FASE 2 ALL’INPS: NESSUNO FACCIA IL FURBO

Nazionale -

 (70/20)  Mentre al tavolo sindacale nazionale lo scorso 14 maggio l’amministrazione si impegnava a presentare in un prossimo incontro un documento tecnico con le linee guida da seguire nella gestione della “Fase 2” del contenimento alla diffusione del Covid-19, in attesa di stilare un protocollo con le organizzazioni sindacali dell’Istituto sulle misure da adottare per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori dell’INPS, nei giorni seguenti i direttori regionali convocavano le organizzazioni sindacali per presentare le loro linee guida. E’ accaduto sicuramente in Sicilia, in Campania e non sappiamo al momento se anche in altre regioni.

Qualcuno a livello centrale a Roma vuole fare il furbo e prendere per il naso i sindacati facendo andare avanti i dirigenti territoriali, vanificando di fatto il tavolo sindacale nazionale. Noi non lo accettiamo e chiediamo all’amministrazione centrale di bloccare qualunque iniziativa regionale finché a livello nazionale non sarà steso un accordo, sì un vero e proprio accordo e non un semplice protocollo, sulle misure da adottare per predisporre un futuro ritorno in sede dei lavoratori nel massimo della sicurezza. Ricordiamo alla nostra controparte che l’art. 7, comma 6, lettera k del CCNL 12/02/2018 del Comparto Funzioni Centrali prevede che “le misure concernenti la salute e la sicurezza sul lavoro” siano oggetto di contrattazione integrativa nazionale e, in fase di adeguamento a quanto stabilito a livello nazionale, di contrattazione territoriale.

Occorre, quindi, rispettare due principi scanditi dal contratto collettivo nazionale di lavoro: il diritto/dovere a contrattare su salute e sicurezza; la priorità del confronto a livello nazionale rispetto a quello territoriale.

Pertanto chiediamo la convocazione del tavolo sindacale nazionale sulla gestione della “Fase 2” ed il blocco di qualunque iniziativa regionale a tale riguardo, ribadendo che fino alla fine dell’emergenza sanitaria, stabilita al momento al 31 luglio 2020, il lavoro agile debba considerarsi la modalità ordinaria di effettuazione della prestazione lavorativa.

 

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