Diritto allo studio: arrivano i chiarimenti. Ora coinvolgiamo le Direzioni Regionali

Roma -

L'Agenzia delle Entrate sembra condividere la nostra posizione: il funzionamento del meccanismo di assegnazione delle 150 ore di permessi-studio può essere migliorato. Pubblichiamo la nota pervenutaci dalla Direzione Centrale del Personale, a firma del dott. Pastorello con il nostro comunicato di commento.

Finalmente l'Agenzia delle Entrate ha risposto alla nostra richiesta del 28 settembre scorso con la quale chiedevamo di fare chiarezza sulla concreta applicazione del diritto allo studio.

 

Il nostro punto di vista è stato confermato nella sostanza: l'Agenzia ammette la necessità di perseguire l'obiettivo della piena saturazione delle centocinquanta ore. Attualmente invece gli uffici si limitano a riconoscere il diritto al 3% dei Lavoratori in servizio, confondendo di fatto i termini della questione. L'articolo 48 del nostro contratto nazionale prevede infatti che il 3% del personale in servizio negli uffici costituisca la base di calcolo per determinare quanti Lavoratori possono essere ammessi al godimento del diritto. Solo nel caso in cui tutti gli uffici di una regione ammettono al diritto il 3% del personale c'è una sostanziale coincidenza fra i due dati.

 

Ma cosa accade, ad esempio, se in un ufficio nessun Lavoratore presenta istanza per fruire delle centocinquanta ore? Accade che quelle ore vengono perse, vanno in fumo, e ciò si traduce in un danno diretto alla stessa amministrazione, che potrebbe invece trarre vantaggio dalla professionalità e dalle conoscenze che i Lavoratori acquisiscono a loro spese.

 

Certo, la necessità di dare piena attuazione del diritto allo studio va bilanciata dalle esigenze funzionali dei singoli uffici. Un tetto dovrà ragionevolmente essere stabilito, e sarà necessario che le Direzioni Regionali si facciano carico da subito del compito di gestire la procedura di assegnazione del beneficio. Il contratto parla chiaro: il diritto allo studio deve essere disciplinato a livello regionale.

 

Non si deve perdere altro tempo. Ci muoveremo in ogni Regione per chiedere alle singole Direzioni di avviare un confronto con la parte sindacale, affinché si possano definire le regole di compensazione da seguire nel caso in cui ci siano ore di permesso-studio da redistribuire sul territorio.

 

Entro il mese di dicembre la Direzione Centrale vorrà avere un quadro preciso della situazione. Se sarà necessario dunque, si potrà definire anche una procedura valida su tutto il territorio nazionale. Ciò che conta è che dal 2 gennaio 2008 non una sola ora del diritto alla formazione dovrà andare perduta e non un solo Lavoratore che avrebbe potuto beneficiare dei permessi studio dovrà rinunciarvi.

 

Per noi il diritto allo studio è una cosa seria.

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