Fine stato di emergenza. I fragili non sono più fragili, per decreto

Roma -

Nell’ultimo decreto del Governo sulle misure di contenimento dell’epidemia da COVID, spicca l’eliminazione della proroga fino al 30 giugno dello Smart Working emergenziale a protezione dei lavoratori cosiddetti fragili.

La misura rientra nella scelta del Governo di “normalizzare” la situazione epidemiologica per decreto, eliminando sostanzialmente qualsiasi cautela. Una linea fortemente voluta dal Ministro Brunetta che non ha voluto preservare neanche nel pubblico impiego i lavoratori “fragili” forse identificandoli come una sottocategoria dei fannulloni e quindi da mandare a lavorare. 

Una scelta quanto meno discutibile nel momento in cui, se è vero che gli effetti dell’ultima variante del virus siano meno pericolosi, ancora i numeri dei contagi appaiono molto alti, dettata dalla filosofia liberista “produci, consuma, crepa”.

Una scelta che rende ancora più evidente l’inutilità dell’obbligo vaccinale per gli over 50 introdotto neanche due mesi fa, con tanto di accanimento sul lavoro. Ma anche in questo quadro, che rende in maniera plastica l’ideologia neo liberista di cui è intriso il Governo Draghi, la scelta di non adottare una misura più prudente per i lavoratori fragili risulta veramente crudele e indigeribile.

USB PI darà battaglia sui posti di lavoro per inserire elementi a difesa delle categorie più esposte ai rischi nella stesura dei regolamenti per il lavoro agile e da remoto a regime.

Resta la misura di un Governo che ha dimostrato ancora una volta di sacrificare tutto in nome del profitto economico.

Un Governo da cacciare.

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