organizzazioni sindacali completamente assenti sui posti di lavoro da quando è esplosa l’emergenza Covid-19. Un tentativo di recuperare terreno rispetto a chi, come USB, sul pezzo c’è stato fin dal primo giorno, schierata al fianco dei lavoratori non avendo lacci e lacciuoli tipici del “sindacato responsabile”, che puntualmente si traduce in sindacato complice. Un tentativo vano visto che il protocollo non porta niente ai lavoratori e quindi non risponde alle loro esigenze, e i lavoratori lo capiscono perfettamente.
Ma questa è solo una delle ragioni. Infatti dentro a questo protocollo c’è anche il tentativo di superare la legge sulla rappresentatività e instaurare relazioni sindacali al di fuori di qualsiasi consesso democratico, approfittando dell’emergenza e della sostanziale impossibilità di manifestare.
Facciamo i nostri complimenti al ministro Dadone che si è prestata a questo squallido giochino. Abbastanza triste ed inutile il tentativo di costruire una dignità normativa al protocollo “non espressamente previsto dalla normativa vigente, dai CCNL dei comparti e delle aree di contrattazione, nonché in coerenza con quanto previsto dalla direttiva n. 2/2020 e dalla circolare n. 2/2020 del Ministro per la pubblica amministrazione, dal DPCM 11 marzo 2020 e dal DPCM 22 marzo 2020” che invece rappresenta esattamente la prova provata che si è consumata una gravissima forzatura antidemocratica.
Così come la definizione di Cgil Cisl e Uil quali “organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nelle pubbliche amministrazioni” sembra voler far dimenticare che esiste una legge sulla rappresentanza nel pubblico impiego che detta le regole per stabilire quali sono le organizzazioni sindacali rappresentative: purtroppo per loro ce ne sono altre tra cui la USB.
Sappiamo bene che dopo questa epidemia nulla sarà più come prima, che i rapporti sociali, i rapporti industriali subiranno profonde modificazioni e ci sarà bisogno di un sindacato pacificatore, capace di far ingoiare ai lavoratori le ricadute economiche di quanto sta accadendo in queste ultime settimane. Per questo assegnare a Cgil Cisl e Uil il monopolio sindacale incontra da un lato l’interesse del governo di avere un sindacato addomesticato e dall’altro quello del sindacato complice di far fuori la concorrenza.
Un monopolio che, come ci insegna la storia, i lavoratori pagheranno caro in termini di diritti, di salario, di condizioni di lavoro.
Un monopolio che noi contrasteremo con tutti i mezzi necessari e disponibili. A partire dal confronto sul protocollo sui posti di lavoro, previsto dal protocollo stesso: il confronto si fa sui temi di interesse per i lavoratori e con le regole della democrazia!
Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego