DEF: PER IL TRIENNIO 2016-2018 NESSUNO STANZIAMENTO "ULTERIORE" PER I CONTRATTI PUBBLICI. PER IL GOVERNO 5 EURO MEDI LORDI BASTANO E … AVANZANO!
All’interno del Documento di Economia e Finanza approvato venerdì dal Governo non si ravvisa alcuno stanziamento utile a un sostanziale aumento per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego, fermi all’ormai lontano 2009. I 300 milioni di Euro, stanziati dalla Legge di stabilità 2016, varata alla fine dello scorso anno, sono quindi per il Governo sufficienti ad aprire la tornata contrattuale 2016-2018, cui si deve aggiungere, su indicazione precisa della sentenza della Corte Costituzionale, la parte del 2015 che va da luglio a dicembre.
Quindi 5 euro medi lordi erano e 5 euro medi lordi rimangono!
Il Governo continua in questo modo a farsi sfacciatamente beffa dei lavoratori pubblici: se da un lato infatti gli stanziamenti non ci sono, dall’altro si dimostra senza vergogna che la spesa per i dipendenti pubblici nel 2015 ha registrato non solo un calo di circa due miliardi rispetto al 2014, ma anche un calo di ben tre miliardi di Euro rispetto a quelle che erano le previsioni dello stesso governo! E sappiamo tutti cosa si nasconde dietro a questi “risparmi”: blocco dei contratti, congelamento delle progressioni di carriera, riduzione dei fondi per la contrattazione integrativa, inasprimento delle regole per il turn-over e quindi blocco delle assunzioni. Tutti fattori questi che hanno provocato una perdita media pro-capite per ogni dipendente pubblico di circa 6.000/7.000 Euro, l’aumento dei carichi di lavoro, il peggioramento della qualità dei servizi, il ricorso massiccio a forme di precariato e la porta spalancata all’esternalizzazione e alla privatizzazione di interi pezzi della Pubblica Amministrazione.
Il Def è stato approvato dal governo nella stessa settimana in cui è stato siglato l’accordo sui comparti di contrattazione. Un accordo che anche USB ha sottoscritto per salvaguardare il pluralismo sindacale confederale all’interno di un quadro che, altrimenti, avrebbe visto il monopolio indiscusso e incontrastato di Cgil, Cisl e Uil. Un accordo sottoscritto nonostante la perdita di rappresentatività e di specificità del comparto Ricerca, affogato insieme all’Università, nel mare magnum del comparto Istruzione, per contrastare il tentativo di modificare completamente le regole del gioco a gioco già iniziato.
Un accordo che USB ha contrastato fino all’ultimo sostenendo che di urgente c’era prima di tutto lo stanziamento di risorse adeguate a rinnovare i contratti pubblici con aumenti dignitosi e comprensivi dei danni subiti in sei anni di blocco, mentre i sindacati complici sostenevano l’urgenza di chiudere quell’accordo per “poter finalmente aprire la stagione contrattuale”. Chiediamo oggi a questi signori come pensano di aprire la stagione contrattuale con un DEF che conferma i 5 euro medi lordi e con la previsione, mai smentita, di inserimento della Brunetta.
Chi fingeva di illudersi che sarebbe bastata la firma su un accordo per far ripartire DIGNITOSAMENTE la partita contrattuale si è ancora una volta sbagliato di grosso, imbrogliando i lavoratori pubblici: non bastano firme o sentenze a far recuperare al pubblico impiego quanto perso in tutti questi anni, ma servono la mobilitazione e la lotta per riconquistare salari, diritti e dignità.
CONTRATTI A COSTO ZERO? NO, GRAZIE!
USB PUBBLICO IMPIEGO