La questione Ilva è la questione dello Stato: appello ai lavoratori pubblici
La vicenda dell'ex Ilva di Taranto non è più confinabile negli spazi, peraltro enormi, delle crisi aziendali, delle questioni ambientali e della devastazione sociale e civile. La partita che si è aperta è politica al massimo livello, riguarda la questione dello Stato, del suo ruolo in una dimensione di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e di salute, degli obiettivi dell'Italia rispetto ai settori strategici della produzione, alla sua collocazione nella divisione internazionale del lavoro, alle politiche economiche che da qui ai prossimi decenni determineranno il destino lavorativo di milioni di giovani in questo Paese.
La domanda che viene dai lavoratori e dai cittadini di Taranto è quella di un nuovo intervento pubblico a tutela del lavoro e della salute, dalla parte degli interessi sociali e popolari e non degli interessi padronali, che all'ex Ilva si stanno manifestando nella forma più becera e predatoria.
Sappiamo benissimo che per fare questo non basta invocare l'intervento statale, che la nazionalizzazione è solo il punto di partenza e che le forme in cui viene pensata sono il vero oggetto della contesa. Parliamo di un programma di riforme radicali che non può che passare dal ruolo che la pubblica amministrazione dovrebbe svolgere in tema di programmazione, di gestione delle risorse, di potenziamento dei servizi, di monitoraggio sulla salute dei cittadini, sull'ambiente, sul paesaggio, di controlli sul lavoro, di educazione complessiva delle giovani generazioni, di un piano decennale di assunzioni attraverso concorsi pubblici, di stabilizzazione di tutti i precari, di internalizzazione di tutti i lavoratori delle cooperative alle quali sono appaltati pezzi consistenti di servizi, di contratti nazionali adeguati.
Per questo chiamiamo tutti i lavoratori pubblici a sentire come proprio questo sciopero, a manifestare a Taranto e in tutte le città in cui il movimento FFF porterà in piazza centinaia di migliaia di giovani, rivendicando una nuova stagione di intervento statale e di centralità del lavoro pubblico in questo Paese, contro l'ormai inaccettabile livello di diseguaglianza e sfruttamento nel quale siamo da tempo scivolati
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