GLI OPERATORI SANITARI DEVONO LAVORARE IN SICUREZZA, USB: PRESENTATI GLI ESPOSTI ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
Martedì 17 marzo USB ha iniziato a inviare, a tutte le Procure della Repubblica sul territorio nazionale, un esposto nel quale viene chiesto di appurare se sussistano responsabilità penali riguardo alla carenza di Dispositivi Individuali di Protezione, negli Ospedali e nelle strutture sanitarie territoriali. Sono infatti molteplici le segnalazioni della carenza, se non della mancanza, di dispositivi quali mascherine FFP2 e FFP3, camici monouso impermeabili e occhiali, anche fra i Medici, gli Infermieri e gli Oss impegnati nei reparti di terapia intensiva e negli ospedali dedicati esclusivamente all'emergenza Covid-19, nonché le segnalazioni dell' insufficienza delle semplici mascherine "chirurgiche". Fuori da ogni logica appaiono inoltre, alla luce del diffondersi e della portata dell'epidemia e di fronte all'evidenza che gli asintomatici rappresentano la maggioranza - lo screening di massa effettuato a Vo' Euganeo lo dimostra chiaramente - disposizioni di servizio e linee guida che non prevedono alcun tipo di protezione per alcune categorie professionali che, pur non essendo "in prima linea" nella lotta al virus, sono comunque a stretto contatto con l'utenza. Già il 25 febbraio, cioè quando l'epidemia sembrava confinata e limitata a alcuni sporadici casi in Lombardia e Veneto, avevamo chiesto chiarimenti su quali misure stessero prendendo le AASSLL per predisporre DPI sufficienti a fronteggiare una più che probabile emergenza e se i posti letto di terapia intensiva e attrezzature quali respiratori, fossero sufficienti. Le poche che hanno risposto, lo hanno fatto affermando che la situazione era sotto controllo e che le forniture di DPI erano oggetto di forniture ben oltre lo standard mensile. Ebbene il risultato di cotanta preparazione e di così accurata programmazione è drammaticamente sotto gli occhi di tutti e evidenzia a nostro avviso, se non la superficialità, l'incapacità di prevedere l'evolversi dell'emergenza. Mascherine, camici monouso e occhiali, mancano e Infermieri e Oss sono costretti a proteggersi con mascherine improbabili o addirittura "fai da te" e a convivere quotidianamente da una parte con la paura e dall' altra con la rassegnazione. Ed è altrettanto evidente e sotto gli occhi di tutti, il numero crescente di Operatori sanitari positivi al Corona virus. Tutto ciò è inaccettabile e di questo abbiamo chiesto che vengano appurate le responsabilità, se ve ne sono, è intollerabile che il personale sia costretto a operare in condizioni che non rispettano gli standard di sicurezza e USB ritiene che tale contesto, a fronte della tempistica di diffusione del virus a partire dai primi casi in Lombardia e Veneto, sarebbe stato evitabile e costituisca una gravissima mancanza di previsione del rischio, con conseguenze e ricadute sulla salute pubblica e su quella degli Operatori sanitari che vanno, invece, immediatamente dotati di adeguati dispositivi di protezione. Purtroppo la Storia non insegna niente e sembra ripetersi ciclicamente, ai nostri "eroi" sui vari fronti di guerra qualcosa di carta o di simile bisogna dare, ieri in Russia gli scarponi, oggi sul fronte della lotta al Covid-19, a Infermieri e Oss, le mascherine.
USB Pubblico Impiego Sanità