Il contratto delle funzioni centrali entra nel vivo. Usb costringe l'Aran ad una discussione approfondita
Forse il presidente dell’Aran Gasparrini pensava di archiviare il Contratto delle Funzioni Centrali già ieri pomeriggio quando, introducendo i lavori, ha affermato che mancavano solo pochi dettagli alla chiusura dell’accordo.
La decisa e a tratti rude reazione della USB, che ha rivendicato il diritto ad una vera contrattazione, ha costretto l’Agenzia negoziale della pubblica amministrazione e le altre organizzazioni sindacali ad analizzare il testo proposto esaminandolo articolo per articolo.
I lavori sono ripresi questa mattina e andranno avanti ad oltranza con la chiara intenzione del Governo di ottenere la firma dell’accordo prima di Natale, probabilmente nella tarda serata del 22 dicembre, subito dopo l’approvazione definitiva della Legge di Stabilità 2018, quando saranno formalmente acquisibili le risorse economiche stanziate per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego.
Dall’esame dei primi punti scaturisce un giudizio negativo sulla bozza presentata dall’Aran nella quale, tra l’altro, si rinvia ogni decisione riguardante l’Ordinamento professionale, che la USB vuole modificare profondamente per risolvere i problemi legati al mansionismo e al blocco delle carriere della prima e seconda area (A e B).
Sul fronte delle relazioni sindacali, CGIL-CISL-UIL non incassano nulla dalla firma del protocollo del 30 novembre 2016 e sono in difficoltà nel giustificare che materie come l’articolazione dell’orario di lavoro e la mobilità non siano oggetto di contrattazione, mentre USB rivendica la piena partecipazione delle rappresentanze sindacali nei temi che riguardano il rapporto di lavoro.
Parallelamente al confronto prosegue la mobilitazione della USB nei posti di lavoro.
Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego