I governatori di Campania, Calabria, Puglia e Basilicata non vogliono la stabilizzazione degli LSU/LPU

Nazionale -

La posizione assunta da parte dei governatori di Campania, Calabria, Puglia e Basilicata, nella giornata di ieri, è assolutamente inaccettabile in quanto finalizzata esclusivamente alla non applicazione della legge di stabilizzazione degli LSU/LPU. 

Infatti, oltre ad essere tardiva, visto che i contenuti della norma erano noti dal dicembre 2019, non entra nel merito delle vere problematiche che comunque ci sono, in particolare i tempi eccessivamente stretti, ma distrugge senza tentare minimamente di costruire.

È evidente che questi governatori sono interessati a mantenere lo status quo e quindi continuare a sfruttare lavoratori sottopagati peraltro a carico dello Stato. Tale è la loro spregiudicatezza da rischiare addirittura di far perdere il lavoro a migliaia di persone e mettere in grave difficoltà le amministrazioni presso le quali gli LSU/LPU operano ormai da anni, privandole di lavoratori ormai perfettamente inseriti nell’organizzazione del lavoro e fondamentali per l’erogazione dei servizi e il funzionamento stesso delle amministrazioni.

Tutto ciò avviene poi in regioni che già scontano storici problemi di disoccupazione e, per di più in un periodo in cui il Paese affronta una crisi gravissima a causa dell’epidemia da Covid-19.

L’unica posizione da assumere sarebbe quella di chiedere maggiore tempo per poter dare piena applicazione alla norma e stanziare le risorse necessarie e stabilizzare tutti gli LSU/LPU. Questo avrebbero dovuto fare. Inoltre, sulla questione delle risorse, appare opportuno evidenziare, la disponibilità di ulteriori risorse incentivanti la stabilizzazione dei LSU, già ripartite alle stesse Regioni, ed ora dormienti, le quali, in maniera concreta, potrebbero essere utilizzate per aumentare quelle statali e permettere la stabilizzazione con una percentuale che si avvicinerebbe al Full-time. Solo a titolo indicativo alla Regione Campania sono state assegnate risorse incentivanti assunzioni dei LSU pari a 140 milioni di euro e ad oggi sono stati utilizzati per la stabilizzazione di poche decine di LSU, i cui incentivi sono stati dati per in quadriennio.

Quindi anche i rispettivi presidenti di regione, prima ancora di snobbare quanto fatto dal Governo nazionale, si sarebbero dovuti interrogare quanto fatto da loro e come mai, nella dettagliata analisi delle risorse non hanno tenuto conto di quelle a loro già ripartite e del perché non hanno mai programmato di rimpinguare tali procedure anche con risorse proprie.

Quello che chiediamo, quello che chiedono gli LSU, è un passo indietro da parte dei governatori ed una loro assunzione di responsabilità rispetto alla stabilizzazione di tutti gli LSU/LPU.

Al Governo ribadiamo la richiesta di una proroga dei termini che consenta di risolvere le problematiche concrete che si stanno presentando in questi giorni.

NEI PROSSIMI GIORNI CHIAMEREMO I LAVORATORI ALLA MOBILITAZIONE PER CHIEDERE CONTO A QUESTI GOVERNATORI DEL LORO OPERATO

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