I lavoratori pubblici tedeschi ottengono aumenti dell'8% (240 euro mensili), mentre quelli italiani rimangono al palo
È di questi giorni la notizia che i lavoratori pubblici tedeschi hanno ottenuto, dopo una settimana di scioperi, aumenti contrattuali medi pari al 7,8%, circa 240 euro.
Non può non produrre effetti sui lavoratori pubblici italiani per i quali, invece, ancora una volta, a contratti scaduti, il Governo ha stanziato nella legge di bilancio per il triennio 2019-2021 l'elemosina di 40 euro lordi a regime.
La vicenda dei dipendenti pubblici tedeschi ci dice anche che è possibile ottenere aumenti dignitosi laddove non intervengono i vincoli dell'Unione Europea a imporre tagli e sacrifici ai Paesi della periferia dell’Impero costretta a portare l’acqua al mulino dei potenti, col sacrificio dei soliti noti. I più noti tra i noti, sono i lavoratori pubblici italiani che, dopo un blocco dei contratti quasi decennale e un rinnovo che copre solo un terzo del potere d’acquisto perso, oggi non hanno alcuna certezza se non quella della caritatevole “vacanza contrattuale”.
Infatti come dice anche il Sole24Ore “L'intesa, che ha superato largamente le aspettative, va in netta controtendenza con la moderazione salariale o addirittura i severi tagli imposti in diversi Paesi dell'aerea Euro investiti dalla crisi”.
A prescindere dal colore dei governi, continua quindi la politica del pilota automatico impostato a Bruxelles. Un pilota che però guida con velocità diverse a seconda dei Paesi, come dimostra il rinnovo contrattuale dei lavoratori pubblici tedeschi.
Siamo quindi di fronte ad un quadro di straordinaria chiarezza nel quale è evidente che non ci sono spazi per migliorare le condizioni materiali e di lavoro dei lavoratori pubblici italiani se non abbattendo i vincoli imposti dalla UE, ai quali si è piegato anche il cosiddetto Governo del cambiamento.
È necessario quindi creare le condizioni, principalmente economiche, affinché si possa aprire immediatamente il tavolo di trattativa per il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti.
Per tutte queste ragioni, abbiamo inviato all’ARAN la nostra piattaforma contrattuale, esaurendo le formalità necessarie all'apertura della stagione contrattuale, nella consapevolezza che solo una stagione di lotte che si ponga come obbiettivo la rottura della gabbia imposta dall'Unione Europea può portare a contratti che restituiscano salari, diritti e dignità ai dipendenti pubblici!
È ora di alzare lo sguardo e individuare quale è il vero nemico da combattere!
VENERDÌ 12 APRILE SCIOPERO GENERALE
USB Esecutivo Nazionale Pubblico Impiego