IL PRESIDENTE DELL'INPS MASTRAPASQUA DICHIARA: DOVE CI SONO LAVORATORI ANZIANI AUMENTA LA PRODUTTIVITA'

Nazionale -

Comunicato n. 61/11

Per il Presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua, ci sono studi che dimostrerebbero che nelle aziende dove la presenza di lavoratori anziani è più numerosa aumenta la produttività. Il dipendente anziano diventa il tutor della persona che entra. In buona sostanza, per il Presidente dell’INPS se si resta a lavoro più a lungo non solo c’è un aumento della produzione ma anche del benessere dei lavoratori in azienda. Sono dichiarazioni riportate oggi da numerose agenzie di stampa.

Non sappiamo a quale studi si riferisca, ma per una volta siamo d’accordo con lui. Se l’INPS avesse un Presidente più anziano sicuramente andrebbe meglio e il benessere dei lavoratori se ne gioverebbe. C’è invece una netta contraddizione tra la valorizzazione dell’anzianità dichiarata oggi e “l’epurazione” dei direttori centrali e dei dirigenti anziani fatta da Mastrapasqua all’inizio del suo mandato.

Sarà una casualità, ma l’uscita del Presidente dell’INPS s’inserisce nel dibattito di questi giorni sulle pensioni di anzianità e sulla volontà, non troppo velata, del nuovo governo di cancellare questo tipo di pensioni attraverso l’aggancio all’età anagrafica, individuando come spartiacque i 65 anni, sotto i quali si sarebbe penalizzati e sopra i quali si sarebbe incentivati.

Sono di fatto cominciate le grandi manovre a tutto campo per il riposizionamento politico del Presidente dell’INPS, sempre più vicino a Cesare Damiano (PD), insieme al quale parteciperà oggi pomeriggio ad un convegno nel quale sarà presentata la proposta di legge sulle pensioni dello stesso Damiano e di Pier Paolo Baretta (PD).

Il Presidente Mastrapasqua vuole accreditarsi come un tecnico buono per tutte le stagioni, dimenticando di essere espressione e riferimento politico del precedente governo di centro-destra. E’ vero, purtroppo, che la coerenza in questo Paese mal si coniuga con i posti di potere.

Le casse dell’INPS sono in ordine, come ha ricordato spesso lo stesso Presidente dell’ente previdenziale. Se oggi si ricorre ad un nuovo intervento sul diritto alla pensione è per fare cassa, per ripianare un debito che non ci appartiene e che dovrebbe essere pagato da banche, padroni e speculatori finanziari. Si fa con le pensioni quello che in passato si è fatto con il patrimonio immobiliare degli enti pubblici, svenduto ai fondi immobiliari per coprire le passate Finanziarie, depauperando le risorse comuni della pubblica amministrazione.

Il sito web di Repubblica cita oggi un’altra dichiarazione del Presidente Mastrapasqua, che torna a fare un appello perché decolli la previdenza complementare, dal momento che “con il sistema contributivo non solo serve, ma è obbligatorio farla”. Il Presidente dell’INPS smentisce così un recente studio di Stefano Patriarca, dell’Ufficio Studi e Ricerche dell’INPS, che tende a dimostrare la convenienza del sistema di calcolo contributivo.

Noi continueremo ad opporci alla distruzione dello Stato sociale e del Sistema pensionistico, alla liquidazione dell’INPS. L’obiettivo resta il rilancio della pensione pubblica, che è possibile attraverso una vera lotta all’evasione e il ripristino di un mercato del lavoro sano, nel quale siano cancellate tutte le forme di lavoro precario. Il TFR deve restare ai lavoratori e non deve finire nelle tasche dei Fondi pensione privati. Dal Presidente dell’INPS ci aspetteremmo queste posizioni, nell’interesse dell’Istituto che presiede e dei lavoratori tutti.

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