Incontro sulle Colonne Mobili: conclusioni

Nazionale -

Oggi si è svolta l’ultima riunione tecnica con l’Amministrazione per definire la parte mancante della circolare 28 del 1991, cioè organizzazione del soccorso nelle zone colpite da calamità.

 

Il gruppo di lavoro è arrivato ad una stesura di un documento di poche pagine che norma l’istituzione dei campi base e l’organizzazione del “Comando di Cratere”.

 

Questa è dunque un integrazione che deve però essere seguita da una revisione di tutta la circolare 28 oramai vecchia di venti anni.

 

L’Amministrazione ci ha comunicato che saremo interpellati sulle modifiche, ma non ci ha comunicato i tempi.

 

Il lavoro da noi svolto verrà messo all’attenzione dei massimi Dirigenti del Corpo che daranno il loro giudizio a breve termine.

 

Entrando nel merito dell’incontro di oggi, USB ha ribadito con forza la propria opposizione al progetto di riduzione dei “Campi Base”, in quanto, ci ripetiamo, si grava solo su una parte del personale del Corpo Nazionale, non solo, i Comandi che avranno in gestione questi Campi, dovranno accollarsi le spese, durante l’emergenza, del mantenimento del Campo direttamente con il proprio “Fondo Scorta”.

 

 

Responsabile del Campo, infatti, è il Dirigente VV.F. provinciale nominato dal Direttore regionale (da dove viene inviato il campo base), per tutta la durata dell’emergenza.

 

 

Noi riteniamo che questo possa determinare criticità presso i Comandi che hanno l’onere dei Campi Base, in quanto dubitiamo della celerità con la quale, in caso di calamità, il Fondo Scorta di un determinato Comando potrà essere integrato.

 

 

Indubbiamente non possiamo continuare con il vecchio sistema, che ha visto accreditare tutte le spese al Comando che si trova nella zona della calamità, in quanto gestire una mole enorme di dati e documenti diviene difficile se non impossibile, vedi il terremoto dell’Abruzzo, dove si è scaricato tutto sul Comando dell’Aquila.

 

 

Bisognerà dunque garantire che, in caso di calamità, i fondi scorta dei Comandi interessati nell’allestimento dei Campi Base, abbiano da subito una linea di credito aperta per rimpinguare il già magro Fondo Scorta ordinario.

 

Abbiamo anche voluto la garanzia del mantenimento di tutte le operative, anche nei Comandi che hanno i Campi Base. 

 

Siamo infatti contrari ad un eventuale scelta di “specializzare” un Comando solo in allestimento del Campo Base.

 

Il mantenimento dell’operativa ha una propria funzione nell’ambito di ogni singolo Comando, soprattutto nei casi di “microcalamità”.

 

Altro punto da chiarire è il rapporto tra i COA (campi base avanzati) che dipendono dal Comando di Cratere e i COM (centri operativi misti), dove vi è la presenza di altri enti.

 

Il nostro dubbio è chi "comanda".

 

Abbiamo dunque chiesto che i Vigili del Fuoco non prendono ordini dai COM.

 

Su questo l’Amministrazione ci ha assicurato che i COA sono indipendenti dal  COM, ma nello schema a noi dato, non si evince con chiarezza.

 

Inoltre ci preme segnalare che tra le figure che vengono individuate all’interno dei Campi Base non c’è l’RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione).

 

Questo per noi è un punto fondamentale, abbiamo infatti fin dal primo incontro, ribadito l’importanza di fare i piani di valutazione dei rischi nei campi base a dimostrazione dell’interesse che la USB dedica alla sicurezza dei lavoratori, anche in situazioni particolari come la calamità.

 

Dalla discussione è emerso che l’Amministrazione vuole investire molto sulle colonne mobili internazionali.

 

Abbiamo fatto notare che le ambizioni sono apprezzabili se non diventano illusioni.

 

Pensare al soccorso internazionale, quando ogni giorno sul territorio nazionale abbiamo difficoltà a portare avanti quello ordinario fa sorridere, peggio, piangere.

 

La realtà è che si continua a tagliare, si investono cifre ridicole per l’ammodernamento di mezzi ed attrezzature, vedi i 750.000 euro in 3 anni per tende e materiale per campi base o gli 8 milioni di euro per i mezzi delle operative.

 

Non parliamo poi della formazione, dei passaggi di qualifica ed delle assunzioni, che sono l’ossatura di tutto il sistema.

 

In definitiva abbiamo assistito ad un encomiabile sforzo da parte di alcuni ingegneri di far quadrare i conti e di dare un organizzazione, indubbiamente necessaria, ad un Corpo che è sempre più disorganizzato sul territorio nazionale, sia per una volontà politica, che continua in modo miope ad investire sui volontari della protezione civile, sia per disinteresse di molti dirigenti, anche locali, che sono sempre più burocrati e sempre meno Pompieri.


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