LA SEPARAZIONE DEI COMPARTI UNIVERSITA’ E RICERCA DA QUELLO DELLA SCUOLA:

Nazionale -

UNA INIZIATIVA CHE RESTITUISCE IL DOVUTO VALORE AI LAVORATORI DEL COMPARTO ISTRUZIONE.

 

 

Brucia sulla pelle di tutti i lavoratori dell’Università l’ultimo CCNL sottoscritto a febbraio 2018 dai Sindacati Confederati (e successivamente anche da SNALS e GILDA-FGU).

Un contratto brutto ed insoddisfacente per tutti, con aumenti contrattuali risibili ma, soprattutto, un contratto che ha del tutto ignorato le esigenze dell’Università.

Basta ricordare che nella sezione relativa all’Università tutte le promesse non sono state affrontate, anche se previste nell’atto di indirizzo che precede la trattativa. Nessuna flessibilità sul salario accessorio e nessuna rivisitazione dell’ordinamento professionale, cosi come sono stati rimandati sine die le problematiche del personale che opera nei policlinici e dei CEL.

Lo stesso è accaduto per gli EPR della sezione Ricerca, problema non affrontato, cosi come le questioni del personale AFAM.

In pratica tutte le materie specifiche dei settori che compongono il comparto Istruzione e Ricerca sono state ignorate, sacrificate al gigante Scuola che con oltre un milione di lavoratori ha condizionato le scelte fatte durante la trattativa per il nuovo CCNL.

Non è colpa del personale della Scuola, ma non possiamo non notare che il numero di questi lavoratori impone una attenzione alle loro questioni, tale da offuscare le vicende dei comparti meno consistenti di Università, Ricerca e AFAM.

Per queste ragioni vediamo positiva l’ipotesi di due comparti separati, cosi da poter dare la giusta rilevanza a tutti i lavoratori unificando questioni fra loro più pertinenti (Università e Ricerca) e distinguendole dalle diverse problematiche della Scuola.

Vogliamo però sperare che non sia l’ennesimo fenomeno di spartizione dei poteri, ma che l’iniziativa sia seguita da una riforma organica del sistema universitario che corregga le nefandezze create dalla riforma Gelmini (Legge 240/10) che ha ampliato la precarietà e ha indebolito gli Atenei Umanistici e del Sud in nome di una falsa meritocrazia.

Chiederemo anche al nuovo Ministro, Prof. Manfredi, di  riconoscere l’importanza del sistema universitario nello sviluppo omogeneo del Paese, con adeguati finanziamenti e con strumenti per rivalutare le professionalità di TUTTI gli Operatori universitari.

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