Le notizie CUB della settimana 29 giugno - 5 luglio 2009

Nazionale -

Le notizie pubblicate dai media sulla CUB e sulle organizzazioni della CUB

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5 luglio 2009 - Ansa

Scioperi: trasporti, Rdb- Cub, adesione al 49%
Trieste, astensione dopo rifiuto azienda su sicurezza

(ANSA) - TRIESTE, 5 LUG - E' del 49%, secondo i promotori, l'adesione allo sciopero indetto per oggi dai sindacati Rdb-Cub alla Trieste Trasporti. L'astensione dal lavoro, iniziata alle 17.30 di oggi e che si concludera' alle ore 21.30, e' stata decisa dopo l'entrata in vigore dell'orario estivo dell'azienda, in seguito al rifiuto - secondo i sindacati - di trattare su miglioramenti delle condizioni di lavoro e della sicurezza dei trasporti.

G8: FIACCOLATA NOTTURNA L'AQUILA, NO GLOBAL ANCHE DA NAPOLI

(ANSA) - L'AQUILA, 5 LUG - Oltre ai sostenitori del No Dal Molin in arrivo da Vicenza, ai comitati cittadini sorti spontaneamente all'Aquila dopo il terremoto e alla presenza del Patto di base Cobas, Cub-Rdb, Sdl, per la fiaccolata di questa notte all'Aquila - da mezzanotte alle 3.32, l'ora del sisma - stanno arrivando anche no global da Napoli e altre zone d'Italia. In una nota la Rete Campana NO G8, «in solidarietà con le popolazioni dell'Abruzzo in preparazione della manifestazione del 10 luglio contro il vertice del G8», spiega che «abbiamo imparato sulla nostra pelle cosa vuol dire vivere l'emergenza, abbiamo anche visto in cosa si trasforma questo meccanismo infernale. Lo abbiamo vissuto non solo con l'esperienza del terremoto ma anche nella cosiddetta emergenza rifiuti. Anche per noi queste emergenze hanno significato la militarizzazione di interi nostri territori, l'imposizione di controlli e divieti alla libera circolazione, alla libera espressione della rabbia, della protesta, di decidere indipendentemente ed autonomamente del nostro futuro e del nostro presente». Quindi i no global campani attaccano l'imminente G8 sostenendo che «la stessa ignobile operazione di spostare il G8 all'Aquila, fatta passare per una grande occasione per il rilancio della città, si sta rivelando per quello che è: uno spreco incredibile di denaro per accogliere i grandi del mondo mentre la ricostruzione è ancora al palo ma che, strumentalizzando il dolore, deve servire ad impedire la mobilitazione dei movimenti che da sempre si oppongono ai signori del G8 che con le loro politiche vogliono scaricare i costi della crisi sulle fasce più deboli della società». Fiaccolata quindi anche contro «la gestione affaristica e repressiva del dopoterremoto abruzzese», e un appello anche agli stessi aquilani: «chiediamo alla popolazione abruzzese di essere con noi a manifestare il loro dissenso contro i responsabili della crisi e dei disastri annunciati e chiedere la ricostruzione dell'Abruzzo e di un altro mondo possibile».


5 luglio 2009 - Rainews 24

No global in arrivo da tutta Italia
Fiaccolata notturna a L'Aquila

L'Aquila - Oltre ai sostenitori del No Dal Molin in arrivo da Vicenza, ai comitati cittadini sorti spontaneamente all'Aquila dopo il terremoto e alla presenza del Patto di base Cobas, Cub-Rdb, Sdl, per la fiaccolata di questa notte all'Aquila - da mezzanotte alle 3.32, l'ora del sisma - stanno arrivando anche no global da Napoli e altre zone d'Italia. In una nota la Rete Campana NO G8, "in solidarieta' con le popolazioni dell'Abruzzo in preparazione della manifestazione del 10 luglio contro il vertice del G8", spiega che "abbiamo imparato sulla nostra pelle cosa vuol dire vivere l'emergenza, abbiamo anche visto in cosa si trasforma questo meccanismo  infernale. Lo abbiamo vissuto non solo con l'esperienza del terremoto ma anche nella cosiddetta emergenza rifiuti. Anche per noi queste emergenze hanno significato la militarizzazione di interi nostri territori, l'imposizione di controlli e divieti alla libera circolazione, alla libera espressione della rabbia, della protesta, di decidere indipendentemente ed autonomamente del nostro futuro e del nostro presente". Quindi i no global campani attaccano l'imminente G8 sostenendo che "la stessa ignobile operazione di spostare il G8 all'Aquila, fatta passare per una grande occasione per il rilancio della citta', si sta rivelando per quello che e': uno spreco incredibile di denaro per accogliere i grandi del mondo mentre la ricostruzione e' ancora al palo ma che, strumentalizzando il dolore, deve servire ad impedire la mobilitazione dei movimenti che da sempre si oppongono ai signori del G8 che con le loro politiche vogliono scaricare i costi della crisi sulle fasce piu' deboli della societa"'. Fiaccolata quindi anche contro "la gestione affaristica e repressiva del dopoterremoto abruzzese", e un appello anche agli stessi aquilani: "chiediamo alla popolazione abruzzese di essere con noi a manifestare il loro dissenso contro i responsabili della crisi e dei disastri annunciati e chiedere la ricostruzione dell'Abruzzo e di un altro mondo possibile".


5 luglio 2009 - Corriere del Veneto

Lo sciopero Dopo l’incidente di Viareggio protesta di Cobas e Rdb Cub
Autobus, vaporetti, treni e aerei martedì di passione per chi viaggia
di Giuliano Gargano

VENEZIA — Sciopero generale dei trasporti. La tragedia di Viareggio — che ha provocato finora 22 morti ed una serie infinita di polemiche sulla sicurezza — sfocia in una agitazione che martedì prossimo, 7 luglio, paralizzerà gli spostamenti anche a Venezia. Vaporetti, autobus, ma anche treni e aerei: saranno vere e proprie ore di passione, con inevitabili e pesanti ripercussioni sul traffico e sugli spostamenti. Lo sciopero, organizzato da Cobas, Cub e Sdl, si articolerà in varie modalità: il settore ferroviario si fermerà per quattro ore, dalle 10 alle 14, così come il trasporto pubblico locale. Per quanto riguarda i servizi dell’Actv, il personale (compreso quello delle biglietterie Vela) incrocerà le braccia dalle 12 alle 15.
Un’ora di sciopero anche all’aeroporto Marco Polo di Tessera — dalle 10 alle 11— ed un’ora di sciopero all’inizio di ogni partenza al porto. «Scioperiamo a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti — spiega Giampietro Antonini, della Rdb Cub Trasporti di Venezia — che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure che garantiscano la massima tutela della sicurezza». Secondo i sindacati di base, il caso di Viareggio non è isolato, e proprio in Veneto qualche giorno fa un altro incidente aveva fornito l’ennesima dimostrazione «dello stato in cui sono state ridotte le nostre ferrovie». «Proprio la settimana scorsa i treni sono rimasti fermi per ore a Padova e Mestre per la caduta della linea aerea — spiega Antonini —. E si registrano casi simili a Prato, a Torino: ogni giorno un incidente o un disservizio grave che viene minimizzato e presentato all’opinione pubblica come fatto isolato o casuale».
Tante, secondo Cobas e Cub, le cause di questa situazione: ma la principale è quella di aver «dirottato risorse e tecnologia sul servizio luccicante dell’alta velocità lasciando che il resto del servizio ferroviario, in particolare merci e pendolari, deperisse sia in termini di qualità che di sicurezza». Accuse anche ai sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fast), rei di aver firmato un accordo programmatico con le Ferrovie dello Stato, che prevede la figura del «macchinista solo» alla guida dei treni, l’aumento dell’orario di lavoro. «Anziché investire risorse per l’ammodernamento della rete — conclude il sindacalista — per il potenziamento delle linee dei pendolari, del trasporto merci e per la sicurezza, si è smantellato il sistema di trasporto ferroviario pubblico in favore dello sviluppo di una rete prettamente commerciale, e queste sono le conseguenze».


5 luglio 2009 - Il Manifesto

Dalla città di Tosi via alla resistenza dei migranti
di Paola Bonatelli

VERONA - La manifestazione dei migranti che si è svolta ieri a Verona, la prima dopo l'approvazione del pacchetto sicurezza, a una cosa sicuramente è servita. Ha dissipato ogni eventuale dubbio sia sulla capacità dei migranti di autorganizzarsi che sulla loro maturità riguardo all'analisi della situazione politica e sociale italiana. Persino i leghisti, che in città abbondano, se avessero prestato attenzione avrebbero capito che gli "immigrati", da rispedire in patria dopo sei mesi di disoccupazione, sono cittadini a tutti gli effetti. E non hanno nessuna intenzione di rinunciare ai loro diritti, né, tantomeno, di tacere. Promosso da molte sigle, le associazioni di Senegal, Ghana, Togo, Nigeria, Repubblica dominicana, Marocco, Tunisia, Bangladesh e Costa d'Avorio, la Consulta immigrati, le rappresentanze sindacali di base (Rdb-cub), l'Arci, Rifondazione, Sinistra e Libertà, il corteo, alla partenza numericamente esiguo, s'è ingrossato durante il percorso anche grazie alle parole di quanti sono intervenuti dal microfono aperto della manifestazione.
Gente preparata, che lavora in Italia da venti o trent'anni, le ragazze, voci potenti e chiare, sono arrivate bambine, quando non sono nate qui. Sono andate a scuola, nelle scuole italiane, e oggi lavorano. Milena aveva cinque anni quando è arrivata dal Ghana, oggi ne ha 24, lavora come impiegata commerciale e ieri è stata la speaker più applaudita: «Sono qui dal 1990 - dice - e ho studiato a Verona. Quando ho cominciato ad andare a scuola, entravo e mi urlavano "bu, bu", come se fossi una scimmia, adesso lavoro in ufficio e parlo al telefono con i clienti. Quando poi mi vedono dicono "ma non ho parlato con lei", perché io parlo un italiano perfetto. Ma sono fiera di fare il lavoro che faccio e ricordo agli italiani che tanti di loro sono emigrati in America, in Australia e l'Italia di oggi è così anche grazie a loro, al lavoro di quegli immigrati. Noi chiediamo solo i diritti basati sulla Costituzione, quella che abbiamo studiato. Basata sul lavoro, sull'uguaglianza, sulla famiglia. Invece queste leggi ci considerano uguali solo quando si tratta di pagare, basti pensare al permesso di soggiorno che adesso costa 200 euro».
Crisi economica e razzismo di stato si sono intrecciati in tutti gli interventi, da quello del rappresentante della Rete migranti di Vicenza, che ha sottolineato «l'incostituzionalità di un partito come la Lega, che ha come vocazione la discriminazione e la divisione del Paese», ragion per cui «bisogna togliere il ministero degli Interni alla Lega, un partito non nazionale ma regionalista», ad uno dei portavoce della comunità tunisina che ha rivolto un appello a Napolitano perché non firmi la legge.


5 luglio 2009 - L'Arena

PROTESTA. Dalla stazione al centro città
Migranti in Bra contro il reato di clandestinità
«Avremo colf sempre più invisibili con questa legge»

Verona - I migranti veronesi e veneti, hanno manifestato contro il pacchetto sicurezza approvato in questi giorni. Nel piazzale della stazione di Porta Nuova striscioni e bandiere di tanti collettivi sventolavano tra turisti appena arrivati in città che si domandavano quali fossero i problemi dei lavoratori. A volere la manifestazione è stato il Coordinamento migranti di Verona che ha coinvolto tutte le etnie ormai presenti in città da decenni. Arci, Rdb (il sindacato dei lavoratori migranti e non ), Cube, Sinistra e libertà, Rifondazione Comunista e tante altre sigle, non allineate con l’attuale governo hanno sostenuto l’iniziativa. Prima di dare il via ad un corteo fatto di musica e slogan che ha attraversato via Valverde per arrivare in piazza Bra, nel piazzale sono stati in molti ad alternarsi al microfono per spiegare le loro ragioni e chiedere con forza che tutte le categorie sociali, i cattolici, e quanti hanno a cuore il rispetto della persona e della vita si uniscano per dire «no al razzismo». Tutti indossavano una maglietta gialla a simboleggiare un semaforo che invita a fermarsi, a non prendere tutto per buono. «La differenza non deve e non può fare paura», gridavano alcuni. Hassan Boumaide, primo presidente della Consulta degli immigrati durante il governo cittadino Zanotto, ora del direttivo del coordinamento migranti ha parlato di «chiusura politica nei riguardi di chi viene considerato diverso». Mustafà Wagne, il presidente del coordinamento, si è soffermato sulle logiche di questo pacchetto sicurezza «avremo bambini invisibili, colf sempre più clandestine. Dobbiamo dare sempre più voce alla nostra battaglia». A sostegno anche il segretario di Rifondazione Comunista, Fiorenzo Fasoli che ha invitato a non cedere alla discriminazioni razziali. Si associa il consigliere provinciale di Sinistra e Libertà e Comunisti, Giuseppe Campagnari.
Tante le donne presenti nel corteo con bambini nati in Italia. Come Alfa, un anno, di origine senegalese. Il suo papà lavora in Ferrovie, se dovesse perdere il lavoro diventerebbe "un invisibile".(A.Z.)


5 luglio 2009 - La Stampa

TESTIMONIANZE. A VILLA MARAZZA
"Migranti più deboli con la nuova legge"

Borgomanero - Che cosa cambia per i lavoratori stranieri extracomunitari con il pacchetto sicurezza? La domanda è stata al centro del convegno di ieri a Borgomanero, a Villa Marazza, organizzato dai sindacati di base. Aboubakar Souhanoro, della Costa d’Avorio, responsabile nazionale dell’immigrazione per Rdb Cub, accusa senza mezzi termini il provvedimento: «Il governo parla di sicurezza e trova facile sparare sull’anello debole, quello degli immigrati, dimenticando che il 15 per cneto degli infortuni sul lavoro che avvengono in Italia colpisce proprio noi e che noi produciamo il 10% del reddito. La crisi ci sta colpendo doppiamente. Nel momento in cui ci toglie il lavoro, ci toglie la possibilità del permesso di soggiorno; questo provvedimento, che non tiene conto della realtà italiana, costringerà molti extracomunitari a diventare clandestini. E’ grave - sottolinea Aboubakar - che chi lo abbia emanato non ricordi che anni fa erano gli italiani che, nelle nostre stesse condizioni, cercavano lavoro e casa in America, in Francia o in Germania».
Al convegno ha parlato anche Khady M’backe, senegalese, operatrice sociale, che ha fondato a Borgomanero l’associazione «Donne per l’integrazione» con sede in corso Roma: «Ogni giorno aumentano le persone che vengono da noi a chiedere vestitini per i bambini, il latte, gli alimenti. E ritengo una vergogna il pacchetto sulla sicurezza perchè andrà ad aggravare una situazione già molto difficile. Noi cercheremo di intensificare l’informazione: spesso gli immigrati non sanno che cosa fare per avere regolarizzazione o permesso di soggiorno».


5 luglio 2009 - La Nuova Sardegna

«Sfratti, intervenga il prefetto»
La richiesta emersa dopo un’assemblea convocata dall’Rdb-Cub
In forse lo sgombero annunciato della giovane donna incinta
di Antonio Bassu

NUORO - La disperazione è sui volti delle 18 famiglie colpite dallo sfratto esecutivo degli alloggi popolari. L’assemblea degli abusivi è valsa solo a denunciarne ulteriormente il dramma. Mentre per la ragazza incinta è forse possibile rinviare lo sgombero. Il comitato di base che coordina la protesta ha deciso di resistere, dandosi appuntamento di fronte al palazzo del governo di via Deffenu per chiedere al prefetto di trovare una soluzione, e al limite di prorogare il termine di esecuzione dello sgombero degli alloggi. Ciò per sapere se è possibile una sanatoria.
Si tratta di ragazze molto giovani, con uno o più figli, che non sanno dove trovare rifugio. Negli occhi di ciascuna si legge la disperazione, anche perché non sembrano avere prospettive. Molte non hanno neppure la possibilità di essere ospitate nella casa dei genitori perché hanno un nucleo familiare numeroso e un alloggio inadeguato.
«Non accetterò mai di dormire in un sottoscala o in macchina - ha detto una giovane mamma -. Anch’io ho la mia dignità. Ho fatto mille mestieri e finché ho lavorato sono riuscita a non chiedere niente a nessuno. La casa è un diritto, ed io, come le altre mamme, chiediamo un tetto sotto il quale stare. La classe politica locale deve far qualcosa per aiutarci, sensibilizzando chi di competenza per trovare una soluzione. Provvedendo a sospendere gli sfratti. Io, comunque, non vado via. Mi devono portare via di peso dal locale, che poi non è un alloggio, ma una topaia, un ex garage con sui muri l’umidità e la muffa, che ha un’altezza di di 2 metri e 40 centimentri, e in qualche tratto anche di 2,11. Dove è già uno scandalo riuscire a viverci».
L’aspetto contraddittorio è che per poterci abitare sono stati regolarmente attivati gli allacci per l’acqua e l’energia elettrica, insieme al versamento di 111 euro al mese allo Iacp come importo dovuto per l’occupazione. Gli abusivi chiedono aiuto anche al Comune, pur sapendo che l’ente civico non ha diretta competenza, se non quella di formare la commissione, presieduta da un magistrato, per l’assegnazione degli alloggi agli aventi diritto e a stilare la graduatoria. Iter che è stato illustrato dall’assessore ai servizi sociali Graziano Pintori che, su delega del sindaco, sta seguendo da vicino tutte le fasi della vicenda. Non senza avere cercato di contattare, oltre al prefetto, anche le altre autorità istituzionali.
Purtroppo la Corte dei Conti chiede conto allo Iacp del mancato introito dei canoni di affitto, per cui l’Istituto è obbligato a chiedere di rendere esecutivi gli sfratti. Le famiglie però non demordono. Alle stesse, la sezione nuorese di "A manca pro s’Indipendenzia" sta dando la sua collaborazione per una causa come quella del diritto alla casa. Domani mattina, pertanto, sosteranno davanti alla prefettura, mentre una delegazione chiederà di essere ricevuta dal rappresentante del governo.


5 luglio 2009 - L'Unità

L’Aquila accoglie il G8 con marce e proteste
Molte le iniziative in programma «tutte pacifiche e civili» assicurano i promotori.
5000 agenti per vigilare il summit

Cinquemila uomini, gli obiettivi sensibili oltre la caserma, i viadotti e i ponti lungo l’autostrada A24, le strade, l’aeroporto di Preturo e la campagna lì intorno. Soprattutto le montagne che «guardano» e «vedono» direttamente dentro i 48 ettari del compound della caserma Vincenzo Giudice, dal punto di vista della sicurezza la forza ma anche il punto debole del vertice: da stamattina alle sette saranno tutte presidiate da squadre di cecchini. È lunga più di 200 pagine l’ordinanza con cui il questore Piritore scandisce tempi e modi del sistema di sicurezza per la settimana del vertice. Il capitolo più ampio è dedicato alla messa in sicurezza dell’area intorno a Coppito, l’unica vera zona rossa che sarà completamente sterilizzata. Non ci sarà posto neppure per pecore e pastori. Lo spazio aereo sull’altopiano sarà chiuso da domattina. Tutta la zona è controllata da batterie antimissili. L’unica vera variabile, oltre il terremoto, sono i manifestanti.
E la rabbia degli aquilani che non vedono traccia della ricostruzione. Il fronte delle proteste è diviso. Abruzzo social forum rivendica la necessità di organizzare marce all’Aquila. I comitati locali anche ma non vogliono essere confusi con potenziali black bloc. Gli appuntamenti certi sono tre: la marcia di stanotte, tre mesi dopo il terremoto; il "benvenuto" ai grandi della terra mercoledì, giorno di inizio del vertice. Infine la marcia di venerdì 10 organizzata dai sindacati Cobas e Rdb. «Sarà pacifica, senza incidenti» - assicura Enrico Ciccozzi. La linea della questura è quella di autorizzare ogni richiesta. La presenza degli uomini, assicurano, sarà discreta.


5 luglio 2009 - Il Giornale di Vicenza

DOPO VIAREGGIO
Cub e Cobas sciopero dei trasporti martedì

A seguito dei gravissimi fatti acaduti a Viareggio, che hanno provocato un numero rilevantissimo di morti e feriti, Cub, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale indicono per martedì prossimo, 7 luglio, uno sciopero generale dei trasporti.
L’azione di sciopero è stata indetta a difesa della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti, che non possono rischiare di perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza.
Lo scioperà avrà la seguente articolazione: settore ferroviario: 4 ore di sciopero dalle 10 alle 14; settore trasporto pubblico locale, e trasporto merci e logistica: 4 ore nel rispetto delle fasce protette definite localmente, che saranno comunicate singolarmente; settore trasporto aereo: un’ora di sciopero dalle 10 alle 11; settore trasporto marittimo: un’ora di sciopero all’inizio di ogni partenza.


5 luglio 2009 - Il Gazzettino

Giornata di agitazione contro il decreto Brunetta

Padova - Lo chiamano lo "smantellamento del pubblico", e si riferiscono al Decreto Brunetta, divenuto legge lo scorso 6 agosto, e inviso alla quasi totalità dei dipendenti pubblici. Contro questa legge le rappresentanze sindacali di base sono in agitazione. «Venerdì scorso - spiega Celestino Giacon - il sindacalismo di base ha indetto uno sciopero per le ultime tre ore di lavoro».
Ciò che non va giù è soprattutto l’articolo 71 della legge 133/2008, che riguarda le assenze per malattia, come ha spiegato Giacon: «Le assenze vengono sanzionate con una decurtazione salariale che va a colpire i primi dieci giorni di malattia. E questo danno economico varia, in realtà, da settore a settore del pubblico impiego, determinando una discriminazione dei lavoratori. Non possiamo accettare una simile ingiustizia». A Padova a tale proposito due ricorsi sono già i ricorsi portati avanti da dipendenti del settore pubblico, uno delle Agenzie fiscali e l’altro del Comune.


5 luglio 2009 - Liberazione

Le contestazioni

Entra nel vivo già da stasera l'agenda delle contestazioni al G8 "ospitato" da Silvio Berlusconi. Proprio a L'Aquila si svolgerà la «Fiaccolata Ricostruzione Sociale», per «memoria, verità, giustizia», dalla mezzanotte alle 3:32, l'ora della scossa devastatrice del 6 aprile. Sempre in Abruzzo, martedì 7 si svolgerà invece il «Forum per la ricostruzione sociale». A Pescara, lo stesso giorno alle 11, «L'Abruzzo è un porto di mare. Noi non respingiamo nessuno!», arrivo nel porto della Goletta Verde di Legambiente; un'ora dopo, assemblea cittadina contro il decreto sicurezza. Di nuovo all'Aquila, mercoledì 8 «Ma noi non ce ne andiamo!», presidio dei comitati spontanei nel centro storico sventrato per contestare la «passerella» del G8. A Sulmona sempre l'8 forum "Disastri ambientali e sviluppismo"; e il 9 "visita guidata" a discariche e siti contaminati. All'Aquila, infine, si avrà il 10 prossimo il culmine delle mobilitazioni "noG8" generalmente intese: la manifestazione «pacifica e di massa» promossa dal Patto di Base che riunisce Cobas, Cub, Rdb e Sdl, cui aderiscono reti sociali e di movimento ed Epicentro Solidale, la rete di solidarietà dal basso e alternativa presente fra i terremotati dell'aquilano sin dai primi giorni che «sostiene tutte le mobilitazioni». Intanto, in Sardegna si conclude oggi ad Iglesias, nel Sulcis, il "Gsott8"; a Sassari il 7 e l'8, invece, il forum «Cuntra su G8». Ancora per martedì 7, poi, l'appuntamento a Roma con l'effettivo avvio della contestazione diretta al summit: la «Giornata dell'Accoglienza» promossa dalla ReteNoG8 (e dalla "V-Strategy": «V come viola, V come vendetta, V come vittoria»), con «blocchi» di «disturbo» all'arrivo delle delegazioni internazionali e una «piazza sociale contro i poteri della crisi», pubblica e autorizzata, alle 17 in piazza Barberini. L'8, sempre a Roma, «mappa della crisi» con azioni comunicative cui si fa appello anche alle altre città italiane ed europee. Il 9 nella capitale presidio davanti al Cie di Ponte Galeria.(http://g8.italy.indymedia.org)

Controlli pesanti ai bus "noglobal", a Padova perquisito lo Sherwood Festival
Prove di militarizzazione in vista del controsummit
di Daniele Nalbone

Vicenza - Dalle prime ore del mattino di ieri la militarizzazione della città di Vicenza è stata volta a fare in modo che la cittadinanza disertasse, per paura, il corteo contro la base Dal Molin. Il grande spiegamento di forze dell'ordine in uscita dalle città, lungo le autostrade e all'ingresso di Vicenza aveva, invece, l'obiettivo di impedire ai manifestanti di raggiungere la città veneta.
Chi si è mosso, fin dalle prime ore del mattino di ieri, da Roma ha dovuto viaggiare scortato dalla digos e, arrivato a Vicenza, è stato trattenuto al casello autostradale per oltre mezz'ora per essere identificato. Motore spento, documenti alla mano, uno per uno i manifestanti sono stati fatti scendere dai pullman sull'asfalto arroventato dello svincolo di Vicenza ovest e solo dopo diversi minuti sotto al sole, con la possibilità di andare al bagno tre alla volta scortati dalla polizia schierata mitra in braccio, è stato possibile risalire a bordo e procedere alla volta del comune di Caldogno da dove, alle 15.30, è partito il corteo. «Ieri si sono svolte quelle che con tutta probabilità possono essere definite le prove generali, in termini di controllo e repressione, di ciò che si vedrà in centro Italia nei giorni del G8», denuncia il romano Paolo Di Vetta di Asia Rdb.
Stessa sorte è purtroppo toccata ai pullman provenienti da Milano, Alessandria, Genova, Bologna, Bergamo e Cremona. Le notizie che nel frattempo arrivavano da Vicenza, che raccontavano di una città in guerra con camionette delle forze dell'ordine a ogni angolo e provocazioni ai danni dei cittadini che si battono contro l'ampliamento della base americana, contribuivano a far aumentare la tensione degli attivisti in viaggio. Tensione che si è trasformata in rabbia quando è giunta la notizia che, a seguito di un'irruzione della digos scortata dal reparto celere nell'area della festa di radio Sherwood, a Padova, sessanta persone sono state bloccate all'interno del parcheggio dello stadio Euganeo. Sacchetti con bulloni e biglie rinvenuti nelle auto la motivazione delle forze dell'ordine. «In Italia sta avvenendo qualcosa di inaudito - ha denunciato dal corteo vicentino Luca Casarini, leader dei centri sociali del nord est -: per sedicenti motivi di pubblica sicurezza vengono fermati ragazzi in partenza per Vicenza per impedire che possano ingrossare le fila del dissenso democratico contro l'ampliamento della base Nato». Una repressione degna di un paese in guerra, come dimostrato dall'impiego in città dei carabinieri del nucleo "Tuscania", solitamente impegnati in Afghanistan.
Erano da poco passate le 14 quando il parcheggio dello stadio Euganeo, dove si sta tenendo lo Sherwood Festival, è stato letteralmente circondato dalle forze dell'ordine. Una ad una sono state perquisite le quindici vetture che si stavano muovendo alla volta di Vicenza. Dopo il presunto ritrovamento di questi sacchi i proprietari delle automobili sono stati portati in questura e i passeggeri identificati.
Una vera e propria provocazione, fomentata dalla immotivata perquisizione dei locali che ospitano la festa, "simbolo della volontà delle forze dell'ordine di inasprire gli animi" ci spiegano telefonicamente le persone sequestrate a Padova.
Nella mattinata di ieri, intanto, dall'Abruzzo è arrivata al presidio "No dal Molin", una delegazione che, come ha spiegato il portavoce del movimento vicentino, Marco Palma, «vuole essere una prova generale in vista del G8». Per questo stamattina una delegazione veneta partirà alla volta de L'Aquila, per ricambiare la visita ma soprattutto «per iniziare i lavori verso una piattaforma unitaria in vista delle proteste contro i potenti della terra». I portavoce dell'Abruzzo Social Forum si sono scusati «per non essere stati più numerosi a Vicenza, ma siamo alle prese con una strenua difesa contro il duo Berlusconi-Bertolaso».


5 luglio 2009 - La Provincia di Varese

da tutta la regione/in prefettura
Vigili del fuoco arrabbiati Domani presidio in città

Varese - Hanno un diavolo per capello e stavolta non è solo un modo di dire: i vigili del fuoco di Varese, intesa come città e come provincia, e i loro colleghi lombardi sono arrabbiati con il governo che, denunciano, «non ha dimostrato un vero interesse nell'aiutare la categoria». E sono pronti a scendere in piazza per dimostrare tutta la loro rabbia e delusione. L'appuntamento è per le 11 di domani in piazza della Libertà, ovvero di fronte alla prefettura di Varese, luogo simbolo per svariate ragioni. La prima, è che la prefettura è emanazione diretta del governo sul territorio. La seconda, è che la città di Varese è la «casa» del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al quale i pompieri intendono rivolgersi.
«Dopo la retorica dei pompieri 'brava gente' o 'angeli del terremoto' e gli elogi più o meno sinceri di politici e rappresentanti di varie istituzioni, la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nell'aiutare la categoria dei vigili del fuoco, visto che anche nel cosiddetto 'Decreto Abruzzo', non si è concretizzato alcuno degli impegni assunti per risollevare le sorti del corpo nazionale» scrivono in un comunicato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal.
STRAORDINARI
Tante, a sentire le rappresentanze sindacali, le ragioni per essere scontenti: «Niente contratto (scaduto da un anno e mezzo), niente finanziamenti, niente assunzioni (15 mila unità in meno, niente passaggi di qualifica, niente rinnovo del parco automezzi, niente acquisto di nuove attrezzature, niente trattamento di trasferta o missione per il personale dei vigili del fuoco», prosegue il comunicato che, «in compenso si effettuano una marea di straordinari, che non si sa se e quando verranno pagati (compresi quelli svolti nel 2008)». Una situazione complicata, come conferma Rosario Galizia, referente varesino della Uil: «Il ministro ha fatto arrivare a Varese circa 140 nuovi vigili del fuoco ma un centinaio sono stati dirottati su altre sedi». Una semplice sottrazione, consente di quantificare in quaranta il personale aggiuntivo: «Ma non è ancora sufficiente», ribadisce il sindacalista, rimarcando inoltre che resta da sciogliere «il nodo di Ispra». «Il personale aggiuntivo - riferisce Galizia - serviva a rinforzare le sedi di Saronno e Busto ma anche per aprire la nuova sezione di Ispra». Contatti in proposito ci sarebbero già stati, «ma non si capisce quando si arriverà a una conclusione».
VOLANTINAGGIO
Eppure, un decreto - quello famoso dell'«Italia in 20 minuti» - «impone ai nostri mezzi di raggiungere il luogo di soccorso entro quel lasso di tempo». Operazione molto complicata, ad oggi, per i mezzi in partenza da Varese che «arrivano a impiegare mezz'ora o anche di più». Le rivendicazioni sono chiare, così come il senso del dovere dei pompieri, messo talvolta a dura prova: «Nonostante tutto, il personale della nostra regione continua ad andare nelle zone terremotate, con un impegno insostenibile di personale e mezzi, mettendo in crisi il soccorso tecnico urgente e molti altri importanti compiti istituzionali in regione» è l'affondo del comunicato sindacale: «Per queste ragioni i lavoratori dei vigili del fuoco dicono basta e si mobilitano per dimostrare il loro dissenso e per rivendicare condizioni di lavoro e retributive migliori».
L'appuntamento è per le 11 di domani, quando comincerà la prima iniziativa di lotta promossa dalle categorie sindacali: due ore durante le quali verrà anche effettuato un volantinaggio tra la cittadinanza e chiesto un incontro al Prefetto di Varese, per esporre le problematiche della categoria.


5 luglio 2009 - Il Messaggero

L’AQUILA. Una fiaccolata per illuminare le coscienze...

L’AQUILA - Una fiaccolata per illuminare le coscienze e per ricordare le vittime del terremoto. I comitati aquilani questa sera partiranno dalle 24 con una lunga fiaccolata che partirà dalla Fontana Luminosa verso piazza Duomo. Qui, alle 3.32 del 6, esattamente a tre mesi dalla tragedia, «si chiederà verità e giustizia per tutte le vittime». Una delegazione di familiari dei giovani morti sotto la Casa dello studente, scortati dai Vigili del Fuoco, si recherà sul posto per leggere lettere, parole e pensieri che, nei giorni precedenti al sisma, i ragazzi avevano affidato a Facebook. Sarà anche esposto uno striscione con la scritta "Dopo il dolore, la rabbia e la necessità di giustizia e verità per..., (con l’elenco dei nomi dei ragazzi), assassinati alla Casa dello studente". Su un cartellone-sandwich verrà riportata una frase tratta dal libro di Paolo Mastri "3,32 gli avvisi inascoltati". La marcia si fermerà in Piazza Duomo e ci saranno gli interventi dei rappresentanti dei comitati.
Ieri, intanto, il Comitato Cittadinanza ha organizzato il corteo processuale "La pace è possibile, la ricostruzione è necessaria" con partenza dai giardini della Villa Comunale e sfilata sino a Piazza Duomo dove è stata celebrata la messa alle 18 al termine della manifestazione. Per l’occasione i Comitati confederati hanno inviato un messaggio ai "Grandi della Terra". «Cari Governanti del G8 provvidenziale, aiutateci a ricostruire per salvare nostra storia e identità. Investire su di noi le vostre energie e risorse, perché la nostra rinascita sarà la vostra».
«Vogliamo fare una manifestazione pacifica senza nessuna volontà di provocare incidenti o disordini. La campagna montata in questo senso nei giorni scorsi é fuori luogo»: gli organizzatori del corteo "no global" di venerdì per "Dire no al G8" hanno difeso la manifestazione. A parlare è stato Enrico Ciccozzi, a nome del patto di base Cobas, Cub-Rdb, Sdl. Il corteo partirà alle 13.30 dalla stazione di Paganica e arriverà alla Villa comunale. «Si tratta di una marcia bella e pacifica - ha spiegato Ciccozzi -, il cui percorso, lontano dal centro del G8, fa capire il nostro approccio pacifico». Il "Patto di base delle realtà sindacali" intende essere presente nelle «mobilitazioni che si terranno contro i grandi della terra e, contemporaneamente, esprimere totale solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma».(A.D.M.)


5 luglio 2009 - Il Quaderno

L'UIL sul Rummo chiama la Procura: CGIL, FSI e RDB tra furbizie e scorrettezze

Benevento - Magistratura chiamata in causa nello scontro durissimo sui lavoratori somministrati dell'ospedale Rummo di Benevento. La Uil, attaccata dagli altri sindacati per il mancato impegno a sostegno dei medesimi lavoratori, precisa la sua posizione in merito, come l'unica legittima e contrattacca. Gli altri sindacati, a detta del segretario provinciale Fioravante Bosco, parlano a vanvera, ignorando il disposto nomativo che, per questo tipo di lavoratori, impone l'alternanza e, peggio, fanno anche i furbi, muovendosi per perseguire altri, poco nobili, interessi. Questi ultimi Bosco, se necessario, ha promesso di svelare, facendo anche nomi e cognomi. Di seguito il tresto integrale della lettera del segretario generale della Uil sannita inviata al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera."Gaetano Rummo" di Benevento Rosario Lanzetta, al procuratore della Repubblica di Benevento Giuseppe Maddalena, e all’assessore regionale alla Sanità Mario Santangelo: "FP CGIL, FSI ed RDB Cub di Benevento, nei giorni scorsi, hanno tentato di montare una tempesta in un bicchier d’acqua sostenendo che i lavoratori somministrati dell’Azienda Ospedaliera "Gaetano Rummo" di Benevento rischiano il licenziamento! Evidentemente i rappresentanti di tali sindacati parlano a vanvera non avendo mai letto il 3° comma dell’art. 36 del Ddecreto legislativo n. 165/2001, così come sostituito dall’art. 49 della legge n. 133/2008, il quale recita: "Al fine di evitare abusi nell'utilizzo del lavoro flessibile, le amministrazioni, nell'ambito delle rispettive procedure, rispettano principi di imparzialità e trasparenza e non possono ricorrere all'utilizzo del medesimo lavoratore con più tipologie contrattuali per periodi di servizio superiori al triennio nell'arco dell'ultimo quinquennio". Ma la cosa più indegna è l’aver coperto di contumelie il segretario responsabile della UIL FPL di Benevento, Antonio Pagliuca, reo - a loro dire - di non difendere i precari! I soggetti somministrati non sono lavoratori precari dell’Azienda ospedaliera "Rummo". Sia ben chiaro! Inoltre, siccome sappiamo tutti come vengono scelti i soggetti da avviare al lavoro, appare chiaro che la "strategia" di FP CGIL, FSI ed RDB Cub tende a preservare interessi di qualche "sindacalista" scorretto. Naturalmente, qualora si insistesse in tale atteggiamento, saremmo pronti anche a fare nomi e cognomi per smascherare chi gioca a fare il furbo!". Il segretario generale della UIL di Benevento, Fioravante Bosco, tiene ad aggiungere: "La UIL, il sindacato dei cittadini, non avallerà mai operazioni illegittime. I lavoratori somministrati che hanno prestato servizio presso il Rummo di Benevento non sono più prorogabili, poiché hanno raggiunto il limite massimo di servizio dei tre anni nel quinquennio. E’, quindi, giusto che altri disoccupati siano avviati al lavoro, vista la situazione economica e sociale in cui versa la nostra provincia. D’altro canto, la permanenza in servizio dovrebbe essere legittimamente richiesta all’agenzia somministratrice, la quale dovrebbe trasformare il rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato e utilizzare comunque tali soggetti presso un altro ente. Ma questa è pura illusione! Parente, Zinno e gli altri se ne facciano una ragione".


5 luglio 2009 - Il Mattino di Padova

Lettere
Ubriaco estraneo al team Aps

Abbiamo avuto modo di leggere il vostro articolo riguardo l’incidente occorso in via Perosi, a Padova, tra un autobus Aps della linea 1 ed alcune auto parcheggiate sul ciglio della strada, provocato da un autista in evidente stato di ebbrezza. Condannando senza giustificazione l’agente in questione per la gravità e l’irresponsabilità del gesto, ci preme tuttavia precisare, per correttezza dell’informazione data ai vostri lettori, quanto segue: 1) La persona alla guida dell’autobus non era un vero e proprio autista, bensì era stato aggregato al settore movimento essendo venuta meno la sua mansione in officina e, visto che era in possesso della documentazione necessaria, era stato assegnato ad un servizio non continuativo; 2) Tutti gli autisti (circa 400) sono persone di specchiata moralità e con altissimo senso di responsabilità che li porta a sopportare notevoli sacrifici, anche di carattere psico-fisico, per garantire agli utenti un regolare, efficiente, puntuale e confortevole servizio di trasporto; 3) Tutti i conducenti sono sottoposti a regolari visite mediche, effettuate dal personale sanitario delle Fs, che ne attestano le condizioni di salute idonee per la guida di un mezzo pubblico e questo, oltre che essere previsto per legge, anche per una totale sicurezza di utenza e cittadinanza; 4) Presso la mensa aziendale sono già state tolte tutte le bevande alcoliche da circa un anno e questo sia per ottemperare alla vigente legislazione che per evitare problematiche legate all’assunzione di alcool; 5) Sono già previsti, da un accordo della conferenza permanente Stato-Regioni, dei controlli obbligatori per gli incaricati di mansioni a rischio, tra cui rientrano anche gli autisti, riguardanti la dipendenza da sostanze stupefacenti ed alcoliche, che sinora non si sono potute svolgere a causa dei ritardi della Regione nell’emanazione dei decreti attuativi. Quindi, alla luce di questo, ribadendo la stupidità e l’incoscienza dell’atto compiuto dalla persona presentatasi a svolgere il proprio delicato compito in stato di ebbrezza e rimarcando che la totalità dei lavoratori di Aps Holding è assolutamente estranea a questo tipo di comportamento, pregherei di mettere nell’esatta luce questi lavoratori dei quali alcuni di noi da lungo tempo si onorano di far parte.
ADL-CUB Trasporti


4 luglio 2009 - Ansa

G8: NO GLOBAL, CORTEO 10/7 SARÀ PACIFICO E SENZA DISORDINI

(ANSA) - L'AQUILA, 4 LUG - «Vogliamo fare una manifestazione pacifica senza nessuna volontà di provocare incidenti o disordini. La campagna montata in questo senso nei giorni scorsi è fuori luogo»: gli organizzatori del corteo «no global» di venerdì prossimo all'Aquila per «dire no al G8» hanno difeso oggi la manifestazione. A parlare è stato Enrico Ciccozzi, a nome del patto di base Cobas, Cub-Rdb, Sdl. Il corteo partirà alle ore 13.30 dalla stazione di Paganica e arriverà alla Villa comunale. «Si tratta di una marcia bella e pacifica - ha spiegato Ciccozzi -, il cui percorso, lontano dal centro del G8, fa capire il nostro approccio pacifico». Il «Patto di base delle realtà sindacali» intende essere presente nelle «mobilitazioni che si terranno contro i grandi della terra e, contemporaneamente, esprimere totale solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma». «Invitiamo, quindi - ha affermato il portavoce no global -, le aquilane e gli aquilani a vedere questa manifestazione, sulla quale circolano voci assolutamente infondate, come un momento importante per la rinascita sociale della città, un'occasione di incontro, di crescita culturale; una scelta coraggiosa e generosa che parte del movimento sente di voler compiere». Alla manifestazione del 10 luglio all'Aquila aderiranno Rifondazione comunista, Sinistra critica e altre sigle. sottolinea che i no global «tra cui molte aquilane e molti aquilani», parteciperanno anche nelle altre manifestazioni, ad esempio la fiaccolata nella notte tra il 5 e 6 luglio ed il forum del 7. «Intendiamo - spiega ancora - essere presenti, insieme ad altre associazioni, comitati, realtà politiche alle giornate del G8, partecipando a tutte le iniziative messe in campo, tra cui la fiaccolata tra il 5 e 6 notte ed il forum del 7. Per noi assume un significato particolare la marcia del 10, manifestazione assolutamente pacifica, che riconnette le problematiche locali alla crisi più generale e alle scelte scellerate prese dai paesi del G8. Il terremoto non ha fatto altro che amplificare ed aggravare i tanti aspetti della crisi che già colpiva l'aquilano a causa di scelte finanziarie e speculative». Per il portavoce del patto di base Cobas, Cub-Rdb, Sdl, «i 'no global' (tra cui molti aquilani e aquilane) sono ben presenti su questo territorio con iniziative e progetti di autoricostruzione del tessuto urbano e sociale: in questi mesi abbiamo aperto scuole, inaugurato biblioteche, distribuito cibo, raccolto fondi da tutta Italia, tutto ciò senza rinunciare ad una critica complessiva alle logiche dell'emergenza, tentando di connettere i problemi locali, legati al terremoto, con la distruzione sociale operata a scala planetaria dai `grandi della terrà». «Questo lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo nel pieno rispetto della popolazione, senza provocare alcun tipo di problema. Ovunque le nostre iniziative hanno raccolto la simpatia e la stima della gente comune», ha concluso Ciccozzi.


4 luglio 2009 - Adnkronos

G8: NO GLOBAL, IN ABRUZZO INIZIATIVE DIFFUSE E 'INTERCONNESSE'
A ROMA CORTEO DA PIAZZA BARBERINI IL 7 LUGLIO

(Adnkronos) - Il sindacalismo di base (Cobas, Cub eccetera) e alcuni centri sociali come il Forte Prenestino organizzeranno a Roma delle 'feste d'accoglienza' (così vengono definite) ai capi di governo attesi in città per il G8. Bernocchi dei Cobas spiega che il 7 luglio, alle 17, partirà un corteo a Roma da piazza Barberini, diretto verso il ministero dell'Economia. Altre iniziative gestite localmente a Roma si terranno l'8 luglio, mentre per il 9 gli organizzatori stanno ancora valutando il da farsi, anche perchè vogliono capire se le first ladies saranno in giro per la Capitale. I comitati abruzzesi «non sono contrari a che qualcuno manifesti», spiega Di Nicola, ma in una città colpita dal terremoto che deve affrontare problemi enormi le priorità sono inevitabilmente diverse. Per Bernocchi «il grosso degli aquilani, ovviamente, è ancora sotto un treno. Ma ci sono anche questioni politiche: non è che c'è da un parte l'aquilanità e dall'altra gli stranieri che vogliono parlare del mondo. Qui c'è il Pd, con il sindaco e il presidente della Provincia, e le varie strutture locali che hanno stipulato un patto tacito con Berlusconi, per cui si rimettono in discussione punti importanti del decreto, in cambio di una relativa tranquillità durante il G8. Quando si dice che i comitati non partecipano, bisogna dire che sono comitati gestiti dal Pd: poi, per carità, non è la lebbra, ma basta che ci capiamo». All'interno del movimento, a quanto viene spiegato all'ADNKRONOS da un'altra fonte qualificata che chiede l'anonimato, la decisione dei comitati abruzzesi di concedere al G8 una sostanziale 'tregua istituzionale' ha creato parecchi malumori. Anche se si comprende che una popolazione colpita dal terremoto può avere altre priorità, il movimento continua a considerare il G8 come un'istituzione illegittima, che non ha titoli per prendere decisioni che riguardano anche il destino di altri paesi.


4 luglio 2009 - Liberazione

Pubblici Rdb Cub sciopero riuscito
di Daniele Nalbone

Roma - Per la difesa della Pubblica Amministrazione: «Viva sempre, Beata Assunta». Per la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari: «Sempre viva, affianco a noi». Questa la preghiera che ieri si è levata in diverse città italiane in occasione delle processioni organizzate dal Patto di Base (Rdb-Cub, Cobas, Sdl) per lo sciopero generale del Pubblico Impiego. Migliaia di precari degli istituti di ricerca, lavoratori della pubblica amministrazione vessati e umiliati dal ministro Brunetta e semplici cittadini solidali hanno partecipato, in tutto il paese, ai sit in organizzati dai sindacati. Banditi, però, "sindacalese" e "politichese" dalle piazze: a Roma è stata organizzato in piazza Vidoni, nei pressi del Ministero della Funzione Pubblica, la Fiera della Pubblica Amministrazione, riuscita parodia del Forum istituzionale, con attrazioni per grandi a piccini. C'era il tunnel dell'orrore precario, il tappeto del lavoro flessibile e addirittura, per la gioia del ministro Brunetta, la zona fitness per dipendenti sovrappeso, fino ad arrivare ai gonfiabili dei fannulloni e al gioco delle tre carte della produttività. Ma l'attrazione da baraccone che ha raccolto maggior successo ed ha visto cimentarsi sindacalisti, lavoratori e perfino giornalisti è stato il "tiro a segno ministeriale". Cento punti per chi centrava Berlusconi, novanta per i ministri Sacconi (Lavoro) e Brunetta (Funzione Pubblica) e ottanta per il presidente della Camera, Fini, e i ministri Gelmini (Pubblica Istruzione) e Maroni (Interno). Eccoli, in una tabella di punteggio, i responsabili della crisi e dello smantellamento della pubblica amministrazione.
Evento clou della giornata sono state, invece, le processioni in onore di San Precario e della Beata Assunta che si sono tenute nella mattina a Roma in corso Vittorio Emanuele e nel pomeriggio a Milano in piazza San Babila ma apparizioni dei due protettori della precarietà si sono registrate in tutta la Sardegna, a Verona, a Perugia, in Sicilia e Calabria.
Bisogna però segnalare le testimonianze di alcuni manifestanti che hanno affermato di aver visto i due santi apparire a Milano fin dalle prime ore del mattino durante un presidio dei lavoratori della Sanità, ieri in sciopero per 24 ore su tutto il territorio nazionale, sotto la Regione Lombardia.
A Napoli, invece, si è optato per un'assemblea pubblica con circa 400 lavoratori dove si è discusso, davanti all'assessore al Lavoro della Regione Campania, Corrado Gabriele, della controriforma in atto nella P.A. e alla fine della quale è stato sottoscritto un protocollo per la formalizzazione delle relazioni sindacali con il Patto di Base.
Nel mentre a Torino, in via Verdi, «contro la desertificazione della Pubblica Amministrazione», è stato allestito un deserto di circa cento metri quadrati dove si potevano ammirare le opere di questo Governo: scuole chiuse, ospedali in vendita, uffici pubblici in saldo, università privatizzate. Al centro dell'installazione, come un miraggio, un'oasi rappresentata dai lavoratori pubblici in lotta.
Obiettivo dei lavoratori genovesi è stata invece la sede della Rai dove è stato sollecitato il servizio pubblico a fornire ai cittadini una corretta informazione sulle reali ragioni delle proteste. Un'azione purtroppo vana a giudicare dai telegiornali andati in onda all'ora di pranzo e nel tardo pomeriggio.
In tutte le città in cui si è protestato, è stato il sarcasmo a farla da padrone in uno comparto, quello del pubblico impiego, che vive un momento drammatico: come non bastasse il progressivo smantellamento della Pubblica Amministrazione al quale stiamo assistendo, «dobbiamo lottare contro il Piano Industriale del Ministro Brunetta» spiegano i sindacalisti del Patto di Base «che dietro la farsa della meritocrazia riduce la retribuzione a fronte di carichi di lavoro sempre più elevati e aumenta la discrezionalità della dirigenza». Una lotta, quella «per un salario vero, contro l'attacco al pluralismo sindacale» che non si fermerà qui.
L'invito ai lavoratori che arriva da Daniela Mencarelli di Rdb Cub Pubblico Impiego è di «continuare a tenere alta la tensione della mobilitazione per contrastare un progetto nefasto, quello del decreto Brunetta, non solo per i dipendenti pubblici ma per tutto il paese.
Un decreto che cela, dietro il miraggio dell'efficienza e della trasparenza del pubblico impiego, «il vero scopo di questa operazione», come denunciano i lavoratori: «dimostrare la nostra presunta improduttività e renderci così "licenziabili" per arrivare all'obiettivo finale di una pubblica amministrazione ridotta ai minimi termini al servizio esclusivo delle imprese».

«Noi meno che precari», la protesta degli Lsu
di Serena Salucci

Roma - Un po' defilati dal clamore della piazza, a Roma, hanno manifestato anche i lavoratori socialmente utili, i cosiddetti Lsu, che della parola lavoro con la elle maiuscola conservano ormai solo qualche sbiadito ricordo. Vengono da diverse parti d'Italia, a rappresentare, sotto le bandiere dei sindacati del Patto di Base, la storia di una categoria di dimenticati, nata quando la precarietà del pubblico impiego muoveva appena i primi passi. Ce ne sono più di 25mila sparsi in centinaia di enti locali. Chiedono una sanatoria per l'assunzione, l'inquadramento contrattuale, uno stipendio vero e i contributi, preziosi per raggiungere una pensione decente: perché tutti questi "privilegi" o non ce li hanno più o non li hanno mai avuti.
«Gli Lsu nascono nel 1996, dalla necessità di ricollocare i lavoratori in cassa integrazione laddove c'erano carenze di organico nelle pubbliche amministrazioni. Da allora sono prorogati di sei mesi in sei mesi», spiega Elisabetta Callari, delegata RdB Cub per i Lavoratori socialmente utili. «Lavorano a tutti gli effetti con mansioni di vario tipo, anche specializzate, e orari vicini al tempo pieno, ma rimangono dei sussidiati dallo Stato, percependo a questo titolo 500 euro al mese, senza contratto e senza nessun beneficio previdenziale».
È il caso degli ex operai della Elcat Sud, fabbrica dell'indotto Fiat di Cassino, chiusa nel 1994, che dopo 4 anni di cassa integrazione sono stati assorbiti come Lsu in vari comuni della provincia di Frosinone, con un progetto ad hoc. «Con 19 anni di fabbrica alle spalle - raccontano - siamo stati messi a fare tutti i tipi di lavori: manutenzione, ripristino ambientale, pulizia, protocollo, ufficio tecnico, accompagnamento bambini, attività culturali. Da 10 anni copriamo la mancanza di personale dei nostri comuni, senza aggravio di spesa per l'amministrazione che deve solo pagarci l'assicurazione. Concorsi sono anni che non se ne fanno. Abbiamo i capelli bianchi ma la pensione è ancora lontana».
C'è poi chi è entrato a seguito di un bando per disoccupati di lunga durata e ha sempre "lavorato" così. Teresa, 54 anni, laureata, tredici anni di Lsu, è impiegata come operatrice culturale del Museo di Fara in Sabina, che insieme ad altre colleghe socialmente utili ha praticamente creato dal nulla, facendone un fiore all'occhiello del sistema museale del Lazio. «Ci sentiamo ancora più in basso dei cococò: siamo dei sottoprecari. Vorrei che quei pochi spiccioli che ricevo ogni mese non fossero un sussidio, ma uno stipendio».
Tra loro c'è anche chi ce l'ha fatta ed è venuto ieri a ringraziare la "Beata Assunta", protettrice degli stabilizzati: Cesare, 10 anni di lavori socialmente utili come impiegato del protocollo nel Comune di Borbona (Rieti), è stato assunto il primo maggio 2007 grazie a un concorso.
Per questi precari ante litteram non c'è nessun pronunciamento del governo, persino il solerte Brunetta si è dimenticato di loro. «Chiediamo che il contributo erogato dallo Stato per gli Lsu» ha precisato la sindacalista delle RdB, «diventi un trasferimento diretto agli Enti locali, che integrando con le loro risorse, come in molti casi già fanno, possano finalmente assumerli in pianta stabile».

La Lega organizza le ronde, Alemanno pure. E i sondaggi dicono che il pacchetto sicurezza piace
La destra gongola, gli italiani applaudono
di Stefano Galieni

Il consenso. La sola ragione per cui il governo in carica è potuto permettere di violare in maniera così plateale il dettato costituzionale, con l'approvazione del sedicente "pacchetto sicurezza" è da ricercare in un orrendo effetto propagandistico. Poco o nulla sanno i cittadini italiani di cosa hanno reso legge i propri governanti. Molti dei nuovi reati introdotti dalle nuove norme dall'"oltraggio a pubblico ufficiale" al carcere per chi affitta appartamenti a migranti non in regola, all'aumento dei poteri a sindaci che tornano ad essere dei "podestà" da ventennio, all'inasprimento delle pene per chi guida in stato di ebbrezza, potrebbero colpire anche coloro che oggi plaudono osannanti, credendo di aver trovato il colpevole da schiacciare. A detta di un sondaggio commissionato in tempo reale il 72% degli italiani si dichiara convinto dell'utilità di queste leggi. Non a caso, le reazioni delle forze politiche e associative, delle realtà di movimento democratiche e antirazziste, cercano di aprire una breccia in questo mare magnum di ignoranza su cui il consenso si è costruito. Da destra si promettono risultati immediati: per Borghezio ci sarebbero già pronti, mille "volontari padani" per le ronde, in Friuli Venezia Giulia, la stessa regione che, quando era governata dal centro sinistra approvò una splendida legge sull'immigrazione che favorì i processi di inclusione, oggi il clima sembra ribaltato. Federica Seganti, assessore regionale alla sicurezza (Lega) ha infatti assicurato che entro l'autunno saranno attive le "Squadre dei volontari per la sicurezza". L'ennesimo buon affare: da una parte si alimentano ulteriori paure, dall'altra si utilizzano finanziamenti per destinarli alle "squadre" e alla loro preparazione. Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ha garantito che i volontari aiuteranno le forze dell'ordine rendendo la capitale il "laboratorio per l'applicazione delle nuove norme". Lo ha dichiarato, con macabro e involontario houmor ad un convegno dal titolo "La persona prima di tutto". Ma se le ronde diventeranno un ottimo business, quasi quanto la gestione dei Cie, è l'intero mix del pacchetto a scatenare un dibattito politico di forte intensità. C'è un grumo di autoritarismo verso ogni forma di dissenso e di alterità che mette in difficoltà anche le posizioni più moderate, il tutto unito all'ipocrisia del Gasparri di turno, che accusa l'opposizione di non aver voluto votare le norme di contrasto alla mafia, contenute nel pacchetto. La chiosa l'ha poi fornita il sottosegretario al ministero dell'interno Alfredo Mantovano, affermando che dopo aver "ripristinato le regole"(?) ci si potrà occupare dell'integrazione, promesse reiterate da destra come da sinistra moderata da almeno 30 anni e mai realizzate. Le reazioni cominciano però a delinearsi come più incisive e a ricercare uno spirito unitario. Il principio di criminalizzazione della condizione di migrante irregolare è considerato come strumento per aumentare le disuguaglianze fra le persone sulla base della loro origine per "Cittadinanzattiva". A detta dell'associazione riprodurre a livello penale provvedimenti già esistenti sul piano amministrativo, produrranno effetti nefasti sulla persona e sull'intero sistema giudiziario. L'Associazione nazionale dei magistrati, per bocca del suo presidente Luca Palamara, pone gli stessi problemi affermando che "scaricare sul versante giudiziario il problema dell'immigrazione irregolare appesantirà un sistema già provato" L'Anm ragiona, da tempo, di come depenalizzare i reati più lievi, contemporaneamente il governo crea nuove fattispecie di reati, ingolfando il sistema giudiziario, per il Presidente dell'Unione Forense, Mario Lana, il provvedimento va contro il buon senso. Carceri al collasso e istituzioni delegittimate saranno secondo il legale i risultati prodotti, introducendo nuove figure di reato in un paese in cui il 95% dei reati resta impunito. L'Inca Cgil deplora di come siano stati ignorati i trattati internazionali. I sindacati non si sentono affatto rassicurati dall'intervista di Maroni secondo cui non avendo la legge valore retroattivo, le "badanti" già presenti in Italia non hanno nulla da temere. Leoluca Orlando (Idv) ha definito la legge inumana e anticristiana, mentre per Maurizio Turco (Radicale) "si afferma la sconfitta dello stato di diritto". I sindacati di base Rdb/Cub chiedono di "fermare le leggi razziste del governo Berlusconi". Accanto alla realizzazione di pratiche di disobbedienza organizzata alle norme razziste, attorno a cui stanno lavorando numerose forze fra cui il Prc, e che dovrebbero coinvolgere un tessuto vasto di figure professionali e sociali che va ben oltre l'arcipelago antirazzista, si stanno anche verificando le possibilità di costruire una grande mobilitazione nazionale in autunno. Prima dell'approvazione del pacchetto, il mondo frammentato dei movimenti antirazzisti, procedeva in modo separato, ora giungono i primi segnali che chiamano alla costruzione di un momento unificante. Intanto continuano presidi e iniziative sotto le prefetture. Per il 6 luglio il coordinamento migranti ha già organizzato una manifestazione a Verona, mentre la rete nopacchettosicurezza di Roma si è data appuntamento il 9 luglio nei pressi del Cie di Ponte Galeria, per riaffermare la richiesta di chiudere quello come tutti i Cie esistenti. C'è per fortuna ancora in questo paese chi, come Ascanio Celestini, si rifà all'Odissea, libro base della cultura del Mediterraneo, dove il "migrante" Ulisse viene accolto e rifocillato nel suo vagare. "Oggi - secondo Celestini - da noi prevale l'idea nazista che il migrante non sia un uomo ma un pezzo, come ai tempi dei lager".


4 luglio 2009 - Il Manifesto

PUBBLICO IMPIEGO
Sciopero di base e processione di beata Assunta

(fr.pi.) Per fare uno sciopero in piena estate bisogna che i problemi siano davvero seri. E nella pubblica amministrazione ce ne sono a volontà. A maggior ragione nella sanità. Per questo, ieri, le categorie specifiche dei sindacati che hanno dato vita al «Patto di base» (RdB-Cub, Cobas, SdL Intercategoriale) hanno effettuato tre ore di sciopero (24 nella sanità). Buone le percentuali di adesione, secondo gli organizzatori. Ma soprattutto decine di presidi in in tutta Italia, con le punte più significative a Roma e Milano.
Nella capitale, di buon mattino oltre 200 lavoratori precari della pubblica amministrazione hanno dato vita alla «processione della Beata Assunta», da largo Cairoli nelle vie del centro storico, fin sotto palazzo Vidoni, sede del ministero diretto da Renato Brunetta. Una statua alta due metri che ha anticipato il tono ironico delle altre iniziative. Uno striscione con al centro l'immagine di Brunetta dormiente, (circondato da colleghi come Carfagna, Gelmini, come anche dal Pd Ichino) apriva poi la «Fiera della pubblica amministrazione», un'articolata presa in giro del «Forum» annualmente organizzato dal ministero per vantare i progressi nell'efficienza della macchina burocratica.
Grande partecipazione al «tiro a segno ministeriale» (allusione al «ci mettiamo la faccia» dell'ultima campagna pubblicitaria voluta da Brunetta), con i volti dei ministri a fare da bersaglio per il lancio delle freccette. Un «tappeto elastico» per simboleggiare la flessibilità estrema perseguita dalle politiche del personale attuali. Un «tunnel del lavoro precario», un percorso-gmkana entro cui si può prendere atto delle mille difficoltà di una «carriera» da precario. E non potevano mancare i «materassi gonfiabili» su cui far sdraiare i presunti «fannulloni» che popolerebbero gli uffici pubblici. Infine un «centro fitness» in cui costringere i dipendenti sovrappeso (il ministro Brunetta si è attirato le ire anche de poliziotti, da lui definiti «panzoni»).
Su un piano più concreto, le ragioni della protesta riguardano sia gli aspetti contrattuali (è stato firmato un «rinnovo» con Cisl e Uil, che prevede circa 70 euro medi lordi di aumento) che le polticihe di «dimagrimento» della pubblica amministrazione. «Nella bozza in entrata del decreto anticrisi, il governo elimina solo alcune delle disposizioni più odiose riguardanti i dipendenti pubblici contenute nella legge 133», dichiara Paola Palmieri della direzione nazionale RdB-CUB.
Tra gli aspetti salariali più importanti c'è la richiesta di riassorbimento in paga base di molte voci del salario accessorio, recentemente ridotte d'autorità, con conseguente dimuzione netta degli stipendi di molti dipendenti. Tra le rivendicazioni, importante anche quella della «pari dignità» tra sindacati che superano le soglie di rappresentatività fissata dalla legge. Mentre il governo tende ormai a fare stabilmente accordi solo con le sigle «che ci stanno» (e anche la Cgil, in questo «nuovo corso» è ormai fuori dai tavoli di contrattazione).

VIAREGGIO Ferrovieri in assemblea per chiedere più sicurezza
«Basta con i risparmi portano solo tragedie»
di Francesco Piccioni

PISA-VIAREGGIO - La sala del Dopolavoro è gonfia di gente. Ma il locale è molto arieggiato. Non c'è rimasta una finestra sana, qui al primo piano. Da qui si vede tutto. I tendoni bruciati al piano terra, i vetri sparsi, il passaggio pedonale sopra i binari, scarnificato e semidistrutto. I carri gru sono al lavoro, i carri cisterna della Gatx sono qui davanti, anneriti ma interi. Uno è ancora rovesciato sui binari, il locomotore è completamente bruciato. I treni passano lentamente sui due binari riaperti d'urgenza ieri mattina, per dimostrare che le Fs funzionano.
La gente - abitanti di Viareggio, ferrovieri, qualche giornalista, politici e amministratori locali - è sorprendentemente calma. Davanti a un disastro come quello che si ha davanti gli occhi i trucchi della retorica e il presenzialismo diventano impraticabili. Ci vuole serietà. La stessa del «piccolo grande uomo» - il capostazione che, mentre il computer dava «via libera», ha bloccato i due treni che stavano entrando in stazione, e quindi in mezzo alle fiamme e ai carri di traverso correndo loro incontro armato solo di una torcia che non vuole nemmeno esser visto o premiato. Anche perchè Fs minaccia chi parla con la stampa.
«I treni hanno un'anima - ricorda Dante De Angelis - ci mandano segnali. Quattro in un mese, tutti carri deragliati nello stesso modo, per un asse che si spezza. Ma nessuno li ha ascoltati. In fondo non si era fatto male nessuno...». La gru, fuori la finestra, raccoglie pezzi di ferro e li scarica su un camion. Bisogna alzare la voce per dire che «certi risparmi portano solo tragedie, prima o poi». E «quando i ferrovieri parlano i sicurezza, non parlano solo per sé o per i passeggeri. Ma proprio per tutto il paese».
Si sente la necessità di stare insieme, di creare massa, forza di pressione su una politica che appare lontana e indifferente, ostile. Un discorso ritorna continuamente e trova tutti d'accordo: non è vero che le ferrovie italiane sono le più sicure d'Europa. E anche se lo fossero bisognerebbe renderle ancora più sicure, visto che non c'è paragone con la pericolosità del trasporto su strada, specie per i carichi-bomba. Qualche parola comincia ad esser spesa anche per il progetto di rigassificatore al largo della costa, davanti alla Meloria, a poca distanza di qui. Le iniziative annunciate si moltiplicano: uno sciopero regionale dei ferrovieri dell'Orsa, in Toscana, per 24 ore domenica; un altro di 4 ore lunedì, indetto dai sindacati di base (Cub, Cobas, SdL).
Poco prima, in un'altra assemblea, nella sala consiliare del Comune di Pisa, una parte del mondo politico aveva dato testimonianza del tentativo, se non altro, di mantenere un filo di comunicazione. Tutti locali, tutti dell'opposizione, parlamentare e non. L'assessore alla sicurezza civile della provincia di Lucca, l'ex ferroviere Favilla, indica «cinque cose da fare: affittare le case per le 50/60 famiglie che hanno perso casa, cambiare le normative per tutto il settore dei trasporti, aumentare il personale umano, perché non si può automatizzare tutto, riassumere De Angelis, questa 'bandiera della sicurezza'». Il senatore Filippi (Pd) e il deputato Evangelisti (Idv) hanno già dato prova di voler portare in parlamento i problemi e le istanze dei ferrovieri, e criticano le scelte politiche bipartisan che hanno portato Fs a privilegiare l'alta velocità a scapito di sicurezza, pulizie, viabilità regionale, ecc. Roberta Fantozzi, della segreteria Prc, mette all'indice le liberalizzazioni, che hanno favorito la deresponsabilizzazione generale delle società operanti nel settore.
Il punto forte lo porta, come fa da una vita, Ezio Gallori: «La procura di Torino ha iscritto al registro degli indagati dei dirigenti delle Fs per la rottura dei ganci su diversi eurostar; per aver commentato quegli episodi, come delegato sindacale alla sicurezza, Dante è stato licenziato». Non c'è niente di più pericoloso di una dirigenza aziendale che gestisce un traffico così complesso, e obiettivamente molto difficile, e che pretenda però l'impunità per se stessa e la mordacchia della censura su tutti i problemi. Questa gente lo ripete: «La gestione delle Fs deve essere riportato sotto il controllo democratico, perché è parte essenziale della vita di tutto il Paese, non proprietà privata di un consiglio di amministrazione».

VICENZA Oggi primo appuntamento no-G8
«Base di pace» al Dal Molin
di Giacomo Russo Spena

Vicenza - Ad aprire la manifestazione l'immagine della basilica palladiana, simbolo della città di Vicenza e «dell'immenso tesoro di un territorio che gli statunitensi vorrebbero trasformare in campo di addestramento». Dietro migliaia di persone giunte da tutta Italia per contrastare la base militare Dal Molin e iniziare la settimana di mobilitazione anti-G8, che terminerà con il corteo a L'Aquila del 10 luglio.
«Dignità, sogno e comunità» le parole d'ordine del corteo che partirà alle 15.30 di oggi da via Madre Teresa di Calcutta a Rettorgole (vicino al presidio permanente) e circonderà l'ex aeroporto con l'obiettivo di entrare nella struttura per piantare centinaia di bandiere della pace. «Consideriamo quell'area una parte della città - spiega Cinzia Bottene, una delle portavoci dei no Dal Molin - Riaffermeremo la nostra sovranità».
Sono tre anni che la loro battaglia va avanti e la stanchezza al momento non sembra farsi sentire. «Dal nostro territorio vengono le richieste di partecipazione, democrazia e pace - aggiunge - E domani (oggi, ndr) torneremo in strada per rispondere a chi ci chiede di arrenderci di fronte all'imposizione dall'alto dei governi». Per l'occasione su Vicenza si riverserà il popolo no global al completo. In arrivo da tutto il Paese su decine di pullman , treni e auto. Una presenza importante sarà quella degli aquilani con i comitati locali 3e32, Epicentro Solidale e Abruzzo Social Forum che, probabilmente, faranno un loro spezzone: «Dipende dalle forze». Anche le adesioni aumentano di ora in ora. Dalle associazioni (Arci, Emergency, Legambiente, Tavola per la Pace, Fiom), alle comunità «ribelli» (no Tav, no discarica di Chiaiano) passando per i partiti (Prc, Pdci, Sl e Sinistra Critica).
Nella manifestazione qualcuno vorrebbe il presidente Barack Obama, che è stato ufficialmente invitato dai no Dal Molin «a vedere con i tuoi occhi come state calpestando democrazia e ambiente per fare una nuova base di guerra».
A lui chiedono un cambio di rotta rispetto all'amministrazione Bush perché le parole annunciate nel giorno del suo insediamento prese in prestito da Abramo Lincoln («un governo del popolo, dal popolo e per il popolo») non rimangano vane. «Non ci facciamo illusioni, in questi anni in tanti hanno deluso le aspettative», fanno sapere gli attivisti del presidio permanente che comunque non termineranno il loro controvertice con la manifestazione di oggi. Parteciperanno anche agli altri appuntamenti organizzati dalla rete nazionale no-G8.
Nella notte tra il 5 e il 6, esattamente alle 3 e 32 (l'orario in cui si è avvertita la scossa più devastante il 6 aprile scorso), si svolgerà a L'Aquila la fiaccolata «Memoria, verità e giustizia» per ricordare le vittime e le responsabilità. Come quella - denunciano i comitati locali - dei costruttori e della protezione civile, che «sapeva e non ha fatto nulla». Il 7, sempre nel capoluogo abruzzese, si terrà il forum delle comunità in fermento (Chiaiano, i no Dal Molin e i no Tav) per discutere di «modelli di sviluppo, democrazia e partecipazione dal basso».
In contemporanea la «rete romana» darà il benvenuto ai potenti della Terra in arrivo nella capitale. La mattina sono previsti blocchi stradali nella città, mentre alle 17 è indetto un sit-in autorizzato a piazza Barberini (vicino all'ambasciata Usa) in cui confluirà l'intera rete. L'8 e il 9 la protesta diventerà generale: manifestazioni, blitz e azioni estemporanee sono previste in tutto il Paese. «Abbiamo deciso di delocalizzare la mobilitazione - dicono i no-G8 - Perché sono i territori che pagano il prezzo della crisi». Così «sotto osservazione» saranno i luoghi della speculazione finanziaria come le banche o le agenzie interinali.
Ma c'è anche chi non si dimentica del recente pacchetto sicurezza passato in Parlamento. Centri sociali emiliani e marchigiani insieme ai comitati abruzzesi andranno il 9 al porto di Ancona per protestare «contro la barbara politica dei respingimenti». Il 10 è prevista a L'Aquila la manifestazione, promossa tra gli altri dal Patto di Base (Cobas, Rdb e Sdl), Socialismo Rivoluzionario e Rete dei comunisti, che ha diviso i no global nei giorni scorsi tra favorevoli e contrari. I no Dal Molin, le altre comunità «ribelli» e gran parte dei comitati abruzzesi confermano che diserteranno la piazza perché «non convinti dell'efficacia di un corteo nazionale» nel capoluogo. Nessuno però ha voglia di fare polemica. Bisogna concentrarsi su oggi. Sulla mobilitazione nazionale contro la base vicentina.


4 luglio 2009 - Il Gazzettino

Tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici, sit-in davanti all’Inps

Vicenza - Almeno un centinaio di rappresentanti dell’Rdb-Cub hanno manifestato ieri mattina davanti alla sede Inps di Vicenza contro il taglio agli stipendi annunciato per i dipendenti pubblici dal decreto Brunetta ed il licenziamento disciplinare. Per effetto del nuovo provvedimento gli stipendi potrebbero essere alleggeriti in media di 30-35 euro netti al mese per ciascun lavoratore. «Il sit-in di protesta davanti all’Inps - spiega il segretario vicentino dell’Rdb-Cub, Germano Raniero - è stato promosso per manifestare contro le misure del decreto Brunetta, che presto potrebbe diventare legge dello Stato. Protestiamo contro il taglio del 10 per cento agli incentivi aziendali, che non saranno più riconosciuti ai meritevoli, ma solo ad una parte prestabilita dei lavoratori. E se per tre anni consecutivi non si ricevono incentivi si rischia il licenziamento per scarso rendimento, introducendo così il licenziamento disciplinare». Una misura ingiusta, secondo il sindacato di base vicentino, che impedisce, di fatto, ai lavoratori meritevoli di poter accedere agli incentivi e, soprattutto, può portare al licenziamento a quei dipendenti che fanno il proprio dovere, ma senza strafare. Decisamente temuto, per il Vicentino, l’innalzamento dell’età di pensionamento per le donne a 65 anni: «Le lavoratrici delle case di riposo - conclude Germano Raniero - dopo anni di lavoro altamente usurante e condizioni di salute spesso non al top difficilmente riusciranno ad assistere altre persone che, in non pochi casi, saranno più giovani o coetanee».

Venezia. Tre ore di sciopero ieri mattina negli uffici giudiziari veneziani...

Venezia - Tre ore di sciopero ieri mattina negli uffici giudiziari veneziani. Ad indire la protesta, a livello nazionale, è stato l’esecutivo di RdB Giustizia,nell’imminenza della riapertura delle trattative per il rinnovo del contratto integrativo, fissata per il prossimo 10 luglio. Il sindacato ritiene, infatti, che «nessun integrativo possa essere sottoscritto fino a quando non verrà assicurata la progressione in carriera di tutto il personale giudiziario», da dieci anni in attesa di fare un passo in avanti nelle retribuzioni e nelle qualifiche.
RdB Giustizia è contrario con l’istituzione di un Fondo unico di incentivazione per i lavoratori, il quale sarebbe «destinato ad improbabili progetti di meritocrazia», si legge nel volantino con il quale vengono spiegate le motivazioni delle protesta. Secondo il sindacato di base, al contrario, tutti i lavoratori devono poter usufruire di progressioni di stipendio e di carriera.
In attesa di buone notizie sul fronte del contratto integrativo, i dipendenti del comparto giustizia, al pari di tutti i lavoratori della pubblica amministrazione, prendono atto con soddisfazione della retromarcia del Governo per quanto riguarda le assenze per malattia. Meno di un anno fa la norma era stata modificata imponendo ai soli dipendenti pubblici l’obbligo di restare chiusi in casa durante i periodi di malattia, nonché una decurtazione dello stipendio (nella parte relativa al salario di produttività) per gli stessi periodi. Una norma che creava discrizimazioni evidenti tra lavoratori pubblici e privati. E così ora, nel decreto anticrisi emanato a fine giugno, sono state ripristinate le "vecchie" fasce di reperibilità per i dipendenti pubblici malati (dalla 10 alle 12 e dalle 17 alle 19) e abrogati i tagli al salario di produttività collegati a tutti i permessi. «É una grande conquista - ha dichiarato il segretario generale della Cisl funzione pubblica, Giovanni Faverin - È stata eliminata una norma fortemente vessatoria nei confronti dei lavoratori pubblici».

Partecipa ad un convegno, punito

Rovigo - Fabio Raule, dipendente del Comune di Rovigo all’ufficio Risorse Umane, ha ricevuto un’altra contestazione con addebito dall’amministrazione, dopo la sanzione disciplinare inflittagli alcuni mesi fa per dei volantini distribuiti in consiglio comunale che criticavano le indennità troppo alte dei dirigenti. Raule, che è anche rappresentante sindacale per la Rdb, ora però non accetterà supinamente questa nuova procedura nei suoi confronti, ma ha annunciato che farà ricorso legale. «Respingerò ogni addebito e chiederò la condanna dell’amministrazione per comportamento antisindacale» fa sapere. Il suo "torto" sarebbe quello di essere andato, su richiesta dell’assessore alle Pari Opportunità Giovanni Pineda, ad un convegno di tre giorni (tra cui un sabato e una domenica, giorni non lavorativi dunque) per relazionare sulla sua esperienza in Niger nell’ambito del progetto "Municipio senza frontiere".

Comune, dipendenti sul piede di guerra: «Pagateci»

Rovigo - (f.br.) Dieci giorni di tempo per avere risposte, altrimenti i dipendenti comunali ricorreranno alle vie legali. La giunta sta tergiversando troppo sulla questione del personale ed è arrivato il tempo di presentare un piano serio di riorganizzazione e soprattutto di rispettare gli impegni assunti anche in sede di consiglio comunale. Così, in un documento dei rappresentanti sindacali (Rsu) di Cgil, Cisl, Uil e Rdb, sottoscritto da un centinaio di lavoratori, è stata presentata una vera e propria diffida nei confronti dell’amministrazione a corrispondere la produttività relativa al 2008 entro agosto e ad anticipare 1000 euro a lavoratore entro il mese corrente. Si chiede inoltre di rispettare l’incremento del fondo salario accessorio sempre per il 2008, integrando le risorse già previste per il 2007 di 140mila euro e di negoziare con le organizzazioni sindacali il piano triennale dei fabbisogni, mai elaborato sinora, per fissare le progressioni verticali che diano un riconoscimento alle professionalità interne, per l’assunzione di nuovi addetti alla manutenzione e per prevedere la progressiva riduzione della dotazione dirigenziale a garanzia del rispetto dei limiti previsti per legge. «Con soddisfazione ho appreso della decisione del consiglio comunale di ridurre il fondo ai dirigenti di 60mila euro – afferma a titolo personale il responsabile Rdb Fabio Raule – augurandomi che queste risorse vengano dirottate però al fondo dei lavoratori. E a dimostrazione del fatto che le mie rivendicazioni su questo tema erano corrette per principio, è arrivata la legge 69 del 16 giugno scorso che all’articolo 21 prevede l’obbligo di pubblicare sul sito del Comune i compensi dei dirigenti e del direttore generale. Una battaglia che mi è costata una sanzione disciplinare che a questo punto è evidente che era pretestuosa».
Ora i dipendenti si attendono risposte dalla giunta, non solo dal sindaco Merchiori ma soprattutto dall’assessore al Personale Graziano Azzalin che da dicembre dell’anno scorso, dicono i lavoratori, promette di risolvere queste questioni ma con continui rinvii o incontri non conclusivi.


4 luglio 2009 - Il Giornale di Vicenza

Auto bloccate contro Brunetta

Vicenza - SCIOPERO. Ieri sciopero generale del comparto pubblico e sanità contro le scelte del ministro Brunetta: sit-in del sindacato Rdb Cub davanti all’Inps in corso S. Felice: traffico rallentato.


4 luglio 2009 - Il Piccolo

Bus, domani pomeriggio lo sciopero delle RdB

Trieste - Domani dalle 17.30 alle 21.30 potranno esserci dei disagi per chi viaggia in autobus. Sciopereranno infatti in questa fascia oraria gli autisti dei bus e i lavoratori di Trieste Trasporti aderenti alle RdB. Nel mirino del sindacato autonomo il piano di trasporto estivo varato dall’azienda e in particolare le modifiche alla linea 6, prolungata fino a Grignano, e alla linea 36 limitata al Bivio di Miramare. «Gli interventi unilaterali di Trieste Trasporti hanno già causato sulla linea 6 una riduzione del 27% della capacità di trasporto per gli utenti che da San Giovanni devono recarsi in centro o alla stazione dei treni - spiega una nota delle RdB - e una riduzione del 33% di capacità di trasporto per gli utenti che da Grignano devono recarsi in centro città. Anche sulla 36, le partenze da via Carducci sono state» diminuite. L’azienda ha rafforzato il servizio, ma secondo RdB sono state «disattese» le indicazioni del sindacato.


4 luglio 2009 - Il Mattino di Padova

Statali, braccia incrociate
Protesta anti-Brunetta in piazza Insurrezione

Padova - Anche negli uffici padovani del pubblico impiego (tra cui Comune, Parastato, Agenzie Fiscali, etc) e della sanità lo sciopero di tre ore, organizzato ieri da Rdb-Cub contro il Decreto Brunetta, è riuscito abbastanza bene. I settori in cui l’adesione dei lavoratori è risultata più alta sono stati le Agenzie delle Entrate ed il Comune di Padova. Intorno a mezzogiorno i Cobas nostrani hanno anche effettuato una manifestazione di protesta davanti all’ingresso dell’Inps, in piazza Insurrezione, coordinata da Stefano Pieretti, Celeste Giacon e Carlo Tommasin. Molto apprezzato dai passanti il manifesto gigante, in cui è fotografato il ministro Renato Brunetta mentre, ad un convegno pubblico, schiaccia un pisolino sulla sedia.


4 luglio 2009 - Il Giorno

Un aiuto alle mamme bimbi a scuola di più
La Moioli: orario prolungato fino alle 18
di SABRINA PEREZ

MILANO - UN FUNERALE simbolico per rappresentare la morte del lavoro a tempo indeterminato. Da piazza San Babila a corso Matteotti, da piazza Meda fino a piazza della Scala. Una risposta concreta allo sciopero nazionale indetto da Rdb-Cub, Cobas e Sdl per denunciare la condizione precaria di centinaia di dipendenti della pubblica amministrazione. Nel mirino dei sindacati anche la retribuzione di chi lavora nei centri estivi. «Pagano 3,70 euro all'ora sottolinea critico Riccardo Germani rappresentante RdB , una miseria. E lo stipendio non lo ricevono prima di novembre. Come se gestire gruppi di 26 bambini fosse un lavoro da nulla privo di responsabilità». Sono poche le educatrici che hanno aderito al corteo: troppa la paura di perdere da un giorno all'altro il posto di lavoro. «Chi manifesta spiega Francesca Acerbi, 36 anni, educatrice , chi alza la voce, è inutile negarlo, rischia provvedimenti disciplinari, sospensioni e richiami o peggio ancora di perdere l'impiego. Siamo sotto organico e in caso di maternità, ferie e lunghe degenze non possiamo contare sull'arrivo di rinforzi e per mandare avanti le scuole siamo costrette a straordinari non retribuiti. I precari vengono usati come jolly da spostate da una scuola all'altra senza criterio nella speranza di tamponare le emergenze». IL DITO è puntato anche contro la modalità di convocazione delle educatrici per i centri estivi: «La chiamata continua Francesca doveva arrivare entro il 31 maggio e invece le prime telefonate sono arrivate a metà giugno quando molte avevano già prenotato le ferie». Già pronti ricorsi e iniziative legali. A far discutere poi l'estensione del post-scuola (mezz'ora in più rispetto agli altri anni) a sostegno delle famiglie, in particolare di mamme che lavorano, per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro, vita scolastica e familiare. Un intervento annunciato ieri dall'assessore Mariolina Moioli che darà alle famiglie, con figli di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, l'opportunità di accompagnarli a scuola già un'ora prima delle inizio delle lezioni (alle 7.30) e di poter contare su un doposcuola prolungato fino alle 18. Un servizio che secondo le stime di Palazzo Marino interesserà più di 6mila bambini e circa 140 istituti. Investiti 2,2 milioni di euro. «I centri estivi e il doposcuola conclude Francesca sono un'ancora di salvezza per tante famiglie. Peccato che per portarli avanti servano risorse e il triplo del personale».

Viaggi premio ai manager Protesta su Facebook: sospeso
Vimercate, stop di 3 giorni per un delegato dell'Ibm
di ANTONIO CACCAMO

VIMERCATE - AVEVA ORGANIZZATO su Facebook una raccolta di firme per protestare contro un viaggio premio di quattro giorni alle terme regalato dall'azienda a 50 manager e ai propri familiari. Il delegato sindacale della Flm Uniti Cub è stato sospeso dalla direzione aziendale per tre giorni e dallo stipendio per avere effettuato «due post su Facebook in orario di lavoro e con strumenti aziendali». Succede all'Ibm di Vimercate. Il provvedimento è considerato contrattualmente ineccepibile dall'azienda. Ma la Rsu lo contesta, giudicandolo «sproporzionato e ingiustificato» e ne chiede il ritiro. «CONSIDERIAMO la sanzione contro Davide Barillari una ritorsione per l'iniziativa di protesta contro i privilegi dei manager lanciata su Facebook», scrivono i delegati della Cub, promotori della raccolta di firme on line. Aggiungono che: «In Ibm l'uso di Facebook è diffuso, esistono più di 100 gruppi, ed in alcuni casi è previsto dalla stessa azienda». A loro dire, il provvedimento disciplinare mette «in gioco il diritto alla libera espressione e alla rappresentanza sindacale. Potenzialmente sono esposti a provvedimenti disciplinari tutti i lavoratori che stanno utilizzando questo strumento per fini professionali e tutti i rappresentanti dei lavoratori che utilizzano (o utilizzeranno) Facebook per comunicazioni sindacali». La vicenda risale a maggio. Quando qualcuno della Rsu scopre il viaggio regalo dei manager Ibm. Siamo nel pieno della crisi economica. Barillari organizza una raccolta di firme utilizzando Facebook. Oltre 240 lavoratori aderiscono all'appello per chiedere che non si ripetano simili iniziative manageriali. Insieme alla raccolta firme, il segretario generale della Cub, Pier Giorgio Tiboni, manda una lettera alla casa madre Ibm negli Stati Uniti che taglia il budget per i viaggi premio. IL 22 MAGGIO arriva la contestazione scritta a Barillari, ratificata, sulla base dello Statuto dei lavoratori, sette giorni dopo. Il destinatario del provvedimento non è un sindacalista qualunque. Già delegato Fiom Cgil, è stato fra gli organizzatori nel 2007 del primo sciopero virtuale al mondo SecondLife, premiato al Senato francese come una delle 100 iniziative più innovative del web. Ora il social network si mobilita per difenderlo. Su Facebook è nato un gruppo di solidarietà «sperando che Ibm cambi atteggiamento e non si vendichi in questo modo contro un rappresentante sindacale che ha solamente denunciato gli sprechi», sottolinea la Rsu di Vimercate.


4 luglio 2009 - Il Resto del Carlino

Bologna. SIT-IN dei dipendenti statali ieri mattina...

Bologna - SIT-IN dei dipendenti statali ieri mattina davanti alla sede Rai per protestare contro la riforma della Pubblica Amministrazione. I lavoratori, riuniti sotto la Confederazione unitaria di base del pubblico impiego (RdB Cub), hanno indetto uno sciopero generale di tre ore contro quella che definiscono una «pubblica amministrazione privatizzata».

Bologna. In occasione dello sciopero nazionale per la tragedia ferroviaria...

Bologna - In occasione dello sciopero nazionale per la tragedia ferroviaria di Viareggio indetto dai sindacati Cub, Cobas e Sdl, martedì prossimo 7 luglio l'organizzazione Cub trasporti ha organizzato un'astensione dal lavoro di 4 ore che, per il personale viaggiante dell'Atc di città e provincia, si svolgerà dalle 12,30 alle 16,30. In tali orari, informa l'Azienda, i servizi di trasporto pubblico urbano, suburbano ed extraurbano non saranno garantiti.


4 luglio 2009 - La Nuova Sardegna

LA PROTESTA
Contro il decreto Brunetta Cobas in corteo anche nell’isola

CAGLIARI - Sciopero di tre ore e manifestazione di protesta anche a Cagliari, Nuoro ed Oristano contro il decreto Brunetta dei dipendenti del pubblico impiego iscritti ai Cobas, Sdl e Rdb-Cub. A Cagliari (foto) una trentina di persone si sono ritrovate davanti alla sede della rappresentanza del governo, con striscioni e cartelli contro il provvedimento che ritengono sia «peggiorativo delle condizioni di lavoro e dei servizi». «Approfittando di un crisi economica e sociale sempre più grave - si legge nel volantino - il governo ha progettato una profonda riforma in senso negativo della Pubblica amministrazione». Critiche sono piovute sulle modalità di concessione degli incentivi e sulle «esternalizzazioni» dei servizi.

Sassari, da lunedì «Cuntra a su G8»
Quattro gli argomenti di dibattito che impegneranno gli antagonisti
di Antonello Palmas

SASSARI - Il vertice G8 è stato spostato dalla Maddalena all’Aquila, ma il controvertice G8 in Sardegna si fa lo stesso. Nella pineta di Baddimanna, quartiere Monte Rosello di Sassari. Senza black-blok, senza violenze e problemi per la sicurezza «perché il neoliberismo è in crisi e l’aria è molto cambiata da Genova a oggi». Nelle panchine del parco è stato presentato ieri «Cuntra su G8», tre giorni di discussioni: da lunedì 6 luglio alla sera sera dell’8.
«Si fa lo stesso - spiega l’addetto stampa Antonio Canu - perché partito il G8 verso l’Abruzzo (contro, va ribadito, la volontà degli abitanti dell’Aquila), restano in Sardegna i problemi economici, lavorativi, dei diritti, interpersonali».
«L’area antagonista- prosegue Canu - composta da decine di associazioni che lavora dallo scorso anno al progetto di un controvertice, ha deciso di andare avanti dislocandolo in più regioni».
Oltre alla voglia di prendere le parti di quella fetta di mondo che non conta nulla nelle grandi questioni internazionali, c’è alla base l’idea di una provocatoria contrapposizione a un vertice che quelli del «Cuntra» ritengono non essere stato autorizzato da nessuno.
Gli argomenti sui quali discuteranno i quattro tavoli previsti sono gli stessi del G8 ufficiale, quello abruzzese: servitù militari, guerra e autodeterminazione; autosufficienza energetica, no al nucleare, sovranità militare; diritti di cittadinanza e repressione sociale.
«La crisi mondiale ha acuito quella del neoliberismo - dice Canu - e noi siamo qui per proporre un modello di sviluppo alternativo a quello esistente». Per il sindacalista Angelo Marras «la crisi rischia di pagarla il terzo o quarto mondo, o la parte povera dell’Occidente ricco, come la Sardegna: siamo terreno di lotta strategica e mediatica, la vasta presenza di basi militari o l’idea di portare il nucleare lo dimostrano». «Non abbiamo lavorato per qualcosa che si concluderà il prossimo 8 luglio - spiega Gavino Piredda, addetto ai contatti con le istituzioni - ma per qualcosa che inizia ora e con l’obiettivo ambizioso di riequilibrare le risorse del mondo. E’ un dibattito di tutti».
Queste le associazioni coinvolte: Arci Sardegna, Sinistra unita e plurale, Cagliari social forum, Cantiere sociale de l’Alguer, Cobas scuola, Confederazione Cobas, Festa dei popoli in lotta (Tula), Gettiamo le Basi, Irs, La città di Ar, Manifesto sardo, Mos, Pdci Sardegna, Prc (circolo Ilaria Alpi Sassari), Prc (federazione di Cagliari e Sassari), Rdb Cub, Rete 28 aprile, Sindacadu Natzione Sarda, Sinistra critica.
I partecipanti all’iniziativa, non sassaresi, saranno alloggiati nei camping di Li Nibari e Golfo dell’Asinara (assolutamente vietato, invece, piazzare tende a Baddimanna).
Il 6 pomeriggio è prevista l’accoglienza dei gruppi esterni, il 7 la divisione dei partecipanti nei quattro tavoli nei quali si articolerà il dibattito, l’8 mattina riunione per redigere un documento comune, pomeriggio dedicato alla discussione sotto un’angolazione sarda.
E tutte le sere, nei giorni della manifestazione. dopo i lavori del controvertice, dalle ore 20 in poi c’è spazio per il relax con il cosiddetto «Cuntrabar», a base di musica, arti varie e moemnti culturali.


4 luglio 2009 - Il Quotidiano di Calabria

Lo sciopero organizzato da RdB/Cub
Gli statali calabresi sono scesi in piazza contro Brunetta
di Patrizia Canino

CATANZARO – Ancora una volta lavoratori in piazza. Questa volta a fermarsi per tre ore in uno sciopero nazionale, organizzato dalla RdB/Cub e che ha interessato in Calabria le province di Catanzaro, Cosenza e Reggio, sono stati i comparti del Pubblico Impiego – mentre l’intera giornata ha riguardato il settore della Sanità – i quali hanno manifestato contro i contenuti del decreto Brunetta. "Decreto, questo, ha spiegato Luciano Vasta, portavoce della RdB-Cub, che dietro al miraggio dell’efficienza e della trasparenza della Pubblica Amministrazione si nasconde il vero scopo di tutta questa operazione: dimostrare che i lavoratori pubblici sono improduttivi e quindi licenziabili, che ci sono strutture pubbliche inefficienti e quindi da sopprimere per arrivare ad una pubblica amministrazione, non snella, ma ridotta all’osso, al servizio esclusivo delle imprese, che fornirà servizi sociali di sussistenza ai cittadini e regalerà al privato la gestione, dietro pagamento, di tutto il resto. Inoltre si vuole sottolineare, facendo riferimento alla "differenzazione stipendiale", che sono già previste all’interno dei contratti del pubblico impiego delle disposizioni che permettono di differenziare il salario accessorio dei dipendenti sulla base dei risultati raggiunti, ma non si sa forse che i compensi del sistema premiante, i cosiddetti premi di produttività, siano finanziati in buona parte non con soldi freschi, ma con parte degli aumenti contrattuali che, anziché essere destinati all’incremento tabellare, confluiscono nei fondi per il salario accessorio delle pubbliche amministrazioni; senza dimenticare che graduatorie previste da Brunetta, che dividono i lavoratori tra "buoni e cattivi" in base ad un concetto di meritocrazia del tutto opinabile, creeranno inevitabilmente disfunzioni organizzative a totale scapito della produttività". A questo sciopero non hanno aderito le altre organizzazioni sindacali, anche perché, come lo stesso Vasta ha riferito anche attraverso la nota informativa, "la riforma Brunetta è legata a filo diretto con i contenuti del Memorandum siglato da Cgil, Cisl, e Uil".


4 luglio 2009 - Il Domani

PUBBLICO IMPIEGO
A Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria decine di lavoratori hanno sfilato contro la privatizzazione
Tre manifestazioni contro la riforma
Vasta (RdB/Cub): "La Calabria è tra le regioni più colpite dallo smantellamento voluto dal Governo"

Catanzaro. – "Lo Lo sciopero generale del Pubblico Impiego, indetto dalle RdB/Cub e dalle altre organizzazioni del sindacalismo di base, ha visto la Calabria protagonista con ben tre manifestazioni che si sono svolte oggi nelle città di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria". Lo afferma in una nota, Luciano Vasta della RdB/Cub. "Le iniziative – aggiunge - iniziative hanno visto decine di lavoratori sfilare per le piazze delle tre città, distribuendo volantini e materiale che ha spiegato ai cittadini tutti, le ragioni dello sciopero.Infatti, lo smantellamento della pubblica amministrazione con la dichiarata intenzione di questo governo di privatizzare i servizi pubblici, peserà non solo sulle spalle dei lavoratori trattati oggi alla stregua di criminali, mentre invece sono sottopagati e vessati, ma anche su quelle dei cittadini che vedranno peggiorare sempre di più i servizi che già oggi, non per colpa dei lavoratori, ma per i tagli indiscriminati portati di continuo, lasciano decisamente a desiderare, come nel settore della sanità e della scuola". La Calabria – afferma Vasta - è tra le regioni più colpite da questo smantellamento della pubblica amministrazione, visto che le gabbie salariali, faranno sì che a parità di lavoro, a parità di prestazioni rese e a parità di risultati, un lavoratore calabrese percepirà uno stipendio inferiore rispetto a quello di altre regioni d’Italia. Inoltre la situazione già drammatica in alcuni settori, come la scuola e la sanità, nella nostra regione subirà ulteriori aggravamenti, per cui solo chi avrà ampie disponibilità economiche, avrà accesso a quei servizi essenziali a tutela della salute o del diritto allo studio". "Secondo i primi dati ricevuti – conclude - in Calabria, allo sciopero ha aderito una buona percentuale di lavoratori, con punte importanti in alcuni uffici, dove i disagi all’utenza sono stati avvertiti in modo sensibile".


4 luglio 2009 - Gazzetta del Sud

Ieri lo sciopero del pubblico impiego
Il decreto Brunetta nel mirino di Rdb-Cub
di Luigi Scalzi

Una pubblica amministrazione sempre più privatizzata, i cui servizi sono garantiti solo a coloro i quali avranno la possibilità di pagarli. Questo per Luciano Vasta, componente dell'esecutivo regionale della Federazione pubblico impiego Rdb-Cub, è il pericolo maggiore che gli italiani dovranno affrontare se venisse data attuazione al cosiddetto "decreto Brunetta" in materia di efficienza e ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico. Ed è questa la principale motivazione dello sciopero nazionale organizzato ieri da Rdb-Cub per manifestare il proprio dissenso prima della definitiva approvazione del testo legislativo. Lo sciopero è durato tre ore in tutti i comparti del pubblico impiego (le ultime dell'orario lavorativo), e per tutta la giornata nella sanità. In città si è tenuta una manifestazione in piazza Matteotti con distribuzione di materiale mirato ad informare la popolazione su quelle che Rdb-Cub sostiene essere le reali motivazioni ed i reali effetti del provvedimento. Per Luciano Vasta, sotto la maschera del rinnovamento della pubblica amministrazione ispirata alla trasparenza e all'efficienza, il decreto Brunetta nasconde la precisa volontà di dimostrare che i lavoratori pubblici sono improduttivi e le strutture pubbliche sono inefficienti, avviando un meccanismo di "destrutturazione" demolitiva dell'amministrazione pubblica con successiva necessità di delegare al privato la gestione di settori basilari per la vita del cittadino. Al contrario, i manifestanti sostengono che le deficienze della pubblica amministrazione non sono da imputare ai lavoratori, ma ad anni di scelte sbagliate e di cattiva amministrazione da parte della politica romana. La manifestazione si è svolta contemporaneamente anche a Reggio e Cosenza ed è solo il primo atto di una protesta che i sindacalisti promettono di portare avanti fino in fondo, preparando uno sciopero generale che in autunno, in caso di approvazione integrale del decreto, fermerà l'intero apparato pubblico della Regione.


4 luglio 2009 - Calabria Ora

rdb-cub
Tre ore di sciopero contro il decreto Brunetta
di Maurizio Cacia

Catanzaro - Tre ore di sciopero per i lavoratori del pubblico impiego. Uno sciopero che ha visto anche a piazza Matteotti, ieri mattina, la presenza dell’RdB Cub per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà che incontreranno quotidianamente i lavoratori del pubblico impiego dopo il decreto Brunetta. "Questo sciopero – ha detto Luciano Vasta dell’Esecutivo regionale RdB Cub – nasce dall’esigenza di dire no a quanto sta avvenendo in una pubblica amministrazione, che sembra stia andando verso la privatizzazione, e un decreto che si scaglia contro le maestranze con attacchi violenti e che mina anche i cittadini che dovranno rivolgersi ai privati, quando la pubblica amministrazione sarà privatizzata". Secondo i sindacalisti, dietro il miraggio dell’efficienza e della trasparenza ella Pubblica Amministrazione, si nasconde il vero scopo di questa operazione: dimostrare che i lavoratori pubblici sono improduttivi e quindi licenziabili, che ci sono pubbliche inefficienti e quindi da sopprimere per arrivare ad una pubblica amministrazione, non snella, ma ridotta all’osso, al servizio esclusivo delle imprese, che fornirà servizi sociali di sussistenza ai cittadini e regalerà al privato la gestione, dietro pagamento, di tutto il resto. La normativa che viene introdotta dal decreto sulla dirigenza – si legge in una nota del sindacato - ci preoccupa e non poco. La dirigenza della pubblica amministrazione è una dirigenza quasi totalmente lottizzata e legata mani e piedi ai poteri sindacali e politici di riferimento. Oggi, con le nuove regole, questa dirigenza, che avrà il potere di decidere salario, percorsi di carriera ed anche posti di lavoro dei dipendenti pubblici, si troverà a doversi assumere quelle responsabilità che non è mai stata capace di assumersi. Non è difficile immaginare che per non essere colpita in prima persona non esiterà a colpire i lavoratori.


4 luglio 2009 - Il Padova

Sciopero contro Brunetta disagi negli uffici pubblici
Sit in all'Inps

Padova - Sciopero indetto dal sindacalismo di base ieri nel pubblico impiego. I lavoratori della sanità hanno incrociato le braccia per tutta la giornata, mentre negli uffici pubblici l'astensione del lavoro ha riguardato le ultime tre ore del turno lavorativo. In concomitanza con lo sciopero, che in Comune ha creato qualche disagio nei servizi di front office, è stato organizzato un sit in davanti alla sede Inps di piazza Insurrezione. I manifestanti hanno srotolato un enorme striscione con la fotografia del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta 'dormiente'. "Diciamo no - spiega Celestino Giacon di Rdb Cub alla privatizzazione della pubblica amministrazione e al utilizzo della meritocrazia come pretesto per discriminare i lavoratori". Fra le ragioni della manifestazione anche il no all'innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile delle donne.


4 luglio 2009 - Gazzetta del Sud

Castrovillari Contro il nuovo decreto
Dipendenti del tribunale in sciopero per tre ore
di Angelo Biscardi

Castrovillari - Sciopero di tre ore di alcuni lavoratori e lavoratrici del TribunaIe di Castrovillari. Le organizzazioni sindacali Rdb-Cub, Cobas Spi e Sdl - intercategoriale, infatti, ieri mattina hanno incrociato le braccia per tre ore. Motivo scatenante della protesta è il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri l'8 maggio. Si tratta, come si sa, delle misure relative alla retribuzione dei dipendenti pubblici ma quello che non va giù è anche il sistema di razionalizzazione dei pubblici uffici. Secondo le sigle sindacali, il provvedimento del Ministro Brunetta taglierebbe "Le retribuzioni dei dipendenti pubblici sulla base di una valutazione a totale discrezione dei dirigenti". Altri punti della protesta, che è stata adottata dal circa il 75 per cento degli operatori della Giustizia, riguarda la: "Volontà del Governo di chiudere centinaia di uffici pubblici attraverso — secondo le sigle sindacali - provvedimenti di riorganizzazione della Pubblica amministrazione, la volontà di aumentare l'età pensionabile delle lavoratrici della Pa". Infine hanno protestato contro la decisione "di impedire lo svolgimento delle prossime elezioni dei rappresentanti sindacali dei lavoratori (Rsu) del pubblico iimpiego".


4 luglio 2009 - Il Tirreno

ANALISI RINVIATE
Sciopero e i prelievi vanno in tilt

Niente prelievi se non quelli particolarmente urgenti ieri in alcune strutture Asl: decine di persone sono state costrette a tornarsene a casa saltando l’appuntamento programmato. La direzione dell’Asl conferma che ieri mattina è stata ridotta l’attitivà del laboratorio analisi in seguito a uno sciopero indetto da Rdb-Cub, Cobas e Sdl (e annunciato nei giorni scorsi). I vertici dell’Asl si scusano «per i disagi», rassicurano gli utenti («saranno prontamente richiamati» e informa di essersi attivata «sin dal primo momento per verificare le condizioni in cui è maturata la situazione».


4 luglio 2009 - Il Secolo XIX

Scioperi, previsto un luglio bollente su tutta l'Italia
I dipendenti di molte categorie professionalipronti a incrociare le braccia nel corso dell'estate

GENOVA - Dai giudici di pace alle maestre d'asilo, passando per hostess e benzinai. Sul fronte degli scioperi si prepara un luglio caldo, caldissimo. Scenderanno in corteo non solo gli iscritti ai sindacati confederali, o i gruppi legati alle rappresentanze di base , ma anche categorie che di solito non occupano né le piazze né le pagine dei giornali. Le motivazioni, così come le professioni, sono diverse. Licenziamenti, rinnovi di contratto, vere e proprie riforme, come quella chiesta dai giudici "di prossimità". Da Nord a Sud, il rosario degli scioperi è veramente impressionante.
All'inizio della settimana si è registrata la protesta dei vigili del fuoco e dei ricercatori dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che hanno occupato la nave oceanografica dell'istituto, contro l'allontantamento di 430 precari. Senza contare lo sciopero dei ferrovieri in Toscana contro la tragedia di Viareggio. Ieri c'è stato lo sciopero generale dei dipendenti pubblici e dei lavoratori del settore della sanità organizzato dai sindacati di base, dei precari della Piana di Gioia Tauro, dei dipendenti autonomi della Regione Emilia Romagna, delle maestre d'asilo a Genova. Oggi è la volta dei lavoratori dello stabilimento Fiat di Melfi, domani ci sarà lo sciopero del personale Fs della Toscana, il 7 luglio sarà la volta degli autonomi del settore trasporti che scioperano per la sicurezza.
I giorni 8 e 9 sarà il turno dei benzinai per il rinnovo del contratto,il 9 toccherà ai dipendenti Meridiana ed Eurofly, mentre il 10 in Sardegna si fermeranno per otto ore tutti i lavoratori dei settori produttivi e dei servizi. L'11 c'è lo sciopero del personale Trenitalia. Poi è il turno dei giornalisti: sciopero il 13 dei giornali, il 14 dei siti internet. Nello stesso giorno e per gli stessi motivi non lavoreranno i magistrati, mentre a Palermo sciopereranno i vigili, perché non hanno più soldi. Dal 13 al 18 luglio incroceranno le braccia i giudici di pace, che chiedono la riforma del settore. Il 20, infine, sciopero del personale Alitalia e AirOne. (A.Q.)


4 luglio 2009 - Italia Sera

Emergenza casa, sfrattati protestano contro il Comune
Rdb-Cub: "Ancora una volta risposte insufficienti"

Un centinaio di sfrattati hanno protestato sotto la sede dell’Ufficio politiche abitative del Comune di Roma, in via della Concordia, per chiedere "una casa vera e la fine della politica dei residence". Molti di loro, infatti, provengono proprio dai residence messi a disposizione dal Campidoglio per i senza casa ma a protestare ci sono anche gli sfrattati "10 punti" in attesa di un alloggio popolare. Al termine dell’occupazione, una nota del Rdb-Cub fa il punto della situazione: "Dopo aver ascoltato i motivi della protesta, il direttore dell’ufficio, Raffaele Marra, ha comunicato che entro un anno verranno assegnati alloggi alla metà dei nuclei in graduatoria con 10 punti (1200 case). Sulla questione dei residence, invece, si è detto d’accordo sull’inutile sperpero di denaro (27 milioni di euro l’anno), una cifra che consentirebbe agli assistiti di ricevere un contributo idoneo all’affitto di un appartamento, ma ha comunicato che la convenzione stipulata con le proprietà, su parere dell’avvocatura del comune di Roma, non potrà essere rescissa fino al 2014. Si è impegnato, invece, a rivedere le regole di gestione vigenti nei residence, luoghi simili a centri di reclusione". "E’ ancora una volta evidente che il Comune di Roma non darà risposte sufficienti non solo nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo - prosegue la nota - Alla luce dell’incontro, oltre a ribadire la richiesta di dimissioni dell’assessore alla Casa e del suo staff, riteniamo quanto mai necessario mantenere la mobilitazione in difesa del diritto all’abitare di fronte agli ufficiali giudiziari e ai proprietari, nonostante il clima di intimidazione che si sta affermando in questa città, dove i diritti continuano a rimanere senza risposte mentre le forze di polizia sono solerti nell’identificare e nel denunciare chi afferma il proprio diritto a una vita dignitosa. Nel frattempo proseguiremo la raccolta delle firme a sostegno della legge di iniziativa popolare per il diritto all’abitare, promossa dalle reti cittadine".


4 luglio 2009 - Corriere del Veneto

Villa Serena, incontro disteso
In ballo il piano di lavoro contestato dai fisioterapisti. La Uil: "No ai diktat". Fra sindacati e azienda sembra esserci una schiarita
di Alessandro Quami

MONTEFIASCONE - Un incontro disteso ieri pomeriggio a Villa Serena. Con i sindacati che hanno avuto il faccia a faccia con il cda al completo della struttura sanitaria integrata (residenza sanitaria assistenziale, residenza protetta, casa di riposo). Dice Angelo Sambuci, della Uil Fpl: "L'atteggiamento aziendale è stato più aperto del solito. Massimo Forti e Manfredi Genova mi hanno assicurato che parleranno con gli operatori. Soprattutto i terapisti". Il sindacalista parla di "valutazioni di tipo organizzativo" al centro del dibattito. "Noi siamo per il rispetto delle mansioni: ok se c'è da fare qualche eccezione e dare una mano anche con lavori al di fuori del mansionario, ma diciamo no a codificare nei compiti del terapista della riabilitazione anche le pulizie del giardino". In ogni modo, l'incontro è stato interlocutorio tendente al bello. Con l'apertura al dialogo dei vertici aziendali che, dice Sambuci, "potrà portare miglioramenti". I sindacati comunque non abbassano la guardia e chiedono che si ripristini il piano di lavoro intavolato con l'ex ad Riccardo Fatarella. "Piano che si potrebbe ritoccare ma non stravolgere - puntualizza Sambuci -. L'organizzazione attuale infatti non va: il piano sperimentale sembra fallito, è inapprovabile". I rappresentanti dei lavoratori hanno poi salutato l'azienda con il proposito "di fare un passo indietro; ma ci vuole flessibilità da ambo le parti. Le rigidità fanno male a lavoratori e utenti - conclude Sambuci -. L'orario spezzato rende loro la vita difficile: non siamo disposti a subire vessazioni. E non escludiamo il coinvolgimento della proprietà: se non ci sono miglioramenti ci appelleremo al sindaco Andrea Danti". Il quale, prima del tavolo tra sigle e azienda, ha a sua volta speso due parole con Forti e Genova: "Un incontro deciso da tempo e scollegato dalle vicende lavorative", assicura. Oltre a Forti e Genova, della Geress scarl (i privati che hanno il 49% di Villa Serena srl), c'erano il presidente Angelo Ubaldi e i consiglieri Marco Marianello e Giancarlo Moscetti, per conto del Comune (51%). Per i sindacati: Uil Fpl, Fps Cisl (Mario Malerba), Cgil funzione pubblica (Francesco Lozzi), Fials, Rdb (Loretta Cicoria), Ugl sanità (Egidio Gubbiotto e Pino Minetola).


4 luglio 2009 - EPolis Roma

Emergenza casa. I Blocchi metropolitani occupano le Politiche abitative
Su sfratti e punti dieci «Risposte insufficienti»

Roma - I Blocchi precari metropolitani hanno occupato ieri gli uffici delle Politiche abitative del Comune. Obiettivo della protesta, spiega l'Asia Rdb, è denunciare l’inerzia del comune di Roma sul tema casa: 35mila nuclei in graduatoria per la casa popolare, 16mila richieste per il buono affitto, 6mila sfrattati, 5mila inquilini che non hanno potuto acquistare case messe in vendita da enti previdenziali, 4mila le persone che vivono in condizioni indecenti. A questi vanno aggiunti 240mila studenti fuorisede, migranti, giovani che continuano a vivere con le famiglie d’origine non per scelta ma per necessità. Nel pomeriggio, i manifestanti hanno incontrato Raffaele Marra, direttore dell'Ufficio politiche abitative. Spiega l'Asia Rdb: «Raffaele Marra ha comunicato che entro un anno verranno assegnati alloggi alla metà dei nuclei in graduatoria con 10 punti. Sulla questione dei residence, invece, si è detto d’accordo sull’inutile sperpero di denaro (27 milioni di euro l’anno), una cifra che consentirebbe agli assistiti di ricevere un contributo idoneo all’affitto di un appartamento, ma ha comunicato che la convenzione stipulata con le proprietà non potrà essere rescissa fino al 2014. «È ancora una voltaevidente che il comune di Roma non darà risposte sufficienti non solo nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo».


4 luglio 2009 - La Nazione

LIVORNO. LA SITUAZIONE per il corpo dei Vigili del Fuoco...
di MONICA DOLCIOTTI

LIVORNO - LA SITUAZIONE per il corpo dei Vigili del Fuoco a Livorno e provincia rimane critica. Lo conferma Massimiliano Berti del sindacato RdB (Rappresentanza di Base che ha aderito ieri allo sciopero nazionale del pubblico impiego indetto anche da Sdl e Cobas). «L'ORGANICO è di 230 unità, ma ce ne sono in servizio 215. L'età media è di 40 anni anche per i precari che, dopo dieci o venti anni di contratti a termini, passano di ruolo», segnala Berti. E prosegue: «Dovremmo avere 30 capireparto ma ce ne sono 4». Le squadre dovrebbero contare minimo 5 elementi ciascuna «dei quali un autista, un caposquadra, tre vigili di cui uno è precario». Ci sono poi le situazioni paradossali. «Abbiamo due distaccamenti di volontari ricorda Berti uno il località Crocino sulla 206 tra Pisa e Cecina; l'altro a Campo nell'Elba» all'aeroporto. «Al Crocino sottolinea i volontari non possono intervenire se non con una squadra permanente che deve arrivare da Livorno e questo distaccamento apre i battenti solo il sabato e la domenica mattina». A Campo nell'Elba la presenza dei pompieri volontari è più saltuaria. «Abbiamo chiesto al sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci, di riceverci annuncia Berti perché faccia pressione per trasformare il distaccamento del Crocino in permanente». E per l'isola d'Elba «servirebbero in estate due distaccamenti, ma ce ne è uno solo». IL PARCO MEZZI presenta luci ed ombre. «I mezzi per il primo intervento sono stati rinnovati e questo è un passo in avanti importante evidenzia Berti però restano rilevanti carenze per i mezzi accessori, come le autoscala e le autobotti che mancano a Cecina, o le auto di servizio che hanno anche 400 mila chilometri». A Livorno «sono insufficienti i fuoristrada da soccorso in caso di incendio e l'autoscala ha 10 anni. Se si guasta tocca andare a recuperare quella di Piombino» dove ci sono solo un'autoscala e un'autobotte. «Ma per trasferire l'autoscala da Piombino a Livorno tocca mandare due pompieri da Livorno e si perdono due ore». STRAORDINARI e notturni infine vengono pagati in media con un anno di ritardo. «Ora siamo a Viareggio per l'esplosione alla stazione conclude Berti così come siamo prontamente andati in Abruzzo per il terremoto. Per quest'ultimo servizio non abbiamo ancora avuto un centesimo».


4 luglio 2009 - EPolis Milano

Nessuno ha presentato ricorso in Cassazione contro proscioglimento giudice
Sciopero selvaggio tranvieri Atm assolti

Milano - È diventato definitivo il provvedimento con cui lo scorso dicembre il giudice per l'udienza preliminare Luigi Varanelli aveva prosciolto 4.106 autoferrotranvieri accusati di interruzione di pubblico servizio per lo sciopero "selvaggio" a cui avevano aderito per cinque giornate tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004. Lo ha reso noto uno dei difensori, spiegando che nessuno ha presentato entro i termini l’impugnazione della sentenza con cui il giudice per l'udienza premilinare aveva decretato che lo sciopero selvaggio è un illecito amministrativo non punibile penalmente perchè non è previsto dalla legge come reato. Per i tranvieri che avevano scioperato nei giorni 1, 20 e 21 dicembre 2003 e il 12 e 13 gennaio 2004 senza rispettare le fasce orarie protette la Procura aveva chiesto altrettanti decreti penali di condanna da 15 giorni di carcere convertiti in 720 euro di multa perch? avevano paralizzato la città. La Procura aveva fatto sapere che sarebbe presentato ricorso in Cassazione. Il giudice ha prosciolto gli imputati ritenendo che il loro comportamento fosse un illecito amministrativo. Secondo la Procura, invece gli ex imputati infatti non avevano nemmeno garantito il servizio minimo nella fasce orarie protette e dunque avrebbero interrotto un servizio pubblico.


4 luglio 2009 - L'Arena

COMUNE. Il Consiglio approva la modifica dello statuto dell’azienda, che ora potrà produrre e somministrare pasti
Si riaccende lo scontro sul servizio delle mense
La minoranza protesta: «È il primo passo per trasferire i dipendenti all’Agec. Che si carica di competenze»

Verona - Si accende il dibattito sulle esternalizzazioni del personale comunale delle mense e dei servizi ausiliari. Il Consiglio comunale ha infatti approvato, con 29 voti a favore e 9 contrari, la modifica dello statuto di Agec inserendo la possibilità per la partecipata di produrre e somministrare pasti. Per la minoranza, e l’amministrazione non smentisce, si tratta del primo passo per il passaggio dei dipendenti comunali all’azienda.
Il dibattito in aula è stato accesso e lungo, tanto che il Consiglio è finito poco prima della mezzanotte, dopo la votazione di diversi emendamenti dei consiglieri di opposizione. L’assessore agli Enti partecipati e al Personale, Enrico Toffali, ha sostenuto l’importanza della variazione dello statuto ritenendo che «permetterà non solo all’azienda di esercitare un’attività che fino a oggi non le era consentito portare avanti ma anche, se ci sarà una corretta gestione, consentirà ad Agec un incremento dei profitti e un aumento della possibilità occupazionale». Inoltre Toffali ha rassicurato i dipendenti coinvolti nella vicenda dicendo che «tutti avranno la progressione frutto dell’accordo sindacale, già definito e in attesa di formalizzazione. I precari diventeranno dipendenti con la certezza del posto di lavoro. L’amministrazione ha a cuore prima di tutto il futuro dei lavoratori e, insieme, la qualità del servizio rivolto alle famiglie veronesi».
Toffali ha poi accolto 15 emendamenti, di cui 13 del Pd, uno del consigliere di Forza Italia Marco Gruberio e uno di Per Verona civica. Altri 15 emendamenti sono stati posti in votazione e solo uno, di Roberto Uboldi (Pd), è stato approvato.
Molte le critiche quindi dal centrosinistra: per il capogruppo dei Comunisti italiani Graziano Perini «tutte le politiche di esternalizzazione sono solo espedienti che non consentono di ridurre i costi e vanno a discapito del servizio». Mentre per Giancarlo Montagnoli (Pd) «non ha senso discutere della modifica dell’oggetto sociale nello statuto di Agec finché non saremo messi nella condizione di capire quali sono i termini della questione che stiamo affrontando e quali sono gli elementi che regoleranno il rapporto tra il Comune e Agec rispetto a questo servizio». Preoccupato anche Roberto Uboldi: «Prendo atto che quanto viene deliberato in Consiglio non conta nulla, avevamo votato un programma che diceva che Agec doveva ampliare i suoi servizi nell’ambito della casa; aggravare le competenze aziendali in questo modo, senza un adeguato disegno complessivo, è invece profondamente sbagliato».
Intanto, la triplice sindacale chiarisce che non è stato siglato alcun accordo con l’amministrazione in merito all’esternalizzazione delle mense scolastiche e servizi ausiliari, ma che quanto emerso nei giorni scorsi è frutto di un «mandato esplorativo deciso da tutti gli organismi sindacali presenti che ha permesso di sbloccare il tavolo delle trattative che si era arenato», precisa Giuseppe Dotti (Cisl). «Un mandato che però non gli ha concesso nessuno, se lo sono preso», contesta Daniele Todesco di Rdb, «bisogna muoversi a carte scoperte, perché tagliare fuori Rdb?»


4 luglio 2009 - Il Messaggero

L’AQUILA. "Yes, we camp"...
di ANTONIO DI MUZIO e LUCIANO TROIANO

L’AQUILA - "Yes, we camp" è il nuovo grido di denuncia adottato dai Comitati cittadini "100% ricostruzione, trasparenza e partecipazione", in vista del G8. «"Yes, we camp", per mascherare le menzogne e le mancate promesse del presidente del Consiglio -hanno spiegato i responsabili nel corso di una conferenza stampa all’Aquila per illustrare le iniziative anti G8- per urlare tutti fuori dalle tende, ora!, per affermare che tutti gli aquilani devono tornare in città, per constatare che si sono persi inutilmente tre mesi, per denunciare il processo di devastazione ambientale e sociale».
Ieri mattina è stato presentato il programma del controvertice che non significa iniziative strillate, ma semplicemente richiesta di attenzione da parte di istituzioni e politici. Anteprima, la sera di domani, quando una lunga fiaccolata procederà dalla Fontana Luminosa verso piazza Duomo. Qui, alle 3.32 del 6, esattamente a tre mesi dalla tragedia, si chiederà verità e giustizia per tutte le vittime. Una delegazione di familiari dei giovani rimasti sotto la Casa dello studente si recherà sul posto per leggere le parole e i pensieri che, nei giorni precedenti, gli universitari scomparsi avevano affidato a Facebook. Sarà anche esposto uno striscione con la scritta "Dopo il dolore, la rabbia e la necessità di giustizia e verità per... (con i nomi dei ragazzi in rigoroso ordine alfabetico), assassinati alla Casa dello studente". Un cartellone-sandwich riporterà una frase tratta dal libro di Paolo Mastri "3,32 gli avvisi inascoltati". Il 7 è invece in programma un forum sociale con personalità di spicco che si ritroveranno al parco Unicef, diventato luogo deputato per ogni forma di proposta. Il giorno 8, quando i Grandi della Terra saranno riuniti alla cittadella della Finanza, i Comitati si ritroveranno a Roio, nell’immediata periferia aquilana, per realizzare una scritta. Stessa scritta che il giorno successivo sarà fatta alla Villa comunale, con i corpi dei partecipanti coreograficamente allineati per dire "Noi non ce ne andremo". Ed è questo lo slogan che i movimenti cittadini hanno voluto adottare pure in occasione del G8. I Comitati 100% non hanno aderito alla marcia di protesta organizzata per il giorno 10 dal Patto di base che riunisce sigle quali Sdl, Cobas, Cub/Rdb, tranne "Epicentro solidale". Alla conferenza stampa sono intervenuti Sara Vegni del Comitato 3.32, Patrizia Di Cristofaro del Comitato Monitoraggio fondi Abruzzo, Antonietta Centofanti del Comitato familiari vittime casa dello studente, Piero De Santis dell'Ara, Luisa Leopardi di "Un centro storico da salvare", Alfonso Salvatore di "Immota manet", Luca D'Antonis di Colta, Tiziano Frezza di Collettivo 99 e Roberto Tinari di "Osservatorio di nord ovest". Tutti hanno denunciato «una ricostruzione mai partita, con l’unico edificio risistemato la Banca d’Italia, le difficoltà in cui versano le attività produttive, lasciate sole e senza sostegno, la mancanza di dialogo con le istituzioni locali». La sera del 10, a vertice G8 concluso, al parco Unicef si brinderà con una "festa liberatoria".
In contemporanea a Pescara l’Abruzzo social forum ha presentato il suo programma. Tra le iniziative la diffusione di volantini domani sulla costa abruzzese e molisana, domenica la fiaccolata all’Aquila con pullman in partenza anche da Pescara, martedì 11, invece, arriverà nel porto di Pescara la Goletta verde che presenterà gli ultimi dati sulla salute del mare. Alle 12 assemblea contro il decreto sicurezza e all’Aquila foro alternativo per la ricostruzione sociale visto «che c’è una distruzione che non è solo quella materiale» come ha fatto notare Corrado Di Sante, sempre di Abruzzo social forum. «Le manifestazioni, come Abruzzo social forum -ha spiegato Renato Di Nicola- le facciamo a Pescara, all’Aquila devono essere gli aquilani a organizzarsi e, comunque, saremo presenti».


4 luglio 2009 - Il Capoluogo

No global, il corteo di venerdì prossimo sarà pacifico e senza disordini

L'Aquila, 4 lug - "Vogliamo fare una manifestazione pacifica senza nessuna volontà di provocare incidenti o disordini. La campagna montata in questo senso nei giorni scorsi é fuori luogo": gli organizzatori del corteo "no global" di venerdì prossimo all’Aquila per "dire no al G8? hanno difeso oggi la manifestazione.
A parlare è stato Enrico Ciccozzi, a nome del patto di base Cobas, Cub-Rdb, Sdl. Il corteo partirà alle ore 13.30 dalla stazione di Paganica e arriverà alla Villa comunale. "Si tratta di una marcia bella e pacifica - ha spiegato Ciccozzi -, il cui percorso, lontano dal centro del G8, fa capire il nostro approccio pacifico". Il "Patto di base delle realtà sindacali" intende essere presente nelle "mobilitazioni che si terranno contro i grandi della terra e, contemporaneamente, esprimere totale solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma". "Invitiamo, quindi - ha affermato il portavoce no global -, le aquilane e gli aquilani a vedere questa manifestazione, sulla quale circolano voci assolutamente infondate, come un momento importante per la rinascita sociale della città, un’occasione di incontro, di crescita culturale; una scelta coraggiosa e generosa che parte del movimento sente di voler compiere". Alla manifestazione del 10 luglio all’Aquila aderiranno Rifondazione comunista, Sinistra critica e altre sigle. sottolinea che i no global "tra cui molte aquilane e molti aquilani", parteciperanno anche nelle altre manifestazioni, ad esempio la fiaccolata nella notte tra il 5 e 6 luglio ed il forum del 7. "Intendiamo - spiega ancora - essere presenti, insieme ad altre associazioni, comitati, realtà politiche alle giornate del G8, partecipando a tutte le iniziative messe in campo, tra cui la fiaccolata tra il 5 e 6 notte ed il forum del 7. Per noi assume un significato particolare la marcia del 10, manifestazione assolutamente pacifica, che riconnette le problematiche locali alla crisi più generale e alle scelte scellerate prese dai paesi del G8. Il terremoto non ha fatto altro che amplificare ed aggravare i tanti aspetti della crisi che già colpiva l’aquilano a causa di scelte finanziarie e speculative". Per il portavoce del patto di base Cobas, Cub-Rdb, Sdl, "i ‘no global’ (tra cui molti aquilani e aquilane) sono ben presenti su questo territorio con iniziative e progetti di autoricostruzione del tessuto urbano e sociale: in questi mesi abbiamo aperto scuole, inaugurato biblioteche, distribuito cibo, raccolto fondi da tutta Italia, tutto ciò senza rinunciare ad una critica complessiva alle logiche dell’emergenza, tentando di connettere i problemi locali, legati al terremoto, con la distruzione sociale operata a scala planetaria dai `grandi della terrà". "Questo lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo nel pieno rispetto della popolazione, senza provocare alcun tipo di problema. Ovunque le nostre iniziative hanno raccolto la simpatia e la stima della gente comune", ha concluso Ciccozzi.


4 luglio 2009 - Italia Notizie

Politiche Abitative assediate da manifestanti a Roma
di Patrizia Di Terlizzi

Roma - Nella giornata di ieri un gruppo di cittadini ha invaso l'ufficio delle Politiche Abitative del Comune di Roma. Attorno alle ore 11 i manifestanti, circa un centinaio, hanno protestato davanti all'ufficio del Comune, con striscioni e megafoni, per poi portarsi all'interno dell'ufficio, disorientando gli impiegati. I manifestanti sono rimasti in attesa, stazionando sia all'interno che all'esterno dell'edificio, chiedendo con decisione un incontro con Raffaele Marra, direttore dell'ufficio alle Politiche Abitative del Comune di Roma, per avere risposte riguardo alla drammatica situazione abitativa. Attorno alle 13,45 il direttore ha accettato di incontrare una delegazione di 5 rappresentanti del gruppo. L'incontro è durato circa un'ora e trenta. Angelo Fascetti, di A.s.i.a. RDB, dopo l'incontro, comunica che non ci sono ancora risposte precise riguardo ai 30.000 alloggi popolari promessi, alloggi che il Comune dovrebbe mettere a disposizione degli aventi diritto, e anche la situazione di coloro che vivono nei Residence messi a disposizione dal Comune rimane decisamente problematica. Marra ha assicurato che il Comune sta provvedendo a un controllo approfondito riguardo alle graduatorie e un monitoraggio più attento della situazione dei residence. Riguardo agli sfrattati, la soluzione è rappresentata dalla proroga approvata dal Consiglio dei Ministri sino al 31 dicembre prossimo, che riguarda però soltanto alcune categorie protette.
Ad oggi sono 47000 le famiglie che nel Lazio non sono in grado di acquistare una casa a costi sostenibili. A Roma in particolare, la situazione continua ad essere di grave emergenza. In cifre:
35.000 nuclei in graduatoria per le case popolari.
16.000 le richieste per il buono casa comunale.
Tra 3.000 e 6.000 i cittadini sotto sfratto, che peraltro sono in continuo aumento.
4.000 coloro che vivono in condizioni indecorose(senza fissa dimora, in occupazioni, alloggi di fortuna).


4 luglio 2009 - Women in the City

Lavoro. Italia. Le testimonianze delle precarie ISPRA che hanno occupato la sede dell'istituto per protestare contro la chiusura dei contratti, e la sospensione del lavoro di ricerca avviato in uno dei settori strategici per il nostro futuro
Ambiente: le cenerentole della ricerca
di Lisa Castaldo

Le tematiche ambientali sono diventate una priorità mondiale. Persino gli Stati uniti, che non avevano aderito al Protocollo di Kyoto, se ne sono accorti ed hanno varato la scorsa settimana la prima legge sul clima, con l’obiettivo di ridurre del 17% entro il 2020 le e missioni di CO2 nell’atmosfera. La rivoluzione verde del Green New Deal voluto da Barack Obama, con un occhio al rispetto dell’ambiente ad un altro alla crescita economica. E in Italia ? Il 30 giugno sono scaduti i primi 200 Co.Co.Pro di altrettanti ricercatrici e ricercatori dell’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ente posto sotto la diretta vigilanza del Ministero dell’Ambiente, nato nel giugno 2008 dall’accorpamento di tre enti preesistenti: l’APAT - Agenzia Protezione Ambiente e per i servizi Tecnici, l’ICRAM - Istituto Centrale Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare, e l’INFS - Istituto Nazionale Fauna Selvatica. 200 contratti precari che non sono stati rinnovati ai quali se ne aggiungono altri 230, in scadenza al 31 dicembre prossimo.
L’ISPRA è un ente di ricerca, autonomo ed indipendente che opera in un settore di eccellenza, per il quale lavorano ricercatrici e ricercatori, persone specializzate in scienze naturali, scienze morfogenetiche, biologia cellulare, ingegneria ambientale. Quei cervelli che si vorrebbe, almeno a parole, trattenere dalla fuga all’estero. In Italia, Repubblica democratica fondata sul lavoro, a 200 ricercatrici e ricercatori è stato semplicemente disattivato il badge nel loro ultimo giorno di lavoro. Le lavoratrici ed i lavoratori precari dell’ISPRA hanno occupato la sede di Roma di Via Brancati. Women si è recata sul posto, e li abbiamo avuto conferma di un nostro sospetto: la maggior parte di quelle persone precarie altamente specializzate sono donne. Queste le testimonianze che abbiamo raccolto.
Cristina, 33 anni laureata in scienze naturali. "L’ISPRA è nato dall’unione di 3 enti che sono stati accorpati da circa un anno in un unico ente di ricerca nazionale che si occupa di protezione, controllo, monitoraggio ambientale e ricerca. I campi di attività sono molti: controllo della qualità delle acque, sia interne che marine, della qualità dell’aria, delle fonti di inquinamento. Ora lavoro all’ISPRA, ma sono un ex APAT. Lavoro da circa 6 anni con un contratto di collaborazione a progetto. Sono una ricercatrice, lavoro nei laboratori e mi occupo della qualità delle acque dolci, le c.d. acque interne. Mi occupo di ecotossicologia, test ecotossicologici, analisi delle acque mediante il bio-monitoraggio, ossia il monitoraggio degli organismi delle acque dolci. Siamo in molte a lavorare qui: il numero delle donne è molto elevato, forse superiore a quello degli uomini. Ad esempio nel mio laboratorio il rapporto è di 4 donne e 1 uomo. Molti di noi, me compresa, con l’ammazzaprecari di Brunetta siamo rimasti a casa esattamente ieri, 30 giugno. Ieri era il mio ultimo giorno di lavoro. Alle 14.30 sono entrata con il mio badge. Mezz’ora dopo sono uscita un attimo, e ho scoperto che mi era stato disattivato quando ho visto che non potevo più rientrare. Erano le 15.00 del pomeriggio. I nostri contratti sono scaduti e non c’è volontà di rinnovarli. Le possibilità legislative ci sono, ma non c’è la volontà. Ci sono anche le disponibilità economiche perché i nostri contratti hanno la copertura fino al 31 dicembre di quest’anno. Chiediamo delle risposte e un confronto diretto che fin ad ora ci è stato negato anche dal Ministro Prestigiacomo. Vogliamo avere delle risposte chiare e delle motivazioni precise all’impossibilità di rinnovare i nostri contratti e di mantenerci in servizio. Io lavoro qui da 6 anni, ma ci sono anche persone che hanno lavorato per questi enti anche da più tempo. Non possiamo essere licenziati in tronco così. Il numero complessivo dei precari dei 3 enti è di 430 persone. Ieri sono scaduti i primi 200 contratti, tra cui il mio, ma gli altri 230 scadranno entro il prossimo 31 dicembre. Quello che è accaduto a noi è indicativo di quello che accadrà agli altri nei prossimi 6 mesi." .
Monica, 34 anni separata. "Sono un’ex APAT. Ho iniziato a lavorare all’APAT che era un’agenzia governativa che lavorava per il ministero dell’ambiente, con uno stage di formazione nel 2004. Poi dal 2005 sono passata con Co.Co.Co e poi Co.Co.Pro. La durata dei contratti di collaborazione non ha mai superato la durata dei 6 mesi. A volte i contratti erano anche di 4 mesi e 20 giorni. Lo scorso anno, con l’accorpamento, sono passata all’ISPRA. Una persona studia, si laurea, dedica anni della propria vita a specializzarsi e poi il contratto scade, arrivederci e grazie. Tutto questo dopo aver lavorato senza diritto alle ferie, ai fondi pensionistici, a tutto ciò a cui una persona normale anela ad avere diritto per costruirsi un futuro. Ci siamo impegnati tutti seriamente a portare avanti le nostra attività di ricerca e di lavoro. Come tutte le persone ricattabili lavoriamo tanto e cerchiamo di portare a termine tutti gli impegni lavorativi. Abbiamo chiesto un incontro alla Ministra Prestigiacomo, ma non ce l’ha mai concesso. Sono specializzata nel settore di analisi dei metalli, nei suoli, nei sedimenti, nelle acque, nel particolato atmosferico. Il problema è che questo tipo di analisi viene richiesto solo nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Abbiamo svolto campagne di supporto per la guardia forestale, di monitoraggio delle discariche, alcune mie colleghe sono state chiamate per l’analisi delle diossine per l’emergenza dei rifiuti in Campania. Speravamo tutti di ottenere qualcosa di più: non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da una Pubblica Amministrazione. Sia nei confronti del cittadino che ha diritto ad avere un’informazione indipendente e e trasparente sui dati dell’inquinamento ambientale: questo tipo di obiettività può essere garantita solo da una struttura pubblica e non da un privato che ha un profitto eocnomico. Ma speravo in qualcosa di più anche per noi lavoratori che ci impegnamo e ci dedichiamo. Ad oggi mi trovo, dopo una laurea e 5 anni di lavoro, a cercare un’occupazione come commessa o come baby sitter, con l’aggravante che quando cerchi un lavoro generico, chi vede il nostro curriculum ti dice "Sei troppo qualificata ed esperta". Siamo costrette a trasferirci all’estero, perché le nostre competenze sono apprezzate solo all’estero. Prima ci è stato detto che i contratti a tempo determinato non potevano esserci applicati perché nella Pubblica Amministrazione si entra solo per concorso. I concorsi non sono stati banditi e a quelli che sono stati banditi non abbiamo potuto partecipare perché non avevamo l’anzianità. Di certo c’è che i nostri contratti sono scaduti. Noi tecnici potremo aspettare un futuro concorso, che ad oggi non è uscito. E’ assurdo che la Pubblica Amministrazione dopo aver investito e speso soldi per rendere così altamente specializzati me ed i miei colleghi poi ci manda a casa. Tutto quello che abbiamo imparato, ma anche tutte le strumentazioni di lavoro, laboratori anche molto costosi che sono state acquistati e per le quali siamo altamente specializzati, vengono abbandonati così. E’ assurdo non voler rinnovare i nostri contratti. Lo dico come precaria e come donna separata: ho il diritto di potermi mantenere da sola senza dover stare a chiedere a 34 anni ai miei genitori di mantenermi a casa loro." .
Carla, 30 anni laureata in ingegneria per l’ambiente indirizzo difesa del suolo. "Anch’io sono un’ex APAT, sono passata ad ISPRA e lavoro nel Dipartimento di difesa del suolo. Mi sono laureata a 24 anni, in regola con gli studi. Ho lavorato per l’APAT, il primo anno con partita IVA e poi con contratti di collaborazione della durata massima di 6 mesi. Sommando i vari periodi arrivo a 5 anni. All’interno del Dipartimento di difesa del suolo mi sono occupata di un progetto di censimento di tutte le frane sul territorio nazionale, realizzato in collaborazione con le Regioni e le Province autonome d’Italia. Il rischio idrogeologico del Paese comprende sia la componente legata alle frante, che quella delle alluvioni. Io mi sono occupata della parte relativa alle frane. Il mio contratto è scaduto ieri. Nel pomeriggio mi è stato disattivato il badge. Chediamo di trovare uno strumento per restare a lavorare fino al 31 dicembre, dato che la capienza economica c’è. Chiediamo che i nostri contratti vengano prorogati. Per 5 anni lo Stato Italiano ha investito su di noi, sulla nostra formazione, siamo persone altamente specializzate in settori specifici che sono tipici di una Pubblica Amministrazione, di un Ente di ricerca ambientale. Non bisogna dimenticare che l’ISPRA ha il compito fondamentale di comunicare i dati ai cittandini. La nostra attività è fondamentale ed ha una rilevanza particolare perché li rendiamo partecipi di dati come i livelli di inquinamento in atmosfera. Ogni anno vengono prodotti dei rapporti in cui vengono comunicati i dati, ad esempio quelli sui rifiuti. Poi viene pubblicato un annuario ambientale, in cui ci sono tutti gli indicatori dell’ambiete, dall’inquinamento delle acque, dell’aria, i rifiuti, il rischio eletromagnetico. Copriamo tutte le componenti ambientali. Far mancare il nostro lavoro significa anche dare un servizio in meno ai cittadini. Gli altri Paesi, dagli USA al Canada, hanno impostato un’attività di diffusione delle informazioni ai cittadini, ad esempio sul rischio frane. Questo perché aumentare la consapevolezza dei cittadini significa ridurre i rischi. Soprattutto nel rischio idrogeologico la memoria degli eventi del passato è fondamentale per prevenire dissesti futuri. Questo vale soprattutto per le frane: c’è un’altissima percentuale di fenomeni che si riattivano nello stesso luogo attraverso il tempo. La diffusione delle informazioni è fondamentale per la prevenzione. La conoscenza del passato è indispensabile per evitare che quando accade qualcosa si dica sempre "E’ una strage che si poteva evitare". Ho fatto sempre questo lavoro con grande passione. Voglio cercare di farlo in Italia con tutto l’entusiasmo e la deidizione possibile. Ho pensato di andare via, ma cerco di restare qui." .
Roberta, 28 anni, laureata in biologia bioecologica:."Lavoro da 2 anni per l’ex ICRAM con una borsa di studio che ho ottenuto tramite concorso pubblico. La borsa di studio scade il 31 dicembre. Sono toscana: il problema è che pago l’affitto e con 900 Euro al mese di borsa di studio devo essere aiutata dai miei genitori per vivere qui a Roma. Ho la borsa di studio fino al 31 dicembre, mi occupo di cetacei, censimento e monitoraggio. Hanno aggiunto un nuovo cavillo per cui non si può cambiare progetto. Noi dell’ex ICRAM lavoriamo sulla base di progetti esterni che vengono finanziati da enti o dal Ministero dell’Ambiente. Tramite i progetti vengono banditi dei bandi pubblici e pagato il personale per il progetto. E’ stato stabilito che quando scade il progetto, non si può essere più rinnovati con un altro progetto. Quindi il 31 dicembre mi scade la borsa di studio e non potrò essere riassegnata. Magari usciranno altri bandi, ma anche qui ci sono molte incertezze e la situaizone è molto instabile. E’ da poco che faccio parte di questo ente, ma vedo che ci sono persone molto preparate. E’ assurdo vedere che dopo 6, 7 anni le persone vengono mandate via, come è assurdo vedere le persone che vengono sfruttate, giovani laureati che non ricevono i giusti apprezzamenti e riconoscimenti economici." Le richieste dei sindacati. Anna Di Noi, 41 anni, biologa cellulare con un dottorato di ricerca in scienze morfogenetiche, delegata nazionale dell’USI RdB Ricerca "Lavoro in ISPRA, ma sono ex APAT. Ho iniziato a lavorare dal gennaio 2000, prima per alcuni mesi senza contratto, poi sono stata stabilizzata a fine del 2007. Chiediamo la riassunzione delle 200 persone alle quali ieri è scaduto il contratto e chiediamo che il Ministero dell’Ambiente, che ha la vigilanza sull’ISPRA, intervega sul decreto legge che è stato prodotto venerdì scorso (26 giugno ndr) dal Consiglio dei Ministri. Nell’ambito delle misure per fronteggiare la crisi, già sono state previste alcune proroghe delle scadenze dei termini dei contratti. Chiediamo che venga inserito un emendamento specifico per la proroga dei contratti ISPRA scaduti ieri, come è avvenuto per altri enti. Ci sono figure professionali che sono rimaste con contratti atipici, mai convertiti in tempo determinato, e che sono rimaste fuori dal percorso di stabilizzazione. In prima battuta chiediamo il reintegro dei lavoratori fino al 31 dicembre prossimo, dato che la copertura finanziaria c’è, e successivamente la predisposizione di un piano di stabilizzazione nel corso dei prossimi anni.".
Le fa eco Enrico Morreale del Coordinamento Precari USI RdB Ricerca e Co.Co.Pro dell’ISPRA il cui contratto è scaduto ieri: "Lo scorso anno è stata creata l’ISPRA che avrebbe dovuto armonizzare le attività degli enti preesistenti e sviluppare nuove sinergie. In realtà è mancato un progetto comune. Manca un piano di indirizzo politico di questa realtà: è una scatola vuota in cui noi stiamo affondando. I contratti precari in scadenza entro dicembre prossimo sono in tutto 430, la maggiorparte dei quali di donne. I nostri contratti sono scaduti ieri, compreso il mio. 170 ex APAT e 30 dell’ICRAM. Ci hanno disattivato i badge. Siamo rimasti qui, abbiamo occupato e abbiamo dormito qui stanotte. Stiamo tenendo un presidio continuo per sollecitare il Ministero dell’Ambiente a concedere una proroga dei contratti almeno fino al 31 dicembre. L'Amministrazione ha bandito dei concorsi che sono del tutto insufficienti a coprire la platea di precari che lavora da 6, 7 anche da 10 anni. Ora si trincera dietro al fatto che, avendo coperto la capienza dei posti disponibili per la stabilizzazione, i concorsi che potrebbero essere banditi devono essere aperti a tutti, senza riserva di posti per gli interni. Il che significa non riconoscere l’anzianità di servizio, le qualifiche e il lavoro che abbiamo svolto negli enti di provenienza per anni e anni. Le risposte che abbiamo avuto sono vaghe ed elusive. Abbiamo auto un incontro al Ministero giovedì della scorsa settimana (25 giugno ndr) e ci era stata paventata la possibilità che con il decreto milleproroghe potesse esserci qualcosa per noi. Non c’è stato nulla ed il risultato è stato il licenziamento. Cercheremo di tenere questa occupazione ad oltranza anche contro il parere dell’amministrazione che ce l’ha sconsigliato. I fondi per il rinnovo dei nostri contratti fino al 31 dicembre sono stati già stanziati a bilancio. Lo Stato non deve metterci neanche un Euro. Vogliamo un atto di buona volontà fino al 31 dicembre, data fino a cui c’è la copertura integrale. E poi chiediamo di allestire un percorso nomrativo condiviso con l’Amministrazione per integrare il personale. Serve un piccolo atto normativo che autorizzi l’Amministrazione a rinnovarci i contratti. La situazione è drammatica: ci sono famiglie in cui questo è l’unico reddito. Parliamo di retribuzioni che variano da un borsista che percepisce 900 Euro, un collaboratore diplomato circa 1.000 Euro, e un laureato 1.200 Euro. In un contesto in cui si vuole combattere la crisi economica licenziare 200 persone è contrario ad ogni logica." Perché smantellare l’ISPRA ? C’è forse un disegno di privatizzazione dei servizi di controllo e di ricerca ambientali ? A questo farebbe pensare la ricerca di personale avviata dalla SOGESID per alcune selezioni di personale con profili professionali che combaciano con quelli dell’ISPRA. La SOGESID è una società interamente a capitale pubblico c.d. in house, ossia strumentale alle esigenze e finalità del Ministero dell’Ambiente che se ne avvale affidandole, in virtù del rapporto di esclusiva, le sue commesse direttamente senza bandire gare pubbliche. Servizi di consulenza, prestazioni ingegneristiche, soluzioni di criticità ambientali quali bonifiche, emergenza e gestione rifiuti, dissesti idrogeologici, e quant’altro. Insomma, le stesse competenze che svolge l’ISPRA. Coincidenza sospetta tant’è che l’anomalia di questa sovrapposizione è stata oggetto di diverse interrogazioni parlamentari presentate alla Camera in maniera assolutamente bi-partisan (PDL-PD), con la richiesta di messa in liquidazione o soppressione della SOGESID. Non solo SOGESID non è stata eliminata, ma al vertice del suo CdA è stato nominato l’avvocato Vincenzo Assenza, concittadino della Ministra per l’Ambiente, e quale consigliere di Amministrazione l’avvocato Luigi Pelaggi, capo della segreteria tecnica della Ministra. C’è dell’altro. In realtà SOGESID non opera solo in funzione strumentale al Ministero dell’Ambiente, ma agisce anche per conto di altre amministrazioni quali Regioni, Province e Comuni. Il Sindaco di Lipari, ad esempio, ha conferito direttamente alla SOGESID l’incarico per la risoluzione delle problematiche connesse al ciclo dell’acqua delle Isole Eolie. La questione è stata afforntata in una "Lettera aperta sulla concorrenza sleale della SOGESID " del 22 giugno scorso inviata, tra l’altro, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, alla Ministra per l’Ambiente, al Presidente della Regione Sicilia, all’Autorità di Vigilanza degli Appalti Pubblici e all’Antitrust. In particolare si lamenta l’alterazione del libero mercato causata da una società pubblica che gode di un sostanzioso margine di "ricarico" sui servizi d’ingegneria che le vengono assegnati senza gare al valore delle tariffe professionali vigenti, per essere poi subappaltati a terzi, per giunta in violazione delle norme di affidamento degli incarichi professionali. Tra l’altro, in un’interrogazione presentata al Senato il 21 luglio 2008 sugli incarichi affidati a SOGESID senza alcuna gara dal Sindaco di Lipari, veniva chiesto conto del fatto che SOGESID che è una società pubblica viene pagata come una società privata (in contrasto con la legge n. 109 / 1994) e pertanto non producendo alcun risparmio per l’amministrazione rispetto al mercato. Quando si parla di gestione efficiente della cosa pubblica.


4 luglio 2009 - Il Messaggero Veneto

Polemiche sui controlli. Matteoli: «Ho l’impressione che qualcosa non abbia funzionato». Martedì sciopero dei trasporti per la sicurezza
Viareggio: altri tre decessi, ora le vittime sono 22
Ancora gravissimi due feriti, nessuna notizia di due dispersi. Riaperta parzialmente la stazione

ROMA - Dopo la tragedia ferroviaria della notte tra lunedì e martedì, Viareggio cerca di ritornare alla normalità, mentre il numero delle vittime continua a salire.
Riapre la stazione. Ieri all'alba è stata riaperta la stazione, riattivando così la linea Tirrenica. Il primo treno a fermare nella stazione flagellata dall'esplosione, è stato il regionale 23375 La Spezia-Pisa alle 5.54. Al momento i binari disponibili sono solo due su otto. Una rete di protezione divide in due la stazione, impedendo l'accesso all'area compresa tra i binari 4 e 8.
Vittime. Sono diventate intanto 22 le vittime della tragedia dopo che ieri pomeriggio, è morta all'ospedale di Pisa una donna di 40 anni che aveva riportato ustioni sul 100% del corpo. L’altra mattina è morto il giovane che era stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Massa Carrara. L’altra notte è morta una donna ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale di Carrara (Massa Carrara). La sua identità non è stata ancora stabilita.
Feriti e dispersi. Rimangono stabili le condizioni di Marco Piagentini, 42 anni, uno dei feriti più gravi e ricoverato da lunedì al centro grandi ustioni di Padova. L'uomo, sottoposto l'altro ieri a un primo intervento chirurgico, è in prognosi riservata. Anche la moglie, Stefania, è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale di Pisa. I dispersi sono due: Andrea Falorni di 50 anni e Antonio Farnocchia di 51, entrambi di Viareggio.
Controlli. Continuano le polemiche sulle cause che hanno determinato la strage dopo che nei giorni scorsi a finire sotto torchio è stata la manutenzione dei carri e il trasporto del Gpl. Fatti su cui sta indagando la Procura di Lucca. Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli ha detto che «bisogna legare le regole della sicurezza alla capacità di fare verifiche serie e controlli. Ho l'impressione che qualcosa non abbia funzionato nella filiera».
Anche il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari ha puntato l'indice contro i responsabili del disastro ferroviario. «Si è spezzata la catena della responsabilità - ha detto Solari -, prima era sicuro di chi fosse, oggi siamo alla ricerca di un responsabile».
Stato di emergenza. Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto in cui si dichiara lo stato di emergenza. Sono stati decisi anche il lutto nazionale e i funerali di Stato.
Sciopero martedì. La Confederazione unitaria di base-Cub Federazione Fvg Trasporti ha reso noto di aver aderito allo sciopero nazionale indetto per martedì a fronte dei fatti accaduti a Viareggio. L’astensione dal lavoro che interesserà il trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano dell’azienda Autoservizi Fvg spa-Saf sarà di 4 ore con al seguente modalità. Personale viaggiante: a Udine e a Gorizia dalle 17.30 alle 21.30, a Pordenone servizio urbano dalle 9 alle 13, extraurbano dalle 8.30 alle 12.30.


3 luglio 2009 - Omniroma

PA, SOTTO MINISTERO SFILA 'BEATA ASSUNTA' PROTETTRICE PRECARI

(OMNIROMA) Roma, 03 lug - Processione «religiosa» di fronte al ministero di Brunetta: a sfilare «beata Assunta», la protettrice dei precari del pubblico impiego che questa mattina, aderendo allo sciopero generale indetto da Rdb Pubblico Impiego, hanno manifestato a piazza Vidoni. Al colorato sit in hanno aderito precari rappresentanti di numerosi istituti di ricerca come l'Ispra, Enea, Inea, Isfol, Cra, della scuola e della sanità. Al centro della piazza un mega striscione con tutti i ministri del Governo Berlusconi in versione «circo» e con al centro un'immagine di Renato Brunetta addormentato con il naso da clown. «Fiera P.a» si legge al centro del manifesto. Ed un vero e proprio «circo» è stato anche ricreato sulla piazza, con precari riuniti in quello che è stato battezzato come «lo spazio fitness per fannulloni» intenti a giocare a palla, seduti su poltrone gonfiabili. E ancora, pistole ad acqua, «il tiro a segno ministeriale», tappeti per saltare ed i «tarocchi per leggere lo sfascio della pa». «Questa manifestazione - ha spiegato Anna Di Noi, dell'Usi Rdb Ricerca per l'Ispra - è stata indetta da tutte le rappresentanze di base contro il decreto Brunetta che colpisce il pubblico impiego. La processione di 'Santa Assunta' portata da lavoratori stabilizzati sta a significare che ci siamo stufati di parlare di precariato, vogliamo finalmente parlare di assunzioni». Tra i manifestanti, maglietta arancione indosso, anche i lavoratori dell'Ispra, Istituto Superiore per la Protezione Ambientale. «Dal primo luglio - ha spiegato Roberta Alani, ex lavoratrice dell'Ispra oggi disoccupata - 200 persone quasi tutte di Roma hanno perso il posto di lavoro, non lo hanno chiamato licenziamento ma fine rapporto lavorativo. Entro il 2009 - ha continuato - altri 230 lavoratori andranno a casa, per questo chiediamo al ministro Prestigiacomo un Tavolo per la stabilizzazione di tutti e 430 i precari». A sostegno della causa, i ricercatori dell'Ispra, che si occupano anche di ricerca, hanno girato un video (www.nonsparatelaricerca.org) che lunedì sera sarà proiettato alla festa del Pd.

CASA, RDB-CUB: «ANCORA UNA VOLTA RISPOSTE INSUFFICIENTI»

(OMNIROMA) Roma, 03 lug - «Si è conclusa l'occupazione dell'ufficio per le Politiche abitative del comune di Roma, dopo l'incontro tra Marra e una delegazione di appartenenti alla Rete Antisfratto Permanente, agli inquilini resistenti dei residence, ai Blocchi Precari Metropolitani e all'AS.I.A. RdB. Dopo aver ascoltato i motivi della protesta, il direttore dell'ufficio, Raffaele Marra, ha comunicato che entro un anno verranno assegnati alloggi alla metà dei nuclei in graduatoria con 10 punti (1200 case). Sulla questione dei residence, invece, si è detto d'accordo sull'inutile sperpero di denaro (27 milioni di euro l'anno), una cifra che consentirebbe agli assistiti di ricevere un contributo idoneo all'affitto di un appartamento, ma ha comunicato che la convenzione stipulata con le proprietà, su parere dell'avvocatura del comune di Roma, non potrà essere rescissa fino al 2014. Si è impegnato, invece, a rivedere le regole di gestione vigenti nei residence, luoghi simili a centri di reclusione». Lo comunica, in una nota, Rdb-Cub. «È ancora una volta evidente che il Comune di Roma non darà risposte sufficienti non solo nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo - prosegue la nota - Alla luce dell'incontro, oltre a ribadire la richiesta di dimissioni dell'assessore alla Casa e del suo staff, riteniamo quanto mai necessario mantenere la mobilitazione in difesa del diritto all'abitare di fronte agli ufficiali giudiziari e ai proprietari, nonostante il clima di intimidazione che si sta affermando in questa città, dove i diritti continuano a rimanere senza risposte mentre le forze di polizia sono solerti nell'identificare e nel denunciare chi afferma il proprio diritto a una vita dignitosa. Nel frattempo proseguiremo la raccolta delle firme a sostegno della legge di iniziativa popolare per il diritto all'abitare, promossa dalle reti cittadine».

CASA, ASIA RDB: «MARRA CONCEDE INCONTRO A MANIFESTANTI»

(OMNIROMA) Roma, 03 lug - «È in corso l'occupazione dell'ufficio per le Politiche abitative del comune di Roma da parte della Rete Antisfratto Permanente, degli inquilini resistenti dei residence, dei Blocchi Precari Metropolitani e di AS.I.A. RdB. Il direttore dell'ufficio, Raffaele Marra, ha comunicato che si recherà in via della Concordia 4 alle 14 per incontrare i manifestanti». Lo comunica, in una nota, Asia Rdb.


3 luglio 2009 - Ansa

LAVORO: MILANO; RDB IN CORTEO IN CENTRO CONTRO IL PRECARIATO

(ANSA) - MILANO, 3 LUG - Un corteo da piazza San Babila fino a Piazza della Scala per celebrare la 'mortè del lavoro a tempo indeterminato. Anche a Milano un gruppo di rappresentanti sindacali dei precari ha aderito oggi pomeriggio allo sciopero nazionale del pubblico impiego indetto da RdB-CUB, Cobas e SdL Intercategoriale. I manifestanti hanno denunciato la condizione di precariato dei dipendenti della pubblica amministrazione, e del Comune di Milano in particolare, sfilando per le vie del centro. Arrivati davanti a Palazzo Marino, i lavoratori, preceduti dallo striscione 'Il lavoro è morto e anche noi non stiamo benè, hanno deposto alcune bare di cartone a rappresentare simbolicamente il 'requiem' del lavoro. «Siamo qui per chiedere la stabilizzazione di tutti i precari del Comune di Milano», ha detto Riccardo Germani, sindacalista di Rdb. «La manifestazione - ha aggiunto Germani - ha come obiettivo anche la denuncia delle condizioni dei lavoratori dei centri estivi, che vengono pagati appena 3,70 euro lordi all'ora e ricevono il loro stipendio a novembre».


3 luglio 2009 - Asca

CALABRIA: RDB, GOVERNO VUOLE PRIVATIZZARE SERVIZI PUBBLICI

(ASCA) - Catanzaro, 3 lug - Lo sciopero generale del Pubblico Impiego, indetto dalle RdB/Cub e dalle altre organizzazioni del sindacalismo di base, ha visto la Calabria protagonista con ben tre manifestazioni che si sono svolte oggi nelle citta' di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Le iniziative - si legge in una nota - hanno visto decine di lavoratori sfilare per le piazze delle tre citta', distribuendo volantini e materiale che ha spiegato ai cittadini tutti, le ragioni dello sciopero. ''Infatti, lo smantellamento della pubblica amministrazione - continua la nota - con la dichiarata intenzione di questo governo di privatizzare i servizi pubblici, pesera' non solo sulle spalle dei lavoratori, trattati oggi alla stregua di criminali, mentre, invece, sono sottopagati e vessati, ma anche su quelle dei cittadini, che vedranno peggiorare sempre di piu' i servizi che gia' oggi, non per colpa dei lavoratori, ma per i tagli indiscriminati portati di continuo, lasciano decisamente a desiderare, come nel settore della sanita' e della scuola''. ''La Calabria - secondo RDB - e' tra le regioni piu' colpite da questo smantellamento della pubblica amministrazione, visto che le gabbie salariali, faranno si' che a parita' di lavoro, a parita' di prestazioni rese e a parita' di risultati, un lavoratore calabrese percepira' uno stipendio inferiore rispetto a quello di altre regioni d'Italia''.

G8: 'YES, WE CAMP', INIZIATIVE COMITATI CITTADINI PER CONTROVERTICE

(ASCA) - L'Aquila, 3 lug -''Yes, we camp'' e' il nuovo grido di denuncia adottato dai Comitati cittadini ''100% ricostruzione, trasparenza e partecipazione'', in vista del G8 in programma la settimana prossima all'Aquila. ''Yes, we camp, per mascherare le menzogne e le mancate promesse del presidente del Consiglio - hanno spiegato i responsabili nel corso di una conferenza stampa, convocata al parco Unicef, per illustrare le iniziative anti G8 - per urlare tutti fuori dalle tende, ora!, per affermare che tutti gli aquilani devono tornare in citta', per constatare che si sono persi inutilmente tre mesi, per denunciare il processo di devastazione ambientale e sociale''. Il Comitato 100% ingloba 14 movimenti sorti spontanei dopo il sisma del 6 aprile, tutti determinati ''a difendere e far rinascere la nostra terra''. Stamattina, e' stato presentato il programma del controvertice che non significa iniziative strillate, ma semplicemente richiesta di attenzione da parte di istituzioni e politici. Anteprima, la sera del 5 luglio, quando una lunga fiaccolata procedera' dalla fontana Luminosa verso piazza Duomo. Qui, alle 3,32 del 6, esattamente a tre mesi dalla tragedia, si esortera' verita' e giustizia per tutte le vittime. Una delegazione di familiari dei giovani rimasti sotto la Casa dello studente, si rechera' sul posto per leggere le parole ed i pensieri che, nei giorni precedenti, gli universitari scomparsi avevano affidato a Facebook. Sara' anche esposto uno striscione con la scritta ''Dopo il dolore, la rabbia e la necessita' di giustizia e verita' per.... (con i nomi dei ragazzi in rigoroso ordine alfabetico), assassinati alla Casa dello studente''. Un cartellone sandwich riportera' una frase tratta dal libro di Paolo Mastri ''3,32 gli avvisi inascoltati''. Il giorno 7 e' invece un programma un forum sociale con personalita' di spicco che si ritroveranno al parco Unicef, diventato ormai il luogo deputato per ogni forma di proposta. Il giorno 8 luglio, quando i grandi della Terra saranno riuniti alla cittadella della Finanza, i Comitati si ritroveranno a Roio, nell'immediata periferia aquilana, per la realizzazione di una scritta. Stessa scritta che il giorno successivo sara' fatta alla Villa comunale dell'Aquila, con i corpi dei partecipanti coreograficamente allineati per dire ''Noi non ce ne andremo''. Ed e' questo lo slogan che i movimenti cittadini hanno voluto adottare pure in occasione del G8. I Comitati 100% non hanno aderito alla marcia di protesta organizzata per il giorno 10 (dalla stazione di Paganica alla Villa comunale dell'Aquila) dal Patto di base che riunisce sigle quali Sdl, Cobas, Cub/Rdb. Tranne ''Epicentro solidale'' che, con Stefano Frezza, si e' detto disposto a partecipare a qualsiasi manifestazioni che affronti temi sociali e, nel nostro caso, temi sulla ricostruzione. Alla conferenza stampa odierna al parco Unicef sono intervenuti Sara Vegni del Comitato 3.32, Patrizia Di Cristofaro del Comitato Monitoraggio fondi Abruzzo, Antonietta Centofanti del Comitato familiari vittime casa dello studente, Piero De Santis dell'Ara, Luisa Leopardi di ''Un centro storico da salvare'', Alfonso Salvatore di ''Immota manet'', Luca D'Antonis di Colta, Tiziano Frezza di Collettivo 99 e Roberto Tinari di ''Osservatorio di nord ovest''. Tutti hanno sottolineato l'unitarieta' di intenti e programmi. E tutti hanno denunciato ''una ricostruzione mai partita, con l'unico edificio risistemato la banca d'Italia'', ''le difficolta' in cui versano le attivita' produttive, lasciate sole e senza sostegno'', la mancanza di dialogo con le istituzioni locali''. La sera del 10, a vertice G8 concluso, al parco Unicef di brindera' con una ''festa liberatoria''. Intanto, per domani pomeriggio alle 16, all'area di accoglienza ''Murata Gigotti'' di Coppito si terra' un incontro su ''Riapertura delle scuole - Il 18 settembre ristrutturazioni, nuove localizzazioni, tempi di realizzazione'', promosso dal Comitato monitoraggio fondi Abruzzo che, attraverso un proprio sito internet, tra cercando, tra mille difficolta', di fare chiarezza sull'arrivo e, soprattutto, sulla destinazione dei tanti attestati di solidarieta' degli italiani per la ricostruzione.


3 luglio 2009 - Apcom

Ispra/ I precari: Prestigiacomo non ci ignori, andremo avanti
Brunetta costruisca un percorso di stabilizzazione

Il ministro dell'Ambiente "non ci ignori. Noi andremo avanti". Prosegue la protesta dei precari dell'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) contro la decisione della Prestigiacomo di operare tagli al personale. "E' stata una giornata durissima per noi - ha affermato Michela Mannozzi del coordinamento precari USI RdB Ricerca ISPRA - molti di noi sono provati, sono stati licenziati cacciati dal posto di lavoro che per anni li ha visti protagonisti. Abbiamo occupato la sede centrale dell'Ente di Ricerca per 2 giorni e quando siamo stati allontanati abbiamo continuato la protesta sulla nave oceanografica Astrae. Ci siamo incatenati e abbiamo bloccato convegni. Abbiamo addirittura prodotto un film "Non sparate alla ricerca" che stiamo presentando in varie occasioni - continua la sindacalista precaria - Eppure il Ministro Prestigiacomo ci ha completamente ignorati, ha messo sulla strada 200 famiglie dal primo luglio e altrettante saranno nelle stesse condizioni nel prossimo futuro, ma contrariamente a quello che sostiene il ministro Brunetta, in Ispra i licenziati ci sono eccome". "Mi preme precisare - conclude la sindacalista - che come sindacato abbiamo fornito le soluzioni tecniche per evitare questi licenziamenti, soluzioni applicate negli altri enti di ricerca, anche perché Ispra ha i fondi per rinnovare tutti i contratti e preparare un piano assunzioni a tempo indeterminato per i prossimi 3 anni. Ma non ci fermeremo. I 200 licenziati vanno riassunti, e tutti noi abbiamo il diritto ad un lavoro stabile, a tutto vantaggio delle politiche ambientali. Chiediamo che il Governo tutto prendano provvedimenti attraverso il Ministero della Funzione Pubblica, proprio per costruire la nostra stabilizzazioni".

Sanità/ Oggi lo sciopero generale di 24 ore di Sdl e Cobas
Indetto dalle categorie pubbliche del Patto di Base

I lavoratori e le lavoratrici della sanità si astengono oggi dal lavoro per 24 ore per lo sciopero indetto dalle categorie pubbliche del Patto di Base, RdB-CUB P.I., Cobas P.I. e SdL Intercategoriale. Manifestazioni sono in programma a Milano e a Roma. Ormai non vi è atto governativo che non colpisca direttamente i dipendenti pubblici e, tra questi, quelli del servizio sanitario", ha dichiarato ieri Sabino Venezia del coordinamento nazionale RdB-CUB Pubblico impiego. "Dal contratto sanità, recentemente contestato dal ministro Tremonti, al decreto Brunetta, all'imminente varo del pacchetto sicurezza, che ci vuole tutti delatori delle condizioni dei migranti, le funzioni ed i diritti di chi ancora garantisce un servizio sanitario pubblico e di qualità continuano ad essere messi a dura prova". "L'intento di questo Governo è sempre più palese - ha aggiunto Venezia - cancellare il servizio pubblico a vantaggio di sistemi speculativi riconducibili a privati o a lobbies affaristiche, che in sanità si traduce facilmente in fondi ai privati, con la politica degli appalti-esternalizzazioni e project financing; evoluzione del sistema assistenziale privato/convenzionato anche attraverso il modello delle fondazioni, e sviluppo del sistema assicurativo, con importanti ricadute sui cittadini. I lavoratori della Sanità saranno in piazza con la RdB e il resto del sindacalismo di base, contro il governo degli affari e l'immobilismo dei sindacati concertativi, per rivendicare salario, diritti e dignità".

Viareggio/ Fs: Non particolari disagi per sciopero del 7 luglio
Azienda prevede no cancellazioni per media e lunga percorrenza

"Non si prevedono particolari disagi per lo sciopero" dei trasporti proclamato dopo il disastro di Viareggio per il 7 luglio da Sdl, Cub e Cobas. A sostenerlo Fs in una nota. "Il Gruppo Ferrovie dello Stato rende noto che non sono previste ripercussioni significative sulla circolazione dei treni in occasione dello sciopero di parte del personale FS proclamato da alcune organizzazioni sindacali minori per martedì 7 luglio dalle 10 alle 14. Nessun convoglio a media e lunga percorrenza dovrebbe infatti essere cancellato mentre sul versante dei treni locali, lo sciopero non interesserà le fasce a maggiore mobilità pendolare (dalle ore 6 alle 9 e dalle 18 alle 21)". L'azienda invita la clientela "prima di mettersi in viaggio ad informarsi nelle biglietterie e presso gli uffici di assistenza clienti delle stazioni".


3 luglio 2009 - Ansa

OGGI NEL LAZIO

(ANSA) - ROMA, 2 LUG - AVVENIMENTI PREVISTI PER OGGI NEL LAZIO:...
11.00, Roma - davanti al Ministero della Funzione Pubblica, Corso Vittorio Emanuele II 116. Manifestazione organizzata dall'Rdb-Cub Pubblico Impiego a sostegno dello sciopero generale del 3 luglio del comparto sanità indetto dalle categorie pubbliche del patto di base, Rdb-Cub,P.I., Cobas P.I., Sdl intercategoriale.
11.30, Roma - davanti palazzo Vidoni. Manifestazione dei lavoratori dell'Ispra e di tutti i lavoratori precari del pubblico impiego organizzato dall'Rdb-Cub. La manifestazione prosegue alle 14.00 con un presidio davanti al Senato....


3 luglio 2009 - C6 TV

Precari in protesta davanti al Ministero della Pa

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Roma. Ministero Pubblica Amministrazione. Precari della scuola, della Pa, della Crocerossa in protesta davanti al Ministero della Pubblica Amministrazione... un presidio pacifico, colorato e creativo per tornare a discutere della precarietà. per info e petizione www.nonsparateallaricerca.org

Esecuzione dei ricercatori in Piazza Navona

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Roma. Piazza Navona. Continua la protesta di ricercatori e lavoratori precari dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) contro la decisione del ministero dell’Ambiente di operare drastici tagli al personale. Più di 400 lavoratori, infatti, entro la fine dell’anno potrebbero essere mandati a casa. Esecuzione dei ricercatori in Piazza Navona


3 luglio 2009 - CN24 Tv

CATANZARO. Sciopero generale del pubblico impiego
Tre manifestazioni tra Catanzaro, Cosenza e Reggio

Lo sciopero generale del Pubblico Impiego, indetto dalle RdB/Cub e dalle altre organizzazioni del sindacalismo di base, ha visto la Calabria protagonista con ben tre manifestazioni che si sono svolte oggi nelle città di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. A Catanzaro, in Piazza Matteotti, la manifestazione si pronuncia contro la privatizzazione della pubblica amministrazione, il piano industriale contenuto nel decreto Brunetta e la farsa della meritocrazia. Si rivendica un contratto vero, un salario dignitoso che duri 4 settimane e non 3. Lo scopo dei manifestanti scesi in piazza per la loro dignità professionale è dare un forte segnale di opposizione sociale al governo per ottenere la ridefinizione delle piattaforme contrattuali e sociali. Le iniziative hanno visto decine di lavoratori sfilare per le piazze delle tre città, distribuendo volantini e materiale che spiegavano le ragioni dello sciopero. Lo smantellamento della pubblica amministrazione con la dichiarata intenzione di questo governo di privatizzare i servizi pubblici, peserà non solo sulle spalle dei lavoratori, ma anche su quelle dei cittadini che vedranno peggiorare sempre di più i servizi, come nel settore della sanità e della scuola. Lintenzione, sarebbe di dimostrare che il pubblico non funziona per agevolare le strutture private a pagamento, con un aggravio dei costi per le tasche dei cittadini. In questo senso va il decreto Brunetta, che è allesame del governo in questi giorni e contro il quale i lavoratori stanno protestando.

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3 luglio 2009 - Corriere.it

Corriere della Sera - Roma. Foto del giorno

La «beata Assunta» - In corteo i precari della pubblica amministrazione, venerdì 3 in sciopero, hanno sfilato portando in spalla un manichino addobbato come una crocerossina: è la beata Assunta


3 luglio 2009 - Repubblica.it

Milano, bare in piazza per il Requiem del lavoro fisso

La tromba che suona il Silenzio e una fila di bare nere di cartone. Così una ventina di rappresentanti della Rdb Lombardia hanno celebrato a Milano il "Requiem del lavoro. Funzione solenne in ricordo del lavoro a tempo indeterminato". In corteo, partendo da piazza San Babila, i rappresentanti dei dipendenti del pubblico impiego hanno portato in "processione nei luoghi di sofferenza dei lavoratori" otto bare di cartone e un grande striscione con la scritta "Il lavoro è morto e anche noi non stiamo tanto bene", fino ad arrivare davanti a Palazzo Marino accompagnati dal suono di una tromba.


Precari in protesta davanti al Ministero della pubblica amministrazione

Roma. Processione "religiosa" di fronte al ministero di Brunetta: a sfilare "beata Assunta", la protettrice dei precari del pubblico impiego che questa mattina, aderendo allo sciopero generale indetto da Rdb Pubblico Impiego, hanno manifestato a piazza Vidoni. Al colorato sit in hanno aderito precari rappresentanti di numerosi istituti di ricerca, della scuola e della sanità. Al centro della piazza un mega striscione con tutti i ministri del Governo Berlusconi in versione "circo" e con al centro un'immagine di Renato Brunetta addormentato con il naso da clown. Anna Di Noi dell'Usi Rdb Ricerca per l'Ispra: "Protestiamo contro il decreto Brunetta che colpisce il pubblico impiego"

Sciopero selvaggio, assolti quattromila tramvieri

Milano - E' diventato definitivo il provvedimento con cui lo scorso dicembre il gup di Milano aveva prosciolto 4mila 106 autoferrotranvieri accusati di "interruzione di pubblico servizio" in quanto l'1-20-21 dicembre 2003 e il 12-13 gennaio 2004 violarono le fasce protette e scioperarono tutto il giorno. Lo ha reso noto uno dei legali dei lavoratori dell'Atm riferendo quanto spiegato dallo stesso giudice che decise il proscioglimento di massa: nessuno ha impugnato in Cassazione la sentenza con cui il gup aveva respinto quella mole di decreti di condanna chiesti dalla Procura ritenendo che lo sciopero "selvaggio" attuato dai dipendenti dell'Azienda dei trasporti milanese nell'inverno di sei anni fa è da considerare un illecito non penale, ma amministrativo.


3 luglio 2009 - Radio Città Aperta

Oggi sciopera il Patto di Base:
in piazza dipendenti pubblici, precari e lavoratori della sanità

Roma 10:53 --- Le categorie pubbliche del Patto di Base (RdB-CUB, Cobas, SdL) hanno proclamato per la giornata di oggi lo sciopero generale di tutto il Pubblico Impiego. Lo sciopero è stato indetto contro lo smantellamento della Pubblica Amministrazione attraverso la svendita ai privati; contro il Piano Industriale del Ministro Brunetta che dietro la farsa della meritocrazia riduce la retribuzione a fronte di carichi di lavoro sempre più elevati; contro l’attacco al pluralismo sindacale, diretto in particolare contro il sindacalismo di base, attraverso la costituzione di due soli Comparti di contrattazione. L’astensione dal lavoro sarà di 24 ore nella Sanità e di tre ore a fine turno per ciascun turno negli altri Comparti. Sono previste iniziative nelle principali città del Paese. A Roma gli appuntamenti sono due: da pochi minuti è in corso una processione precaria con l’apparizione della Beata Assunta; centinaia di lavoratori precari appartenenti a diversi comparti hanno sfilato per le vie del centro storico della capitale diretti al Ministero della Funzione Pubblica. Ha raccontato in diretta ai microfoni di Radio Città Aperta Carmela Bonvino delle RdB-CUB: "Un manichino rappresentante la 'Beata Assunta', montato su un baldacchino portato a braccia da quattro ex precari poi stabilizzati, è seguita in processione da altri precari che ostentano i simboli della loro condizione per invocare la stabilizzazione: quelli della scuola sfilano con lavagnette al collo, i lavoratori socialmente utili vestono in nero come nero è il lavoro a cui sono costretti; le maestre di nidi e asili portano con sé i sonagli dei bambini; i precari della Croce Rossa e dei vigili urbani sono in divisa come quando prestano servizio proprio nelle processioni." Dalle ore 11.30 i lavoratori in sciopero confluiranno sotto il Ministero della Funzione Pubblica, a Palazzo Vidoni, dove sarà allestita la "Fiera della P.A.", con attrazioni animate dai lavoratori pubblici fra cui: il Tiro a segno ministeriale, il Tunnel dell’orrore precario, il Tappeto del lavoro flessibile, il Gioco delle tre carte di produttività; la Zona fitness per dipendenti sovrappeso; i Gonfiabili dei fannulloni; la Cartomante che vede il futuro della P.A.

Roma, occupato l'ufficio per le politiche abitative: "Dov'è la mia casa?"

Roma 12:22 --- Questa mattina intorno alle 11 un centinaio di cittadine e cittadini aderenti alla Rete Antisfratto Permanente, insieme agli 'inquilini resistenti' dei residence, ai Blocchi Precari Metropolitani e all’AS.I.A.RdB, hanno invaso l’ufficio per le Politiche abitative del comune di Roma, in via della Concordia 4. Obiettivo della protesta: denunciare l’inerzia del comune di Roma sul tema casa, nonostante i dati descrivano una situazione drammatica: 35mila nuclei in graduatoria per la casa popolare, 16mila richieste per il buono affitto, 6mila sfrattati, 5mila inquilini che non hanno potuto acquistare case messe in vendita da enti previdenziali (più di 20mila in futuro tra Enasarco, Enpam e altri enti che stanno procedendo a dismissioni), 4mila le persone che vivono in condizioni indecenti o di estrema precarietà (senza fissa dimora, occupazioni, alloggi impropri). A questi vanno aggiunti 240mila studenti fuorisede, migranti, giovani che continuano a vivere con le famiglie d’origine non per scelta ma per necessità. "Vorremmo capire che risposte intende dare il comune di Roma a chi ha subito uno sfratto o sta per subirlo, a chi vive da anni nei residence in attesa di un alloggio popolare, a chi non ce la fa più a pagare l’affitto o il mutuo. Vorremmo capire se la strada è quella proposta da Marra, il 'ragioniere della miseria', o dall’europarlamentare Antoniozzi, impegnato in una campagna elettorale permanente. Siamo ancora in attesa di sapere da Cutrufo come è andata con il governo e non crediamo che la nuova proroga degli sfratti per le categorie deboli rappresenti una soluzione, in quanto le morosità non sono contemplate e sono il 79% delle esecuzioni, con un aumento delle richieste di sfratto nell’ultimo anno del 171%. Soprattutto vogliamo capire se ha ancora un senso fare domanda di casa popolare. Non ce la facciamo più ad ascoltare promesse che non si realizzano, è ora che ve ne andiate. Lasciate la poltrona a qualcun altro più capace" hanno spiegato ai giornalisti i promotori dell'iniziativa.


3 luglio 2009 - Il Manifesto

SINDACATI DI BASE
Oggi sciopero del pubblico impiego e della sanità

Le categorie pubbliche del Patto di Base (RdB-CUB P. I., Cobas P. I., SdL) hanno proclamato per oggi lo sciopero generale dei pubblici: la protesta è stata indetta «contro lo smantellamento della pubblica amministrazione, il piano industriale del ministro Brunetta (nella foto, ndr); per un salario vero che assorba ogni parte variabile della retribuzione; contro l'attacco al pluralismo sindacale, diretto in particolare contro il sindacalismo di base». L'astensione dal lavoro sarà di 24 ore nella sanità e di 3 ore a fine turno per ciascun turno negli altri comparti. Tra le iniziative: Roma, ore 10.30 processione precaria della Beata Assunta; poi manifestazione al ministero della Funzione pubblica; Milano, 9.00 presidio all'Assessorato regionale sanità; 13.00 presidio alla Conferenza Stato Regioni; 16.00 presidio Piazza San Babila. Presidi anche a Torino, Genova, Novara, Verona, Vicenza, Padova, Ancona, Firenze, Perugia, Napoli, Cosenza, Palermo e in altre città.

requiem
Il lavoro fisso è morto, funerali in San Babila

Milano - Prima o poi doveva succedere. Il lavoro fisso è passato a miglior vita. Per la funzione solenne in ricordo del bel tempo indeterminato, Telefono Precario e Rdb Lombardia danno appuntamento a tutti in piazza san Babila. Aprono la processione, insieme a san Precario e alla Beata Assunta, alcuni dei 200.000 lavoratori del pubblico impiego che con il decreto Brunetta in discussione al Senato rischiano di non venire stabilizzati mai più. Seguono in corteo la banda musicale e le bare portate a spalla dai colleghi a contratto. Unitevi al cordoglio dei molti lavoratori, anche perché, diceva Totò, a' livella prima o poi passa da tutti. Andate in pace, oggi pomeriggio. Anzi incazzatevi. Amen. PIAZZA SAN BABILA, ore 16.

MANIFESTAZIONI
Domani Verona. L'11 a Reggio

Reagire, farsi sentire, dire di no. Il pacchetto sicurezza è stato approvato, ma le associazioni e i movimenti di base dicono di non volersi arrendere. Intanto, sono già previste due manifestazioni. La prima è per sabato posto, nel cuore del nord est, nella Verona del sindaco Tosi. L'hanno indetta il sindacato di base Rdb-Cub, il coordinamento migranti di Verona e quello del Veneto. L'appuntamento è alle 15 dalla stazione di Porta Nuova. «invitiamo tutti a partecipare - dice Soumahoro Aboubakar Responsabile Nazionale Immigrazione Rdb-Cub - La vita e il destino di donne e uomini che ogni giorno popolano i cantieri edili di questo paese, che curano i familiari e le case di tanti italiani viene trasformato in un inferno». La seconda manifestazione è invece prevista a Reggio Emilia l'11 luglio, indetta dall'assemblea «Io non ho paura» che si è formata nei giorni scorsi nella città emiliana contro il pacchetto sicurezza. A Reggio, tra l'altro, c'è il divieto di manifestare nel centro storico rotto proprio il 18 aprile dagli attivisti della rete (violazione che ha portato alla sospensione fino al 30 settembre del divieto). L'appuntamento è alle 18 a porta Santa Croce, Reggio Emilia. Un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché non firmi la legge arriva dal Comitato nazionale immigrati: «viola l'articolo 3 della Costituzione, quello sulla pari dignità sociale e di fronte alla legge di tutti i cittadini».


3 luglio 2009 - Il Messaggero Veneto

PUBBLICO IMPIEGO
Sindacati di base oggi in sciopero per protestare contro Brunetta

TRIESTE - Anche nel Fvg oggi sciopereranno i lavoratori del Pubblico impiego, nelle ultime 3 ore di servizio, e quelli della Sanità per l’intera giornata, per protestare contro il Decreto Brunetta che prelude – si legge in una nota sindacale – a una privatizzazione dei servizi e avvia l’azzeramento anche nel Pubblico Impiego dei diritti già cancellati nel mondo del lavoro privato. La protesta è stata indetta a livello nazionale, dalle tre maggiori organizzazioni sindacali di Base: RdB-Cub, Confederazione Cobas, SdL Intercategoriale. I lavoratori del Fvg protesteranno contro un provvedimento che prevede, si legge ancora: un pesante attacco al salario dei lavoratori pubblici; l’abolizione delle progressioni retributive e di carriera che vengono di fatto abolite e sottoposte a procedure concorsuali; l’abolizione della difesa sindacale nei procedimenti disciplinari; l’introduzione del licenziamento nel caso in cui la prestazione del lavoratore venga valutata negativamente dai soggetti esterni incaricati dalla Pubblica Amministrazione.
la cancellazione della democrazia sindacale e delle libertà individuali e collettive, attraverso lo smantellamento della contrattazione di settore.


3 luglio 2009 - Il Mattino di Padova

Padova. Sciopero di tre ore a Palazzo Moroni...

Padova - Sciopero di tre ore a Palazzo Moroni contro il cosiddetto «campionato dei dipendenti pubblici», che sarà introdotto con il decreto Brunetta-bis. L’hanno indetto le rappresentanze sindacali di base RdB Cub per oggi pomeriggio. Ieri mattina Stefano Pieretti e altri sindacalisti dei Cobas hanno distribuito nel piazzale del municipio un volantino per invitare i dipendenti comunali ad incrociare le braccia in segno di protesta nelle ultime tre ore di lavoro. Regalando inoltre l’adesivo che ritrae un Brunetta placidamente addormentato sulla sedia, con tanto di cerchietto rosso barrato a mò di divieto. Proprio lui, il ministro che ha bollato come fannulloni i dipendenti pubblici.(s.var.)


3 luglio 2009 - Il Resto del Carlino

Sciopero con attacco a Brunetta
IL CUB DELL'INPS

Reggio E. - ALLA VIGILIA dello sciopero di oggi (ultime tre ore del turno), Andrea Salsi, a nome del Coordinamento Rdb-Inps, accusa la riforma Brunetta che a suo giudizio «sfascia la Pubblica Amministrazione (facendo finta di riformarla)». «Ci sono pubbliche amministrazioni inefficienti? Benissimo! - scrive Salsi - Che continuino a esserlo. Ci sono Pubbliche Amministrazioni che funzionano? Male! Che vadano a rotoli, come le altre!» Si punisce «a casaccio», sostiene ancora Salsi, mentre si aprono «le porte al clientelismo più bieco per chi sarà premiato».


3 luglio 2009 - L'Eco di Bergamo

Oggi sciopero del pubblico impiego

Anche a Bergamo è previsto lo sciopero del pubblico impiego, indetto dalle organizzazioni sindacali Rdb/Cub pubblico impiego, Cobas pubblico impiego e Sdl intercategoriale, a cui aderiscono anche gli operatori del comparto sanità e dell'area della dirigenza medica. «Ormai non vi è atto governativo che non colpisca direttamente i dipendenti pubblici e tra questi, quelli del servizio sanitario - ha dichiarato Sabino Venezia del Coordinamento nazionale Rdb/Cub pubblico impiego -, dal contratto sanità recentemente contestato dal ministro Tremonti al decreto Brunetta, fino al varo del pacchetto sicurezza». Proprio per lo sciopero di oggi, che per tutto il comparto di sanità è esteso su tutte le 24 ore, non si escludono disagi per gli utenti agli Ospedali Riuniti di Bergamo. L'azienda sanitaria di Largo Barozzi, infatti, comunica che saranno assicurati «agli utenti l'erogazione delle cure e dei servizi essenziali, ma segnalano il rischio di possibili disagi e rallentamenti nelle prestazioni». Se per la sanità l'agitazione come si è detto è estesa all'intera giornata, per il restante comparto del pubblico impiego l'astensione del lavoro sarà, secondo quanto proclamato dalle organizzazioni sindacali, di 3 ore, nell'ultima fascia del turno di lavoro. Possibili disagi anche in università a causa dello sciopero del personale tecnico amministrativo.
Anche i benzinai (Faib, Fegica e Figisc) hanno confermato lo sciopero in programma per l'8 e il 9 luglio. «L'industria petrolifera - si legge nella nota - sta scaricando sulla rete e soprattutto sulla categoria tutte le contraddizioni e le diseconomie del sistema».


3 luglio 2009 - L'Arena

SIT IN. Una giornata di sciopero con sit in di protesta
davanti all’ingresso dell’ospedale

Verona - SIT IN. Una giornata di sciopero con sit in di protesta davanti all’ingresso dell’ospedale di Borgo Trento. I dipendenti delle Ulss del Veneto iscritti ai Cobas della sanità (Rappresentanze sindacali di base-Confederazione unitaria di base) hanno scelto Verona per manifestare in maniera eclatante contro i recenti provvedimenti che riguardano il comparto.
Lunga la lista delle note dolenti, come chiarisce il responsabile veneto dei Cobas, Federico Martelletto: «Il rinnovo umiliante per il biennio 2008-2009, in primo luogo, poichè i tanto decantati 92 lordi riguardano solo la categoria Ds6, mentre per gli altri il ritocco medio sarà insignificante. Restano poi invariate le indennità di disagio lavorativo; i fondi contrattuali restano ancorati alle cifre del 31 dicembre 2007. Infine l’aumento dell’0,8% dev’essere confermato di anno in anno e comunque non sarà pensionabile».
I Cobas della sanità attaccano anche «il decreto Brunetta, che prevede licenziamenti disciplinari, una meritocrazia che determinerà disuguaglianze economiche importanti, il taglio del 10% degli incentivi aziendali, il blocco delle assunzioni che ci costringe a turni massacranti, la privatizzazione dei servizi pubblici e infine l’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile anche per le donne». Quanto basta, per i Cobas, per dire «È troppo» e a sollecitare «un ruolo meno defilato delle Regioni». Anticipa Martelletto: «Abbiamo chiesto un incontro urgente al sottosegretario al Welfare, Francesca Martini: dovremmo vederci la settimana prossima. Questa mattina, invece, cercheremo di parlare con il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Caffi, perchè i problemi da noi denunciati da mesi non sono stati risolti, nè al Pronto soccorso nè in Neurologia. Ora siamo in una posizione di tregua estiva, ma se non avremo risposte adeguate a settembre ricominceremo le nostre battaglie».


3 luglio 2009 - Roma Today

Sanità e pubblico impiego: oggi 24 ore di sciopero
Incroceranno le braccia gli aderenti ai sindacati di base. Negli ospedali romani a rischio le prestazioni. Il pubblico impiego sciopera contro il decreto Brunetta. Manifestazione davanti al ministero della funzione pubblica

Roma - Giornata calda quella di oggi sul fronte scioperi. Rdb Cub, Cobas e Sdl Intercategoriale nei settori pubblico impiego e sanità incroceranno le braccia per 24 ore. Prevista una manifestazione sotto il ministero della funzione pubblica dove confluiranno anche i precari del pubblico impiego.
SCIOPERO PUBBLICO IMPIEGO
Il pubblico impiego si ferma per protestare contro il Decreto Brunetta. I contenuti dell'ultima versione della bozza Brunetta, la numero 25, prevedono, secondo i sindacati, un pesante attacco al salario dei lavoratori pubblici. Per la quota fissa vedrà parte degli aumenti erogati dalle Amministrazioni locali ma solo se queste saranno in regola con il patto di stabilità, introducendo così una grave disparità fra territori, mentre per la parte variabile sarà sempre più dipendente dalla relazione con il dirigente e da valutazioni esterne e senza controllo. Le progressioni retributive e di carriera verranno di fatto abolite e sottoposte a procedure concorsuali, per accedere alle quali è necessario ricevere valutazioni positive. Il meccanismo di valutazione viene affidato a soggetti esterni, senza contraddittorio e con scarsi riscontri oggettivi, che produrrà liste di lavoratori buoni, quasi buoni e cattivi a cui sarà legata l'erogazione del salario di produttività. Secondo le categorie pubbliche del Patto di Base "la battaglia per il potenziamento e miglioramento della P.A. e dei servizi pubblici da questa erogati riguardi tutta la società, e che investire in questo settore sia un passo fondamentale per progettare la ripresa economica del paese".
SCIOPERO SANITA'
Potrebbe avere pesanti conseguenze sulle prestazioni al pubblico nei principali ospedali romani lo sciopero della Sanità che venerdì 3 luglio coinvolgerà migliaia di lavoratori anche a Roma. Proclamata dal sindacato Rdb-Cub Sanità, l'agitazione interesserà nosocomi come il Sant'Eugenio, il San Camillo, il Santo Spirito e il San Giovanni, ma anche l'Ospedale Sandro Pertini, dove già mercoledì si è tenuta un'assemblea generale. "Ormai non vi è atto governativo che non colpisca direttamente i dipendenti pubblici e, tra questi, quelli del servizio sanitario", dichiara Sabino Venezia del coordinamento nazionale RdB-CUB Pubblico Impiego. "Dal contratto sanità, recentemente contestato dal Ministro Tremonti, al Decreto Brunetta, all’imminente varo del pacchetto sicurezza, che ci vuole tutti delatori delle condizioni dei migranti, le funzioni ed i diritti di chi ancora garantisce un servizio sanitario pubblico e di qualità continuano ad essere messi a dura prova".


3 luglio 2009 - Il Giornale di Brescia

L’8 e il 9 benzinai in sciopero Oggi tocca al pubblico impiego

ROMA - ...
Intanto oggi incrociano le braccia i lavoratori del pubblico impiego aderenti ai sindacati di base Rdb, Cobas e Sdl che sciopereranno in tutta Italia per protestare contro il decreto Brunetta che riforma la pubblica amministrazione. Si svolgeranno iniziative sindacali nelle maggiori città italiane, tra cui Roma e Milano.


3 luglio 2009 - Il Messaggero.it

Statali, escluse da pensioni laurea e leva. Cambia il decreto sui contributi figurativi
Non è più obbligatorio l'esodo con 40 anni di contributi, rinviata la pensione per migliaia di medici pubblici
di Pietro Piovani

ROMA (3 luglio) - Ci hanno ripensato un’altra volta. Dal decreto del governo è sparita quella norma che avrebbe aumentato il numero di dipendenti pubblici da mandare in pensione forzata: era scritta nel testo approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso, ma nel testo pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale non c’è più. Quindi il pensionamento del personale con 40 anni di contributi figurativi non si farà più, anche se non è detta l’ultima parola: ora il provvedimento comincia il suo iter parlamentare, e durante i lavori di Camera e Senato potrebbe sempre rispuntare in un emendamento.
L’esodo. Già dall’inizio di quest’anno nello Stato, negli enti locali e nella sanità si sta attuando, senza troppo clamore, una sorta di grande piano di prepensionamenti. Le amministrazioni possono mandare a casa tutti i dipendenti che hanno raggiunto i 40 anni di contributi. Così ha previsto un articolo del decreto finanziario del 2008. Finora alla norma si è data un’interpretazione ristretta: per calcolare la soglia di 40 anni contano solo gli anni di lavoro reale, mentre non valgono quelli della laurea e del servizio militare (i cosiddetti "contributi figurativi"). Ma più volte il governo ha cercato di affermare l’interpretazione più estensiva.
L’età contributiva. Se si includessero nel conto anche i contributi figurativi, il numero di dipendenti pubblici che hanno maturato 40 anni di contributi crescerebbe notevolmente. Secondo quanto riferisce l’Inpdap, nel solo 2009 si arriverebbe a quasi 140 mila pensionamenti, cioè il doppio dell’anno scorso. Rientrerebbero nel limite, ad esempio, tantissimi medici che hanno riscattato gli anni dell’università e della specializzazione. Non a caso qualcuno sospetta che siano proprio le regioni a spingere perché prevalga questa interpretazione più larga. Sta di fatto che la versione estensiva della norma era stata scritta dal governo già lo scorso anno, ed è stata poi riproposta in altre occasioni. L’ultima la settimana scorsa, all’interno del decreto con le misure anticrisi. Le proteste di questi giorni hanno evidentemente convinto i ministri a ripensarci.
I premi di produttività. Un’altra questione che da mesi rimane aperta è il taglio degli stipendi per centinaia di migliaia di statali. La manovra finanziaria dello scorso anno ha tolto molti soldi dalle buste paga dei ministeri, degli enti previdenziali e anche di altri comparti pubblici. Il ministro Brunetta si è impegnato (anche con accordi scritti) a restititure una prima metà di quelle risorse entro il 30 giugno, e il resto a fine anno. Siamo a luglio e i soldi ancora non ci sono. I sindacati protestano, e non solo la Cgil ma anche la Cisl, la Uil, la Confsal. Ieri Brunetta e Tremonti hanno firmato un decreto ministeriale «che stabilisce le modalità per la restituzione delle risorse». Non è propriamente lo stanziamento dei soldi (servono 500 milioni), ma potrebbe bastare almeno a Cisl e Confsal per sospendere le rivendicazioni. Oggi intanto scioperano gli autonomi di Rdb-Cub, Cobas: contestano in toto l’operato di Brunetta e del governo nella pubblica amministrazione.
Le cartelle delle tasse. Tornando al decreto anticrisi, pensionamento degli statali a parte, il provvedimento contiene un articolo che interessa tutti i contribuenti: d’ora in poi gli agenti della riscossione avranno meno tempo per notificare una cartella di pagamento.Non più 11 mesi, bensì 9.


3 luglio 2009 - Bigol news

ASSEMBLEA PUBBLICA DIPENDENTI PUBBLICI
Appartenenti alla sigla RdB-CUB hanno proclamato uno scipero generale di 3 ore a fine turno
di FILIPPO CERVONE

NAPOLI – Sciopero generale organizzato oggi dalla RdB-CUB degli impiegati della Pubblica Amministrazione. L’astensione dal lavoro ha riguardato le ultime 3 ore di turno. Indetta anche un’assemblea pubblica tenutasi presso il cinema "Modernissimo". Tema dell’incontro la riforma della Pubblica Amministrazione, meglio nota come riforma Brunetta. La sigla fa parte dell’area del sindacalismo indipendente, ovvero organizzazioni non facenti capo a CGIL, CISL e UIL. Il decreto è stato definito un attacco frontale alla Pubblica Amministrazione, cominciato, secondo il sindacato con una campagna denigratoria e culminata nel provvedimento. Sono stati illustrati i punti principali della "riforma" e il modo in cui colpisce il mondo dei lavoratori della P.A. E’ stato poi attaccato l’operato dei sindacati maggiori (CGIL, CISL e UIL) accusati di «non fare più gli interessi dei lavoratori». E’ intervenuto anche l’assessore al lavoro della Regione Campania Corrado Gabriele invitato per illustrare la delibera del protocollo d’intesa sulle relazioni tra RdB-CUB e lo stesso ente regionale. L’assessore ha voluto esprimere la sua preoccupazione per la tendenza a sminuire sempre di più la forza lavoro mortificandone le tutele.  L’assemblea si è conclusa con alcune testimonianze di operai e impiegati pubblici che hanno raccontato l’invadenza sempre maggiore delle imprese private, le quali utilizzerebbero strutture pubbliche per le proprie produzioni togliendo sempre più spazio al pubblico impiego.

FUORIGROTTA: MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA

Napoli - Circa duecento manifestanti hanno preso parte al presidio davanti alla stazione della metropolitana di Campi Flegrei, per protestare contro l'aggressione subita nei giorni scorsi da due persone nel corso di una libera manifestazione. Il presidio mostra tutta la volonta della cittadinanza attiva di non lasciare deserte le piazze e le strade, chinando la testa alle intimidazioni, al clima d'odio che da più parti è avvertito in città. Questi gli obiettivi della manifestazione della rete napoletana antifascista, svoltasi ieri a Fuorigrotta, quartiere flegreo del capoluogo campano. I manifestanti si sono poi mossi in corteo per le strade del quartiere fino a raggiungere piazza San Vitale. Erano presenti rappresentanti dei centri sociali Insurgentia, Officina 99 e Ska, della Rete campana no G8, i ragazzi dell'Onda, Sinistra critica, i collettivi DeGeneri e Tiresia, e gli Rdb-Cub. Secondo i ragazzi dei centri sociali, la città sta vivendo un clima di "imbarbarimento delle relazioni" dovuto anche all'approvazione del pacchetto sicurezza. Fra i manifestanti, anche i due ragazzi aggrediti. Ha detto uno dei due, che preferisce mantenere l'anonimato: ""Mi sento tranquillo, so che Fuorigrotta è un quartiere antifascista e continuerò a camminare per strada come ho sempre fatto". Intanto la Rete campana no G8 ha annunciato per oggi alle ore 17 una manifestazione da piazza Carità a Palazzo Salerno a sostegno della popolazione colpita dal sisma in Abruzzo.


3 luglio 2009 - Carta

Emergenza casa. Occupato l'ufficio del Comune di Roma

Roma - Questa mattina un centinaio di persone della Rete antisfratto permanente, insieme agli inquilini dei residence e all’Asia-Rdb, ha invaso l’ufficio per le politiche abitative del comune di Roma, all’Eur. Obiettivo della protesta, denunciare l’inerzia del Comune di Roma sull’emergenza abitativa. I numeri ormai sono drammatici: 35 mila nuclei in graduatoria per la casa popolare, 16 mila richieste per il buono affitto, 6 mila sfrattati, 5 mila inquilini che non hanno potuto acquistare case messe in vendita da enti previdenziali [oltre 20 mila in futuro, tra Enasarco, Enpam e altri enti in dismissione], 4 mila le persone che vivono in condizioni di estrema precarietà [senza fissa dimora, occupazioni, alloggi impropri]. "A questi numeri – si legge nel comunicato degli inquilini – vanno aggiunti i 240 mila studenti fuorisede, migranti, giovani che continuano a vivere con le famiglie d’origine non per scelta ma per necessità". In questo contesto, la nuova proroga degli sfratti per le categorie "svantaggiate" non è una soluzione, in quanto non sono contemplati i casi di sfratti per morosità, ormai il 79 per cento dei provvedimenti. "Vorremmo sapere dal Comune – conclude la nota – quali risposte si daranno a chi ha subito uno sfratto, a chi vive da anni nei residence, a chi non ce la fa più a pagare l’affitto o il mutuo".

«NoG8»: la Mappa della crisi
Da L'Aquila alla Sardegna, un calendario fitto di contestazioni si prepara ad accogliere i big della Terra
di Lucia Alessi

Siamo agli sgoccioli. Il G8 de L’Aquila è alle porte, e a Coppito, la caserma-fortezza che ospiterà il summit, è ormai tutto pronto. Ma è pronta anche la rete dei comitati «NoG8», che si apprestano ad accogliere «degnamente» i grandi della Terra. Dopo la manifestazione aquilana del 27giugno, «non solo contro il decreto Abruzzo – spiega Renato Di Nicola, dell’Abruzzo social forum – ma anche per recuperare libertà d’azione e di decisione», un calendario molto fitto di contestazioni, dislocate in diverse regioni italiane, prenderà il via già da domani, 4 luglio, giorno dell’indipendenza degli Usa dall’impero britannico, e della «giornata dell’indipendenza contro la militarizzazione», per liberare «il Dal Molin dall’impero militare statunitense, liberando la terra dalla presenza di una nuova base di guerra». Un Indipendence day tutto vicentino, ma con il sostegno di tutta la rete «NoG8» nazionale [www.nodalmolin.org].Dopo il carnevale di strada che ha animato le vie di Pescara a fine giugno, e il banchetto anti-G8 all’Indie-Rock festival [27 e 28 giugno], l’Abruzzo si mobilita con una costellazione di iniziative, soprattutto nei centri della costa dove sono «ospitati» gli sfollati de L’Aquila. Sulla costa abruzzese e molisana, dal 5 luglio, saranno distribuiti volantini per spiegare i no al G8, in nome della difesa dei diritti e dei beni comuni. Martedì 7, nel porto di Pescara, l’arrivo della Goletta verde di Legambiente sarà l’occasione per una manifestazione contro il pacchetto sicurezza e la politica di respingimento dei migranti decisa dalla coppia Berlusconi-Maroni, all’insegna dello slogan «l’Abruzzo è un porto di mare, noi non respingiamo!», dal nome dell’ultima campagna nazionale in difesa dei migranti, contro il decreto sicurezza approvato ieri. Mercoledì 8 a Chieti sarà distribuito il dossier «L’Abruzzo che non vi fanno vedere», mentre a Sulmona ci sarà un forum su «Sviluppo e disastri ambientali, mettiamo in sicurezza l’Appennino». Giovedì 9, tra Pescara città, la Val Pescara, Bussi e Sulmona ci saranno varie iniziative sul tema della difesa dei beni comuni a partire dall’acqua. Si comincia nel capoluogo di provincia con un sit-in e la distribuzione di un dossier sulla discarica di rifiuti tossici più grande d’Europa, quella della Montedison; nel pomeriggio «toxic tour» della Val Pescara, fino a Sulmona, con visita alle discariche e ai siti contaminati. In tutta la giornata ci saranno azioni simboliche per la difesa dell’acqua bene comune. A Ortona, inoltre, sono previste azioni contro le trivellazioni petrolifere che minacciano la riviera e contro il G8: davanti la costa abruzzese sono infatti ancorate le navi, noleggiate per La Maddalena, dove dormono gli agenti che proteggono gli otto «grandi» [www.abruzzosocialforum.org]. Il 7 luglio, in occasione del passaggio per la capitale delle delegazioni internazionali, è prevista a Roma la «giornata d’accoglienza ai potenti della Terra», con alcuni «info-point» disseminati in diverse parti della città per chi volesse partecipare e con azioni per gruppi d’affinità, che si ritroveranno in piazza Barberini alle ore 17 [http://nog8roma.wordpress.com]. Rimasti «orfani» del G8, i sardi non hanno fermato l’organizzazione delle contestazioni, preparando così il Cuntra su G8 [contro il G8], un controvertice che durante le giornate del 6, del 7 e dell’8 luglio affronterà, tra tavoli tematici e assemblee plenarie, i punti principali dell’agenda sarda, aquilana e mondiale [http://www.cuntrasug8.org]. Poco lontano, nell’Iglesiente – Sulcis – Guspinese dal 2 al 6 luglio prossimo, si svolgerà anche il Gsott8, il Forum per un’altra politica possibile, durante il quale 100 esperti di oltre 70 organizzazioni di più di 40 paesi del mondo si confronteranno per «spiegare ai G8 come, concretamente, possono cambiare politica e porre rimedio a molti dei gravi problemi che hanno creato in questi anni con le loro decisioni», spiega Raffaella Bolini dell’Arci [www.gsotto.org]. Ma le iniziative più attese sono quelle messe in campo dai veri «protagonisti» di questo G8, gli aquilani, sulle cui teste sono crollate prima le case, e poi l’opportunismo governativo. Primo grande appuntamento sarà il 6 luglio, in occasione della «fiaccolata per la ricostruzione sociale, con memoria, verità e giustizia» che inizierà a mezzanotte e avrà il suo culmine alle 3 e 32, ora della scossa principale, per ricordare le tante vittime. Domenica 7, sempre a L’Aquila, si riunirà invece il Forum sulla ricostruzione [www.3e32.com], mentre il 10 luglio il Patto di base [confederazione Cobas, Cub/Rdb, Sdl] una marcia, sarà in marcia con un corteo, accolto favorevolmente da alcune associazioni, partiti e movimenti presenti, incontrando invece l’opposizione dei comitati locali e di altre realtà che hanno subito dichiarato di voler rispettare esclusivamente il calendario di iniziative proposto dai comitati evitando di gravare ulteriormente sulle spalle degli aquilani, pur rispettando le diverse forme di protesta, convinti che, come si legge sul sito di Epicentro solidale, «l’unica scelta scellerata sia quella del governo».


3 luglio 2009 - Liberazione

Requiem per il lavoro

Milano - Telefono Precario e RdB ti aspettano al Requiem del lavoro, funzione solenne a ricordo del lavoro a tempo indeterminato, alle 16 in piazza San Babila a MILANO. Durante la cerimonia funebre, andiamo in processione nei luoghi di sofferenza dei lavoratori precari insieme a San Precario e alla Beata Assunta.

«Sporco negro, tu non sali». Una volta a bordo Mohamed viene aggredito
Bari, ragazzo somalo picchiato a sangue da conducente di bus
di Daniele Nalbone

Bari - Sono le 6 del mattino di martedì 30 giugno. Milioni di Italiani avevano appena appreso la notizia del disastro di Viareggio, altri lo avrebbero saputo di lì a poche ore. Mohamed Abdi Nasri, 40 anni, rifugiato politico e presidente della comunità somala di Bari, racconta di essere uscito dal suo appartamento con il pensiero a quelle povere persone che, quella notte, hanno visto la propria vita distrutta in un momento.
Come ogni mattina si è recato al capolinea del bus numero 1 della Amtab, che da Santo Spirito, località di mare a poco più di 10 km da Bari, porta al centro della città, davanti al teatro Petroselli. Arriva l'autobus ma il conducente, alla vista di un "negro" che vorrebbe salire, non apre le porte.
Passa qualche secondo e allora Mohamed inizia a bussare alla porta. Ma l'autista niente. Non solo non apre ma pensa bene, in preda a una sorta di raptus, di ricoprirlo di insulti: «Voi negri puzzate! Vai via, sporco negro, qui non sali. Voi negri non pagate mai il biglietto».
Incredulo, Mohamed mostra da fuori il biglietto e chiede ad alta voce di salire, sbattendo le mani contro la porta ma il conducente continua a ricoprirlo di insulti.
L'autobus riparte ma dopo pochi metri si ferma per far salire una signora a bordo. Saranno non più di una cinquantina di metri, così Mohamed si mette a correre. Non può permettersi di aspettare i trenta minuti che lo separano dalla prossima corsa. Deve raggiungere Bari e così, non appena il conducente apre le porte posteriori per far salire la bianchissima cittadina italiana, si infila sul bus subito dietro di lei, prima che le porte si chiudano.
«Non appena dallo specchietto l'autista del bus numero 1, se ne accorge» racconta Claudio Spagnoletti, avvocato che ieri sera, con il collega Marcello Mastrangelo, ha assunto la procura di Mohamed, «si alza dal posto di guida e lo assale: lo spintona fuori e inizia a colpirlo con una decina di pugni, soprattutto al volto». Mohamed cade a terra, esanime, mentre il bus riparte con a bordo l'indifferente italiana che ha fatto finta di non aver visto nulla e che, purtroppo, non è stato possibile identificare per testimoniare.
Mohamed viene soccorso da un militare che stava facendo footing nella zona e immediatamente accompagnato alla guardia medica di Santo Spirito. Lì i dottori in presidio gli consigliano di recarsi immediatamente al policlinico di Bari, ma prima Mohamed chiede di essere accompagnato alla stazione dei Carabinieri di Santo Spirito per sporgere denuncia «che stiamo provvedendo a integrare» spiega l'avv.Spagnoletti.
Immediatamente i sanitari del pronto soccorso optano per il ricovero a causa dei colpi subiti in volto da Mohamed ma lui rifiuta di restare in ospedale, nonostante abbia riportato la frattura dello zigomo sinistro, del seno mascellare e del setto nasale. Così firma e viene dimesso.
Torna a casa ma la sera di mercoledì i dolori aumentano ed è costretto a tornare al Policlinico, dove viene ricoverato nel reparto di chirurgia ortopedica. Ne avrà per almeno 25 giorni.
A conferma dell'episodio, nella tarda mattina di ieri, sono arrivate le dichiarazioni del presidente dell'azienda del trasporto pubblico barese, Antonio Di Matteo, che ha spiegato di aver già avviato verifiche interne. L'autista nega la colluttazione ma ammette il diverbio, ma intanto un rifugiato politico di origine somala ha riportato diverse fratture al volto che difficilmente si è procurato da solo.
In questi giorni Mohamed era impegnato nell'organizzazione della festa della comunità somala in programma ieri sera. Per Marcello Signorile del "Comitato Stop Razzismo" di Bari «siamo al cospetto di un episodio di stampo razzista che rientra in un clima di caccia all'extracomunitario che è diretta conseguenza dell'adozione di quei provvedimenti previsti dal pacchetto sicurezza che vede nei migranti dei carnefici».
Purtroppo quello di lunedì mattina «non è il primo episodio di razzismo a Bari» denuncia dallo sportello immigrati della Rdb Cub Chtiwi Chouaib: «Sono sempre più frequenti aggressioni ai danni di cittadini immigrati che vengono taciuti da giornali e televisioni». Al telefono ci racconta la brutta storia di razzismo e violenza vissuta, il mese scorso, da un signore delle Mauritius che, mentre si trovava a pochi passi dall'Università, in Piazza Umberto, al centro di Bari, con il proprio figlio «è stato picchiato selvaggiamente da una decina di ragazzi senza motivo».
Un'escalation di violenza «che, grazie all'operato del governo italiano, rischia solo di peggiorare drammaticamente».


3 luglio 2009 - Il Bologna

Via Tagliamento
Presidio vincente altro sfratto rimandato

Bologna - "La crisi non deve essere fatta pagare alle fasce popolari". Così Lidia Triossi di Asia-Rdb, l’associazione degli inquilini che ieri mattina ha registrato un altro successo: "Disoccupato lui e precaria lei - racconta il sindacato - , con un figlio piccolo con problemi fisici certificati", stavano per essere sfrattati dalla casa in cui sono in affitto in via Tagliamento. Ma analogamente a quanto successo dieci giorni fa in via Montevecchio, "l'ufficiale giudiziario, seguito dalla Polizia in borghese, molto contrariato per la presenza del picchetto di Asia, ha dovuto rinviare lo sfratto all’8 ottobre".


3 luglio 2009 - La Nuova Sardegna

«Gli sfratti? Ce li impone la legge»
Il direttore generale di Area: 600 in attesa di una casa
di Valeria Gianoglio

NUORO - Diciassette sfratti esecutivi a Nuoro, una trentina in provincia, 600 persone in lista di attesa per una casa popolare, e un esercito di disperati che oggi si prepara a discuterne in un’assemblea dell’Rdb-Cub.
Sembra un gioco di parole ma il caso-case è esploso anche a Nuoro e l’Area che gestisce gli alloggi pubblici non ci sta a prendersene le colpe. «Seppur a malincuore, dobbiamo procedere con gli sfratti»: il direttore generale Gesuino Macciocu, giunto ieri mattina a Nuoro da Cagliari, lo precisa da subito. E, insieme al direttore del distretto di Nuoro, Giovanni La Rocca e alla dirigente Viviana Pittalis, lo spiega a chiare lettere che «a nessuno piace mandare per strada donne incinte o famiglie» ma che l’Area, nel caso degli occupanti abusivi delle case popolari si preoccupa, o meglio "deve", solo far rispettare la legge. «Siamo tra l’incudine e il martello - aggiunge Macciocu - se non procediamo con gli sfratti degli occupanti abusivi della case popolari, si apre un procedimento per omissione di atti d’ufficio. E poi c’è un altro fatto: noi siamo un organo gestionale, non un organo politico. Quindi non è nostro compito studiare i problemi, parlare di sanatorie. L’Area non è un ente che assegna le popolari, quello lo fa il Comune così come spetta al Comune fare anche le ispezioni. Noi costruiamo e gestiamo le case». E il direttore Area di Nuoro, Giovanni La Rocca, spiega che l’ente a Nuoro costruirà altri 40 alloggi nel rione di Biscollai più altri 20 a Su Pinu. Gli unici atti che potrebbero fermare, o quanto meno sospendere gli sfratti, come spiega ancora Macciocu, sono «una sanatoria oppure un provvedimento del prefetto». Il prossimo sfratto in città è previsto per lunedì. Di questo e della situazione di emergenza case si discuterà oggi, alle 18, al circolo Madriche, in via Convento 50 a Nuoro, nell’assemblea convocata dall’Rdb-Cub.


3 luglio 2009 - Il Nuovo Molise

No ai trasporti ’inaffidabili’, scatta lo sciopero
Martedì l’azione di protesta indetta dopo la tragedia di Viareggio

CAMPOBASSO - Dopo la catastrofe di Viareggio scatta lo sciopero dei trasporti. Martedì si ferma l’intero comparto come segno di protesta per ciò che è accaduto in Toscana. I lavoratori e i cittadini non possono rischiare la vita per la carenza di controllo. A sostenerlo sono le sigle sindacali Cub, Sdl intercategoriale e Confederazione Cobas che hanno indetto lo sciopero per dire «stop» alla superficialità con cui viene trattato il tema della sicurezza dei trasporti. Il Molise non si sottrae al fenomeno, in regione ogni estate vengono interrotte le linee ferroviarie proprio per consentire i lavori di manutenzione ma nonostante questo i viaggiatori non si sentono affatto al sicuro. Puntualmente con l’arrivo della bella stagione i pullman prendono il posto dei treni, gli autobus sostitutivi accompagnano i viaggiatori a destinazione nei tratti in cui il percorso ferroviario è interrotto per lavori in corso. Ma evidentemente gli interventi effettuati non bastano, i cittadini non si sentono al sicuro quando viaggiano con i treni che partono e arrivano nel capoluogo e sono molti a pensare che forse ci sarebbe bisogno di un intervento unico, serio e definitivo. Ogni anno si lamentano, insorgono ma alla fine sopportano (non possono far altro) i disagi, il passaggio trenoautobus sperando in un miglioramento delle linee e della qualità del viaggio sia dal punto di vista della comodità che della sicurezza. Quando poi a settembre tutto torna alla normalità pendolari, lavoratori e studenti, non registrano grandi cambiamenti nei trasporti e non vedono miglioramenti. Perchè? Treni vecchi, rotaie nuove o messe in ordine su cui però corrono vagoni troppo datati. Il gruppo Ferrovie dello Stato invia comunicati per spiegare che in tutto il territorio nazionale gli interventi di manutenzione si svolgono durante il periodo estivo perchè è solo quello il momento giusto, il periodo di stasi. Allora i viaggiatori, se proprio devono subire i disagi dovuti ai lavori estivi, in cambio pretendono sicurezza. L’episodio di Viareggio ha scosso gli animi suscitando rabbia e spavento. Lo sciopero dei trasporti indetto per martedì riguarderà il settore ferroviario, il trasporto pubblico, il settore aereo e marittimo, un azione di protesta in difesa della sicurezza.(mofu)


3 luglio 2009 - L'Unione Sarda

Nuoro. In città e in provincia cinquanta occupazioni abusive
Ex Iacp, raffica di sfratti
di LUCA URGU

Nuoro - Diciassette solo in città, mentre nel resto della provincia i casi sarebbero una trentina. È il numero delle famiglie che hanno occupato abusivamente gli alloggi dell'Area (ex istituto autonomo case popolari) e che nei prossimi giorni verranno colpite dai provvedimenti di sfratto: Il timore è che si potrebbe rendere necessario l'intervento della forza pubblica per liberare gli immobili.
Ieri mattina i dirigenti dell'Area (azienda regionale edilizia abitativa) hanno chiarito gli obiettivi dell'ente nel corso di una conferenza stampa convocata per spiegare nei dettagli un argomento delicato come quello della casa, che coinvolge centinaia di persone. «Noi siamo obbligati a procedere in questo modo per legge», ha detto il direttore generale Gesuino Maccioccu, accompagnato da Giovanni La Rocca, attuale direttore dell'ente a Nuoro e dal direttore del servizio amministrativo Viviana Pittalis.
«Se non procedessimo all'esecuzione degli sfratti verremmo chiamati a rispondere di omissione. Per noi non esiste altra via per non procedere, a meno che non intervenga una sanatoria, o arrivi una sospensiva del prefetto per questioni di ordine pubblico». I responsabili di Area hanno poi precisato un altro aspetto, per niente marginale, sul fronte delle responsabilità. «Vogliamo ricordare che non siamo noi come Area a provvedere all'assegnazione degli alloggi, bensì il Comune - ha ribadito Macciocu - a noi spetta invece il compito di costruire e gestire gli alloggi nella maniera più opportuna». Un patrimonio consistente costituito in tutta la provincia da quattromila appartamenti, che non bastano per soddisfare la richiesta di tanti nuclei familiari in difficoltà. Così, anche questa volta si assiste alla solita guerra tra poveri che genera l'occupazione abusiva degli appartamenti, che andrebbero invece assegnati seguendo i criteri di una graduatoria, spesso formatasi in tanti anni, con tanti aspiranti beneficiari in attesa. «La legalità deve essere la priorità - hanno detto i dirigenti Area - e allo stesso tempo ricordare che chi occupa abusivamente un immobile nega il diritto ad altre persone che si trovano in situazioni simili se non peggiori». Intanto, questo pomeriggio, alle 18, al circolo Madriche di via Convento, è in programma un'assemblea organizzata dalle rappresentanze sindacali di base - Cub (associazione inquilini e assegnatari di Nuoro) all'insegna dello slogan "La casa è un diritto! Difenderla un dovere".


3 luglio 2009 - Terra

Protesta a oltranza dei precari Ispra
I ricercatori che potrebbero perdere il lavoro entro dicembre hanno occupato simbolicamente la nave oceanografica Astrea
di Rocco Vazzana

LAZIO — Continua la protesta di ricercatori e lavoratori precari dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) contro la decisione del ministero dell’Ambiente di operare drastici tagli al personale. Più di 400 lavoratori, infatti, entro la fine dell’anno potrebbero essere mandati a casa. Mercoledì, circa 200 manifestanti dell’Assemblea dei precari hanno occupato simbolicamente la nave oceanografica Astrea, attraccata a Fiumicino, bloccando di fatto le attività di monitoraggio. «L’azione - ha spiegato in una nota l’Assemblea - rappresenta una protesta contro l’allontanamento dal posto di lavoro, tra oggi e la fine dell’anno, di 430 precari, che mette a rischio molte delle attività dell’Istituto vigilato dal ministero dell’Ambiente, nato appena un anno fa dall’accorpamento dei tre preesistenti. La decisione di bloccare questa importante attività di monitoraggio è stata presa dai lavoratori, riuniti in assemblea permanente nella sede centrale dopo aver occupato per tutta la notte i locali dell’Istituto. Continua, quindi, la mobilitazione dei lavoratori, nonostante per chi ha il contratto scaduto sia sempre più difficile avere accesso all’Ispra, visto che i loro nomi sono già stati cancellati dall’elenco telefonico interno e i loro badge disabilitati, rendendo complesso perfino recuperare i propri effetti personali. Un’ulteriore offesa alla dignità e alla professionalità dimostrata durante il servizio, che per molti precari si è prolungato oltre i cinque o dieci anni». I precari, nell’occasione, hanno annunciato che parteciperanno alla manifestazione indetta dal Patto di base che si terrà questa mattina alle 11:30 davanti a palazzo Vidoni, sede della Funzione pubblica, insieme a tutti gli altri lavoratori precari e a tempo indeterminato del Pubblico impiego. «Chiediamo un intervento immediato del ministro Prestigiacomo - ha dichiarato Enrico Morreale, del coordinamento nazionale precari Usi RdB ricerca - che ha il dovere di intervenire per evitare i nostri licenziamenti. La lotta è iniziata solo adesso e non abbandoneremo il nostro lavoro».

Qualcuno volò sul nido della Ri.rei
I disservizi del consorzio che gestisce centri di riabilitazione nel Lazio. Strutture fatiscenti, condizioni dei pazienti disumane, mancate retribuzioni e indifferenza delle istituzioni. Un girone davvero infernale
di Rossella Anitori

DOSSIER — Pensa a qualcosa a cui tieni. Pensa a qualcuno che ami. È fragile, e non può difendersi. Immagina che abbia un problema. È grave e non sei tu che puoi risolverlo. Autismo, disfunzioni cerebrali e disturbi psicomotori. La struttura che può aiutarlo peggiora le cose. Se ne approfitta. E fa del tuo dolore un’occasione di business. Allora puoi sentire l’indignazione dei familiari che protestano e chiedono giustizia. «Trattano i nostri figli come animali - racconta Angela Maria Contona, presidente dell’associazione genitori -, e nonostante le denunce, i sitin e le manifestazioni, la Regione è sorda alle nostre richieste d’aiuto». Il consorzio Ri.rei gestisce da tre anni alcuni centri di riabilitazione del Lazio, protagonisti di numerosi scandali e disfunzioni. Il bilancio è a dir poco fallimentare: le attività terapeutiche previste non vengono svolte; i pazienti, affetti da patologie diverse, vengono parcheggiati negli stessi locali; gli operatori, in numero carente rispetto alle necessità dell’utenza, vengono pagati in ritardo o non vengono pagati affatto. Ma non è tutto: carta igienica, acqua calda e lenzuola sono lussi che il consorzio non sembra potersi permettere, e il cibo, di pessima qualità, non è mai sufficiente.
SEBBENE OGNI CARENZA E OGNI INADEMPIENZA SIA STATA PUNTUALMENTE DOCUMENTATA E MESSA AGLI ATTI, si fa ancora largo l’ipotesi di confermare definitivamente la gestione al consorzio o alle singole cooperative che ne fanno parte. «La commissione Sanità ha espresso parere negativo sulla gestione dei centri - spiega Angela Maria -, la Regione Lazio, però, fa finta di niente». Genitori e assistenti hanno sporto in totale 14 denunce, hanno inoltrato segnalazioni ed esposti al Prefetto di Roma, alla Regione Lazio, al ministero della Sanità, alla Procura della Repubblica di Roma e di Civitavecchia, ai Nas, alla Guardia di finanza e ai Vigili del fuoco. «I pazienti hanno dormito tutto l’inverno indossando la giacca a vento - racconta Elena Bonuglia, sorella di un ragazzo autistico ricoverato nel centro di Santa Severa -. Faceva freddo e non c’era il riscaldamento. E quando è mancata l’acqua - aggiunge -, gli operatori sono andati a prenderla in piscina. E un secchio dopo l’altro l’hanno riscaldata nelle pentole». Ancor più inquietante è la testimonianza di Angela Maria: «Quando mancano le lenzuola lasciano dormire i ragazzi sull’incerata. Sono tanti i casi di piaghe da decubito». Silvia, invece, mamma di un ragazzo ospite nella struttura di Lavinio, riferisce di episodi di violenza: «La scorsa settimana mio figlio ha ricevuto un pugno in faccia. Gli operatori non sono mai abbastanza e spesso per governare la situazione usano le mani. Le botte a Lavinio sono all’ordine del giorno». Ida, madre di un’altra paziente, racconta la sua esperienza: «Mia figlia ha tre punti in testa. Il personale mi ha riferito che era sola e che si è fatta male cadendo dal letto». Anche l’incidenza degli infortuni sul lavoro è altissima, «si parla di due o tre episodi alla settimana», dice ancora Angela Maria. «Pensare di affidare ventisei persone a 3 operatori è assurdo», commenta un’operatrice del centro di via Maiorana. «Per non parlare poi del fatto che vengono tenuti tutti insieme - aggiunge Elena -, nello stesso stanzone. Al di là delle esigenze di trattamento specifico. Nel centro di Santa Severa si penalizzano tutti i casi: autistici, schizofrenici, invalidi e cerebrolesi fanno gruppo unico. Non ci sono neanche sedie per tutti, li fanno sedere a terra». Ad avvalorare il resoconto dei genitori concorrono le testimonianze dei lavoratori. Mimmo, un assistente del centro di via Sbricoli è demoralizzato: «Non abbiamo mezzi per svolgere un lavoro così delicato. La sola cosa che possiamo fare è mettere in campo la nostra esperienza. Ogni giorno bisogna inventare qualcosa». Poi aggiunge: «Via Sbricoli era il fiore all’occhiello della sanità laziale. Un centro sperimentale per l’autismo davvero all’avanguardia, peccato che in tre anni sia precipitato, non rimane nulla di quel che è stato. Oggi non c’è neanche una sedia che sia di proprietà del consorzio». E per Claudio, fisioterapista e padre di una ragazza degente, la parola chiave per capire le circostanze in cui gli operatori si trovano a lavorare ogni o è «disinvestimento». A scapito della professionalità degli assistenti, che pagano di tasca propria i corsi di aggiornamento, e dei centri, sprovvisti dell’essenziale. «Sempre più spesso - dice Claudio - ci troviamo a sopperire da soli alle carenze delle strutture. Portiamo da casa il necessario, i giochi per i bambini, i test di valutazione neuropsichiatrici e il materiale per le attività riabilitative».
LA SITUAZIONE DEI CENTRI DI RIABILITAZIONE RI.REI NON SUONA NUOVA ALLA REGIONE, responsabile dell’affidamento dei servizi al consorzio, tantomeno alla stampa, che ha più volte raccolto le denunce di parenti e lavoratori. Guido la Forgia, un dipendente del centro di via Sbricoli, ne ha fatto le spese. «Sono stato licenziato per aver segnalato il degrado delle strutture. Uno stato di fatto, vero e documentato. Non ho fatto altro che comunicare al datore di lavoro che la situazione era grave, poi davanti all’inerzia della dirigenza ho esposto il problema agli organi di vigilanza e alla Procura della Repubblica. Non credo di aver meritato un licenziamento ». Gli operatori non vogliono che la verità sia nascosta, odiano le maschere. Hanno fotografato lo scandalo e messo al corrente i familiari. Guido è stato licenziato e molti altri rischiano il posto: le intimidazioni, infatti, sono all’ordine del giorno. «Veniamo continuamente vessati e minacciati. Precettati nel non aderire agli scioperi denuncia Mimmo -. La dirigenza dei centri non vuole che gli operatori parlino con i genitori dei pazienti». Quella di Mimmo non è solo un’impressione. Dagli atti della mozione 376 presentata al Consiglio regionale il 4 febbraio del 2009 si legge: «Il consorzio Ri.rei, di fronte alle dettagliate segnalazioni di inadempienza e inadeguatezza, ha posto in atto una forte azione di repressione per tentare di ammutolire i lavoratori e quanti altri si adoperano per chiedere un’azione di controllo sul suo operato e garantire livelli adeguati di assistenza e cura per gli utenti». Strutture fatiscenti, condizioni dei pazienti disumane, mancata retribuzione degli operatori e indifferenza delle istituzioni. La domanda è: come si è arrivati a tutto questo? Prima di passare nelle mani del consorzio Ri.rei, la gestione dei centri di riabilitazione faceva capo all’associazione Anni verdi, onlus che operava in convenzione con il sistema sanitario nazionale. Nel mese di luglio 2006, però, la onlus viene messa in liquidazione. Per evitare di interrompere un servizio pubblico essenziale, che rispondeva alle necessità di oltre 1.000 persone affette da gravi patologie e impiegava circa 500 lavoratori, l’autorità prefettizia con apposito provvedimento requisì le strutture dove i disabili erano ricoverati e le affidò alle rispettive Asl di competenza. I servizi vennero dunque internalizzati, ma solo per due mesi. Dal mese di settembre, infatti, la gestione venne affidata dall’assessore alla Sanità della Regione, Augusto Battaglia, a un consorzio formato dalle maggiori centrali cooperative del Lazio, la Ri.rei per l’appunto. Un soggetto costituito ad hoc appena una settimana prima, il 21 agosto. «Non c’è stato alcun bando di concorso, nessuna gara pubblica - denuncia Elena -, il servizio è stato affidato direttamente a un consorzio appena nato, non competente e privo di risorse economiche per sopperire anche a temporanee difficoltà finanziarie». Il consorzio è costituito, infatti, da tre cooperative, Unisan, Osa e Nuova Sair, che non avendo esperienza nel settore, né mezzi propri, non possiede i requisiti previsti dalla legge per fornire il servizio. A tre anni di distanza le conseguenze di questa scelta sono piuttosto evidenti, dalle istituzioni però non è arrivato alcun segno.
«DIETRO AL CONSORZIO RI.REI C’È LEGACOOP, AGCI E CONFCOOPERATIVE LAZIO - SPIEGA CLAUDIO -. È un pezzo di Roma che sta gestendo la partita. Sono inattaccabili. Neanche l’opposizione ha fatto barricate su questo tema. E la Regione ha le mani legate». Nonostante le molte promesse, non sono stati ancora presi i provvedimenti necessari per far luce sull’intera vicenda. «Oggi Battaglia non è più in carica - aggiunge - ma non perde occasione per spalleggiare il consorzio e sostenere la causa dell’accreditamento». Genitori e operatori vogliono chiarezza, chiedono che siano messe al primo posto le esigenze dei pazienti, e non altri interessi. Anno dopo anno la Regione Lazio ha versato nelle casse del consorzio milioni di euro, un budget che la Ri.rei sembra non abbia saputo gestire al meglio. Il consorzio si sarebbe infatti reso colpevole di gravi inadempienze sia verso i lavoratori, non pagando le spettanze dovute, che verso i disabili assistiti, privandoli di un’adeguata tutela sanitaria oltre che riabilitativa. «A tutto ciò - si legge dagli atti della denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Civitavecchia - si aggiunge la continua inosservanza dei contratti stipulati con le ditte appaltatrici dei servizi di catering, pulizie e lavanderia, che a causa dei mancati pagamenti delle relative fatture interrompono i servizi presso i centri, provocando disagio ai disabili sia dal punto di vista alimentare che igienico sanitario». Quando la Regione paga il Consorzio «i soldi non riescono ad arrivare ai lavoratori perché vengono requisiti dai fornitori spiega Sabino Venezia del coordinamento nazionale Rdb Cub -. Il cerchio non riesce a chiudersi, e non lo farà fin quando il servizio non tornerà alla gestione diretta delle Asl. È necessario mettere sotto controllo i protocolli di assistenza e il processo amministrativo, in particolare le fatturazioni. Rischiamo di trovarci davanti a un ennesimo baraccone che fattura in maniera diversa dalle prestazioni che eroga. Manca la dovuta trasparenza».
GENITORI E LAVORATORI CHIEDONO LA VERIFICA DELLE SPESE SOSTENUTE E IL CONTROLLO DELLA RENDICONTAZIONE presentata dalla Ri.rei alla Regione. «La gestione del servizio da parte del consorzio - si legge dagli atti della mozione 376 - sembra essere finalizzata solo a far "cassa": ricevere ingenti somme dalla Regione Lazio e spendere il minimo indispensabile per ottenere il massimo profitto». L’associazione chiede alla Regione Lazio la revoca dell’affidamento alla Ri.rei, l’internalizzazione, seppur temporanea, del servizio e una gara a evidenza pubblica che permetta di individuare un soggetto idoneo. «I presupposti della creazione del consorzio erano sostanzialmente due - dice Guido -: mantenimento dei livelli assistenziali e garanzia di quelli occupazionali. Entrambi, però, sono stati disattesi». Chiunque conviene nell’affermare che i disabili psichici non siano cittadini di serie B. Di fatto, però, queste persone vengono trattate come tali proprio da chi dovrebbe tutelarli: le istituzioni.


3 luglio 2009 - Varese news

Mobilitazione sindacale dei Vigili del Fuoco: lunedì presidio alla Prefettura
Duro comunicato delle rappresentanze sindacali regionali del Corpo: solo buone parole ma niente risorse per il settore, che si dibatte fra difficoltà quotidiane

Varese - Riceviamo e pubblichiamo - Dopo la retorica dei pompieri "brava gente" o "angeli del terremoto" e gli elogi più o meno sinceri, di politici e rappresentanti di varie istituzioni, la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nell’aiutare la categoria dei VVF, visto che anche nel cosiddetto "Decreto Abruzzo", non si è concretizzato alcuno degli impegni assunti per risollevare le sorti del CNVVF.
Quindi…niente contratto (scaduto da un anno e mezzo) niente finanziamenti niente assunzioni (15.000 unità in meno) niente passaggi di qualifica niente rinnovo parco automezzi niente acquisto nuove attrezzature niente trattamento di trasferta o missione per il personale VVF … in compenso si effettuano una marea di straordinari, che non si sa se e quando verranno pagati (compresi quelli svolti nel 2008).
Nonostante tutto, il personale della nostra regione continua ad andare nelle zone terremotate, con un impegno insostenibile di personale e mezzi, mettendo in crisi il soccorso tecnico urgente e molti altri importanti compiti istituzionali in regione. I lavoratori VVF dicono basta e si mobilitano per dimostrare il loro dissenso e per rivendicare condizioni di lavoro e retributive migliori. Per questi motivi è stato organizzata una prima iniziativa di lotta, programmando per il giorno 6 luglio ’09 alle ore 11,00 alle 13,00 un presidio davanti alla prefettura di Varese città di riferimento del nostro ministro on. Maroni. Durante il presidio verrà effettuato un volantinaggio tra la cittadinanza e chiesto un incontro al Prefetto di Varese, per esporre le problematiche della categoria.
CGIL (M. Ferrari) CISL (R. Prada) UIL (C. De Gregorio) RdB (M. Berto) Confsal (S. Gianvecchio)


3 luglio 2009 - Milano Finanza

Fiat: Cub convoca il 14/7 assemblea lavoratori Arese

ARESE (MF-DJ)--In vista dell'incontro che si terra' presso Assolombarda circa le 13 settimane di cassa integrazione ordinaria, la Confederazione Unitaria di Base ha convocato per martedi' 14 luglio un'assemblea per tutti i lavoratori di Arese a cui e' stato avviato il provvedimento di Cigo. L'incontro, recita una nota, e' previsto alle 10h00 presso il Centro Tecnico Piano Piastra, e data la sua importanza l'invito e' rivolto a tutti i lavoratori. La nota ricorda che ad Arese la Fiat ha aperto la procedura di cassa integrazione ordinaria per 13 settimane (dal 24 agosto al 22 novembre 2009) come anche a Mirafiori presso gli enti centrali, che interessera' 312 lavoratori di cui 270 impiegati e 42 operai. La stessa ha riguardato anche Balocco per 3 impiegati e 3 operai. Inoltre 4.410 lavoratori, di cui 3.963 impiegati e 447 operai, lavoratori presso gli enti centrali di Mirafiori saranno posti in Cigo l'ultima settimana di agosto e tutti i venerdi' fino al 22 novembre, provvedimento che interessera' anche 52 impiegati apprendisti, sempre di Mirafiori, per i quali e' stata chiesta la cassa integrazione speciale in Deroga.


3 luglio 2009 - Il Sole 24 Ore

La novità Obama e il dopo-sisma frenano l'azione no global
I movimenti: faremo sentire la nostra voce non violenta
di Riccardo Ferrazza

ROMA - Si mobilitano gli studenti degli "Atenei in rivolta" contro il «processo di riforma e di destrutturazione del sistema formativo pubblico»; preparano la protesta i sindacati di base – Rdb-Cub, Cobas e Sdl – che contestano il «dominio incontrastato del profitto e della mercificazione totale»; pronti i centri sociali «per una cittadinanza globale contro il razzismo » (come la Rete romana No G8), i movimenti per il diritto alla casa e le reti contro la precarietà; di nuovo in azione, come per ogni appuntamento che vede riuniti i "potenti della terra", il movimento del Social forum. Infine, loro: quelli cui spetterebbe il diritto a essere protagonisti dell'azione di protesta, le popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto e impegnate per la ricostruzione del loro territorio che si sono organizzate intorno alla rete "3 e 32" (l'ora del sisma).
È veriegata e quasi inafferrabile la galassia di soggetti e sigle che si prepara a farsi sentire nei giorni del G-8 dell'Aquila e che da mesi tesse la propria rete organizzativa attraverso siti internet, forum e "centri media indipendenti" come Indymedia che rilanciano e incitano alla partecipazione. Qua e là si trova la raccomandazione: rispettiamo chi ha già subito tanti disagi. Tradotto: no a manifestazioni e scontri violenti.
Un'anticipazione si avrà già domani, giorno della manifestazione a Vicenza organizzata dal presidio "No Dal Molin" contro la nuova base Usa. Le premesse non sono rassicuranti. «Il 4 luglio –annunciano gli organizzatori –vogliamo entrare nel territorio che gli statunitensi vorrebbero trasformare in base di guerra». Nei giorni scorsi è stata diffusa una lettera-appello indirizzata al presidente Barack Obama: «Venga a Vicenza per rendersi conto della situazione e per capire se continuare la realizzazione di questo folle progetto». Un invito a un interlocutore considerato ben diverso dal suo predecessore, l'"odiato"George W.Bush.E il pregiudizio positivo aveva trovato conferma ad aprile nell'invito ai comitati vicentini per un'audizione al "Subcommittee on military construction, veterans affairs and related agencies". Un'apertura di cui si trova eco nell'appello del comitato: «Non si tratta di anti-americanismo ».«Il movimento –commenta Vittorio Agnoletto, ex eurodeputato e rappresentante italiano al Forum sociale mondiale – non è mai stato anti-americano: quello che abbiamo contestato sono state le politiche dei governi».
Per Agnoletto è invece ora che il movimento «riprenda la ricerca dell'unità in una pratica concreta » senza inseguire «tappe e scadenze scelte dagli otto grandi». Non solo perché il G-8 perde di importanza rispetto al G-20 ma perché la logica del botta e risposta è una «trappola», proprio ora che «il movimento ha più filo da tessere rispetto agli anni passati».
I contestatori dichiarano di non voler cedere al «meschino tentativo del governo di usare il terremoto per impedire le legittime proteste ». Si nota però l'attenzione a concentrare le manifestazioni più "rumorose" lontane dai luoghi del sisma. La «giornata di accoglienza per i grandi della Terra», ribattezzata la "piazza dell'indignazione" è stata fissata a Roma per il 7 luglio. Lo stesso giorno la rete "3 e 32" organizza il Forum per la ricostruzione sociale all'Aquila. «Non possiamo impedire – spiegano – a nessuno di partecipare. Del resto la città è come il miele per i media e i movimenti. Per tenere distinta la nostra battaglia dalle proteste anti G-8 non parteciperemo alla manifestazione del 10». Quel giorno nel capoluogo si terrà la «marcia della rinascita ». Marcia e non corteo. Distinzione che tradisce un auspicio: nessuno la scambi come occasione per fare danni.


2 luglio 2009 - Ansa

P.A.: RDB-COBAS-SDL, DOMANI SCIOPERO CONTRO RIFORMA BRUNETTA

(ANSA) - ROMA, 2 LUG - Domani i lavoratori del pubblico impiego aderenti ai sindacati di base Rdb, Cobas e Sdl sciopereranno in tutta Italia per protestare contro il decreto Brunetta che riforma la pubblica amministrazione. Si svolgeranno iniziative sindacali nelle maggiori città italiane, tra cui Roma e Milano. Nei giorni scorsi i sindacati avevano esaminato il decreto anti-crisi ma avevano confermato lo sciopero perchè con il provvedimento «il Governo elimina solo alcune delle disposizioni più odiose riguardanti i dipendenti pubblici contenute nella legge 133, rimane l'impianto generale del piano industriale».

DOMANI NEL LAZIO

(ANSA) - ROMA, 2 LUG - AVVENIMENTI PREVISTI PER DOMANI NEL LAZIO:...
11.00, Roma - davanti al Ministero della Funzione Pubblica, Corso Vittorio Emanuele II 116. Manifestazione organizzata dall'Rdb-Cub Pubblico Impiego a sostegno dello sciopero generale del 3 luglio del comparto sanità indetto dalle categorie pubbliche del patto di base, Rdb-Cub,P.I., Cobas P.I., Sdl intercategoriale.
11.30, Roma - davanti palazzo Vidoni. Manifestazione dei lavoratori dell'Ispra e di tutti i lavoratori precari del pubblico impiego organizzato dall'Rdb-Cub. La manifestazione prosegue alle 14.00 con un presidio davanti al Senato....

SANITÀ: DOMANI SCIOPERO DI 24 ORE SINDACATI DI BASE

(ANSA) - ROMA, 2 LUG - Si svolge domani, 3 luglio, uno sciopero di 24 ore dei lavoratori della Sanità (dai medici agli amministrativi) che aderiscono ai sindacati di base Rdb-Cub P.I, Cobas P.I., Sdl Intercategoriale. Le principali manifestazioni si svolgeranno a Milano, davanti all'Assessorato Sanità Lombardia dalle ore 09.30, e a Roma, davanti al Ministero della Funzione Pubblica dalle 11.30. I sindacati protestano per una serie di ragioni dalla «privatizzazione della sanità» a questioni contrattuali. «Ormai non vi è atto governativo che non colpisca i dipendenti del servizio sanitario - ha dichiarato Sabino Venezia, del coordinamento nazionale RdB-CUB Pubblico Impiego - dal contratto sanità al Decreto Brunetta, al pacchetto sicurezza, le funzioni ed i diritti di chi garantisce un servizio sanitario pubblico e di qualità continuano ad essere messi a dura prova». «L'intento di questo Governo è sempre più palese - ha proseguito Venezia - cancellare il servizio pubblico a vantaggio di sistemi speculativi riconducibili a privati o a lobbies affaristiche con importanti ricadute sui cittadini. I lavoratori della Sanità - ha concluso - saranno in piazza contro il governo degli affari e l'immobilismo dei sindacati concertativi, per rivendicare salario, diritti e dignità».


2 luglio 2009 - Adnkronos

SANITÀ: RDB-CUB ADERISCE A SCIOPERO COMPARTO
SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
INDETTO DALLE CATEGORIE PUBBLICHE DEL PATTO DI BASE

Roma, 2 lug. (Adnkronos/Labitalia) - Domani, venerdì 3 luglio, ci sarà lo sciopero di 24 ore nel comparto sanità, che aderisce allo sciopero generale del pubblico impiego indetto dalle categorie pubbliche del patto di base (RdB-Cub P.I, Cobas P.I. e SdL Intercategoriale). L'astensione dal lavoro riguarderà tutto il personale sanitario e medico e verrà effettuata garantendo i servizi essenziali. Con questo sciopero, si legge in una nota sindacale, la RdB-Cub P.I. Sanità rivendica quelli che da sempre sono i suoi obiettivi primari: servizi sanitari presenti ed efficienti, con personale sufficiente in una Sanità trasparente. Prima dello sciopero generale verranno attuate iniziative territoriali, con assemblee in tutti i posti di lavoro.

ROMA: IL 7 E 8 LUGLIO SCIOPERO DEL TRASPORTO PUBBLICO

Roma, 2 lug. (Adnkronos) - Scioperi in programma il 7 e 8 luglio per i trasporti pubblici di Roma con possibili i disagi per il pubblico. Le due proteste saranno di 4 ore. Martedi' 7 luglio le aziende di trasporto Atac, Trambus, Met.Ro e Tevere Tpl saranno interessate da uno sciopero di quattro ore indetto dai sindacati di base Cub, Cobas e Sdl. Per bus, tram, metro' e ferrovie Roma-Lido, Roma-Giardinetti e Roma- Civitacastellana- Viterbo saranno possibili disagi dalle 20,30 a fine servizio. Gli impiegati che aderiranno alla protesta, si asterranno dal lavoro per le 3 ore di ogni fine turno. Verificatori, addetti ai parcheggi e ausiliari del traffico che parteciperanno allo sciopero, sospenderanno il lavoro dalle 20.30 a fine turno.


2 luglio 2009 - Asca

SANITA'/PUBBLICO IMPIEGO: RDB-CUB, DOMANI
SCIOPERO GENERALE DI 24 ORE

(ASCA) - Milano, 2 lug - Domani, 3 luglio, i lavoratori e le lavoratrici della Sanita' si asterranno 24 ore dal lavoro per lo sciopero indetto dalle categorie pubbliche del Patto di Base, RdB-CUB P.I., Cobas P.I. e SdL Intercategoriale. Dopo l'iniziativa di protesta itinerante, che ieri ha coinvolto i piu' importanti Ospedali della capitale, le principali manifestazioni del Comparto a sostegno dello sciopero si svolgeranno a Milano, davanti all'Assessorato Sanita' Lombardia, in via Pola 9 dalle ore 09.30, e a Roma, davanti al Ministero della Funzione Pubblica, dalle 11.30. ''Ormai non vi e' atto governativo che non colpisca direttamente i dipendenti pubblici e, tra questi, quelli del servizio sanitario'', dichiara Sabino Venezia del coordinamento nazionale RdB-CUB Pubblico Impiego. ''Dal contratto sanita', recentemente contestato dal Ministro Tremonti, al Decreto Brunetta, all'imminente varo del pacchetto sicurezza, che ci vuole tutti delatori delle condizioni dei migranti, le funzioni ed i diritti di chi ancora garantisce un servizio sanitario pubblico e di qualita' continuano ad essere messi a dura prova''.L'intento di questo Governo, prosegue Venezia, e' sempre piu' palese, ''cancellare il servizio pubblico a vantaggio di sistemi speculativi riconducibili a privati o a lobbies affaristiche, che in sanita' si traduce facilmente in fondi ai privati, con la politica degli appalti-esternalizzazioni e project financing; evoluzione del sistema assistenziale privato/convenzionato anche attraverso il modello delle fondazioni, e sviluppo del sistema assicurativo, con importanti ricadute sui cittadini''. I lavoratori della Sanita', conclude il sindacalista, saranno domani in piazza con la RdB ed il resto del sindacalismo di base, ''contro il governo degli affari e l'immobilismo dei sindacati concertativi, per rivendicare salario, diritti e dignita'''.


2 luglio 2009 - Apcom

Sanità/ Sdl e Cobas: domani sciopero generale di 24 ore
Indetto dalle categorie pubbliche del Patto di Base

Domani, 3 luglio, i lavoratori e le lavoratrici della sanità si asterranno 24 ore dal lavoro per lo sciopero indetto dalle categorie pubbliche del Patto di Base, RdB-CUB P.I., Cobas P.I. e SdL Intercategoriale. "Dopo l'iniziativa di protesta itinerante, che ieri ha coinvolto i più importanti Ospedali della capitale - informa una nota - le principali manifestazioni del Comparto a sostegno dello sciopero si svolgeranno a Milano, davanti all'Assessorato Sanità Lombardia, in via Pola 9 dalle ore 09.30, e a Roma, davanti al ministero della Funzione Pubblica, in Corso Vittorio Emanuele II 116, dalle 11.30". "Ormai non vi è atto governativo che non colpisca direttamente i dipendenti pubblici e, tra questi, quelli del servizio sanitario", dichiara Sabino Venezia del coordinamento nazionale RdB-CUB Pubblico impiego. "Dal contratto sanità, recentemente contestato dal ministro Tremonti, al decreto Brunetta, all'imminente varo del pacchetto sicurezza, che ci vuole tutti delatori delle condizioni dei migranti, le funzioni ed i diritti di chi ancora garantisce un servizio sanitario pubblico e di qualità continuano ad essere messi a dura prova". "L'intento di questo Governo è sempre più palese - prosegue Venezia - cancellare il servizio pubblico a vantaggio di sistemi speculativi riconducibili a privati o a lobbies affaristiche, che in sanità si traduce facilmente in fondi ai privati, con la politica degli appalti-esternalizzazioni e project financing; evoluzione del sistema assistenziale privato/convenzionato anche attraverso il modello delle fondazioni, e sviluppo del sistema assicurativo, con importanti ricadute sui cittadini. I lavoratori della Sanità saranno domani in piazza con la RdB ed il resto del sindacalismo di base, contro il governo degli affari e l'immobilismo dei sindacati concertativi, per rivendicare salario, diritti e dignità", conclude Venezia.


2 luglio 2009 - Liberazione

Vigili e infermieri di Roma aprono le iniziative di lotta
Pubblico impiego, il patto di base contro il governo
di Daniele Nalbone

Antipasto di sciopero generale a Roma, dove il Patto di Base domani scenderà in piazza contro lo smantellamento della pubblica amministrazione. Sanità, pompieri e personale comunale e dei nidi hanno organizzato ieri una serie di proteste per dimostrare al Governo che il dissenso e il malcontento dei lavoratori non sarà facile da far tacere.
La prima a mettersi "in movimento" è stata la sanità: alle 8, a bordo di un vecchio autobus a due piani scoperto, alcuni delegati sindacali erano già davanti ai cancelli dell'ospedale S.Eugenio, nel quartiere dell'Eur. Un giro nei vari ospedali, con tanto di volantinaggi, per denunciare i tagli dei posti letto e, in alcuni casi, la chiusura dei nosocomi nella Regione Lazio. Il cosiddetto rientro dal deficit è «una scusa per bloccare le assunzioni, speculando sulla pelle di cittadini e lavoratori», afferma Licia Pera di Rdb Cub.
Nelle stesse ore i Vigili del Fuoco, che sciopereranno per tre ore come tutti gli altri settori del pubblico impiego (sanità otto ore), hanno organizzato una "biciclettata" fin davanti al ministero dell'Interno contro lo stato di abbandono al quale sono condannati da anni: «A tre mesi dal terremoto continuiamo a provvedere a mansioni non di nostra competenza ma di altri corpi, a lavorare come "vigilantes" nelle zone dell'aquilano», racconta Giovanni Maccarino dei VV.FF. di Roma. Il tutto senza contratto di lavoro, ormai scaduto da un anno e mezzo, senza attrezzature, senza adeguati dispositivi di protezione e, soprattutto, con 15 mila unità di organico in meno.
Davanti al Campidoglio, intanto, i precari del Comune di Roma e dei nidi hanno parcheggiato un camper con cui picchetteranno, fino allo scoccare dello sciopero, casa-Alemanno. Un modo per non abbassare la guardia «e per informare i cittadini e i lavoratori delle mala gestione che ha raggiungerà il suo apice a fine mese quando, nell'ennesimo tavolo (estivo) di trattative, ridurranno ulteriormente il personale dei nidi comunali», spiegano Roberto Betti e Caterina Fida di Rdb-cub.
Domani anche loro sciopereranno per tre ore ma per far salire il tono della protesta hanno indetto, dalle 8 alle 11, un'assemblea presso la sala del Carroccio, in Campidoglio, alla quale seguirà una manifestazione, dalle 11 alle 14, presso il ministero della Funzione Pubblica in corso Vittorio Emanuele dove apparirà, al fianco di "S.Precario", "Santa Assunta …davvero".
Un'apparizione che si manifesterà in varie città italiane: a Milano, dove dalle 9 i lavoratori saranno in presidio all'assessorato regionale, in via Pola, mentre dalle 16 in piazza San Babila si svolgerà il Requiem del Lavoro, con tanto di processione. Volantinaggi in nome dei santi patroni del precariato sono invece in programma davanti alle sedi Rai di Torino (ore 11), Genova e Ancona (ore 12) mentre l'Inps sarà scenario di mobilitazioni a Vicenza (ore 12) e Padova (ore 11). La Prefettura sarà l'obiettivo delle proteste dei precari di Ragusa, Catania e Palermo. E mentre a Napoli è in programma, alle 11, un'assemblea pubblica presso il cinema Modernissimo, a Perugia lo sciopero di tre ore sarà l'occasione per raccogliere firme in piazza Italia (ore 12.30) per la ri-pubblicizzazione dell'acqua.

Telefono Precario e RdB ti danno appuntamento domani, giornata di sciopero generale del Pubblico Impiego, al Requiem del lavoro , funzione solenne a ricordo del lavoro a tempo indeterminato. Domani alle 16 in piazza San Babila. Durante la cerimonia funebre, andiamo in processione nei luoghi di sofferenza dei lavoratori precari insieme a San Precario e alla Beata Assunta.

Ieri un'ora di stop. Cobas, Cub e SdL: il 7 sciopero generale dei trasporti
I ferrovieri chiedono sicurezza. L'ad delle Fs Moretti: «Sciacalli»

E' di 17 il bilancio provvisorio dei morti dopo lo scoppio alla stazione di Viareggio, ma i sanitari temono che il numero sia destinato ad aumentare: ci sono 28 feriti, ricoverati in vari ospedali, l'80% dei quali in gravissime condizioni. Nelle prime ore del mattino di ieri è morta la bimba di tre anni ricoverata all'ospedale Bambin Gesù di Roma con ustioni sul 90% del corpo. Non si hanno notizie di parenti. A Firenze è morto Lorenzo, il bimbo di 2 anni ricoverato all'ospedale pediatrico 'Meyer' anche lui con ustioni sul 90% del corpo; i suoi genitori sono ricoverati uno a Pisa e l'altro a Padova. Intanto, sempre nella giornata di ieri, è stata "trovata" la causa dell'incidente: «Il carro era parzialmente corroso dalla ruggine - ha detto l'assessore regionale alla Protezione Civile della Toscana, Marco Betti - Tre incidenti per la stessa tipologia di danno, la rottura dell'asse dei carri, sono accaduti negli ultimi 20 giorni sulle ferrovie della Toscana, a San Rossore (Pi), a Vaiano (Prato) e a Viareggio - ha detto - In gioco c'è la sicurezza dei cittadini e se è vero che tutto era in regola, nel pieno rispetto delle normative, il carro poteva viaggiare fino a dicembre 2009, allora sono proprio queste ad essere inadeguate, qualcosa deve cambiare. Dalla Toscana deve partire una richiesta forte e dobbiamo operare per la sicurezza». E di regole, infatti, bisogna parlare. «Dal punto di vista degli effetti poco cambia se il vagone sia delle Ferrovie dello Stato o di una compagnia straniera. - ha dichiarato Guglielmo Epifani - Il risultato è che c'è la responsabilità di qualcuno che non ha controllato bene. Non si possono mandare dei carri che trasportano materiale così infiammabile in un vagone con il semiasse arrugginito che può saltare da un momento all'altro. Si conferma che c'è spesso un problema sui materiali: quando non è la reta ferroviaria sono i materiali che si impiegano». Quindi sarebbero un asse del treno fessurato e parzialmente corroso dalla ruggine, dunque, già da tempo pericoloso, la principale ipotesi al vaglio della procura di Lucca, che sta indagando sulla strage.
I magistrati hanno già disposto accertamenti sulle operazioni di manutenzione, compresa la congruità degli ultimi
controlli agli ultrasuoni eseguiti sull'asse. Cedimento strutturale in un quadro che risulta, comunque, molto complesso. Una volta svuotate e rimosse le cisterne, in particolare, si potranno avere indicazioni utili a stabilire le
cause della fuoriuscita del gas, che ha provocato l'esplosione. E' stato il ministro dei trasporti, Altero Matteoli - che ha
costituito una propria commissione d'inchiesta composta da tre tecnici - a rendere noti in Parlamento i risultati del primo rapporto informativo dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Nel capoluogo toscano, intanto, mentre prosegue con estrema cautela lo svuotamento - iniziato due giorni fa- delle 13 ferrocisterne di gpl non coinvolte nell'esplosione, in obitorio si lavora all'identificazione dei corpi ancora senza nome: alcune persone sono state riconosciute grazie ai gioielli, soprattutto fedi nuziali con impressa la data del matrimonio, per altre sarà necessario l'esame del dna. Per il momento non risultano iscrizioni sul registro degli indagati nell'inchiesta aperta per i reati di disastro ferroviario, incendio colposo e omicidio colposo plurimo.

Nessun indagato. Ma i giudici accusano: «Ci sono omissioni» Ruggine sull'asse spezzato. Sotto inchiesta la revisione
di Roberto Farneti

«Sciacalli» che speculano sulle disgrazie «per interessi personali». Mauro Moretti, amministratore delegato delle Fs, liquida così chi, dopo la tragedia di Viareggio, alza la voce per chiedere che nel trasporto ferroviario la sicurezza sia sempre al primo posto. Dopo avere ignorato gli allarmi lanciati nei mesi scorsi dai sindacati e dai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, Moretti alza le spalle anche di fronte allo sciopero di un'ora messo in atto ieri da ben sei organizzazioni sindacali - Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl, Fast e Orsa - proprio per sollecitare una maggiore attenzione su questo tema, reso più delicato dall'ingresso sui binari dei privati.
«La nostra rete è la più sicura d'Europa, molto meglio di Francia e Germania», ribatte Moretti dagli schermi di "Sky Tg24", mentre scorrono le immagini agghiaccianti di palazzine annerite e auto sventrate nei pressi della stazione per l'esplosione seguita al deragliamento di un treno merci. Che senso ha vantarsi di essere i primi della classe se poi non si riescono a evitare simili catastrofi?
Se lo chiedono anche i sindacati Cobas, Cub e Sdl, che all'arroganza delle Fs rispondono con la proclamazione di uno sciopero generale dei trasporti per martedì prossimo. Le organizzazioni del Patto di Base non sembrano condividere la conferma dei vertici delle Fs ad opera del governo e puntano il dito contro la «mancanza o la carenza» di controlli. Lo sciopero generale dei trasporti indetto da Cobas Cub e SdL si articolerà nel seguente modo: per quanto riguarda il settore ferroviario, i lavoratori sono chiamati a incrociare le braccia per quattro ore dalle 10 alle 14; quattro ore di sciopero anche nel trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente; un'ora di sciopero nel trasporto aereo dalle 10 alle 11 e un'ora nel settore del trasporto marittimo all'inizio di ogni partenza.
Di fronte ai cadaveri carbonizzati di tante perrsone innocenti, che senso ha giocare allo scaricabarile, come fa in un'intervista a Il Messaggero Vincenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia, quando ricorda che dei tre incidenti verificatisi in Toscana a giugno, due di loro «sono accaduti su due carri di aziende esterne». Un particolare che Soprano definisce «non irrilevante», dal momento che «siamo in un mercato liberalizzato, il che significa che c'è libera circolazione di carri all'interno del sistema ferroviario europeo in base a regole europee. E ci sono soggetti privati che magari sono immatricolati in altri paesi». Come a dire: noi che c'entriamo? Semmai è un problema di regole.
E invece anche le Fs - oltre al governo - dovrebbero preoccuparsi se sui tanti binari che attraversano in lungo e in largo il nostro paese viaggiano delle bombe capaci di esplodere in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, se qualcosa va storto. Tra l'altro la locomotiva che trainava il treno merci deragliato a Viareggio è di Trenitalia. Certo, tocca alla magistratura accertare le responsabilità sul piano penale. Ma ci sono anche altri piani che vanno presi in considerazione. Sappiamo che appena la scorsa settimana si era verificato un incidente analogo a quello di Viareggio (cedimento dell'asse) che aveva coinvolto un carro privato che trasportava merci pericolose e nocive. Perché quindi l'ad di Trenitalia si inalbera o si sente chiamato in causa quando Guglielmo Epifani parla di "tragedia annunciata"? «Dal punto di vista degli effetti - nota il leader della Cgil - poco cambia se il vagone sia delle Ferrovie dello Stato o di una compagnia straniera: il risultato è che c'è la responsabilità di qualcuno che non ha controllato bene. Non si può - aggiunge Epifani - mandare dei carri che trasportano materiale così infiammabile su un vagone con un semiasse arrugginito che può saltare da un momento all'altro».
Scuote la testa anche Fabrizio Tomaselli, coordinatore nazionale di Sdl Intercategoriale: «Qualcuno - osserva - si è già affrettato a dire che le Ferrovie dello Stato non sono responsabili e che i controlli sono decisi a livello europeo». La verità che «nessuno dice», accusa il sindacalista è invece un'altra e cioè che «nell'ottica del contenimento dei costi, il comparto controllo dei carri, una volta svolto da personale specifico, viene oggi svolto da personale che cumula più funzioni: macchinista-verificatore-manovratore...».
Per quanto riguarda invece il mancato decollo dell'Agenzia nazionale per la sicurezza nelle ferrovie, Tomaselli ricorda che «gli ostacoli al suo sviluppo, vengono proprio dal gestore della rete in Italia RFI, che non intende rilasciare questo ruolo e questa funzione».


2 luglio 2009 - Il Tempo

Sindacati in piazza
Cub, Cobas e SdL annunciano: «Sciopero dei trasporti il 7 luglio»
«A fronte dei gravissimi fatti accaduti a Viareggio, che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti, Cub, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale indicono per martedì 7 luglio uno sciopero generale dei Trasporti

L'azione di sciopero è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti, che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza». Così una nota sindacale si annuncia anche l'articolazione dello sciopero: per il settore ferroviario sono previste 4 ore di sciopero dalle ore 10.00 alle ore 14.00. Quattro ore, nel rispetto delle fasce protette localmente definite, anche per il settore trasporto pubblico locale e trasporto merci. Un'ora di sciopero dalle 10.00 alle 11.00 del settore trasporto aereo ed infine hanno annunciato un'ora di ritardo per ogni partenza nel settore del trasporto marittimo.


2 luglio 2009 - Il Manifesto

VIGILI DEL FUOCO /LA PROTESTA
Bicicletta e autopompa a pedali: «Così siamo ridotti»

Roma - I vigili del fuoco riscuotono un consenso universale. Lo si è visto anche ieri mattina, quando una cinquantina di delegati della RdB-Cub hanno attraversato le vie di Roma. In bicicletta, ma anche con un'autopompa a pedali a simboleggiare lo stato in cui versa il parco mezzi. Hanno raggiunto prima il Viminale e poi il Parlamento. La partecipazione è stata limitata a chi non era impegnato nelle operazioni in corso (in Abruzzo e a Viareggio, in primis). Denunciato l'operato del governo, che nel «decreto Abruzzo» ha ritirato le risorse stanziate per uomini e mezzi. Al Viminale hanno consegnato un pinocchio per il ministro degli interni Maroni che aveva promesso migliori condizioni economiche e lavorative per i pompieri. «A fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, straordinari non pagati e mezzi usurati, il governo ha stanziato una presunta indennità di circa un euro per ogni vigile del fuoco», spiega Antonio Jiritano, della direzione nazionale RdB-Cub P.I.

COBAS, CUB, SDL
Sciopero generale dei trasporti per martedì prossimo

Cobas, Cub e Sdl hanno proclamato uno sciopero generale dei trasporti per martedì prossimo denunciando, dopo l'incidente di Viareggio, la «mancanza o la carenza» di controlli. «A fronte dei gravissimi fatti accaduti a Viareggio che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti le scriventi organizzazioni sindacali - si legge in una nota - indicono uno sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio. L'azione di sciopero è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza». Per quanto riguarda il settore ferroviario i lavoratori incroceranno le braccia dalle 10 alle 14; quattro ore di sciopero anche nel trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica; un'ora di sciopero nel trasporto aereo dalle 10 alle 11 e un'ora nel settore del trasporto marittimo all'inizio di ogni partenza.

I SINDACATI
Linea telefonica piena di falle. «Rischio alto»
di Giusi Marcante

BOLOGNA - Nell'era del telefonino il sistema di comunicazione cellulare delle Ferrovie fa acqua da tutte le parti. Lo chiamano Gsrm/Gsm ma per i lavoratori è scarsamente affidabile visto che ci sono tratti di linea scoperti e il forte rischio di perdere il segnale quando molti passeggeri stanno telefonando. Anche per questo il sindacato dei macchinisti Orsa, la Cub regionale Emilia Romagna e la Cub Trasporti ha presentato il 30 giugno un esposto alla Procura di Bologna contro l' «agente solo», ovvero l'introduzione del macchinista che sta in cabina da solo senza il capotreno.
Per i ferrovieri la rivoluzione dell'ad Mauro Moretti espone seriamente i treni viaggiatori ad un rischio di «degrado della sicurezza». Tutto il contrario rispetto all'accusa di corporativismo che viene fatta ai macchinisti tacciati di difendere la loro categoria. «Quando i ferrovieri parlano di sicurezza dei treni parlano della sicurezza di tutti i cittadini», ripete ancora una volta Dante De Angelis macchinista licenziato due volte per le sue denunce.
Vale sicuramente la pena ricordare che quando il 22 giugno è deragliato il treno merci a Vaiano il macchinista del treno regionale che stava arrivando dalla parte opposta non è riuscito a inviare dal telefonino il «segnale di prudenza» grazie al quale chi conduce può avvisare tutti i treni (e i macchinisti) circolanti in un ampio tratto di linea.
Lo stesso è avvenuto il 6 giugno con il treno che nella galleria dell'Appennino tra Bologna e Firenze ha divelto con il pantografo un pezzo di linea aerea. A Vaiano uno dei carri merci deragliato trasportava acido fluoridrico, poteva avere conseguenze ancora più devastanti della tragedia di Viareggio. I due vagoni merci urtarono l'altro treno ma senza conseguenze per i passeggeri. «Se i carri fossero usciti di sagoma avremmo avuto uno scontro frontale - spiega Italo Quartu di Cub trasporti - con conseguenze inimmaginabili ma per le Ferrovie l'incidente di Vaiano non è stato considerato grave perché non ci sono stati morti».
In questo quadro la possibilità di avere comunicazioni veloci ed efficaci in caso di bisogno appare quasi scontato per garantire uno standard di sicurezza. I macchinisti insistono sull'inadeguatezza della copertura dei cellulari in dotazione e sottolineano che il loro mansionario non è cambiato. Ovvero un macchinista in cabina da solo deve fare in caso di pericolo le stesse cose che prima erano suddivise tra due.
Quello della vulnerabilità delle comunicazioni via cellulare non è un tema che i ferrovieri pongono adesso ma le prime segnalazioni fatte dai rappresentanti della sicurezza risalgono al 2004. Il macchinista completamente solo, è il ragionamento, non può che innalzare le possibilità di rischio. I lavoratori, che hanno raccontato la catena di incidenti che negli ultimi 40 giorni si erano manifestati sulla rete chiedono di non sottovalutare il tema della sicurezza indipendentemente dalle responsabilità sullo spezzamento dell'asse del cargo di Viareggio che per ora sembrano tenere fuori il gruppo Ferrovie dello Stato.

CALL CENTER
Comdata verso la Romania, precari a rischio
di Mauro Ravarino

TORINO - «Il sospetto è che presto ci lasceranno tutti a casa. Chissà con quale scusa, magari la solita della crisi». A parlare, sono gli operatori precari della sede torinese di Comdata, azienda di call center con 5800 dipendenti sparsi per l'Italia, di cui 500, quasi metà a tempo determinato, dislocati sotto la Mole. «La verità è che da qui se ne vogliono andare». Ipotesi eccessiva dice, però, il sindacato. Un mese fa i precari si sono organizzati e dati un nome: Determinati. E adesso lanciano l'allarme: «Molti dei 150 contratti in scadenza tra il 15 maggio e il 31 agosto rischiano di non essere rinnovati, in barba all'accordo interno del 2007, che prevede un "percorso di stabilizzazione" per chi ha superato i 18 mesi a termine o in somministrazione». Finora, i rinnovi sono stati a singhiozzo: alcuni confermati, altri no.
Davanti alle telecamere della conferenza stampa che hanno convocato, parlano solo due del gruppo, gli unici a tempo indeterminato, Vincenzo Graziano e Luca Gabriele. Gli altri preferiscono non farsi riprendere: «Le nostre sorti - dicono - sono legate a un filo». L'azienda li taglierebbe perché le commesse sono in calo, la più importante di queste è quella per l'Eni e occupa 350 addetti; poi ci sono quelle per Telecom e Compass. «Il vero motivo - dice Graziano - è che Comdata vuole diversificare gli investimenti in settori più redditizi e con costi del lavoro più bassi, preferibilmente all'estero. Come la commessa Compass, che andrà in Romania». Cosa chiedono i precari? «Salvaguardia dei posti, trasparenza e controllo sui contributi pubblici che, nel caso di trasferimento di sedi all'estero, siano restituiti e vadano a costituire un fondo per i lavoratori espulsi».
Tra i Determinati l'età media è 30 anni, perché nei call center non ci sono più solo ragazzini come spesso si pensa. C'è chi lavora in Comdata da un anno e mezzo e chi da quasi tre. «Rispetto a quello che stabilivano gli accordi del 2007, i precari sono ancora troppi: al primo anno si doveva raggiungere la percentuale del 60 a 40 fra indeterminati e determinati e nei successivi di 80 a 20». Denunciano un ambiente di lavoro fatiscente: «Nei filtri dei condizionatori - spiega una ragazza - abbiamo scoperto i funghi». Con le rappresentanze sindacali le relazioni sono difficili: «I confederali - sostengono - sono operativamente inesistenti». Solo con la Cub, a cui Graziano è iscritto, dialogano. «Porta avanti la mia vertenza», interviene Gianfranco, lasciato a casa a fine 2008.
Come risponde la Cgil? «Capisco le preoccupazioni dei lavoratori - spiega Renato Rabellino, segretario regionale della Slc Cgil - e non nego problemi di comunicazione, anche se preferirei non prevalessero toni catastrofistici: Comdata, da Torino, non va via. Però, tra noi, bisogna riannodare i fili del discorso. Ai Determinati ho scritto ma non ho ricevuto risposta, ho chiesto di comunicarmi irregolarità e situazioni a rischio. Perché, per esempio, giorni fa siamo intervenuti per far riassumere oltre una ventina di lavoratori che non erano stati rinnovati seppur avessero un'anzianità superiore ai 18 mesi. Abbiamo subito informato Comdata che se non avesse rispettato gli accordi sarebbero state rotte le relazioni sindacali e partite le vertenze». L'ansia sui rinnovi, però, continua e la mobilitazione dei precari pure.


2 luglio 2009 - Corriere.it

DIRITTO AL LAVORO E DECRETO BRUNETTA
Sanità e pubblico impiego: è sciopero
possibili disagi negli ospedali romani
Venerdì 3 agitazione di 24 ore:
interessati alla protesta anche i nosocomi di Frascati, Subiaco, Viterbo

Roma - Tutti alle 11.30 davanti al Ministero della Funzione Pubblica. Braccia incrociate per 24 ore. Potrebbe avere pesanti conseguenze sulle prestazioni al pubblico nei principali ospedali romani lo sciopero della Sanità che venerdì 3 luglio coinvolgerà migliaia di lavoratori anche a Roma. Proclamata dal sindacato Rdb-Cub Sanità, l'agitazione interesserà nosocomi come il Sant'Eugenio, il San Camillo, il Santo Spirito e il San Giovanni, ma anche l'Ospedale Sandro Pertini, dove già mercoledì si è tenuta un'assemblea generale.
IL BUS DELLA PROTESTA - Lo sciopero di 24 ore dei lavoratori della Sanità, assieme a quelli del Pubblico impiego, per «difendere la Sanità pubblica e gli altri servizi sociali che il governo sta smantellando» porterà davanti agli ospedali, «compresi quelli di Frascati, Subiaco e Viterbo - sottolinea il sindacato - volantinaggi all'utenza». Mercoledì, per annunciare la protesta, decine di lavoratori e sindacalisti hanno percorso Roma a bordo di un autobus inglese d'epoca, il «bus della sanità in movimento». Giovedì e venerdì, proteste e manifestazioni sono previste anche in piazza San Marco (dietro Palazzo Venezia) dove si riuniranno le educatrici Rdb Cub del Comune di Roma, in rivolta contro i tagli all'assistenza nei nidi capitolini e lo sfruttamento del lavoro precario.
LA SOLIDARIETA' DEI MALATI - «Abbiamo riscontrato grande consenso da parte dei lavoratori - dice Licia Pera, della Rdb Cub sanità - ma anche dei malati, che ben conoscono i problemi della sanità perché li subiscono quotidianamente con le lunghe liste di attesa e la mancanza di posti letto». «Anche i lavoratori e le lavoratrici della sanità del Lazio - prosegue la sindacalista - subiscono come cittadini il piano di rientro dal deficit, con il taglio dei posti letto, i ticket e le tasse ai massimi livelli sia regionali che comunali ma ora, dopo il blocco delle assunzioni e la precarietà del lavoro pagheranno il deficit regionale anche con il rinnovo contrattuale». I dipendenti della Sanità regionale lamentano «esigui aumenti salariali», inferiori ai lavoratori di altre regioni che non sono interessate dai piani di rientro del deficit. Si scagliano poi contro il decreto Brunetta: «Così non si difendono la sanità pubblica e gli altri servizi sociali».


2 luglio 2009 - zero 322

RdB CUB Novara invita alla mobilitazione contro il pacchetto sicurezza
di RdB CUB Novara

Novara - Classi separate, autobus separati, medici spia, presidi spia, reato di clandestinità, sindaci sceriffo, "sicurezza partecipata", esercito nelle strade, militarismo civico, checkpoint metropolitani: il mondo intorno a noi sembra evolversi rapidamente in un’escalation di razzismo e violenza istituzionale che mirano a stringere tutte e tutti noi nella morsa della paura, dello sfruttamento e del controllo. Il governo blinda il pacchetto sicurezza. Berlusconi non vuole un'Italia multietnica e lo spettro dell'apartheid si fa realtà. Le politiche razziste e securitarie sono pratiche di governo nella crisi economica. In assenza di politiche anticrisi l'unica risposta è la sicurezza che si traduce nella riduzione di libertà e diritti. Come fermare altrimenti le resistenze se non ingabbiando(preventivamente) la società, producendo separazione e odio razziale? Queste misure colpiscono in particolare i/le migranti ma riguardano tutti/e puntano a dividere e a rompere i rapporti di solidarietà tra le persone,alimentando la paura e rendendo tutti/e più ricattabili. In questo contesto il governo Berlusconi, invece di attuare politiche efficaci per contrastare la crisi, eliminare il precariato, ha stabilito che l’ unica emergenza in Italia riguarda la sicurezza, additando i cittadini immigrati con il permesso di soggiorno e quelli senza come persone destinate potenzialmente al crimine e alla delinquenza. Le norme del Pacchetto sicurezza rendono impossibile la vita a chi viene in Italia nella speranza di un qualche futuro migliore, a donne e uomini che ogni giorno popolano i cantieri edili di questo paese, che vengono sfruttati in nero in tanti posti di lavoro, che curano i familiari e le case di tanti italiani, ai quali saranno negati i diritti più elementari, dalla cura delle malattie all’istruzione per figli, arrivando a negare l’iscrizione all’anagrafe per i nati da immigrati irregolari.Le misure del governo stanno trasformando questo paese in uno dei più reazionari e razzisti d’ Europa: ronde, tentativi di trasformare i presidi ed i medici in spie, aumento dei tempi di permanenza nei CIE, che si assommano al licenziamento dei precari della Pubblica Amministrazione, alle privatizzazioni dei servizi pubblici, alla chiusura di fabbriche e aziende. Invitiamo tutti alla mobilitazione, per combattere sia il precariato e la disoccupazione che per porre un freno a questa deriva xenofoba che oggi è diventata un modello di amministrazione a livello nazionale e locale.


2 luglio 2009 - Estense

Per la sanita garantiti i servizi minimi essenziali
Il pubblico impiego sciopera contro Brunetta

Ferrara - Le categorie pubbliche del Patto di Base (organizzazioni sindacali Rdb/Cub Pubblico Impiego, Cobas Pubblico Impiego, Confederazione Sdl) hanno confermato per domani, venerdì 3 luglio, lo sciopero generale del Pubblico Impiego. "Lo sciopero è stato indetto contro lo smantellamento della pubblica amministrazione - si legge in una nota - contro il Piano di Brunetta, che riduce la retribuzione a fronte di carichi di lavoro sempre più elevati e aumenta la discrezionalità della dirigenza". L'astensione dal lavoro sarà di 24 ore nella Sanità e di 3 ore negli altri comparti. E a proposito del comparto della Sanità la direzione generale dell’Azienda ospedaliero universitaria Sant’Anna e dell’Azienda Usl di Ferrara comunicano che lo sciopero nazionale riguarderà tutto il personale dipendente a tempo indeterminato e non. Saranno comunque garantiti i servizi di assistenza sanitaria d’urgenza (attività chirurgica solo d’urgenza, le prestazione di terapia intensiva, i servizi di trasporto del 118, le unità coronariche, il Pronto Soccorso e tutto ciò che è legato alle urgenze) ed ordinaria solo rispetto ai pazienti ricoverati. Tutta l’attività programmata (attività specialista ambulatoriale prenotata tramite il Cup o dai reparti) non è garantita ma è strettamente in correlazione all’adesione allo sciopero. Come prevedono le norme vigenti saranno garantiti i servizi minimi essenziali e in particolare le urgenze, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti all’adesione allo sciopero.


2 luglio 2009 - L'Unità

Nuovo esposto dell’Orsa per un incidente sfiorato
Il 22 giugno tra Vaiano e Prato deragliò una cisterna di acido ma i vertici delle Fs non lo considerano un episodio grave. I sindacati: «Valutare anche le mancate stragi»
di GIULIA GENTILE

Se si fosse spezzato il gancio che legava la cisterna di acido fluoridrico al resto del treno,il carro avrebbe invaso i binari dove stava per passare un altro convoglio proveniente da Firenze. E il deragliamento di due carrozze di un merci si sarebbe trasformato in uno frontale,con lo spargimento del pericoloso liquido lungo i binari. L'incidente del 22 giugno sull'Appennino tosco-emiliano,tra Vaiano e Prato, per i vertici delle ferrovie non è però classificabile come grave: morti non ce ne sono stati a differenza di Viareggio, pochi chilometri più in giù e pochi giorni più inlà. Per imacchinisti del sindacato Orsa emiliano-romagnolo, invece, «anche le mancate stragi devono essere considerate»,spie di una diminuita sicurezza sulle rotaie. Per questo,ieri i ferrovieri dell'Orsa hanno presentato un nuovo esposto in Procura. Una denuncia collettiva,«perchè da quando è entrato in vigore il nuovo codice etico – dicono,temendo di finire come il collega licenziato Dante De Angelis - l'azienda ritiene ogni dipendente innanzitutto ferroviere: quindi sanzionabile per qualunque parola che danneggi l'immagine» dei «treni più sicuri d'Europa»,come sostiene l'Ad Mauro Moretti. Il dito è puntato contro il macchinista unico: per l'estate,tutti i treni passeggeri (compresi quelli dell'Alta velocità) viaggeranno con un solo guidatore. Mavisto che «il mansionario non è cambiato»,denuncia Italo Quartu delle Rdb-Cub,«quello che prima si faceva con quattromani si è costretti ora a farlo a due». Con gravi rischi. Il sistema di copertura telefonica «gsm-Railways» garantisce la linea a tratti,con il pericolo per il ferroviere di non riuscire a comunicare un guasto. E poi molte linee che attraversano i monti,dalla Faenza-Marradi alla Bologna-Porretta,finoalla Parma-La Spezia,«se ci fossero dei problemi sarebbero irraggiungibili» ammonisce un ferroviere.


2 luglio 2009 - Italia Sera

La sanità del Lazio si mobilita per diritti e stipendi

Roma - "Ieri mattina i lavoratori della Rdb Cub Sanità hanno attraversato la città a bordo di un autobus inglese d’epoca toccando i principali ospedali romani (S. Eugenio, S. Camillo, S. Spirito, S. Giovanni) per terminare con un’assemblea presso l’Ospedale Sandro Pertini. Davanti agli ospedali, compresi quelli di Frascati, Subiaco e Viterbo, è stato effettuato un volantinaggio ai lavoratori e all’utenza. Durante il suo percorso il bus della ‘sanità in movimento’ ha inoltre portato solidarietà alle educatrici Rdb Cub del Comune di Roma, che domani e dopo domani manifestano in Piazza S. Marco". Lo comunica in una nota Rdb Cub. "Abbiamo riscontrato grande consenso da parte dei lavoratori - dichiara Licia Pera della Rdb Cub sanità - ma anche dell’utenza, che conosce bene i problemi della sanità perché li subisce quotidianamente con le lunghe liste di attesa e la mancanza di posti letto. Anche i lavoratori e le lavoratrici della sanità del Lazio subiscono come cittadini il piano di rientro dal deficit, con il taglio dei posti letto, i ticket e le tasse ai massimi livelli sia regionali che comunali. Dopo il blocco delle assunzioni e la precarietà del lavoro, pagheranno il deficit regionale anche con il rinnovo contrattuale, perché per loro l’esiguo aumento sarà inferiore ai lavoratori di altre regioni non interessate dai piani di rientro. perare".


2 luglio 2009 - Sanremo news

Tre ore di sciopero domani per il pubblico impiego

RdB-CUB P.I, i Cobas P.I. e la SdL Intercategoriale hanno proclamato lo sciopero generale dei lavoratori del Pubblico Impiego per domani, 3 ore alla fine di ciascun turno, per il settore sanità l'intera giornata.
Dopo la partecipata assemblea provinciale che si è tenuta presso la sede dell’Agenzia delle Entrate di Imperia martedì, Lilli Alampi, a nome degli organismi provinciali delle organizzazioni sindacali di base promotrici dello sciopero, invita i lavoratori del Pubblico Impiego a non rassegnarsi e a mobilitarsi, a partire proprio dallo sciopero di venerdì, contro la bozza di decreto legislativo attuativo della legge delega: il ministro Brunetta, con il pretesto di un miglioramento dell'efficienza e della trasparenza, ha progettato una profonda riforma del Testo Unico del pubblico impiego indirizzata ad una privatizzazione della P.A., con il tentativo di azzerare i diritti già cancellati nel lavoro privato.
"A fronte di una crisi economica e sociale sempre più grave - scrivono i sindacati - con un aumento vertiginoso di disoccupazione, di cassa integrazione e di povertà, il Governo, oltre all'approvazione di misure a vantaggio delle imprese, sta portando a termine l'attacco definitivo alla categoria di lavoratori, quella del Pubblico Impiego, non ancora ridotta al silenzio. Se tale bozza di decreto fosse approvata, la Pubblica Amministrazione verrebbe ridotta all'osso, regalerebbe ai privati una minima gestione dei servizi ai cittadini e porterebbe alla sottomissione dei lavoratori. Abbiamo sempre denunciato con forza, in tutte le occasioni i mali della Pubblica Amministrazione. Sappiamo anche noi che ci sono molte cose che non vanno. Ma conosciamo anche le cause della malattia ed abbiamo cercato di fornire le medicine giuste. La lotta per la stabilizzazione dei precari pubblici è nata non solo dalla giusta rivendicazione del diritto al lavoro, ma anche dalla consapevolezza che questi lavoratori consentono alle strutture pubbliche di continuare ad erogare i servizi all’utenza. Abbiamo denunciato la 'mala sanità' pubblica attraverso la pubblicazione di libri bianchi inviati alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, evidenziando che non sono i lavoratori responsabili dell’inefficienza, ma gli sprechi determinati dal sistema degli appalti e delle esternalizzazioni, come è emerso dai casi di cronaca degli ultimi anni. La bozza di decreto prevede, tra l’altro, un pesante attacco al salario dei lavoratori pubblici, che per la quota fissa vedrà parte degli aumenti erogati dalle Amministrazioni locali con grave disparità fra i territori, mentre per la parte variabile sarà sempre più dipendente dalla relazione con il dirigente e da valutazioni esterne e senza controllo.
Viene introdotto un codice di disciplina simile ad un regolamento militare, senza garanzie e senza possibilità reale di contraddittorio, che ha lo scopo di intimidire i lavoratori ed assecondare la loro totale flessibilità alle politiche pubbliche del governo. Le materie di contrattazione divengono praticamente inesistenti; viene impedito lo svolgimento delle elezioni delle RSU, i comparti vengono accorpati senza logica, attuando così un vero e proprio colpo di mano che cancella la democrazia sindacale e le libertà individuali e collettive. Il Sindacalismo di Base, invece, ritiene che la battaglia per il potenziamento e miglioramento della P.A. e dei servizi pubblici dalla stessa erogati riguardi tutta la società e che investire in questo settore sia fondamentale anche per la ripresa economica del paese".


2 luglio 2009 - Il Giorno

Le ex centraliniste del Civile rispondono ancora al telefono
Danno consigli a precari e sottopagati
di SILVIA VIGNATI

Milano - DAL PALCOSCENICO del Teatro della cooperativa di Milano al Telefono precario. Quattro delle undici ragazze addette al call center dell'azienda ospedaliera di Legnano, sono traghettate dallo strip alla cornetta telefonica. Loro, le indomite, non fanno parlare solo quando si spogliano (per modo di dire). Recentemente Rai3 e La7 hanno dedicato un servizio alla loro nuova "occupazione". Telefono precario è nato il 6 maggio. È IL PRIMO call center autogestito destinato ai lavoratori precari, ha base presso la sede milanese dalla RdB-Cub, il numero verde è 800.03.42.35. È attivo dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 16. «A oggi abbiamo ricevuto una quarantina di chiamate, con una media di due, tre al giorno - racconta Cristiana, 50 anni, rescaldinese, ex centralinista - . Chiamano da tutta Italia, ma in particolar modo dalla Lombardia e da Milano. Sono persone con contratti a termine, che vivono situazioni lavorative disperate. Ci ha chiamato una logopedista che ha iniziato a lavorare (da una decina di giorni, per conto di una cooperativa) in un centro estivo del Comune di Milano. Viene pagata 3 euro all'ora. Una situazione vergognosa, che ora sarà valutata dagli avvocati del sindacato». Perché le cose funzionano così: viene stabilito un primo contatto telefonico. Poi si invia una memoria inerente al lavoro svolto, che le ragazze passano all'Ufficio legale. La persona viene quindi richiamata dagli avvocati, ricevendo tutte le informazioni del caso. "Telefono precario" non ha risolto la vita alle quattro donne: «Riceviamo solo un rimborso spese e qualche volta il pranzo, ma a turno veniamo volentieri a Milano per svolgere questo servizio, perché è rivoluzionario - continua Cristiana -. Personalmente poi sto seguendo un corso di formazione per la grande distribuzione». IL CALL CENTER autogestito che non vende merci è unico in Italia. «Martedì abbiamo deposto bare funebri al Centro per l'impiego di Milano, in viale Jenner: a ricordo delle migliaia di precari scomparsi con la scadenza del contratto - afferma Riccardo Germani, sindacalista Rdb-Cub -. Domani alle 16 saremo in piazza San Babila. Nella giornata di sciopero generale del pubblico impiego, proporremo il "Requiem del lavoro", una "funzione solenne a ricordo del lavoro a tempo indeterminato". Durante la cerimonia funebre, ci recheremo in processione nei luoghi di sofferenza dei lavoratori "atipici", insieme a San Precario e alla Beata Assunta. Invitiamo tutti i precari a unirsi a noi. Ci saranno le ex centraliniste dell'ospedale di Legnano e le lavoratrici dei centri estivi milanesi».

Il Comune al Ministero: «Arsenale, rinviate i trasferimenti»

PAVIA - UNA LETTERA dall'amministrazione comunale al ministero della Difesa perché rinvii il trasferimento dei 222 dipendenti dell'Arsenale. Sarà spedita oggi firmata dall'assessore alle Attività produttive, Pietro Trivi e dal sindaco Alessandro Cattaneo. L'obiettivo è che arrivi a Roma entro domani, giorno in cui una delegazione di sindacalisti pavesi è stata convocata per ricevere il piano di reimpiego. «Ci metteremo tutto l'impegno possibile conferma l'assessore che ieri pomeriggio ha voluto incontrare i rappresentanti sindacali dello stabilimento perché questa è una situazione incredibile. È ancora aperta anche la conferenza di servizi che doveva verificare eventuali spazi di ricollocazione in provincia, almeno prima si completi quel lavoro, per poi decidere dove dovranno essere trasferiti i dipendenti». Al momento sono 13 i posti dichiarati disponibili sul territorio, ma pare ce ne siano altri 11 nel settore dell'istruzione e 2 alla Camera di commercio. «POSSIBILE che non si possono ricollocare in provincia 200 dipendenti? si domanda l'assessore Possibile che Pavia debba perdere questa risorsa per consegnarla a Milano o a Piacenza?» E sulla ricollocazione sul territorio hanno insistito molto i rappresentanti sindacali di Cgil e Cisl che da tempo si battono perché i lavoratori dell'Arsenale non lascino il Pavese. «Ci vuole un atto di coraggio sottolinea Faustino Giani della Rdb Cub che si è recentemente dimesso dalla Rsu dello stabilimento . Comune e Provincia dovrebbero aprire un dialogo sui temi dell'Arsenale e capire anche se ci sono i margini per un riutilizzo dell'area ora che la Difesa sta dismettendo».(M.M.)


2 luglio 2009 - QN Quotidiano Nazionale

«Sciopero generale dei trasporti» Il 7 luglio la protesta dei Cobas

ROMA - SDL, Cub e Cobas proclamano lo sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio dopo i «gravissimi fatti accaduti a Viareggio, che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti». Lo comunicano i tre sindacati autonomi, sottolineando che la protesta «è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti». In particolare, spiegano Sdl, Cub e Cobas, per il settore ferroviario ci saranno 4 ore di sciopero dalle 10 alle 14. Per il trasporto pubblico locale' e il trasporto merci e logistica' sono previste 4 ore «nel rispetto delle fasce protette». Nel trasporto aereo la protesta durerà un'ora (dalle 10 alle 11), mentre nel settore marittimo ci sarà un'ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.


2 luglio 2009 - Il Giornale di Brescia

PROTESTE PER LA SICUREZZA
Cobas e Sdl, sciopero nei trasporti il 7 luglio

Sciopero generale dei lavoratori dei trasporti il 7 luglio. Lo hanno indetto i Cobas e gli autonomi Sdl, per protestare per l’incidente ferroviario di Viareggio e per la sicurezza. «L’azione è indetta a difesa della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori e degli utenti dei trasporti - scrivono Cub, Cobas e Sdl intercategoriale - che non possono rischiare la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza. L’astensione sarà così articolata: Ferrovie, 4 ore di sciopero dalle 10 alle ore 14. Trasporto pubblico locale, trasporto merci e logistica: 4 ore nel rispetto delle fasce protette localmente definite. Aerei: un’ora di sciopero dalle 10 alle 11. Trasporto marittimo: un’ora all’inizio di ogni partenza.


2 luglio 2009 - La Repubblica

Le Rdb: "Turni raddoppiati e orari di 24 ore non stop: siamo stanchi"
La denuncia dei pompieri "Noi, forzati del soccorso"
"Abruzzo, Vaiano e ora qui. Eppure si lesina su prevenzione e manutenzione"

Firenze - «Noi, i forzati del soccorso», così si definiscono i vigili del fuoco nel comunicato scritto dalle Rappresentanze sindacali di base. «Lavoriamo come tutti», dicono i vigili, «ma il nostro lavoro è particolare, facciamo fronte alle emergenze, ai tragici casi del destino che coinvolgono le vite degli altri. Nel nostro campo siamo dei professionisti». Eppure questo grande lavoro, spesso di sacrificio e grande rischio, non viene tenuto nella giusta considerazione. «Oggi il must è il contenimento della spesa e il risparmio ha anch´esso un suo prezzo, non monetizzabile: quasi sempre si tratta di vite umane». Il foglio è una vera e propria denuncia. «Si investe sempre meno in prevenzione, si lesina sulla manutenzione, non si rinnovano le infrastrutture. In Toscana in pochi giorni due deragliamenti: uno a Vaiano di una cisterna di acido fluoridrico e per fortuna la struttura ha retto, l´altro a Viareggio ed è stata una strage». Loro, i professionisti del soccorso, lavorano in condizioni sempre più precarie. «Il terremoto dell´Abruzzo ci ha visti raddoppiare i turni nelle sedi ordinari e lavorare 24 ore consecutive per supplire alle carenze di organico. I pompieri fanno già, come tutti, un certo numero di ore di straordinario ma noi le superiamo sempre. Ma siamo stanchi, lavoriamo troppo e troppo spesso su scenari di forte impatto emotivo». Viareggio, ad esempio. «Viareggio... e sono di nuovo le 24 ore. Mancano i pompieri perché anche su di loro si risparmia: vengono fatte assunzioni che non coprono i pensionamenti ma, alla necessità, si raddoppia loro l´orario di lavoro. Chi dovrebbe tutelare il cittadino in tempi di riduzione dei costi è vittima dello stesso sistema, soffre dello stesso male. Siamo stanchi», scrivono i sindacati dei vigili del fuoco. «Stanchi fisicamente e stanchi di essere testimoni dei fatti e degli atti che conducono ai disastri annunciati».

Assemblea sulla delocalizzazione organizzata dai sindacati
Vecchio Policlinico i docenti si dividono
di GIUSEPPE DEL BELLO

Napoli - I sindacati contestano le soluzioni proposte. E i docenti si dividono. Sono quelli che hanno partecipato all´assemblea che, organizzata da Cisal, Snals ed Rdb, si è svolta ieri al Vecchio Policlinico. I dipendenti del II Ateneo non digeriscono la clausola della Regione che condiziona il finanziamento di 110 milioni alla delocalizzazione della facoltà di piazza Miraglia. Il mondo accademico appare spaccato: da una parte la maggioranza schierata col rettore Franco Rossi e col preside Giovanni Delrio, dall´altra i docenti che optano per la linea della fermezza. Dal documento emergono la richiesta di «un´unica sistemazione per le strutture del centro storico» e la «condanna di coloro che hanno amministrato l´azienda in questi anni: dopo aver sperperato i danari pubblici, hanno smantellato pezzo dopo pezzo il Policlinico. Andrebbero puniti». Intanto, mentre per lunedì è previsto un nuovo incontro dei sindacati con l´assessore regionale alla Sanità Mario Santangelo, ieri i vertici dell´Ateneo sono andati a Roma per un colloquio col ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.

Mobilitazione per Harris, Fini compressori e Magneti Marelli. Accordo per la Cartiera del Maglio
Fiom attacca gli istituti di credito "Impongono i licenziamenti"
di SARA SCHEGGIA

Bologna - Lavoratori in sciopero da giorni, richieste di sos e dito puntato contro le banche, che «impongono le ristrutturazioni con i licenziamenti». Mentre la Fiom fa il punto sulle crisi di Harris Calorific, Fini Compressori e Magneti Marelli, a Sasso Marconi si chiude la vicenda della Cartiera del Maglio. Ferma già da un anno, la fabbrica delle "cartine" per sigarette ha scongiurato il fallimento grazie all´ok dal Tribunale di Bologna al concordato preventivo, un accordo che permetterà di pagare rapidamente i creditori. «La crisi sta peggiorando - ha sottolineato Bruno Papignani, segretario bolognese del sindacato dei metalmeccanici - si passa dalla cassa integrazione ordinaria a quella straordinaria e alla mobilità, e la situazione si aggraverà ancora». A dare man forte, anche l´associazione degli inquilini e degli assegnatari Asia-Rdb, che in questi giorni distribuirà volantini tra gli operai denunciando banche e imprenditori come «moderni usurai». Intanto, i lavoratori della Harris di Pianoro sono in sciopero da 8 giorni e convocano presidi in vista dell´incontro di domani in Confindustria. La proprietà americana ha annunciato la delocalizzazione in Polonia e il licenziamento di 48 dipendenti, nonostante gli accordi su nuovi investimenti. La Fiom promette di scrivere all´ambasciata Usa e chiede invece un incontro in Provincia sulla crisi della Fini: il risanamento dell´azienda di Zola prevede infatti 116 esuberi su 236 e la cessione di due capannoni. Un piano simile al concordato della Cartiera del Maglio, che ha evitato il trauma della procedura fallimentare ma che ha pur sempre smantellato una realtà che dava lavoro a 80 persone. La Magneti Marelli «è parte del tourbillon della Fiat» ha commentato il leader Fiom, che paventa nuovi licenziamenti.


2 luglio 2009 - SFUEI DAL FRIÛL LIBAR

I MINISTRI IN ELICOTTERO E I POMPIERI IN BICICLETTA!
di Stefano Bergomas

Oggi manifestazione "colorata " dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni regione d’Italia per protestare contro le decisioni del governo che non prendono in considerazione e le loro attività lavorative. Sono arrivati in piazza Viminale con biciclette e carrozzelle per consegnare un pinocchio al ministro Maroni che dal momento del suo insediamento ha promesso migliori condizioni economiche e lavorative ai Vigili del Fuoco. Hanno distribuito volantini denunciando le loro condizioni di lavoro e contestando quanto contenuto nel decreto "Abruzzo" di ultima decretazione da parte del governo dove a fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, e mezzi usurati il governo ha stanziato soldi per una presunta indennità di circa uno (1) euro per ogni Vigile del Fuoco – soldi da dividere con la polizia e la protezione civile per le attività straordinarie nelle zone terremotate e mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8. A fronte di tante promesse sugli "angeli del soccorso" sugli "eroi" del terremoto tutti termini utilizzati dal governo, che rimandiamo al mittente, la risposta è offensiva ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale che si apprestano ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite. Una carenza di organico paurosa denunciano i rappresentati del sindacato di base RdB/CUB, che non riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto. La protesta è proseguita poi verso il parlamento con volantinaggio e la riproposizione di altre manifestazioni ancora più singolari per denunciare l’inettitudine di questo governo. I Vigili del Fuoco a margine della manifestazione si sono dati appuntamento giorno 10 luglio alla manifestazione contro il G8.


2 luglio 2009 - Prima Da Noi

La protesta, pompieri in bicicletta al Viminale

ROMA - Ieri manifestazione "colorata" dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni regione d’Italia per protestare contro le decisioni del governo che non prendono in considerazione e le loro attività lavorative. Sono arrivati in piazza Viminale con biciclette e carrozzelle per consegnare un pinocchio al ministro Maroni che dal momento del suo insediamento ha promesso migliori condizioni economiche e lavorative ai Vigili del Fuoco. Hanno distribuito volantini denunciando le loro condizioni di lavoro e contestando quanto contenuto nel decreto "Abruzzo": una «ennesima decretazione» da parte del governo dove a fronte di «stipendi vergognosi», orari di lavoro 24 ore non stop, e mezzi usurati il governo ha stanziato soldi per una presunta indennità di circa 1 euro per ogni Vigile del Fuoco. «Soldi da dividere con la polizia e la protezione civile», hanno spiegato i diretti interessati, «per le attività straordinarie nelle zone terremotate e mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8». A fronte di tante promesse sugli «angeli del soccorso», sugli «eroi» del terremoto - tutti termini utilizzati dal governo- «la risposta è offensiva ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale che si apprestano ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite». Le Rdb parlano di «una carenza di organico paurosa» che non riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione «se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto». La protesta è proseguita poi verso il parlamento con volantinaggio e la riproposizione di altre manifestazioni ancora più singolari per denunciare l’inettitudine di questo governo. I Vigili del Fuoco a margine della manifestazione si sono dati appuntamento giorno 10 luglio alla manifesta contro il G8.


2 luglio 2009 - Metro

Viareggio : ecco le falle della sicurezza
di Stefania Divertito

La Gatx, società americana con sede europea a Vienna, è la proprietaria del treno-bomba. Secondo gli accordi internazionali la responsabilità in caso di incidente è del proprietario del carro. Quindi, tutto risolto? Nemmeno per sogno. Da Vienna a Viareggio il sistema dei controlli è una tale ragnatela di normative e autocertificazioni, che è complicato venirne a capo. Lo dovrà fare la procura di Lucca, che sta indagando per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo. Per ora nessuno è indagato. Ricostruendo tutti i passaggi si nota che non esiste un sistema incrociato di controlli. Le regole internazionali insomma prevedono che possano bastare le carte.
SENZA FRONTIERE. Il treno merci è di proprietà di una società Usa con sede in Austria, ma omologato in Germania da una società tedesca che a sua volta ha appaltato la revisione a un’officiana nel Mantovano. Poi il carro è stato noleggiato a Fs. «Noi consegniamo a chi li prende in noleggio i vagoni in perfetto stato», sostiene la società americana. Ma l’ad di Trenitalia Mauro Moretti non ci crede: «Se in quell’asse c’era la ruggine significa che le fessure erano datate e non può essere, lo dico da esperto, che quegli assi risalgano appena al 2004», ha sostenuto ai microfoni del Tg5.
MANUTENZIONE. I controlli di routine competono a Fs e sono stati effettuati a Trecate, alla partenza del treno. «Una volta c’erano più controlli nelle officine. Oggi, con il personale ridimensionato, molti passaggi avvengono solo sulla carta», dice a Metro Giampietro Antonini, coordinatore nazionale Cub trasporti. Se la sicurezza è al primo posto, insomma, perché nessuno controlla il controllore?
FS LOGISTICA: è la società che in questo complicato sistema ha dato il via alla circolazione del convoglio. Anche qui, per dare l’ok è sufficiente il documento di omologazione e revisione. Ma se tutto questo basta alla legge, alla procura no. E ieri ha nominato i periti che dovranno verificare anche lo stato della rete ferroviaria. Come dire, nessun passaggio sarà sottovalutato.


2 luglio 2009 - Romagna Oggi

Tragedia di Viareggio, 18 vittime. Il macchinista: "Il treno non andava più"

VIAREGGIO - "Mi sono accorto che il treno non andava come doveva andare e poi un gran rumore e abbiamo frenato". Lo afferma in esclusiva a Studio Aperto delle ore 18.30 il macchinista del treno incendiatosi a Viareggio che ha provocato l'immane tragedia dell'altra notte, costata la vita a 18 persone. "E' successo un gran polverone -prosegue il macchinista - abbiamo fermato subito il treno e abbiamo fatto quello che dovevamo fare come prassi di ferrovia e abbiamo cercato di metterci in salvo".
Regione chiede Stato di emergenza. La Regione ha chiesto ufficialmente al Governo di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per la citta' di Viareggio ed attivare in tempi brevi le risorse necessarie per gli interventi di ricostruzione. Lo ha fatto oggi il presidente Claudio Martini, con una lettera inviata direttamente al capo del Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso. Il governatore ha spiegato che la Regione attende che ''venerdi' il consiglio dei ministri stanzi finanziamenti adeguati''. Ad ora la Regione, trattandosi di una calamita' nazionale, non ha previsto un proprio impegno finanziario. ''Successivamente - ha precisato Martini - valuteremo se vi sara' bisogno di anticipare risorse e se necessario faremo la nostra parte''.
Sciopero generale il 7 luglio. I Cobas, Cub e Sdl proclamano uno sciopero generale dei trasporti per martedi' prossimo denunciando, dopo l'incidente di Viareggio, la ''mancanza o la carenza'' di controlli. ''A fronte dei gravissimi fatti accaduti a Viareggio che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti le scriventi organizzazioni sindacali -si legge in una nota- indicono uno sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio. L'azione di sciopero e' indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumita' dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza''.


2 luglio 2009 - Corriere Fiorentino

Lo sciopero
I sindacati: «Più investimenti sulla sicurezza»

Un’ora di sciopero per ribadire che servono più uomini, risorse e controlli rigorosi per la sicurezza.
Ieri i sindacati dei ferroviari hanno bloccato i treni regionali in partenza dalle 11 alle 12, manifestando e distribuendo volantini alla stazione fiorentina di Santa Maria Novella.
L’adesione è stata attorno al 70% e Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Orsa e Sma (il sindacato dei macchinisti) si sono detti soddisfatti. Oltre che a Firenze, durante l’ora di sciopero ci sono stati presidi nelle principali stazioni della Toscana.
«È stata una iniziativa forte e immediata — dice Mario Bertolucci, segretario regionale della Filt Cgil — nel rispetto dei morti in seguito all’incidente di Viareggio e per sollecitare attenzione sul tema della sicurezza». La Fit Cisl Toscana sottolinea che «l’unico modo per evitare che tali tragedie possano ripetersi è investire sul fattore umano e non solamente sugli automatismi, come invece vuole fare l’azienda» e Andrea Gamacciani della Filt Cgil aggiunge: «L’iniziativa è andata bene, anche se qualche cittadino ha storto la bocca. Non ci è piaciuto puittosto l’intervento dell’Aduc che ha bocciato l’iniziativa: abbiamo dimostrato il nostro senso di responsabilità scioperando solo un’ora e non un giorno come avremmo potuto fare. Il problema è che servono investimenti nelle manutenzioni, e regole certe specie con le liberalizzazioni».
Cobas e Sdl hanno dischiarato lo sciopero generale dei lavoratori dei trasporti per il 7 luglio, sempre per protestare sulla sicurezza. «Lo sciopero è indetto a difesa della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti — dicono Cub, confederazione Cobas e Sdl intercategoriale — che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza».
Intanto restano i problemi al traffico ferroviario per l’interruzione della linea (oggi potrebbe essere riattivata in parte) Provincia di Lucca e Comune di Viareggio stanno valutando nuovi punti di raccolta degli autobus considerato che la stazione di Viareggio, dove c’è stata la strage, era il capolinea del trasporto pubblico locale su gomma.
«In accordo con il consorzio Vaibus, si stanno valutando percorsi alternativi di collegamento per il trasporto urbano e per quello extraurbano, vista la chiusura obbligata di alcune strade», spiega il comunicato della Provincia di Lucca. E gli utenti del servizio ferroviario sul tratto chiuso sono trasportati con pullman messi a disposizione da Trenitalia.


2 luglio 2009 - Guida Viaggi

"A fronte dei gravissimi fatti accaduti a Viareggio" Sdl, Cub e Cobas...

"A fronte dei gravissimi fatti accaduti a Viareggio" Sdl, Cub e Cobas hanno indetto uno sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio. "L'azione di sciopero è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti". Queste le modalità di effettuazione dello stop.
Settore ferroviario: 4 ore di sciopero dalle ore 10.00 alle ore 14.00
Settore trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica: 4 ore nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente.
Settore trasporto aereo: 1 ora di sciopero dalle ore 10.00 alle ore 11.00
Settore trasporto marittimo: 1 ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.


2 luglio 2009 - Il Bologna

Ferrovie. Orsa e Rdb presentano un esposto contro l'agente unico di Trenitalia. Il 7 luglio sciopero
Macchinista e rischi, i sindacati in Procura

Bologna - Un esposto, presentato ieri in Procura da Cub-Trasporti, Cub Emilia-Romagna, Orsa-Macchinisti Uniti e Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza punta il dito contro l'impiego del macchinista unico in cabina, in vigore da giugno sui convogli di Trenitalia. Il documento fa riferimento a diversi incidenti avvenuti negli ultimi 40 giorni, tra i quali due che «potevano avere conseguenze anche peggiori di Viareggio» - ha detto Italo Quartu riferendosi allo svio di un carro merci il 22 giugno a Vaiano e all’incidente in galleria a Vernio, il 6 giugno. La modifica dell’equipaggio diminuisce la sicurezza e incide sulla possibilità di prestare soccorso. Non è stato modificato il mansionario e in caso di ostacolo sulla linea opposta, il conducente deve contemporaneamente esporre un segnale di arresto fuori dal finestrino per chi arriva in direzione contraria, attivare il freno e far partire la chiamata telefonica che lancia il segnale di prudenza generalizzata per i treni in circolazione sulla linea: «Neanche i macchinisti avessero tre o quattro mani» spiega Quartu. Un altro capitolo dell’esposto di Rdb e Orsa riguarda i soccorsi in caso di incidenti. «In Piemonte e in Veneto sono stati fatti degli esperimenti di funzionalità sui soccorsi: li hanno eseguiti in posizioni facilmente raggiungibili, non dove ci sono gallerie o viadotti. In questi test i soccorsi non sono arrivati nei tempi previsti, tutt'altro. Nella situazione migliore ci hanno messo quasi mezz'ora, nel peggiore hanno sfondato le due ore. Il protocollo prevede che per limitare il numero dei feriti i tempi ottimali di intervento sono tra gli otto e i 20 minuti».Per il 7 luglio Cub trasporti, Cobas e Sdl hanno promosso uno sciopero per la sicurezza nel settore trasporti. Il personale delle ferrovie si fermerà dalla 10 alle 14, gli autoferrotranvieri con modalità diverse da città a città.

La Coop. Domino paga lo stipendio

Bologna - Dopo lo sciopero (su ditte di subappalto) esultano al Cub Trasporti: «La Coop. Domino M. ci ha comunicato che pagherà l'intera busta paga il 3 luglio, registriamo quindi di avere ottenuto quello che più premeva a tutti».


2 luglio 2009 - La Nuova Sardegna

Sit-in davanti all’Inps

NUORO - Domani dalle 11,45 alle 13.30 si terrà un sit-in del pubblico impiego davanti all’Inps di via Leonardo da Vinci promosso dalla Rdb-Cub per protestare contro il decreto Brunetta.


2 luglio 2009 - quotidiani locali rete Repubblica

«Scarsa manutenzione delle società straniere»
Moretti: le nostre ferrovie sono al primo posto per la sicurezza. Il convoglio era diretto a Casal di Principe in una delle società del sottosegretario Nicola Cosentino
di Paolo Carletti

ROMA - L’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato non sembra avere dubbi: «L’Italia è al primo posto per la sicurezza in Europa, quello di Viareggio è un caso isolato». Mauro Moretti è uno dei personaggi al centro della polemica dopo il disastro di Viareggio, ma è fermo quando sostiene che «si sta investendo moltissimo sul traffico merci, più sicuro del traffico su gomma». Tuttavia non esclude che «carri appartenenti ad altre società estere possano avere una manutenzione imperfetta».
Il riferimento ovvio è ai carri cisterna deragliati in Versilia che appartengono a una società multinazionale americana e che - secondo le anticipazioni dell’Espresso - erano diretti nel Casertano, a Casal di Principe, in una delle società del sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino. «La flotta delle Ferrovie italiane - ha proseguito Moretti - ha qualche anno in più rispetto alle migliori d’Europa ma non per questo è meno sicura».
Quella di Moretti è una difesa a tutto tondo della funzionalità delle rete italiana. Ma allora, cosa è successo a Viareggio? Per il responsabile delle Ferrovie devono essere messi in atto controlli a regola d’arte, «bisogna verificare se quel carro sia stato effettivamente sottoposto a manutenzione». Ma occorre anche guardare avanti e adeguare la normativa europea sulla sicurezza del trasporto merci su rotaia «per cambiarla e migliorarla. Tutti devono rispettare le procedure».
Ben diverso è il parere dei sindacati che accusano governo e Ferrovie di aver trascurato le linee per indirizzare sforzi professionali e risorse economiche sull’Alta velocità. In serata il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, ha chiesto le dimissioni dei vertici Fs. Moretti non ci sta: «I costi per la manutenzione non sono diminuiti e gli standard sono migliorati, gli incidenti diminuiti. Vedo troppi sciacalli in giro - contrattacca - negli anni ’90 gli incidenti erano quattro volte di più». Moretti quindi analizza le cause che hanno potuto scatenare l’inferno di Viareggio: «Ci sono fessurazioni nell’asse del carrello del treno. Una piccola fessura interna al materiale si è allargata per sollecitazioni di lavoro fino a che la superficie si è ridotta non resistendo più agli sforzi. Questo è quello che è successo a Viareggio». In sostanza, l’asse del carrello ha collassato spezzandosi. In tutto ciò, Moretti «assolve» i macchinisti «che si sono comportati bene, e l’infrastruttura che ha funzionato».
Ora dovranno essere le verifiche tecniche a supportare le teorie di Moretti, che intanto questa mattina, insieme con il direttore dell’Agenzia per la sicurezza delle ferrovie, Alberto Chiovelli, sarà ascoltato in commissione Lavori pubblici al Senato.
I sindacati intanto hanno reagito ieri con un’ora di sciopero in Toscana. Gli autonomi hanno indetto uno sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio. E mentre la Fit-Cisl chiede l’istituzione di una authority per i trasporti, Orsa, Cub e altre sigle hanno presentato un esposto contro il macchinista unico, in vigore da giugno sui convogli Trenitalia.


2 luglio 2009 - Il Piccolo

Matteoli: ruggine sull’asse spezzato del carro
Sciopero dei trasporti il 7 luglio
Franceschini (Pd): punire i colpevoli. Ferrero (Rc): dimissioni dei vertici A VIAREGGIO INFERNO Il ministro dei Trasporti in Parlamento: sono in corso accertamenti sull’integrità della struttura delle cisterne

ROMA - Sono in corso accertamenti sull’integrità della struttura delle cisterne ribaltate, «ma il controllo effettuato sui carri dai tecnici della verifica in partenza, secondo quanto riferito da Trenitalia, non aveva evidenziato alcuna anomalia». Lo ha detto il ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli, nell’informativa urgente di ieri alla Camera.
Matteoli ha specificato che il carro appartiene alla società privata Gatx, cui spettano le attività di revisione e di manutenzione. «Il carro aveva superato le attività di revisione eseguite presso la società Cima di Bozzolo, in provincia di Mantova». Ma il ministro, così come sostenuto dall’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, ha confermato la tesi secondo cui il disastro di Viareggio sarebbe stato provocato dalla rottura dell’asse del carro, dove «ci sono evidenti tracce di ruggine».
Questo per quanto riguarda le cause, ancora da confermare con gli accertamenti tecnici, iniziati ieri su una sala montata. L’informativa di Matteoli, ripetuta successivamente in Senato, ha ruotato soprattutto intorno a questo punto, ribadendo che «sono in corso accertamenti sull’integrità della struttura delle cisterne ribaltate», ma è stata anche una difesa della politica messa in atto in questi anni dal governo per quanto concerne il trasporto su rotaia, sottolineando l’impegno degli interventi di ricostruzione integrale degli edifici spazzati via dalle lingue di fuoco del gas fuoriuscito dalla cisterna.
«Non è vero come sostenuto da alcuni parlamentari che il disastro è da addebitare alla limitatezza delle risorse destinate alla manutenzione e alla sicurezza della rete ferroviaria, scelta dettata dalla volontà di investire solo nell’Alta velocità. Abbiamo sempre dato priorità alla sicurezza della rete e degli impianti».
E mentre il ministro comunica che è stata nominata una commissione d’inchiesta per fare luce sull’accaduto, aggiunge che «sono in corso accertamenti per verificare l’opportunità di intervenire su carri cisterna che trasportano materiali pericolosi e immatricolati presso reti estere. Ho preso contatto con il commissario europeo ai Trasporti Tajani, per un approfondimento su strumenti che garantiscano il trasporto di merci pericolose».
Intanto uno sciopero generale dei lavoratori dei trasporti è stato indetto per il 7 luglio dai Cobas e dagli autonomi Sdl. «L'azione di sciopero è volta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti - scrivono Cub, confederazione Cobas e Sdl intercategoriale - che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli, e di misure atte a rendere massima la tuteladella sicurezza».
In subbuglio anche il mondo politico. «La prima cosa da fare è accertare le responsabilità e punire i colpevoli», afferma il segretario del Pd Dario Franceschini, ieri alla stazione di Viareggio, aggiungendo, che serve anche «investire sul trasporto su rotaia perchè se si continua ad investire solo sulla gomma l'Italia diventa un paese sempre più soffocato».
Rifondazione comunista chiede le dimissioni dei vertici delle Ferrovie. «È del tutto evidente - afferma il segretario nazionale Paolo Ferrero - la piena responsabilità dell'azienda Fs e del governo nel tragico incidente di Viareggio: i controlli, la messa in sicurezza e la manutenzione spettavano infatti a loro. Chiediamo le dimissioni del presidente e dell'ad di Fs e che l'azienda reintegri immediatamente nel suo posto di lavoro il macchinista Dante de Angelis, licenziato dalle Ferrovie mesi fa perchè aveva osato mettere in evidenza e denunciare pubblicamente le mancanze e i difetti della sicurezza nelle Ferrovie italiane».
«Non è possibile che in questo Paese si continuino a dare i soldi per realizzare solo l'Alta velocità, e che nella realtà delle ferrovie regionali e locali si continui a morire perchè non si controllano i carri ferroviari che circolano». Lo ha detto in aula, commentando l'informativa del ministro Matteoli sulla tragedia di Viareggio, il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Trasporti del Senato, Gianpiero De Toni.
Ermete Realacci, responsabile ambiente del Pd, invita invece a «verificare la possibilità di applicare la direttiva Seveso sui rischi di incidenti rilevanti anche nel caso di trasporto di sostanze pericolose». Realacci ricorda che «la legge 334 del 1999, più nota come direttiva Seveso, è obbligatoria nel nostro Paese per tutte le attività che detengano almeno 40 tonnellate di Gpl o 10 tonnellate di cloro, ma non riguarda il trasporto ferroviario di sostanza pericolose nè il deposito e lo stoccaggio».


2 luglio 2009 - Italia Oggi

a casa in 368
Nuova cig di Fiat ad Arese

Arese - Fiat e Powertrain hanno aperto la procedura di cassa integrazione per 368 lavoratori, dal 24 agosto al 22 novembre per 13 settimane totali, nello stabilimento di Arese. Per Fiat saranno interessati 235 lavoratori, di cui 140 operai e 95 impiegati, su un totale di 316, con esclusione dei 74 del commerciale, unico settore a restare aperto, mentre per Powertrain i cassintegrati saranno 133, rispetto ai 181 totali, di cui 81 operai, 35 impiegati dell'area tecnica e 17 impiegati delle aree di supporto. Lo ha annunciato la Confederazione unitaria di base, secondo cui, «proprio mentre Fiat annuncia che negli Usa uno dei punti di forza sarà il marchio Alfa Romeo, in Italia tenta di chiudere Arese, a dispetto dei complimenti a Marchionne del governo Berlusconi».


2 luglio 2009 - L'Eco di Bergamo

I sindacati: Fiat modifichi il piano per Termini e Imola
Delusione dopo l'incontro sul premio di risultato. Fibrillazione per Arese. «Adesso andiamo da Scajola»

TORINO - Volano a giugno, sostenute dalle auto ecologiche e dal marchio Lancia, le vendite della Fiat che porta al 34% la sua quota di mercato. E Sergio Marchionne spiega che il Lingotto non ha bisogno di liquidità e, nel secondo trimestre, ha raggiunto gli obiettivi prefissati in termini di utile operativo. Restano però le preoccupazioni dei sindacati che scrivono al ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola.
PREOCCUPAZIONI PER IMOLA E TERMINI IMERESE
L'amministratore delegato della Fiat dice che la Chrysler ha rallentato il ritmo con cui utilizza la liquidità dopo il 10 giugno, giorno dell'accordo: stiamo ancora bruciando contanti, ma a un ritmo di gran lunga più lento. Marchionne aggiunge che l'eventualità di uno scorporo di Fiat Auto con quotazione in Borsa è sospesa, dal momento che non è andata in porto l'offerta per Opel.
«Non abbiamo perso la speranza di vedere qualcosa su Opel, magari a fine anno», afferma il ministro Scajola per il quale la trattativa si potrebbe riaprire «quando si vedrà che di là c'è una proposta finanziaria e non industriale» come quella che l'azienda italiana sta portando avanti sui mercati internazionali. Fim, Fiom, Uilm e Fismic, delusi dall'incontro con la Fiat sul premio di risultato, chiedono al ministro Scajola un incontro - potrebbe essere la prossima settimana, fra il 7 e il 9 luglio - sull'annunciata chiusura dello stabilimento Cnh di Imola e sull'intenzione della Fiat di non produrre più auto a Termini Imerese. «L'incontro di oggi (ieri ndr) è andato male - afferma Enzo Masini, responsabile Auto della Fiom nazionale - perché la Fiat continua a pensare di bastare a se stessa. Non c'è disponibilità vera sul premio di risultato e non c'è un'idea per affrontare una fase delicata come quella attuale con un confronto di merito con il sindacato assumendo reciproci impegni. Così rimangono grandi fibrillazioni a livello di singoli stabilimenti, ci sono situazioni che stanno esplodendo. Noi andiamo da Scajola per modificare il piano, la Fiat vuole solo parlare di ammortizzatori sociali».
«IL GOVERNO SOTTOVALUTA IL PROBLEMA»
Anche per Bruno Vitali, responsabile Auto della Fim, «l'incontro è stato deludente perché sull'Auto e sull'Iveco la Fiat dice di non avere nulla da approfondire. Sono invece disponibili a un incontro a livello sulle flessibilità, cioè su come gestire cassa integrazione e straordinari, ma non c'è una data».
«Il governo finora - afferma Eros Panicali, responsabile Auto della Uilm - ha sottovalutato il problema. Deve fare la sua parte perché non si riduca la capacità produttiva dell'Auto in Italia e non sparisca un'attività a Imola». Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, parla di «incontro interlocutorio» e sottolinea la necessità che «il ministro Scajola coordini gli incontri di settore, a partire da Cnh e Auto».
SUL TAPPETO C'È ANCHE L'ALFA DI ARESE
Ma per il gruppo Fiat sul tappeto non ci sono solo Termini Imerese e Imola: da Arese arriva la richiesta di aprire subito un tavolo sullo stabilimento Alfa Romeo, che rischia la chiusura definitiva anche delle ultime attività rimaste attive dal 2000 a oggi. È quanto afferma la FlmUniti-Cub in una nota dopo la decisione di Fiat e di Powertrain, la divisione cambi e motori, di disporre di altre 13 settimane di cassa integrazione fino a novembre. Dopo la «decisione inaccettabile» del Lingotto, secondo il sindacato di base, occorre «aprire una trattativa per la garantire l'occupazione e mantenere le attività di Fiat e Powertrain». Il provvedimento in questione riguarda 368 lavoratori, dal 24 agosto al 22 novembre 2009 (13 settimane totali).
Intanto mentre l'attesa dei dati sul mercato auto, diffusi dopo la chiusura delle borse, ha favorito il titolo Fiat che ha chiuso in rialzo dell'1,89% a 7,29 euro.


2 luglio 2009 - La Provincia di Varese

Vergiate Vertenza Agusta: protesta al rondò dei sei lavoratori

VERGIATE - (al.pe.) Ieri mattina erano di nuovo davanti all'Agusta: non più ai cancelli, ma sulla rotatoria che porta anche nel centro del paese; per volantinare alle auto di passaggio e far sapere al maggior numero di persone possibile come si possa perdere il posto perchè si chiedono condizioni migliori di lavoro. C'erano tutti e sei i giovani addetti al reparto cablaggi con mansione di magazzinieri licenziati dalla Auto Mot Service, cooperativa che presta la propria opera all'Agusta Westland di Vergiate: Antonio De Mare, Marco Dal Cengio, Alessio Lentini, Massimo Palazzo, Luca Papasergio, Alberto Vanetti.
BANDIERE E MEGAFONO
«Cerchiamo di sensibilizzare la popolazione e la gente che passa», dicono. E più di persona si è accorta di loro che, bandiere e megafono alla mano, hanno messo in piazza le loro ragioni: «Abbiamo chiesto soltanto di avere gli straordinari pagati in busta, visto che siamo obbligati a farli; di essere inquadrati al livello che ci spetta e di poter contare su una maggiore sicurezza sul lavoro, dato che molto spesso ci è stato chiesto di mettere le mani sul macchinario complesso che avremmo dovuto invece controllare soltanto via computer». «Per tutta risposta - aggiungono amari - siamo stati licenziati».
Dal ristorante pizzeria ?Orchidea? lì accanto, è arrivata la solidarietà dei proprietari che hanno offerto ai manifestanti una pizza. Ma sono stati tanti ieri ad abbassare il finestrino della propria auto per prendere il volantino siglato dalla Confederazione Unitaria di Base. Proprio la Cub ha reso noto l'avvio di una vertenza per attività antisindacale contro la cooperativa per la quale i sei lavoravano. «Lo Statuto dei lavoratori dice chiaramente che mentre un lavoratore è in sciopero non può essere sostituito con un altro ? rimarca Giuseppe Tampanella (Cub) ? inoltre la motivazione del loro licenziamento per ?assenza ingiustificata? è del tutto inammissibile, visto che i sei lavoratori erano in sciopero, dichiarato e comunicato per tempo all'azienda». Uno lo slogan: «Basta con gli appalti a scatole cinesi, pagati con il denaro dei lavoratori». Così insiste la Cub alla ricerca di condizioni occupazionali che rendano il lavoro migliore. Per tutti.


1 luglio 2009 - Ansa

P.A.: RDB-CUB, CONFERMATO SCIOPERO GENERALE 3 LUGLIO

(ANSA) - ROMA, 1 LUG - Le categorie pubbliche del Patto di Base (RdB-CUB P.I., Cobas P.I., SdL Intercategoriale) hanno confermato per venerdì 3 luglio lo sciopero generale del Pubblico Impiego, annunciando iniziative e manifestazioni nelle maggiori città. «Lo sciopero è stato indetto contro lo smantellamento della Pubblica Amministrazione - si legge in una nota della Rdb-Cub - attraverso la vendita ai privati; contro il Piano Industriale del Ministro Brunetta, che dietro la farsa della meritocrazia riduce la retribuzione a fronte di carichi di lavoro sempre più elevati e aumenta la discrezionalità della dirigenza». L'astensione dal lavoro sarà di 24 ore nella Sanità e di tre ore a fine turno per ciascun turno negli altri Comparti. Sono previste iniziative nelle principali città, tra cui Roma, Milano, Torino e Genova.

STRAGE VIAREGGIO: COBAS E SDL, SCIOPERO TRASPORTI 7 LUGLIO

(ANSA) - ROMA, 1 LUG - Sciopero generale dei lavoratori dei trasporti il prossimo 7 luglio. Lo hanno indetto i Cobas e gli autonomi Sdl, per l'incidente ferroviario di Viareggio e la sicurezza. «L'azione di sciopero è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti - scrivono Cub, confederazione Cobas e Sdl intercategoriale - che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza. L'astensione sarà articolata con le seguenti modalità: Ferrovie: 4 ore di sciopero dalle ore 10.00 alle ore 14.00. Trasporto pubblico locale, trasporto merci e logistica: 4 ore nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente. Trasporto Aereo: un'ora di sciopero dalle ore 10.00 alle ore 11.00. Trasporto Marittimo: un'ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.

FERROVIE: ESPOSTO SINDACATI CONTRO AGENTE UNICO

(ANSA) - BOLOGNA, 1 LUG - Un esposto contro l'impiego del macchinista unico in cabina, in vigore da giugno sui convogli di Trenitalia, e' stato presentato a Bologna da Cub-Trasporti, Cub Emilia-Romagna, Orsa-Macchinisti Uniti e Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Nell' esposto, depositato in procura, si punta il dito contro le implicazioni per la sicurezza che ha avuto l'introduzione del macchinista solo al comando. Ma nell' esposto si fa anche riferimento a incidenti avvenuti negli ultimi 40 giorni, di cui due sulla linea Bologna-Firenze, che, ha spiegato Italo Quartu di Cub Trasporti ''non sono stati giudicati 'gravi' solo perche' non hanno avuto morti, ma che potevano avere anche conseguenze peggiori di Viareggio''. Il riferimento e' allo svio di un carro merci a Vaiano, il 22 giugno, quando due vagoni di un merci deragliarono urtando un Intercity regionale ma senza conseguenze per i passeggeri. ''Se i carri fossero usciti di sagoma avremmo avuto uno scontro frontale''. Con conseguenze drammatiche, anche perche' uno dei vagoni era una cisterna piena di acido fluoridrico.
Ma si parla anche dell'incidente del 6 giugno nella galleria dell'Appennino (con il ferimento di un macchinista), dello svio (lo stesso giorno) di un treno merci a Pisa S Rossore, e di quello di Sesto Calende (Varese) del 19 maggio. Per i rappresentanti dei lavoratori la modifica dell'equipaggio diminuisce la sicurezza e incide sulla possibilita' di prestare soccorso. Non e' stato modificato il mansionario e, per esempio, in caso di 'ostacolo sulla linea opposta', il conducente deve contemporaneamente, esporre un segnale di arresto fuori dal finestrino per chi arriva in direzione contraria, attivare il freno e far partire la chiamata telefonica che lancia il segnale di 'prudenza generalizzata' per i treni in circolazione sulla linea: ''neanche i macchinisti avessero tre o quattro mani...'' ha aggiunto amaro Quartu. I sindacalisti puntano il dito proprio sulle comunicazioni d'emergenza: viaggiano sulla rete dedicata Gsm-R, e in caso questa si 'degradi' la comunicazione si sposta sulla normale Gsm, spiegano. Che pero' non consentirebbe di lanciare il segnale di 'prudenza generalizzata', sottolineano. A Vernio e Vaiano, sostengono, non si e' riusciti a farla partire. Infine, si fa notare, alcune simulazioni sui tempi di attivazione hanno dimostrato che la comunicazione in certi casi ha raggiunto il suo scopo solo dopo diverse decine di minuti.


1 luglio 2009 - Omniroma

SANITÀ, RDB CUB: 3 LUGLIO SCIOPERO DI 24 ORE

(OMNIROMA) Roma, 01 lug - «Questa mattina i lavoratori della Rdb - Cub Sanità hanno attraversato la città a bordo di un autobus inglese d'epoca toccando i principali ospedali romani (S. Eugenio, S. Camillo, S. Spirito, S. Giovanni) per terminare con un'assemblea presso l'Ospedale Sandro Pertini. Davanti agli ospedali, compresi quelli di Frascati, Subiaco e Viterbo, è stato effettuato un volantinaggio ai lavoratori e all'utenza. Durante il suo percorso il bus della 'sanità in movimentò ha inoltre portato solidarietà alle educatrici Rdb Cub del Comune di Roma, che oggi e domani manifestano in Piazza S. Marco». Lo comunica in una nota Rdb Cub. «Abbiamo riscontrato grande consenso da parte dei lavoratori - dichiara Licia Pera della Rdb Cub sanità - ma anche dell'utenza, che conosce bene i problemi della sanità perché li subisce quotidianamente con le lunghe liste di attesa e la mancanza di posti letto. Anche i lavoratori e le lavoratrici della sanità del Lazio subiscono come cittadini il piano di rientro dal deficit, con il taglio dei posti letto, i ticket e le tasse ai massimi livelli sia regionali che comunali ma ora, dopo il blocco delle assunzioni e la precarietà del lavoro pagheranno il deficit regionale anche con il rinnovo contrattuale, perché per loro l'esiguo aumento sarà inferiore ai lavoratori di altre regioni che non interessate dai piani di rientro. Con il nuovo contratto a perdere e l'attacco ai diritti e al salario del decreto Brunetta i lavoratori della sanità hanno molti buoni motivi per scioperare e difendere la sanità pubblica e gli altri servizi sociali che il Governo sta smantellando, scioperando il 3 luglio per l'intera giornata insieme a tutti i lavoratori del pubblico impiego».


1 luglio 2009 - Globalpress

SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO

ROMA (AGG) (2933/2009) - Le categorie pubbliche del Patto di Base (RdB-CUB P.I., Cobas P.I., SdL Intercategoriale) hanno proclamato per venerdì 3 luglio lo sciopero generale del Pubblico Impiego. Lo sciopero è stato indetto contro lo smantellamento della Pubblica Amministrazione attraverso la vendita ai privati; contro il Piano Industriale del Ministro Brunetta, che dietro la farsa della meritocrazia riduce la retribuzione a fronte di carichi di lavoro sempre più elevati e aumenta la discrezionalità della dirigenza; per un salario vero che assorba ogni parte variabile della retribuzione; contro l’attacco al pluralismo sindacale, diretto in particolare contro il sindacalismo di base, attraverso la costituzione di due soli Comparti di contrattazione.


1 luglio 2009 - Dire

I macchinisti in Procura: "Quanti segnali sottovalutati"
A Bologna, lungo esposto di Orsa e Rdb dopo l'incidente di Viareggio, il cui bilancio delle vittime è salito a 18. 'Mancate comunicazioni, scarsa manutenzione, test, soccorsi: da anni, sono troppe le cose che non funzionano nel trasporto ferroviario'

BOLOGNA - "Prima che si arrivasse alla tragedia di Viareggio ci sono stati tanti segnali che sono stati sottovalutati. Incidenti non finiti in tragedia per miracolo, deragliamenti, mancato funzionamento delle comunicazioni in caso di emergenza, assenza di controllo sulla manutenzione, test sulla funzionalità dei soccorsi assolutamente deludenti. Lo segnaliamo da anni, ieri abbiamo depositato un esposto alla Procura di Bologna". Non possono parlare perché rischiano il licenziamento, come è successo al loro collega Dante De Angelis, ma i macchinisti dell'Orsa di Bologna lanciano l'allarme sulla sicurezza delle linee ferroviarie. Non ci mettono un nome e un cognome ("Non lo possiamo fare"), ma il cuore ce lo mettono tutto: "Siamo ancora convinti- è la premessa alla sfilza di critiche- che il treno sia tuttora il mezzo più sicuro per viaggiare insieme all'aereo, ma siamo preoccupati dalla quantità di segnali di incidenti mancati, a partire dal quello di Vaiano, sull'appennino tosco-emiliano, di due settimane fa, che poteva essere una tragedia ben più grave di Viareggio".
Al loro fianco c'è il sindacato delle Rdb Cub, regionale e bolognese (che non ha remore a parlare), che ha firmato l'esposto insieme all'Orsa. Nel documento sono segnalati ai magistrati tutti i fattori di rischio, ma c'è anche una serie di fatti. A partire dall'elenco dei quattro incidenti degli ultimi 40 giorni e dalla circostanza, accertata dicono i macchinisti, che in due di questi casi "i segnali non sono partiti": a Vaiano il 22 giugno e a Vernio, sull'Appennino bolognese, il 6 giugno. Per Rdb e Orsa la definitiva entrata in vigore (a metà giugno e su tutti i treni passeggeri) del sistema di guida "ad agente solo" (un solo macchinista in cabina di guida "che dovrebbe avere tre mani") non fa che accrescere i rischi.
Sono tante le contraddizioni che il sindacato dell'Orsa e quello delle Rdb mettono nero su bianco e pongono all'attenzione dei magistrati di Bologna. Uno dei primi punti riguarda la manutenzione: "La certificazione dell'idoneità dei convogli viene fatta dalle ditte proprietarie e non c'è nessun controllo sulla manutenzione, tutto avviene privatamente". Questo perché, spiega Italo Quartu delle Rdb, "Rfi detta solo le norme, ma è la ditta che certifica di averle rispettate. La manutenzione è compito loro, non ci sono controlli di autorità terze se non sulla carta: è paradossale, è il controllore che controlla se stesso". L'Orsa ci va giù ancora più dura: "Oggi, dopo che è stato liberalizzato l'accesso al servizio, ci sono 29 società di trasporto che circolano sulla nostra rete, su cui noi non abbiamo nessun controllo".
L'attacco è duro anche sul possibile malfunzionamento dei segnali: "Per far partire il segnale di allarme in caso di pericolo, in seguito al quale i macchinisti si mettono in allerta e rallentano aspettando successive istruzioni- dicono i sindacati firmatari dell'esposto- funziona il sistema GsmR, delle Ferrovie. Ma non tutta la rete è coperta e a volte può anche non funzionare: in questi casi, il segnale viaggia utilizzando il sistema Gsm, quello comune per i cellulari. Ma è risaputo- attaccano Rdb e Orsa- quanto sia inaffidabile e quante volte si verifichino 'buchi', a causa di gallerie o per l'eccesso di traffico telefonico. In questi casi il segnale non si riesce a mandare o si perde e il treno continua a viaggiare ignaro degli eventuali rischi". E' successo di recente a Vaiano e a Vernio, sostengono. "Ma la prima segnalazione di questo problema la facemmo nel 2004- dice l'Orsa- e un esposto sull'argomento giace in Procura di Bologna da gennaio 2005".


1 luglio 2009 - Asca

VIAREGGIO: SINDACATI AUTONOMI PROCLAMANO
SCIOPERO GENERALE IL 7 LUGLIO

(ASCA) - Roma, 1 lug - I sindacati autonomi Cub, Cobas e SdL, hanno proclamato uno sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio prossimo ''a fronte dei gravissimi fatti accaduti a Viareggio che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti''. ''L'azione di sciopero - proseguono i sindacati in una nota - e' indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumita' dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza''. Lo sciopero si svolgera', per il settore ferroviario, con 4 ore di sciopero dalle ore 10.00 alle ore 14.00, per quello del trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica, per 4 ore nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente; per quello aereo con 1 ora di sciopero dalle ore 10.00 alle ore 11.00 e infine per il settore trasporto marittimo attraverso 1 ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.


1 luglio 2009 - Adnkronos

VIAREGGIO: CUB, COBAS E SDL PROCLAMANO
SCIOPERO GENERALE IL 7 LUGLIO

Roma, 1 lug. - (Adnkronos) - I Cobas, Cub e Sdl proclamano uno sciopero generale dei trasporti per martedì prossimo denunciando, dopo l'incidente di Viareggio, la «mancanza o la carenza» di controlli. «A fronte dei gravissimi fatti accaduti a Viareggio che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti le scriventi organizzazioni sindacali -si legge in una nota- indicono uno sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio. L'azione di sciopero è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza». Per quanto riguarda il settore ferroviario i lavoratori aderenti alle organizzazioni sindacali incroceranno le braccia per quattro ore dalle 10 alle 14; quattro ore di sciopero anche nel trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente; un'ora di sciopero nel trasporto Aereo dalle 10 alle 11 e un'ora nel settore del trasporto marittimo all'inizio di ogni partenza.


1 luglio 2009 - Apcom

P.A./ Il 3 luglio sciopero generale indetto dal Patto di base
A Milano "processione" con San Precario, a Roma con Beata Assunta

Il 3 luglio, giorno dello sciopero generale del pubblico impiego indetto dalle categorie pubbliche del Patto di Base, i precari della P.A. sfileranno in onore della "Beata Assunta", che dalle 10.30 "apparirà" a Roma nelle zone limitrofe al ministero della Funzione Pubblica, e a Milano, alle 16 in piazza San Babila insieme con "San Precario". Lo comunicano l'RdB-Cub, spiegando che la "Beata Assunta verrà accompagnata in processione da precari che ostenteranno i simboli della loro condizione per invocare la stabilizzazione: quelli della scuola sfileranno con lavagnette al collo, i lavoratori socialmente utili vestiranno in nero come nero è il lavoro a cui sono costretti; le maestre di nidi e asili porteranno con sé i sonagli dei bambini; i precari della Croce Rossa e dei vigili urbani saranno in divisa come quando prestano servizio nelle processioni". "Nonostante lo slittamento dei termini per la conclusione delle procedure di stabilizzazione, previsto nella manovrina approvata dal Consiglio dei ministri, non ci riteniamo completamente soddisfatti" spiega Cristiano Fiorentini, della Direzione Nazionale RdB-CUB del pubblico impiego, sottolineando che "non basta rinviare le scadenze per dare risposte alle centinaia di migliaia di precari della P.A., rimasti tali per i limiti assunzionali e di percentuali di copertura del turn-over imposti dall'ex-ministro Nicolais e dalla finanziaria 2009, o perché già esclusi dalle stabilizzazioni previste nelle finanziarie del governo precedente".

Viareggio/ Sdl-Cub-Cobas: Il 7 luglio sciopero generale trasporti
"In difesa sicurezza e incolumità di lavoratori e cittadini"

Sdl, Cub e Cobas proclamano lo sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio dopo i "gravissimi fatti accaduti a Viareggio, che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti". Lo comunicano i tre sindacati autonomi, sottolineando che la protesta "è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti, che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza". In particolare - spiegano Sdl, Cub e Cobas - per il settore ferroviario ci saranno 4 ore di sciopero dalle 10 alle 14. Per il 'trasporto pubblico locale' e il 'trasporto merci e logistica' sono previste 4 ore "nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente". Nel trasporto aereo, poi, la protesta durerà un'ora (dalle 10 alle 11), mentre nel settore marittimo ci sarà un'ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.


1 luglio 2009 - Reuters

Viareggio, sciopero trasporti 7 luglio per Cub, Cobas e SdL

ROMA (Reuters) - Le sigle sindacali Cub, Confederazione Cobas e Sdl Intercategoriale hanno indetto uno sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio. "A fronte dei gravissimi fatti accaduti a Viareggio che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti - si legge nel comunicato dei sindacati - le organizzazioni sindacali indicono uno sciopero generale dei trasporti per il giorno 7 luglio". "L'azione di sciopero - proseguono i sindacati - è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza". Nel comunicato, le sigle che hanno aderito allo sciopero spiegano anche le modalità con cui metteranno in atto la protesta. Nel settore ferroviario saranno quattro le ore di sciopero, dalle 10 alle 14. Quattro saranno le ore di sciopero anche per quanto concerne il settore del trasporto pubblico locale e del trasporto merci e logistica, nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente. Un'ora, invece, di sciopero coinvolgerà il settore del trasporto aereo, dalle 10 alle 11, e quello del trasporto marittimo, all'inizio di ogni partenza.


1 luglio 2009 - Iris

RDB-CUB: PROTESTA CON IL BUS DELLA 'SANITA' IN MOVIMENTO'

(IRIS) - ROMA, 1 LUG - Questa mattina i lavoratori della RdB-CUB Sanità hanno attraversato la città a bordo di un autobus inglese d’epoca toccando i principali ospedali romani – S. Eugenio, S. Camillo, S. Spirito, S. Giovanni – per terminare con un’assemblea presso l’Ospedale Sandro Pertini. Davanti agli ospedali, compresi quelli di Frascati, Subiaco e Viterbo, è stato effettuato un volantinaggio ai lavoratori e all’utenza. Durante il suo percorso il bus della "Sanità in movimento" ha inoltre portato solidarietà alle educatrici RdB/CUB del Comune di Roma, che oggi e domani manifestano in Piazza S. Marco. "Abbiamo riscontrato grande consenso da parte dei lavoratori – dichiara Licia Pera della RdB-CUB Sanità - ma anche dell’utenza, che conosce bene i problemi della sanità perché li subisce quotidianamente con le lunghe liste di attesa e la mancanza di posti letto. Anche i lavoratori e le lavoratrici della sanità del Lazio subiscono come cittadini il piano di rientro dal deficit, con il taglio dei posti letto, i ticket e le tasse ai massimi livelli sia regionali che comunali – continua Pera - ma ora, dopo il blocco delle assunzioni e la precarietà del lavoro pagheranno il deficit regionale anche con il rinnovo contrattuale, perché per loro l’esiguo aumento sarà inferiore ai lavoratori di altre regioni che non interessate dai piani di rientro." "Con il nuovo contratto a perdere e l’attacco ai diritti e al salario del Decreto Brunetta – conclude Pera - i lavoratori della Sanità hanno molti buoni motivi per scioperare e difendere la sanità pubblica e gli altri servizi sociali che il Governo sta smantellando, scioperando il 3 luglio per l’intera giornata insieme a tutti i lavoratori del Pubblico Impiego".


1 luglio 2009 - Carta

Roma: Vigili del fuoco contro il governo Pinocchio
Stamattina davanti al Viminale i vigili del fuoco hanno denunciato
orari e condizioni di lavoro ai limiti della sicurezza
di Lucia Alessi

Roma - Decine di caschi di protezione e, in mezzo, Pinocchio. Così stamattina i vigili del fuoco hanno protestato durante la conferenza stampa convocata di fronte al Viminale, per protestare contro il governo e le «promesse non mantenute». «Da un anno e mezzo stiamo senza contratto – dice Antonio Jiritano, del coordinamento nazionale Rdb-cub –. Da anni lavoriamo con una carenza di organico di circa 15 mila unità, rispetto agli standard europei, il che significa che siamo costretti a fare gli straordinari per rispondere alle esigenze della cittadinanza». Straordinari pagati con ritardi di oltre un anno, ma che il decreto Abruzzo porta fino a 150 ore mensili, con turni che possono raggiungere le 96 ore settimanali, a fronte delle 36 ore previste dall’ultimo contratto collettivo nazionale. «La maggior parte del nostro lavoro supplementare va a rifornire la banca delle ore, in attesa di recuperare con dei permessi, che con le carenze che abbiamo non arriveranno mai», spiega Jiritano. A un Corpo che già vanta un debito pendente di circa 100 milioni, il decreto governativo dona quindi ben poco: 1,5 milioni di euro per il 2009 e 8 milioni per il 2010, da dividere tra Vigili del fuoco e Protezione civile: circa 4 milioni, quindi, da suddividere per i 28 mila vigili italiani, il che vuol dire non più di 142 euro ciascuno all’anno: 1,30 euro lordi giornalieri. «Non ci servono le elemosina, siamo venuti a restituire il nostro euro», spiegano mostrando gli adesivi su cui è raffigurata la moneta europea. E con un organico al minimo storico, pochi mezzi a disposizione e senza manutenzione, con un’indennità di soccorso ancora incerta e del tutto insoddisfacente, ferie e malattie spesso negate, il terremoto in Abruzzo si è rivelato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, assorbendo ben 1300 uomini, ai quali, in occasione del G8 della prossima settimana, non andranno ad aggiungersi nuove risorse, contando piuttosto su «straordinari straordinari». «Protestiamo contro il ministro dell’interno Roberto Maroni, che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. – spiega Jiritano -. Il sisma dell’Abruzzo ha ulteriormente messo a dura prova il Corpo, evidenziandone, semmai ce ne foste stato bisogno, la mancanza di risorse, la necessità di adeguamento economico del personale con i salari europei, le condizioni inaccettabili di mezzi e attrezzature di colonna mobile; chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso, l’apertura di un tavolo di confronto tra amministrazione e parti sociali, per rivedere le norme interne al Corpo che regolano l’invio delle colonne mobili VV.F., soprattutto in riferimento alle diverse tipologie di calamità, al fine di migliorare ed accelerare l’arrivo dei soccorsi». Ma i problemi non finiscono qui. Oltre 6100 precari vedono allontanarsi la possibilità di una stabilizzazione, grazie all’ormai noto ddl 112, il cosiddetto decreto «ammazza precari», emanato dal ministro Brunetta lo scorso anno. Se in un primo momento, infatti, proprio alla luce delle gravi carenze di organico del Corpo, il provvedimento esonerava i vigili del fuoco, nelle ultime settimane l’approvazione del ddl 1167 ha invece chiuso le stabilizzazioni fino al prossimo dicembre. Dei 2340 vigili precari finora chiamati a sostenere la prova di idoneità, solo 1135 sono stati assunti, ben al di sotto della pianificazione del governo Prodi, che per il 2009 prevedeva di portare il turn over al 40 per cento, con l’assunzione di circa 1671 precari a fronte di 3800 nuovi pensionamenti. «Non abbiamo più il diritto di stare in famiglia, o in malattia – dice Antonio Menga, del coordinamento Rdb/cub – ed è appena iniziata al stagione estiva, che richiederà ulteriori sforzi per rispondere all’emergenza degli incendi boschivi: noi veterani soffochiamo di lavoro, e i giovani restano a casa». «Altri sindacati chiedono l’equiparazione alle forze di polizia – spiega Giovanni Maccarino, anche lui del coordinamento nazionale – per noi un ulteriore e inutile militarizzazione del Corpo, visto che già ci ritroviamo a eseguire sfratti o sgomberi. Ma questa non è sicurezza: come RdB\Cub da anni abbiamo presentato un progetto per spostare il Corpo nazionale dal ministero dell’Interno al dipartimento della Protezione civile, in qualità di colonna portante di questa struttura – continua – . Noi lavoratori del sindacato di base non sappiamo cosa farcene dei gradi, con questi non portiamo soccorso, con i gradi non si salvano le vite. Pretendiamo attrezzature moderne ed efficienti per poter svolgere il nostro lavoro di professionisti della sicurezza, che non vuol dire militarizzazione, ma prevenzione, totalmente assente in questo paese. Solo quando ciò accadrà potremo dire che anche l’Italia è diventato uno stato civile ed europeo».


1 luglio 2009 - Radio Città Aperta

Una denuncia dei Vigili del Fuoco: "Noi, i Forzati del Soccorso"

A poche ore dalla tragedia di Viareggio, la Federazione delle RdB Cub dei Vigili del Fuoco della Toscana ha diffuso una denuncia sullo stato in cui versa quello che dovrebbe essere uno dei punti cardine della Protezione Civile e del sistema di prevenzione delle catastrofi come quella che a mezzanotte di ieri ha colpito la città toscana:
"Noi lavoriamo, come tutti. Il nostro lavoro è però particolare: facciamo fronte alle emergenze, ai tra-gici casi del destino che sconvolgono le vite degli altri. Siamo Vigili del Fuoco. Ci teniamo a puntualizzare che, nel nostro campo, siamo professionisti. Oggi il must è il contenimento della spesa, il contenimento della spesa si risolve quasi sempre in un aumento del rischio intrinseco nell' attività o settore nel quale avviene il taglio. Il risparmio ha anch' esso un suo prezzo, non monetizzabile: si tratta quasi sempre di vite umane. Si investe sempre meno in prevenzione, si lesina sulla manutenzione, non si rinnovano le infrastruttu-re. In Toscana, in pochi giorni, due deragliamenti: uno verso Prato (Vaiano) di una cisterna di acido Fluori-drico e per fortuna la struttura ha retto, l' acido non si è disperso (ha urtato un treno pendolari, bastava po-co...), l' altro a Viareggio, la cisterna, questa volta, ha ceduto ed è strage. I professionisti del soccorso lavorano in scenari sempre più pericolosi con allarmante frequenza. Questi professionisti sono stanchi: il terremoto in Abruzzo ci ha visti raddoppiare i turni nelle sedi ordinarie e lavorare 24 ore consecutive seguite da 24 di riposo poi di nuovo 24 di servizio e così via per sup-plire alle carenze organiche lasciate da chi lavorava 24 ore su 24 per 7 giorni consecutivi sul sisma (questo prevede la prima fase di gestione di una emergenza rilevante). Poi le necessità diminuiscono ma continuiamo a lavorare in Abruzzo: in questa fase si fanno là 16 ore lavorative al giorno. In missione sul sisma si facevano in maggio 75 ore di straordinario mensile solo nel campo base di Monticchio (AQ), tornati in regione ci veniva richiesto di rinunciare ai riposi ed al turno libero per permettere la copertura del servizio ordinario sul territorio. Da Luglio le ore di straordinario sul sisma potranno essere addirittura 150 (sarà perché c' è il G8 o per aiutare meglio i terremotati ??. Noi optiamo per la prima ipotesi). I Pompieri fanno già, come tutti i lavoratori, un certo numero di ore di "straordinario": vigilanze pres-so i locali di pubblico spettacolo ed altre cose similari (stipendi magri, 1250 € al mese). L' orario massimo settimanale previsto dalla normativa relativa ai lavoratori "tipici" è di 48 ore, molti di noi lo superano e non di poco. Siamo stanchi, lavoriamo troppo e troppo spesso su scenari di forte impatto emotivo. Viareggio..... e sono di nuovo le 24 ore. Mancano i Pompieri perché anche su di loro si risparmia: vengono fatte assunzioni che non coprono i pensionamenti ma, alla necessità, si raddoppiano facilmente di numero. Come si fa ? Semplice, basta raddoppiare loro l' orario di lavoro. Chi dovrebbe tutelare il cittadino in tempi di riduzione dei costi è vittima dello stesso sistema, soffre dello stesso male. Siamo stanchi, stanchi fisicamente, stanchi di essere testimoni dei fatti e degli atti che conducono ai disastri annunciati. Uno per tutti, emblematico, estremamente attuale dopo quanto accaduto con il vagone pieno di acido fluoridrico: sul tratto appenninico che interessa la variante di valico e la tratta ferroviaria dell' alta velocità (tra Firenze e Bologna ci sono viadotti e gallerie tra le più lunghe mai realizzate) garantiscono il primo soc-corso tecnico urgente due sedi di Vigili del Fuoco, Calenzano e Castiglion dei Pepoli, due sedi volontarie. Sedi spesso non presidiate da nessuno (Calenzano), costituite con personale formato e utilizzato con lo stesso criterio che provoca la riduzione degli standard di sicurezza: il risparmio. Niente assolutamente contro i volontari, ma non possono essere la risposta in zone a rischio di inci-dente rilevante, perché qui si propongono scenari peculiari, gallerie e viadotti appunto, dove intervenire effi-cacemente, nell' immediato e con elevati standard professionali è l' unica risorsa possibile per contenere il danno in vite umane. Nel futuro è previsto un distaccamento presso Barberino, ma neppure questo "permanente" bensì mi-sto (5 persone, tre professionisti e due volontari). Uno dei tratti di maggior rilievo per la viabilità, quello for-se a maggior rischio, affidato alla buona volontà di chi normalmente fa tutt' altro lavoro. Basta poco e l' Italia si trova temporaneamente divisa in due parti con tutti i gravi problemi che ne derivano, sempre che non ricor-rano fatti più gravi tipo ..... Viareggio. Siamo falsi profeti?, saremo i primi a rallegrarcene. Ci dispiace molto per coloro che sono morti in Versilia a causa del deragliamento, siamo addolorati per chi soffre negli ospedali, per i loro familiari in pena. Li sentiamo molto vicini, siamo abituati al contatto con la sofferenza e la comprendiamo bene. Loro sono tutti quanti vittime del sistema, anche noi lo siamo, anche se diversamente da loro."

Oggi mobilitati i lavoratori della Sanità, i Vigili del Fuoco e le maestre dei nidi. Venerdì sciopero generale del Patto di Base nel Pubblico Impiego

Roma - In preparazione dello sciopero nazionale del Pubblico Impiego, indetto per venerdì 3 luglio dalle categorie pubbliche dei sindacati che aderiscono al Patto di Base (RdB-CUB P.I., Cobas P.I. e SdL Intercategoriale) oggi sono già in corso a Roma diverse iniziative organizzate dalle RdB-CUB che vedono come protagonisti i lavoratori della Sanità, i Vigili del Fuoco e le educatrici di nidi ed asili del Comune di Roma. La RdB-CUB Vigili del Fuoco ha indetto una conferenza stampa sulla situazione che si è determinata nel post terremoto, nel corso della quale verrà evidenziato il problema delle attività di soccorso tecnico urgente alla popolazione da parte dei VVF. La conferenza stampa avrà luogo alle ore 11.30 in via Genova, angolo via Nazionale, di fronte all’entrata di servizio del Comando Provinciale VV.F. di Roma. Sempre oggi i lavoratori aderenti alle RdB-CUB Sanità di Roma e del Lazio sono impegnati nell’iniziativa "Sanità in movimento", una mobilitazione itinerante a bordo di un bus d’epoca che sta facendo tappa davanti ai maggiori ospedali della capitale ed alla Giunta regionale del Lazio, presso i quali accoglierà lavoratori e delegati per condurli all’Ospedale S. Pertini e partecipare all’assemblea cittadina indetta per le ore 12.00. Contemporaneamente, già dalle 8.00 di questa mattina sono partiti numerosi volantinaggi e presidi di informazione davanti agli ospedali di Roma, Frascati, Subiaco e al Belcolle di Viterbo. Questi gli ospedali interessati dal volantinaggio e dal passaggio del bus, con gli orientativi orari di arrivo: Ospedale S. Eugenio ore 8.30; Giunta Regione Lazio ore 9.00; Ospedale S. Camillo ore 9.30; S. Spirito ore 10.30; S. Giovanni ore 11.30; Sandro Pertini ore 12.30. Sotto al palazzo del Campidoglio protesteranno le educatrici di nidi e asili del Comune di Roma, che oggi e anche domani presidieranno in camper Piazza San Marco, dalle ore 9.00 alle 19.00, contro i tagli al personale ed i ritardi nelle stabilizzazioni delle lavoratrici precarie da parte dell’amministrazione comunale. Per venerdì 3 luglio i sindacati di base hanno indetto una giornata di sciopero generale in tutto il pubblico impiego e nella sanità contro le politiche del Governo nei confronti della pubblica amministrazione.


1 luglio 2009 - Il Sussidiario

FERROVIE/ Esposto sindacati contro macchinista unico

Bologna - Un esposto contro l'impiego del macchinista unico in cabina, in vigore da giugno sui convogli di Trenitalia, è stato presentato a Bologna da Cub-Trasporti, Cub Emilia-Romagna, Orsa-Macchinisti Uniti e Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
Nell'esposto, depositato in procura, si punta il dito contro le implicazioni per la sicurezza che ha avuto l'introduzione del macchinista solo al comando. Ma nell'esposto si fa anche riferimento a incidenti avvenuti negli ultimi 40 giorni, di cui due sulla linea Bologna-Firenze, che, ha spiegato Italo Quartu di Cub Trasporti «non sono stati giudicati gravi solo perché non hanno avuto morti, ma che potevano avere anche conseguenze peggiori di Viareggio».
Il riferimento è allo svio di un carro merci a Vaiano, il 22 giugno, quando due vagoni di un merci deragliarono urtando un Intercity regionale ma senza conseguenze per i passeggeri. «Se i carri fossero usciti di sagoma avremmo avuto uno scontro frontale». Con conseguenze drammatiche, anche perché uno dei vagoni era una cisterna piena di acido fluoridrico.


1 luglio 2009 - Uno Notizie

LAVORATORI ISPRA
precari licenziati alla seconda notte di presidio

ROMA (UnoNotizie.it) - I 200 fra ricercatori, tecnici e amministrativi altamente professionali, che da oggi hanno perso il lavoro all’ISPRA, dopo aver occupato la sede centrale di Via Brancati 48 e aver passato lì la notte continuano ad oltranza il presidio. "Il Ministro Prestigiacomo non è intervenuta con un atto autorizzativo verso la dirigenza ISPRA per prorogare i contratti scaduti - dichiara Enrico Morreale del Coordinamento Precari USI RdB Ricerca – pertanto continuiamo la lotta per difendere i nostri posti di lavoro e la ricerca pubblica ambientale e ci stiamo prepariamo alla seconda notte di occupazione". "Il nostro licenziamento - continua il sindacalista - è conseguenza diretta di una politica insensata che a parole affronta la crisi e nei fatti licenzia i precari regalando soldi alle banche. Ma noi non ci fermeremo fino a che non verremo riassunti. Venerdì 3 luglio saremo davanti palazzo Vidoni alle 11.30 con tutti gli altri lavoratori precari e a tempo indeterminato del Pubblico Impiego per lo sciopero del Patto di Base, poi proseguiremo con un presidio davanti al Senato dalle ore 14.00", conclude Morreale.


1 luglio 2009 - IMG Press

JIRITANO (RDB P.I.), DAL GOVERNO UNA ELEMOSINA OFFENSIVA, CONTINUEREMO A MOBILITARCI

Roma - In bicicletta per denunciare le insostenibili condizioni di lavoro. Così hanno manifestato circa 50 fra coordinatori nazionali e territoriali della RdB-CUB Vigili del Fuoco, che questa mattina a Roma hanno inforcato le due ruote e, con un’autopompa a pedali, hanno raggiunto prima il Viminale e poi il Parlamento. Il colorato corteo, a cui ha potuto partecipare solo chi non era impegnato nelle operazioni in corso, è stato organizzato dalla RdB-CUB P.I. per protestare contro le decisioni del governo, che in fase di conversione in legge del decreto Abruzzo ha ritirato le risorse stanziate per uomini e mezzi del Corpo dei VVF. Al Viminale i rappresentanti RdB VVF hanno infatti consegnato un pinocchio per il Ministro degli Interni Maroni, il quale al suo insediamento aveva promesso migliori condizioni economiche e lavorative per i pompieri. Lungo il percorso verso il Parlamento la manifestazione ha ricevuto tanta solidarietà dai cittadini, a cui sono stati distribuiti volantini informativi sulla condizione dei VVF. "A fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, straordinari non pagati e mezzi usurati, il governo ha stanziato una presunta indennità di circa un Euro per ogni vigile del fuoco", spiega Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I.. "Questi soldi saranno poi da dividere con la Polizia e la Protezione civile per le sole attività straordinarie nelle zone terremotate e per mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8. Al di là di tante promesse e tanti encomi, dagli angeli del soccorso agli eroi del terremoto - prosegue Jiritano - la risposta reale ricevuta dal governo è un’offensiva elemosina ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale, che si appresta ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite, con il quale non si riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto. Questa è la dimostrazione del fallimento delle politiche concertative. Dal canto nostro – conclude il dirigente RdB-CUB - continueremo a mobilitarci per non diventare sempre più simili nelle funzioni ad un corpo di polizia e per rafforzare l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e sul territorio. Pertanto confermiamo la nostra partecipazione alla manifestazione indetta all’Aquila per il 10 luglio dal sindacalismo di base".


1 luglio 2009 - Emilianet

Ferrovie: il pericolo del macchinista unico
Esposto in procura dei ferrovieri bolognesi. I due incidenti sull'Appennino negli ultimi 40 giorni uguali a quelli di Viareggio. Ogni volta avrebbe potuto essere una strage

BOLOGNA, 1 LUG 2009 - Due deragliamenti in 40 giorni sull'Appennino tosco-emiliano, lungo la linea ferroviaria Firenze-Bologna. La differenza con la tragedia di Viareggio è stata che casualmente i danni sono stati contenuti. Ma per una intera giornata l'Italia ferroviaria è stata praticamente spaccata in due. L'introduzione del macchinista unico, secondo i ferrovieri bolognesi, è uno dei motivi che diminuiscono la sicurezza sulla rete ferroviaria italiana. Così un esposto contro l'impiego del macchinista unico in cabina, in vigore da giugno sui convogli di Trenitalia, è stato presentato a Bologna da Cub-Trasporti, Cub Emilia-Romagna, Orsa-Macchinisti Uniti e Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Nell'esposto, depositato in procura, si punta il dito contro le implicazioni per la sicurezza che ha avuto l'introduzione del macchinista solo al comando. Ma nell'esposto si fa anche riferimento a incidenti avvenuti negli ultimi 40 giorni, di cui due sulla linea Bologna-Firenze, che, ha spiegato Italo Quartu di Cub Trasporti "non sono stati giudicati 'gravi' solo perché non hanno avuto morti, ma che potevano avere anche conseguenze peggiori di Viareggio". Il riferimento è allo svio di un carro merci a Vaiano, il 22 giugno, quando due vagoni di un merci deragliarono urtando un Intercity regionale ma senza conseguenze per i passeggeri. "Se i carri fossero usciti di sagoma avremmo avuto uno scontro frontale". Con conseguenze drammatiche, anche perché uno dei vagoni era una cisterna piena di acido fluoridrico. Ma si parla anche dell'incidente del 6 giugno nella galleria dell'Appennino (con il ferimento di un macchinista), dello svio (lo stesso giorno) di un treno merci a Pisa S Rossore, e di quello di Sesto Calende (Varese) del 19 maggio. Per i rappresentanti dei lavoratori la modifica dell'equipaggio diminuisce la sicurezza e incide sulla possibilità di prestare soccorso. Non è stato modificato il mansionario e, per esempio, in caso di 'ostacolo sulla linea opposta', il conducente deve contemporaneamente, esporre un segnale di arresto fuori dal finestrino per chi arriva in direzione contraria, attivare il freno e far partire la chiamata telefonica che lancia il segnale di 'prudenza generalizzata' per i treni in circolazione sulla linea: "neanche i macchinisti avessero tre o quattro mani..." ha aggiunto amaro Quartu. I sindacalisti puntano il dito proprio sulle comunicazioni d'emergenza: viaggiano sulla rete dedicata Gsm-R, e in caso questa si 'degradi' la comunicazione si sposta sulla normale Gsm, spiegano. Che però non consentirebbe di lanciare il segnale di 'prudenza generalizzata', sottolineano. A Vernio e Vaiano, sostengono, non si è riusciti a farla partire. Infine, si fa notare, alcune simulazioni sui tempi di attivazione hanno dimostrato che la comunicazione in certi casi ha raggiunto il suo scopo solo dopo diverse decine di minuti.


1 luglio 2009 - Repubblica.it

Treni, in caso d'incidenti a rischio la Parma-La Spezia
Il sindacato dell'Orsa e quello delle Rdb consegnano un dossier ai magistrati di Bologna in cui segnano, nero su bianco, le criticità delle linee ferroviarie. Un capitolo dell'esposto riguarda i soccorsi: la tratta per la città ligure sarebbe difficilmente raggiungibile

La Parma-La Spezia tra le linee più a rischio in caso di incidente. A dirlo, in un esposto, sono i sindacati Rdb e Orsa che mettono in guardia sulle criticità che alcuni tratti ferroviari presenterebbero in Emilia Romanga a fronte di eventuali guasti e inconvenienti. "Nonostante le rassicurazioni giunte dalla Regione Emilia Romagna – scrivono le rappresentanze di categoria – in caso di incidente ci sono almeno quattro linee che presenterebbero gravi disagi per i soccorritori: la Bologna-Faenza, la Bologna-Porretta, la Bologna-Firenze e la Parma-La Spezia". In tema di rapidità di soccorsi, dopo la tragedia di Viareggio, i sindacati fanno sapere che "in Piemonte e in Veneto sono stati fatti degli esperimenti di funzionalità sui soccorsi, eseguiti in posizioni facilmente raggiungibili, lontano da gallerie o viadotti. Ebbene – prosegue l’esposto - in questi test i soccorsi non sono arrivati nei tempi previsti, tutt'altro. Nella situazione migliore ci hanno messo quasi mezz'ora, nel peggiore hanno sfondato le due ore. Il protocollo prevede che per limitare il numero dei feriti i tempi ottimali di intervento sono tra gli otto e i 20 minuti". I timori sono legati anche alla nota introduzione del modulo di guida 'agente solo'. "Se c'e' una sola persona in cabina – dicono Orsa e Rdb – la postazione non può certo essere abbandonata. Non solo, anche il suo ruolo nel momento di emergenza e' limitato: " L'agente solo eèdiventato operativo dal 14 giugno, ora sui treni passeggeri, regionali e nazionali, il macchinista è da solo ma le sue mansioni continuano a essere le stesse di prima, quando al suo fianco c'era almeno un capotreno. Dovrebbe avere tre mani per fare tutto". Se c'è qualcosa sul binario, "deve attaccare una bandiera fuori dal finestrino, inviare il segnale telefonicamente e contemporaneamente continuare a guidare il treno per 1.200 metri: poi scendere da locomotore, andare a tirare i freni e controllare i cavi.


1 luglio 2009 - Tuttoggi.info

IL "PATTO DI BASE" IN SCIOPERO GENERALE CONTRO IL DECRETO BRUNETTA
Venerdì a Perugia Rdb, Cub, Cobas e Sdl
programmato presidio di fronte alla Prefettura di Piazza Italia

A fronte di una crisi economica e sociale sempre più grave, con un aumento vertiginoso di disoccupazione, di cassa integrazione e di povertà, il Governo, oltre all'approvazione di misure a vantaggio delle imprese, sta portando a termine l'attacco definitivo alla categoria di lavoratori, quella del Pubblico Impiego, non ancora ridotta al silenzio. Il ministro Brunetta, con il pretesto di un miglioramento dell'efficienza e della trasparenza, ha progettato una profonda riforma del Testo Unico del pubblico impiego indirizzata ad una privatizzazione della P.A., con il tentativo di azzerare i diritti già cancellati nel lavoro privato. Se tale bozza di decreto fosse approvata, la Pubblica Amministrazione verrebbe ridotta all'osso, regalerebbe ai privati una minima gestione dei servizi ai cittadini e porterebbe alla sottomissione dei lavoratori. Si prevede anche un pesante attacco al salario dei lavoratori pubblici, che per la quota fissa vedrà parte degli aumenti erogati dalle Amministrazioni locali con grave disparità fra i territori, mentre per la parte variabile sarà sempre più dipendente dalla relazione con il dirigente e da valutazioni esterne e senza controllo. Viene introdotto un codice di disciplina simile ad un regolamento militare, senza garanzie e senza possibilità reale di contraddittorio, che ha lo scopo di intimidire i lavoratori ed assecondare la loro totale flessibilità alle politiche pubbliche del governo. Non a caso la valutazione negativa per due anni consecutivi potrà provocare il licenziamento per scarso rendimento. Le materie di contrattazione divengono praticamente inesistenti; viene impedito lo svolgimento delle elezioni delle RSU, i comparti vengono accorpati senza logica, attuando così un vero e proprio colpo di mano che cancella la democrazia sindacale e le libertà individuali e collettive. Il Sindacalismo di Base, invece, ritiene che la battaglia per il potenziamento e miglioramento della P.A. e dei servizi pubblici dalla stessa erogati riguardi tutta la società e che investire in questo settore sia fondamentale anche per la ripresa economica del paese. Contro questo decreto, il "Patto di Base" (la RdB-CUB, la Confederazione Cobas e la SdL Intercategoriale) ha proclamato per venerdì 3 luglio lo sciopero generale del settore (3 ore alla fine di ciascun turno, per il settore sanità l'intera giornata) che sarà accompagnato da iniziative a Roma, Milano e nelle maggiori città italiane, tra cui Perugia con un presidio in P.zza Italia davanti alla Prefettura dalle 12.30 alle 14.00. In occasione dello sciopero del sindacalismo di base il movimento dei precari manifesterà per la propria condizione e per invocare la stabilizzazione "in onore della Beata Assunta" che, proprio il giorno 3 luglio, "apparirà" dalle ore 9.30 a Roma nelle zone limitrofe al Ministero della Funzione Pubblica e dalle ore 16.00 a Milano in P.zza San Babila.


1 luglio 2009 - Spoleto City

I MINISTRI IN ELICOTTERO E I POMPIERI IN BICICLETTA

Roma - Oggi manifestazione "colorata " dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni regione d’Italia per protestare contro le decisioni del governo che non prendono in considerazione e le loro attività lavorative. Sono arrivati in piazza Viminale con biciclette e carrozzelle per consegnare un pinocchio al ministro Maroni che dal momento del suo insediamento ha promesso migliori condizioni economiche e lavorative ai Vigili del Fuoco. Hanno distribuito volantini denunciando le loro condizioni di lavoro e contestando quanto contenuto nel decreto "Abruzzo" di ultima decretazione da parte del governo dove a fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, e mezzi usurati il governo ha stanziato soldi per una presunta indennità di circa uno (1) euro per ogni Vigile del Fuoco – soldi da dividere con la polizia e la protezione civile per le attività straordinarie nelle zone terremotate e mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8. A fronte di tante promesse sugli "angeli del soccorso" sugli "eroi" del terremoto tutti termini utilizzati dal governo, che rimandiamo al mittente, la risposta è offensiva ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale che si apprestano ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite. Una carenza di organico paurosa denunciano i rappresentati del sindacato di base RdB/CUB, che non riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto. La protesta è proseguita poi verso il parlamento con volantinaggio e la riproposizione di altre manifestazioni ancora più singolari per denunciare l’inettitudine di questo governo. I Vigili del Fuoco a margine della manifestazione si sono dati appuntamento giorno 10 luglio alla manifesta contro il G8.
p. la RdB/CUB - Antonio Jiritano


1 luglio 2009 - Bari Live

Finisce in ospedale il capo della comunità Somala
Amtab: razzismo e violenza sulla linea 1
Solidarietà al nostro concittadino ferito
di Giampietro Occhiofino

Bari - Anche la nostra città, purtroppo, si macchia di un tremendo episodio di razzismo. Ad informarci della triste vicenda è Marcello Signorile del "Comitato Stop Razzismo di Bari".
"Ieri mattina, a S.Spirito, alle ore 6,25, presso il capolinea dell’autobus urbano numero 1, il Presidente della Comunità Somala di Bari, Abdi Nasser, rifugiato politico, è stato selvaggiamente picchiato da un autista dell’Amtab. Quotidianamente, con il biglietto alla mano, Abdi prende la linea numero 1 per raggiungere Bari, in quanto vive a S. Spirito. Ieri, però, mentre stava salendo sul mezzo l’autista ha cominciato ad inveire contro di lui impedendogli di salire a bordo del pulman.
Ha chiuso le porte dicendo che i negri non pagano mai il biglietto. Abdi, con il biglietto ancora in mano, giustamente, ha cominciato a battere con le mani sulle porte affinché l’autista gli desse la possibilità di salire a bordo. A quel punto l’autista, che precedentemente, in altre occasioni, si era già macchiato di altre frasi razziste nei confronti di Abdi, è sceso dal mezzo ed ha sferrato, selvaggiamente, dieci pugni sul viso del povero ragazzo. Il pestaggio è stato così violento che Abdi ha riportato una serie di fratture al naso, alla mascella, allo zigomo, e all’arcata sopraccigliare. Recatosi al Policlinico di Bari i medici gli anno consigliato il ricovero, riconoscendogli 15 giorni di prognosi. Oggi pomeriggio verrà presentata apposita denuncia presso i carabinieri, con referto medico alla mano".
Abdi era impegnato in questi giorni per organizzare la festa della comunità somala che si terrà proprio oggi a Bari.
"E’un episodio esplicitamente razzista che rientra in quel clima di caccia all’extracomunitario che è fortemente maturato nel nostro paese anche a livello popolare .E’ la diretta conseguenza dell’adozione di quei provvedimenti previsti da pacchetto sicurezza, varato dal nostro governo,con cui gli immigrati, ormai, sono visti soltanto come carnefici e non vittime", conclude Signorile.
"Non è il primo episodio di razzismo qui a Bari", afferma Chouaib Chtiwi, dello Sportello Immigrati RdB/Cub. " La verità è che da quando è operativo il Cara, nella nostra città, episodi di razzismo contro gli immigrati sono sempre più frequenti e nessuno ne parla.Qualcuno sta chiaramente fomentando questi atteggiamenti xenofobi. Tre settimane fa, ad esempio, un mauriziano, accompagnato dal proprio figlioletto, è stato picchiato da una decina di ragazzi nelle vicinanze di Piazza Umberto senza alcun motivo.Stessa sorte è toccata, sempre nel centro di Bari, ad un ragazzo ghanese che chiedeva spiccioli per strada", afferma Chtiwi. Per questi molteplici episodi d’intolleranza, lo Sportello Immigrati Rdb/Cub di Bari ha deciso di promuovere, in questi giorni, una campagna contro il razzismo e di sensibilizzazione in favore dell’integrazione.
Nell’esprimere solidarietà nei confronti del Presidente della Comunità Somala di Bari, manifestiamo grande preoccupazione per questi fenomeni di gratuita violenza che si stanno registrando nella nostra città a danno dei migranti.
"L’Amministrazione comunale sostiene e promuove l’affermazione dei diritti umani, la cultura della pace, della cooperazione internazionale e dell’integrazione etnico-culturale, ispirandosi ai principi dell’unità e dell’integrazione dell’Unione Europea"(Art. 3 comma 2 Statuto del Comune di Bari). Forse è giunto il tempo in cui qualcuno si rilegga questo articolo, sottoponendosi,magari ad un profondo esame di coscienza.


1 luglio 2009 - Varese news

P.A.: Rdb-Cub, confermato sciopero generale
Il 3 luglio per 24 ore nella sanita' e 3 ore altri comparti

ROMA, 1 LUG - Le categorie pubbliche del Patto di Base hanno confermato per venerdi' 3 luglio lo sciopero generale del Pubblico Impiego. 'Lo sciopero e' stato indetto contro lo smantellamento della P.A. - si legge in una nota - contro il Piano di Brunetta, che riduce la retribuzione a fronte di carichi di lavoro sempre piu' elevati e aumenta la discrezionalita' della dirigenza'. L'astensione dal lavoro sara' di 24 ore nella Sanita' e di 3 ore negli altri comparti.


1 luglio 2009 - Il Nuovo.it

P.A.: confermato sciopero generale
Il 3 luglio per 24 ore nella sanita' e 3 ore altri comparti

ROMA, 1 LUG - Le categorie pubbliche del Patto di Base hanno confermato per venerdi' 3 luglio lo sciopero generale del Pubblico Impiego. 'Lo sciopero e' stato indetto contro lo smantellamento della P.A. - si legge in una nota - contro il Piano di Brunetta, che riduce la retribuzione a fronte di carichi di lavoro sempre piu' elevati e aumenta la discrezionalita' della dirigenza'. L'astensione dal lavoro sara' di 24 ore nella Sanita' e di 3 ore negli altri comparti.


1 luglio 2009 - La Gazzetta del Mezzogiorno.it

P.A.: confermato sciopero generale
Il 3 luglio per 24 ore nella sanita' e 3 ore altri comparti

ROMA, 1 LUG - Le categorie pubbliche del Patto di Base hanno confermato per venerdi' 3 luglio lo sciopero generale del Pubblico Impiego.
'Lo sciopero e' stato indetto contro lo smantellamento della P.A.
- si legge in una nota - contro il Piano di Brunetta, che riduce la retribuzione a fronte di carichi di lavoro sempre piu' elevati e aumenta la discrezionalita' della dirigenza'.
L'astensione dal lavoro sara' di 24 ore nella Sanita' e di 3 ore negli altri comparti.


1 luglio 2009 - La Gazzetta di Parma online

Venerdì la Sanità è in sciopero

Parma - Sciopero nel settore sanitario: venerdì potrebbero esserci disagi anche a Parma. I sindacati RdB/CUB Pubblico Impiego, COBAS Pubblico Impiego e SDL Intercategoriale hanno indetto uno sciopero per le ultime tre ore di ciascun turno lavorativo della giornata del 3 luglio. "Per questo potrebbero verificarsi rallentamenti o sospensioni della consueta attività - informa l'Azienda Usl -. Saranno, comunque, garantiti tutti i servizi sanitari urgenti".

Ausl, venerdì sciopero

Parma - La Direzione Generale dell’Azienda USL di Parma informa i cittadini che, in occasione dello sciopero nazionale dei lavoratori della Pubblica Amministrazione, indetto dalle Organizzazioni Sindacali RdB/Cub Pubblico Impiego, Cobas Pubblico Impiego e Sdl Intercategoriale, per le ultime tre ore di ciascun turno lavorativo della giornata del 3 luglio prossimo, si potrebbero verificare rallentamenti o sospensioni della consueta attività. Saranno, comunque, garantiti tutti i servizi sanitari urgenti.


1 luglio 2009 - Romagna Oggi

Venerdì sciopero della Dirigenza Medica, funzioneranno i servizi essenziali

CESENA - In vista dello sciopero nazionale proclamato dalle Organizzazioni Sindacali RDB/CUB Pubblico Impiego, COBAS Pubblico Impiego Confederazione SDL Intercategoriale per il personale della Dirigenza Medica e del comparto Sanità per l'intera giornata di venerdì 3 luglio 2009 l'Azienda USL di Cesena assicura comunque il funzionamento dei servizi sanitari essenziali.


1 luglio 2009 - Termoli on line

In bicicletta contro il decreto Abruzzo, manifestano i Vigili del Fuoco

In bicicletta per denunciare le insostenibili condizioni di lavoro. Così hanno manifestato circa 50 fra coordinatori nazionali e territoriali della RdB-CUB Vigili del Fuoco, che questa mattina a Roma hanno inforcato le due ruote e, con un’autopompa a pedali, hanno raggiunto prima il Viminale e poi il Parlamento. Il colorato corteo, a cui ha potuto partecipare solo chi non era impegnato nelle operazioni in corso, è stato organizzato dalla RdB-CUB P.I. per protestare contro le decisioni del governo, che in fase di conversione in legge del decreto Abruzzo ha ritirato le risorse stanziate per uomini e mezzi del Corpo dei VVF. Al Viminale i rappresentanti RdB VVF hanno infatti consegnato un pinocchio per il Ministro degli Interni Maroni, il quale al suo insediamento aveva promesso migliori condizioni economiche e lavorative per i pompieri. Lungo il percorso verso il Parlamento la manifestazione ha ricevuto tanta solidarietà dai cittadini, a cui sono stati distribuiti volantini informativi sulla condizione dei VVF. "A fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, straordinari non pagati e mezzi usurati, il governo ha stanziato una presunta indennità di circa un Euro per ogni vigile del fuoco", spiega Antonio Jiritano, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I.. "Questi soldi saranno poi da dividere con la Polizia e la Protezione civile per le sole attività straordinarie nelle zone terremotate e per mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8". "Al di là di tante promesse e tanti encomi, dagli angeli del soccorso agli eroi del terremoto - prosegue Jiritano - la risposta reale ricevuta dal governo è un’offensiva elemosina ed aggrava le attività operative del Corpo Nazionale, che si appresta ad una campagna antincendio con automezzi desueti ed un organico ormai al limite, con il quale non si riesce a far fronte alle richieste di intervento da parte della popolazione se non richiamando personale precario che non verrà mai assunto. Questa è la dimostrazione del fallimento delle politiche concertative. Dal canto nostro – conclude il dirigente RdB-CUB - continueremo a mobilitarci per non diventare sempre più simili nelle funzioni ad un corpo di polizia e per rafforzare l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e sul territorio. Pertanto confermiamo la nostra partecipazione alla manifestazione indetta all’Aquila per il 10 luglio dal sindacalismo di base".(V/jm)


1 luglio 2009 - Radio Città Aperta

Honduras: continua la repressione, Zelaya annuncia il ritorno e sfida il regime
Ieri un partecipato sit in a Roma contro il golpe
di Grazia Orsati

Roma - Unanime la condanna: dall’Onu all’Osa, dall’Unione europea all’Alba. I mezzi di informazione hanno parlato di un golpe "soft" e continuano a ripetere le ragioni dei golpisti: "siamo intervenuti perché Zelaya voleva farsi rieleggere" (!). Ma il punto è che a nessun costo l’oligarchia poteva accettare un’Assemblea costituente dove il popolo potesse scrivere per la prima volta la propria costituzione. E certo quel liberale, quel liberista, che sceglie l’Alba invece dei Tlc, doveva essere fermato. Ma più ancora è l’Alleanza bolivariana per le Americhe che, nata tra Venezuela e Cuba e allargata al Nicaragua, alla Bolivia, all’Ecuador e, appunto all’Honduras, a dover essere fermata. Il colpo di stato non è stato affatto "soft", diplomatici arrestati e picchiati, coprifuoco e poi i primi morti accertati: César Ham, parlamentare di Unión Democrática e tra quelli che più si erano spesi per il referendum per un’Assemblea Costituente nel paese come forma per arrivare ad un cambiamento reale e pacifico in Honduras, è stato assassinato a bruciapelo al momento del sequestro da parte di un commando golpista già domenica mattina. E poi le emittenti non gradite che vengono chiuse, come nel caso di Radio Progreso, storica radio comunitaria honduregna, ormai in silenzio da giorni come decine di altri media comunitari senza che la SIP, la Sociedad Interamericana de Prensa, si sia preoccupata di spendere una sola parola in loro soccorso. L’imperialismo statunitense impantanato tra Iraq e Afghanistan, aveva allentato la presa sull’America Latina. Forse è stata proprio la paura di perdere tutto che ha spinto la destra appoggiata dalla grande stampa e dai poteri forti, multinazionali in testa, a cercare di riconquistare il potere in quello che certo è uno degli anelli deboli del continente. Dopo aver tentato in Venezuela, in Bolivia ed essere stati sconfitti dalla forte reazione popolare, ecco il colpo di stato in Honduras. La destra statunitense incalza per cercare di distruggere quanto di nuovo si sta creando nel continente. Il presidente Zelaya ha dichiarato che domani rientrerà nel paese (verrà accompagnato dalla Kirchner e da altri esponenti latinoamericani). Lo aspettano i golpisti e i loro alleati che vorrebbero tanto conservare almeno un angoletto del loro cortile di casa. Come in moltissime capitali latino americane ed europee e in molti paesi di altri continenti, anche a Roma ieri si è svolta una manifestazione con un sit-in di fronte all'ambasciata dell’Honduras in via Giambattista Vico, che ha visto la partecipazione di alcune centinaio di militanti ed attivisti di comitati, organizzazioni politiche, associazioni e sindacati di base, per denunciare il golpe militare che, hanno detto gli organizzatori "ci riporta agli anni ’70/’80 quando gli Stati Uniti pensavano di gestire il continente come un ‘Cortile di Casa’, con un carico di terrore, sfruttamento, repressione. In Honduras come in tanti altri paesi della Nuestra America sono in atto processi di democrazia partecipativa realizzati dai movimenti di base dei lavoratori e dei popoli indigeni che rivendicano la propria indipendenza dai modelli di sviluppo imposti dal capitalismo e dall'imperialismo. Una modifica che non è piaciuta alle forze militari e all’oligarchia fascista dell’Honduras, come non è piaciuto che l’Honduras abbia aderito alcuni mesi fa all’ALBA scegliendo così definitivamente la strada dell’indipendenza, dell’autodeterminazione senza alcun compromesso con i regimi delle multinazionali, con l’imperialismo e i suoi organismi internazionali. Coprifuoco, morti, feriti, mandati di cattura e arresti di dirigenti sociali e sindacali, non fermano però la mobilitazione a favore del legittimo presidente Zelaya e il movimenti sociali e di base continuano a rivendicare la modifica radicale della Costituzione dell' Honduras, affermando pienamente l’indipendenza per affiancarsi al cammino di quei paesi come Bolivia, Ecuador, Venezuela, Cuba, Nicaragua e tanti altri che anche se con forme diverse stanno cercando una loro soluzione e una loro autonoma via allo sviluppo autodeterminato e a processi reali di democrazia partecipativa." Per tutto il pomeriggio, mentre davanti all’ambasciata affluivano attivisti di numerose organizzazioni politiche e sociali ed esponenti delle comunità latinoamericane attive a Roma, i promotori del sit in chiedevano inutilmente ai diplomatici dell’Honduras di ricevere una delegazione che aveva l’intenzione di consegnare un documento di solidarietà con il legittimo presidente del Paese deposto ed espulso dai militari e dalle oligarchie economiche e religiose dell’Honduras.
Gli organizzatori del sit-in - Radio Città Aperta, Rete dei Comunisti, Nuestra America, RdB, Cobas, Comitato Palestina nel cuore, Carlos Fonseca, La Villetta, Forum Palestina, Ass. Italia Cuba, Partito della Rifondazione Comunista ecc. – hanno affermato che continueranno la mobilitazione "a fianco del popolo dell'Honduras e di tutti i popoli del Continente Rebelde per la realizzazione del processo di integrazione latino americano e del Socialismo nel XXI secolo".


1 luglio 2009 - La Nuova Sardegna

Sfratti, parte la mobilitazione
Venerdì un’assemblea pubblica con l’Rdb-Cub
Lunedì lo sgombero dell’alloggio occupato da una giovane incinta

NUORO - Il popolo degli sfrattati di Nuoro e provincia si mette in moto e grazie all’idea lanciata dal sindacato Rdb-Cub e dall’associazione inquilini e assegnatari, alle 18 di dopodomani, venerdì, si ritroverà al circolo Madriche di via Convento 50 per decidere il da farsi. Perché il tempo stringe e una settantina di perentori inviti a sgomberare sono lì che pendono come tante enormi spade di Damocle sulle teste di altrettante famiglie di abusivi. Il prossimo sfratto è fissato per lunedì mattina. A far le valigie, stavolta, sarà una giovane mamma nuorese con due figli stretti tra le mani e un terzo in arrivo. Ma Giusy, la mamma in questione, ha la legge che non sta dalla sua perché è l’occupante abusiva di una casa popolare. Come lei, avevano fatto tante altre mamme disperate e senza lavoro. Tutte persone che adesso da un momento all’altro rischiano di finire in strada perché l’ex Iacp ha mandato loro gli avvisi di sfratto in quanto «occupanti abusivi» di alloggi popolari. Dopo il primo sfratto eseguito alcuni giorni fa alle popolari di viale Costituzione, tuttavia, il popolo degli abusivi non è rimasto con le mani in mano. Qualcuno è ricorso a un avvocato, per cercare di bloccare l’iter di sgombero, qualche altro ai giornali, altri ancora hanno cercato di mobilitare le truppe dei disperati facendo girare di casa in casa un volantino già utilizzato tempo fa per lo stesso motivo.
«Il diritto alla casa - c’è scritto - è un diritto previsto dalla Costituzione. Con il nostro grido vogliamo ricordare che abbiamo occupato le case non per comodo ma spinti dal bisogno. Non possiamo pagare gli affitti esagerati che in città lievitano come il pane. Ci sentiamo soli e abbandonati, soprattutto da poltiici e istituzioni». Vorrebbero sapere, infatti, alcuni degli sfrattati, che fine abbiano fatto i fondi per l’edilizia popolare che lo Stato assegna agli enti locali, chi dei politci si stia muovendo per aiutarli, che fine abbia fatto l’idea della sanatoria. «A Nuoro come in altre città - si legge, invece, in un comunicato dell’Rdb-Cub e dell’associazione inquilini e assegnatari di Nuoro - con la scusa di affermare uno stato di diritto si calpesta un bisogno primario come quello di avere una casa. In tutta la Provincia settanta nuclei familiari rischiano di essere messi in mezzo a una strada». Anziché rendere esecutivi gli sfratti, scrive il sindacato Rdb-Cub, l’Area dovrebbe preoccuparsi di trovare soluzioni alternative e paritarie per tutti». Anche perché, ricorda l’Rdb-Cub, «gran parte del patrimonio dell’ex Iacp è stato costruito con i soldi dei lavoratori».(v.g.)


1 luglio 2009 - L'Unione Sarda

Nuoro. Senza un tetto decine di famiglie in provincia e in città
Sfratti in arrivo, è rivolta

Nuoro - Settanta famiglie rischiano di finire in mezzo alla strada in provincia. A Nuoro lo sfratto riguarda decine di persone. La denuncia arriva dalle rappresentaze sindacali di base-Cub e dall'associazione degli inquilini e assegnatari che per venerdì organizzano un'assemblea pubblica. L'appuntamento è alle ore 18 presso il circolo Madriche, in via Convento 50, a Nuoro.
Sotto accusa è Area, l'ente erede del vecchio Iacp, che ha reso esecutivi gli sfratti soprattutto di chi ha occupato abusivamente gli alloggi togliendo la possibilità di averli a chi ne avrebbe avuto maggiore necessità. Una spiegazione che non soddisfa affatto le persone coinvolte e neppure il sindacato di categoria, molto critico verso la gestione della vicenda fatta da Area.
In una nota dai toni duri le rappresentanze sindacali di base e l'associazione degli inquilini e assegnatari di Nuoro parlano di ingiustizia. «Per affermare il diritto alla casa e a un'esistenza dignitosa, al fianco delle famiglie nuoresi sotto sfratto, lotteremo per costruire l'argine alla barbarie, per non far sprofondare il nostro territorio nell'incivile indifferenza che uccide chi oggi è più debole, anche di fronte a quelle istituzioni che al contrario dovrebbero tutelarlo».
I sindacati chiedono ad Area di «preoccuparsi di trovare soluzioni alternative e paritarie per tutti, anziché sponsorizzare una guerra tra poveri. Gran parte del patrimonio dell'ex Iacp - sottolineano - di fatto è ed è stato costruito con i soldi dei lavoratori (un esempio la Gescal il cui contributo è stato versato praticamente fino al 1992), ma ai lavoratori e al popolo queste trattenute spesso non sono servite allo scopo per le quali sono state versate: la costruzione di case da dare in affitto o a riscatto, a un costo accessibile alle famiglie».
I sindacati denunciano la situazione di insostenibilità di decine di nuoresi e di circa settanta famiglie in provincia che rischiano di ritrovarsi senza un tetto. «A Nuoro, come a Roma negli ultimi vent'anni - sostengono - il problema delle occupazioni di locali ex Iacp sta esplodendo nel modo peggiore: ignorando i bisogni della gente e affermando quel malinteso senso della legalità che si chiama stato di diritto. È paradossale - affermano ancora - ma con la scusa di affermare il diritto si calpesta quello primario ad avere una casa».


1 luglio 2009 - Il Manifesto

SIT-IN
Protesta a Roma

Diverse organizzazioni, sindacati, associazioni (Rete dei comunisti, Radio Città Aperta, Cobas, Rdb, Comitato Carlos Fonseca, Palestina nel cuore...) hanno organizzato ieri un sit-in davanti all'ambasciata dell'Honduras, a Roma, per protestare contro il colpo di stato militare che ha deposto il legittimo presidente Manuel Zelaya. Per i manifestanti - che ieri hanno cercato inutilmente di farsi ricevere dall'ambasciatore - si è trattato di un attacco contro l'Honduras («e gli Usa sapevano»), ma anche contro l'Alba, l'alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra America lanciata da Cuba e Venezuela per una nuova sovranità dell'America latina.


1 luglio 2009 - Il Resto del Carlino

LA PROTESTA

Bologna - Le sigle sindacali Rdb-Cub, Cobas e Sdl hanno proclamato per venerdì uno sciopero nelle ultime 3 ore di ciascun turno per il personale del Comune. L'astensione dal lavoro comporta il rispetto degli accordi sulle norme di garanzia per il funzionamento dei servizi pubblici essenziali sottoscritti tra Comune e sindacati, che prevede, tra l'altro, che il personale dei nidi comunali possa effettuare lo sciopero di durata inferiore a una giornata solo nella prima o nell'ultima ora di attività.

Ferrara - LE ORGANIZZAZIONI sindacali di base (Rdb/Cub, Cobas Pubblico Impiego, Confederazione Sdl intercategoriale) hanno indetto uno sciopero generale per l'intera giornata di venerdì 3 luglio. L'Azienda Usl informa che a seguito di questa mobilitazione, i servizi per l'utenza potrebbero registrare interruzione e sospensioni, in tutte le sedi (ambulatori, laboratori e ospedali) e in relazione all'astensione del lavoro degli addetti.


1 luglio 2009 - Il Messaggero

Roma. Sul caso Rirei finalmente la Regione si muove...

Roma - Sul caso Rirei finalmente la Regione si muove. Ieri il governatore Piero Marrazzo ha ricevuto una delegazione di Cgil, Uil e RdB in merito alla vertenza dei lavoratori dei centri per disabili di Santa Severa e Roma senza stipendi da tre mesi. Al termine del vertice, Marrazzo ha chiestio l’intervento urgente del Prefetto al fine di poter erogare direttamente le mensilità dovute al personale attraverso le Asl competenti. Il presidente della giunta regionale ha inoltre dato mandato al suo vice, Esterino Montino, di attivare un tavolo permanente di confronto per verificare anche attraverso gli organi di controllo interni ed esterni alla Regione, se sussistano le condizioni per la continuità dell’attuale gestione.
Su quest’ultimo punto il consigliere Donato Robilotta torna a sollecitare Marrazzo alla revoca dell’affidamento. L’esponente del Pdl, che accusa i sindacati, Cgil in testa, di non aver voluto far partecipare i consiglieri di opposizione alla riunione di ieri, invita il governatore «a rendersi conto che se il Consorzio Rirei non paga i lavoratori dopo aver ricevuto quanto dovuto dalla Regione è perché non sta in piedi. E già questo - afferma Robilotta - dovrebbe essere un buon motivo per revocargli l’affidamento».
Il consigliere ritiene poi «grave il silenzio di Marrazzo» sulla «lettera-ricatto» fatta dal Consorzio con la quale intima alla Regione di pagare tutto il contenzioso a piè di lista per non rischiare che i ragazzi disabili restino senza assistenza. «Diffido la Regione a pagare a pié di lista - conclude Robilotta - perché ciò è vietato dalle norme. Se ciò avvenisse, sarei costretto a ricorrere alla Corte dei Conti».

L’AQUILA. Il G8 all’Aquila? Una grande occasione...

L’AQUILA - Il G8 all’Aquila? Una grande occasione, un’opportunità unica, ma anche un intralcio sulla via della ricostruzione, il fastidio di una città blindata con grossi disagi per l’intera popolazione già provata da mesi in tenda. Un cocktail di posizioni diverse, insomma, accoglierà il vertice. «Accogliamo il G8 con grande attenzione, è un’occasione importante per il territorio - spiega Celso Cioni, direttore della Confcommercio -. L’Aquila salirà alla ribalta internazionale e quando mai sarebbe stato ipotizzabile e immaginabile? È vero, crea qualche problema al traffico cittadino e a quello autostradale, ma potrà farci ottenere la solidarietà delle Grandi Nazioni che vedranno con i propri occhi la drammaticità del dramma e sarà come provare "la differenza tra una notte d’amore raccontata e una vissuta"».
«Credo che se non ci fosse stato il G8, i riflettori sull’Aquila sarebbero già stati spenti - dice Michele Morelli, proprietario del Gran Caffè in piazza Duomo e ora in procinto di aprire il 16 luglio un bar e una gelateria in viale Corrado IV -. Spero che il vertice possa servire a far capire a tutti l’enormità della catastrofe aquilana». L’ultima occasione... «Quello che a me preme sottolineare è l’importanza del G8 per la città - conferma il sindaco Massimo Cialente -. Sia perché i grandi della Terra potranno toccare con mano la tragedia che ha colpito L’Aquila, in modo da suscitarne un interesse concreto e conseguenti iniziative a vantaggio del capoluogo d’Abruzzo; sia per le opere pubbliche realizzate, come l’ampliamento dell’aeroporto, e per il prestigio che tale evento porterà all’Aquila». Nelle tendopoli, però, il G8 è atteso con molta indifferenza e la Conferenza dei comitati cittadini va giù dura: «Al momento si contano solo incontestabili disagi per una popolazione già provata dalla permanenza di tre mesi in tenda, per le poche attività che faticosamente avevano intrapreso un percorso di ripresa, per una mobilità già difficile. Sulla scelta di tenere il G8 all’Aquila, i comitati vigileranno sui vantaggi promessi. In merito alla manifestazione indetta dal "Patto di base" per il 10 luglio i comitati cittadini hanno deciso di non partecipare». Nei giorni precedenti e contemporanei allo svolgimento del vertice, i comitati organizzeranno iniziative autonome, tra le quali una fiaccolata nella notte tra il 5 ed il 6 di luglio a tre mesi dal terremoto. «Non credo che sia una grande occasione, o magari lo è anche, ma i disagi per gli abitanti e i ritardi nella ricostruzione peseranno molto di più sulla bilancia» aggiunge un’impiegata comunale.
Beh, i ritardi forse no perché i lavori proseguono ovunque, ma i disagi sono evidenti sin da questi giorni. Il traffico, in particolare, è diventato caotico e lento in tutta la città e non solo nella parte Ovest, che sarà praticamente off limits. Qualche decisione e qualche ripensamento hanno avuto una ricaduta negativa sulla circolazione. All’incrocio nei pressi della Questura e del Conad, tra viale Gran Sasso, via Antonio Panella, viale Alcide De Gasperi e viale della Croce Rossa, prima è stata realizzata una rotonda provvisoria, che ha funzionato bene per alcuni giorni, poi è stato ripristinato l’impianto semaforico, che causa lunghissime code sull’unica arteria che collega la parte Est della città a quella Ovest. E sull’autostrada la situazione è anche peggio tra controlli ai caselli da parte delle Forze dell’ordine, procedure varie per il pedaggio gratuito agli aquilani e lavori in corso sotto al traforo del Gran Sasso. La Giunta comunale, infine, ha deliberato il conferimento della cittadinanza onoraria al corpo dei Vigili del fuoco.


1 luglio 2009 - L'Arena

LAVORO. In pochi si presentano all’assemblea
«È una vergogna dare il premio solo ai dirigenti»
Domani manifestazione davanti a Palazzo Barbieri

Verona - Poca la partecipazione dei dipendenti comunali all’assemblea sindacale per l’approvazione della bozza di contratto collettivo nazionale per il biennio economico 2008-2009. Il teatro Stimate era quasi deserto alle due riunioni indette ieri dalla triplice sindacale che ha sottoscritto l’accordo nel tentativo, dichiarato, di «salvare il salvabile».
«Non possiamo dire che si tratti di una vittoria, ma di una difesa dell’esistente, con le unghie e con i denti», spiega Maria Pia Mazzasette, segretario provinciale per la funzione pubblica di Cgil, sigla che per ultima ha firmato l’accordo.
«Non sempre ci riusciamo anche perché i lavoratori non sono consapevoli di quanto la loro partecipazione serva in un momento come questo. Capisco però che oggi (ieri per chi legge ndr) sia l’ultimo giorno di scuola per molti lavoratori e che quindi siano impegnati a fare le chiusure». E conclude: «Abbiamo deciso di sottoscrivere l’accordo perché dava qualcosa in più in termini economici».
Una lavoratrice però ammette: «É una vergogna, il premio produttività per noi è bloccato al 2008, ma per i funzionari le cose vanno avanti e bene». E aggiunge: «Alle riunioni non c’è molta gente perché tanti sono delusi, i sindacalisti si danno da fare, ma c’è molta sfiducia».
Intanto fuori dal teatro, un piccolo presidio di Rdb-Cub, la federazione per il pubblico impiego, fa volantinaggio ponendosi in chiara opposizione alla triplice colpevole, a dir loro, di «aver svenduto il contratto nazionale» e per questo e altri motivi annunciano uno sciopero generale del pubblico impiego per venerdì 3 luglio, di tre ore alla fine di ciascun turno.
«Ci opponiamo all’approvazione del decreto delegato per fermare questa deriva autoritaria in difesa dei diritti soggettivi e collettivi, per un contratto vero, con aumenti veri, un salario dignitoso che duri quattro settimane e non solo tre, e per un futuro senza il ricatto delle pagelle», dicono i rappresentanti.
É ancora ufficioso, ma pare ormai certo che giovedì 2 luglio, un’altra manifestazione di lavoratori, si svolgerà davanti a palazzo Barbieri durante i lavori del prossimoconsiglio comunale.(G.C.)


1 luglio 2009 - Il Capoluogo.it

Manifestazione dei VVFF a Roma: "Ministri in elicottero, vigili in bicicletta"

Roma, 01 lug - Oggi manifestazione vivace dei Vigili del Fuoco provenienti da ogni regione d'Italia per protestare contro le decisioni del governo che non prendono in considerazione e le loro attività lavorative. Sono arrivati in piazza Viminale con biciclette e carrozzelle per consegnare un pinocchio al ministro Maroni che dal momento del suo insediamento ha promesso migliori condizioni economiche e lavorative ai Vigili del Fuoco. Hanno distribuito volantini denunciando le loro condizioni di lavoro e contestando quanto contenuto nel decreto "Abruzzo" di ultima decretazione da parte del governo "dove - si legge in una nota - a fronte di stipendi vergognosi, orari di lavoro h/24, e mezzi usurati il governo ha stanziato soldi per una presunta indennità di circa uno (1) euro per ogni Vigile del Fuoco "soldi da dividere con la polizia e la protezione civile per le attività straordinarie nelle zone terremotate e mantenere lo stesso contingente di uomini e mezzi per il G8."


1 luglio 2009 - La Provincia di Cremona

Cub, inaugurato sabato il Centro assistenza fiscale

CREMONA — E’ stato inaugurato sabato, presso la sede del Sindacato di Base RdBCub (in piazza Antonella 13) il Centro di assistenza fiscale della Confederazione Unitaria di Base. Il Caf Cub di Cremona sarà pienamente operativo da settembre, e fornirà a tutti i cittadini i servizi riguardanti le dichiarazioni Isee, Iseu, Red, Fsa, Ici, 730, Unico ed Irap; nonchè consulenza in materia tributaria ed assistenza ai precari. Nel frattempo, nei mercoledì 8 - 15 - 22 - 29 di luglio, e 19 - 26 agosto, sarà aperto al pubblico uno sportello unico di prima informazione e prenotazione servizi, dalle 17 alle 19. E’ attivo anche ‘Telefono Precario’: 800 03 42 35 è il numero verde nazionale gestito da RdB per tutte le problematiche riguardanti i lavoratori precari.


1 luglio 2009 - Il Quaderno

RdB/Cub: sciopero del pubblico impiego contro le novità del Decreto Brunetta

Benevento - La federazione provinciale del sindacato RdB/Cub di Benevento parteciperà all’assemblea regionale indetta per venerdì 3 luglio alle 11 nel cinema Modernissimo di Napoli in occasione dello sciopero del pubblico impiego. "Difendiamo i nostri diritti, la dignità e il salario" è lo slogan scelto per l’appuntamento che ha l’obiettivo di protestare contro il cosiddetto Decreto Brunetta contenente nuove norme per il personale della Pubblica Amministrazione.

Benevento: al Musa kermesse degli insegnanti contro la precarietà

Benevento - "Domani scompaio" è il titolo della manifestazione organizzata dal Comitato insegnanti precari e in programma questa sera al Musa di Piano Cappelle a Benevento. Il titolo dell’evento è stato scelto in quanto oggi scadono gli incarichi annuali e per numerosi lavoratori si prospetta un futuro a tinte fosche. "Lavoro e dignità nessuna carità" è lo slogan lanciato durante la kermesse presentata da Peppe Fonzo e a cui hanno partecipato artisti a titolo gratuito. "Siamo la risposta alla crisi, non il suo problema. Siamo il lavoro vivo, quello che produce. Non ci faranno invisibili". Così recita l’appello lanciato dai promotori dell’iniziativa che hanno raccolto fondi per sostenere la cassa di resistenza lanciata nei mesi scorsi dal Comitato insegnanti precari. Hanno aderito il sindacato Rdb/Ambiente, Sinistra e Libertà e Rifondazione Comunista. Presente anche il Comune di Benevento con l’assessore all’Istruzione Luigi Ionico.


1 luglio 2009 - Tempo Stretto

Scioperi in vista...
Inizio di luglio con probabili disagi per via di annunciati scioperi in molteplici settori
di Piera Trimboli

Si inizierà domenica 5 luglio con difficoltà per chi dovrà recarsi alle Isole Eolie, poiché si fermeranno i dipendenti della Siremar aliscafi. Poi sarà la volta dei distributori di benzina; Faib, Fegica e Figisc Sicilia, infatti, ne confermano la chiusura per ben tre giorni, il 7, l'8 ed il 9 luglio. I gestori protestano contro le imprese petrolifere chiedendo un aumento del loro esiguo margine di guadagno. Essi minacciamo inoltre, a partire già, da oggi, 1 luglio, di non considerare più validi gli accordi sul prezzo massimo del carburante lungo la rete autostradale. In pratica sono pronti ad aumentare arbitrariamente i prezzi di vendita fino a quando non si raggiungerà un nuovo accordo economico con le compagnie. Tutto ciò, ovviamente, a discapito dei consumatori, che avranno un altro costo aggiuntivo per le vacanze estive. In occasione della prima giornata di protesta comunque si terrà, presso la Camera di Commercio di Palermo, alle ore 10.30, una manifestazione- conferenza alla quale parteciperanno i tre presidenti nazionali Faib, Fegica e Figisc che incontreranno i giornalisti per esporre chiaramente ed in modo più dettagliato i motivi dello sciopero. Il 7 luglio ci potranno essere disagi a causa dello sciopero dei lavoratori addetti alla manutenzione di Alitalia in Lombardia e degli addetti all’Aeroporto di Pisa. L'11 luglio, invece, ci sarà lo sciopero nazionale di 24 ore degli aderenti all'Orsa di Trenitalia e sempre per coloro che si muovono in treno, qualche giorno prima, il 6 luglio si asterranno dal lavoro gli aderenti a Filt-Cgil e Uilt-Uil di Rfi in Calabria, mentre dal 9 al 10 luglio resteranno fermi i lavoratori di Trenitalia e Rfi della Sicilia.
Questo, per quanto riguarda il settore trasporto; ma venerdì 3 luglio dovrebbero incrociare le braccia anche i dipendenti statali aderenti alle sigle autonome (Cobas, Sdl e Rdb-Cub) che protesteranno -queste le motivazioni comunicate-"contro il decreto Brunetta di riforma della Pubblica Amministrazione, approvato lo scorso 8 maggio dal Consiglio dei Ministri, che taglia le retribuzioni dei dipendenti pubblici sulla base di una valutazione a totale discrezione dei dirigenti; contro la volontà del Governo di chiudere centinaia di uffici pubblici attraverso provvedimenti di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione; contro la volontà del Governo di aumentare l'età pensionabile delle lavoratrici della P.A.; contro il gravissimo attacco della democrazia dei luoghi di lavoro con la decisione del governo di impedire lo svolgimento delle prossime elezioni dei rappresentanti sindacali dei lavoratori (R.S.U.) nel pubblico impiego".
Ed ancora, il 13 luglio si fermeranno i giornalisti, per una giornata di silenzio, voluta per contrastare il ddl Alfano sulle intercettazioni. Lo ha deciso il Consiglio nazionale della Stampa italiana che giudica inaccettabili i divieti che il ddl impone al diritto d'informazione. Sciopereranno, quindi, i giornalisti di agenzia e carta stampata per impedire l'uscita dei quotidiani il 14, quando sciopereranno anche radio e televisioni, in modo da determinare una giornata di black-out informativo.


1 luglio 2009 - La Provincia di Varese

all'agusta
Magazzinieri licenziati. Il sindacato apre la vertenza

VERGIATE - (al.pe.) Chiedevano condizioni di lavoro migliori, si sono ritrovati sulla strada, con una lettera di licenziamento tra le mani. Sembrava tutto risolto: così almeno avevano dichiarato i responsabili della Auto Mot Service, la cooperativa per la quale i 6 giovani coinvolti lavoravano in casa Agusta fino a sabato scorso, giorno in cui si sono visti recapitare le lettere di licenziamento. Chiedevano straordinari pagati, nessuna condizione di lavoro "in nero", un inquadramento al livello che spetterebbe loro e soprattutto sicurezza sul lavoro. Magazzinieri su un trasloelevatore, i giovani erano infatti a volte chiamati ad intervenire di persona su quel macchinario complesso alimentato a 380 volt «senza alcuna formazione e protezione al riguardo», rimarcavano loro stessi. Ma se ai primi di giugno, all'inizio della loro protesta, il portavoce della Auto Mot aveva affermato che tutto sarebbe stato risolto «secondo le richieste dei lavoratori», le cose sono andate in ben altro modo. Ed ora la Cub, il sindacato che si sta occupando del loro caso, aprirà una vertenza legale per procedere nei confronti dei vari responsabili, fino al committente che è poi Agusta Westland.
il braccio di ferro
Dal quartiere generale di Cascina Costa, la replica è un semplice: «no comment». Mentre, pur contattati, è stato impossibile ieri parlare con i responsabili di Auto Mot Service, i quali verranno chiamati per un tentativo di conciliazione dall'Ufficio provinciale del Lavoro a cui la Cub si è già rivolta. Spiega Giuseppe Tampanella (Cub) con il comunicato stampa diffuso ieri: «Dopo 6 mesi di appalto con condizioni di lavoro inaccettabili e seriamente rischiose, l'atteggiamento sordo della cooperativa e le lettere di trasferimento con dequalificazione delle mansioni, hanno obbligato i lavoratori, lo scorso 5 giugno, a proclamare uno sciopero ad oltranza, al fine di convincere i committenti dell'appalto (Agusta Westland), gli appaltanti (Fata Logistic Systems spa) ed i sub-appaltanti (Consorzio Gam e Cooperativa Auto Mot Service), a sedersi ad un tavolo con la Cub per trovare una soluzione conciliativa che risolvesse i gravi problemi interni all'appalto. Ma la risposta delle aziende è stata quella di sostituire i lavoratori in sciopero con altri dipendenti dell'appalto spostati nel magazzino automatizzato e limitarsi ad approcci con il sindacato».


1 luglio 2009 - Milano Finanza

Fiat: Cub, altre 13 settimane di Cig fino a novembre per Arese

ARESE (MF-DJ)--Fiat e Powertrain hanno aperto la procedura di cassa integrazione per 368 lavoratori, dal 24 agosto al 22 novembre 2009 per 13 settimane totali, per lo stabilimento di Arese. Per Fiat saranno interessati 235 lavoratori, di cui 140 operai e 95 impiegati, su un totale di 316, con esclusione dei 74 del commerciale, unico settore a restare aperto, mentre per Powertrain i cassintegrati saranno 133, rispetto ai 181 totali, di cui 81 operai, 35 impiegati dell'area tecnica e 17 impiegati delle aree di supporto. E' quanto emerge da una nota della Cub, la Confederazione Unitaria di Base, secondo cui "proprio mentre la Fiat annuncia che negli USA uno dei punti di forza sara' il marchio Alfa Romeo, in Italia tenta di chiudere Arese, a dispetto dei complimenti a Marchionne del Governo Berlusconi, il quale, a differenza di quanto hanno fatto gli altri governi stranieri, non ha mai avanzato alcuna proposta e non ha mai preteso alcuna tutela dell'occupazione e delle retribuzioni dei lavoratori, per tacere del grave disinteresse della Regione Lombardia". FLMUniti respinge "la chiusura di Arese perche' significa il disimpegno sul marchio Alfa, con pesanti ripercussioni su tutti gli stabilimenti, e nell'incontro presso Assolombarda proporra' l'apertura di un confronto per mantenere Arese le attivita' di Fiat e Powertrain, con l'inizio al piu' presto dei lavori del Motor Village dal quale possono derivare altri posti di lavoro, tutelando cosi' anche il marchio Alfa, oltre all'integrazione della cassa integrazione all'80% del salario". FLMUniti "chiedera' anche alla Regione Lombardia di attivarsi fattivamente per impedire la chiusura di questo stabilimento lombardo".

Telecom I.: Cub, posti lavoro e qualita' servizio a rischio

MILANO (MF-DJ)--"E' inaccettabile che per gli errori dei vertici aziendali e i mancati investimenti 470 lavoratori su un totale di 58.000 dipendenti debbano rischiare il licenziamento. Senza contare che all'oggi Telecom assume con contratti precari, per esempio per il 119, e sta assumendo a tempo indeterminato in alcune sedi del centro-sud prendendo alcuni lavoratori dal call-center Telecontact". Cosi' Guido Trifiletti della Cub commenta in una nota l'apertura a fine maggio da parte di Telecom I. delle procedure per il licenziamento di 470 lavoratori del settore Directory Assistance (servizio 1254, Ade, centralini, servizi internazionali). "Sottolineo che per altri settori, in caso di calo di lavoro, l'azienda ha provveduto a spostare i dipendenti verso altre mansioni -continua Trifiletti-. Mi riferisco al caso del Directory Assistance in cui i lavoratori sono stati, di fatto, blindati all'interno del reparto". Nella nota si ricorda la continua richiesta ai lavoratori di prestazioni straordinarie e la continua fuoriuscita di lavoro, che Telecom appalta a call-center di altre societa' a costi sempre piu' bassi, con inevitabili ripercussioni in termini di sicurezza del lavoro e qualit… dei servizi. Venerdi' 19 giugno a Roma, in un incontro con i sindacati di base, l'azienda ha dichiarato che desidera arrivare al piu' presto a una soluzione che eviti i licenziamenti, e con la mediazione del Ministro del lavoro, si ricerchino tutte le possibili soluzioni alternative. Il timore della Cub e' che si vogliano utilizzare strumenti come i contratti di solidarieta' o la cassa integrazione, che penalizzerebbero i 470 lavoratori in questione con una decurtazione sullo stipendio e sulla pensione, soluzione inaccettabile quando si registrano utili per 1,5 mld euro. Le soluzioni proposte dalla Confederazione Unitaria di Base sono la riqualificazione professionale e la riduzione dell'orario di lavoro a parita' di salario, con un invito al Ministero del lavoro di cercare alternative che salvaguardino il reddito e il rapporto di lavoro.


30 giugno 2009 - Agi

STATALI: SINDACATI BASE PROCLAMANO 3 ORE SCIOPERO PER VENERDI'

(AGI) - Roma, 30 giu. - Il Patto di base del settore pubblico (Cobas, Rdb e Sdl) ha indetto lo sciopero generale del pubblico impiego per le ultime tre ore del turno di venerdi' 3 luglio, al fine di protestare contro la riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Renato Brunetta. "Dopo avere descritto i dipendenti pubblici come nullafacenti e fannulloni, con il decreto legislativo previsto dalla legge delega 15/2008, l'accanimento persecutorio del Governo e del Ministro Brunetta approda nel piano industriale della Pubblica Amministrazione - affermano i Cobas in una nota - dietro il parafulmine della meritocrazia e dell'efficienza, si avvia un gigantesco processo volto a ridimensionare il servizio pubblico, a ridurre i nostri diritti e le nostre retribuzioni, e a sancire la licenziabilita' del dipendente pubblico. Non possiamo accettare passivamente questi attacchi al salario, ai diritti e alla nostra dignita'".


30 giugno 2009 - Ansa

P.A: RDB-CUB, MODIFICA NON BASTA, CONFERMATO SCIOPERO 3 LUGLIO

(ANSA) - ROMA, 30 GIU - Le modifiche del Governo sui lavoratori della pubblica amministrazione non sono sufficienti e Rdb-cub e Cobas confermano lo sciopero del 3 luglio: lo rende noto Paola Palmieri, della direzione nazionale Rdb-Cub con un comunicato. «Nella bozza in entrata del decreto anticrisi - afferma Palmieri - il Governo elimina solo alcune delle disposizioni più odiose riguardanti i dipendenti pubblici contenute nella legge 133, rimane l'impianto generale del piano industriale e pertanto confermiamo lo sciopero generale della categoria per il 3 luglio, indetto insieme a Cobas P.i. e Sdl Intercategoriale».

SANITÀ: SIT-IN DIPENDENTI EX ANNI VERDI FUORI DALLA REGIONE

(ANSA) - ROMA, 30 GIU - Circa trenta dipendenti dei centri di riabilitazione disabili ex Anni verdi hanno protestato all'esterno della sede della giunta regionale del Lazio in attesa degli esiti di una riunione tra i loro rappresentanti sindacali e la presidenza della giunta. I manifestanti lamentano che da tre mesi non ricevono lo stipendio e ancora non starebbe stata loro liquidata metà della tredicesima. «Da quando nel 2006 il nostro servizio è stato affidato al consorzio Ri.Rei. tutto è peggiorato, non possiamo andare avanti così», hanno detto i partecipanti all'iniziativa che hanno battuto rumorosamente ai cancelli dell'edificio in via Cristoforo Colombo, scandendo slogan con megafoni. Una camionetta della polizia sta vigilando sull'ordine pubblico.

SANITÀ: RI.REI; MARRAZZO CHIEDE INTERVENTO URGENTE PREFETTO

(ANSA) - ROMA, 30 GIU - Il Presidente della Regione Piero Marrazzo ha incontrato oggi una delegazione di Cgil FP, Uil Fpl e RdB in merito alla vertenza Ri.Rei e prendendo atto della gravità della situazione, su sollecitazione delle organizzazioni sindacali, ha richiesto «l'urgente intervento del Prefetto al fine di poter erogare direttamente le mensilità dovute ai lavoratori attraverso le Asl competenti». Lo annuncia una nota della Regione Lazio spiegando che il presidente ha inoltre assunto l'impegno e dato mandato al vicepresidente regionale Esterino Montino «di attivare un tavolo permanente di confronto al fine di verificare anche attraverso gli organi di controllo interni ed esterni alla Regione se sussistano le condizioni per la continuità dell'attuale gestione».


30 giugno 2009 - Adnkronos

RICERCA: ISPRA OCCUPATO DA PRECARI LICENZIATI, INTERVENGA PRESTIGIACOMO

Roma, 30 giu. (Adnkronos)- «Duecento precari, fra collaboratori coordinati e continuativi e a tempo determinato, da domani perderanno il posto di lavoro dopo anni di servizio in Apat e Icram, gli Enti che dal 2008 hanno costituito Ispra». Lo afferma una nota di Rdb -Rappresentanze Sindacali di Base Pubblico Impiego della Confederazione Unitaria di Base annunciando che «i precari con i contratti in scadenza dormiranno ad oltranza nella sede di via Brancati dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale». «È paradossale che il governo parli di interventi contro la crisi e per difendere l'occupazione e poi, di fatto, licenzi sui dipendenti, per giunta in un ente di ricerca» afferma Enrico Morreale del coordinamento nazionale precari Usi RdB Ricerca. «In un momento di crisi, con professionalità alte e specializzate, -continua Morreale- equivale a metterci sulla strade, noi e le nostre famiglie. Per questo abbiamo deciso che rimarremo ad oltranza nella sede centrale, perchè noi siamo importanti per Ispra e da Ispra traiamo i nostri salari». «È importante che si sappia che ci sono i fondi e anche le norme per rinnovarci i contratti -prosegue Morreale- basterebbe un'autorizzazione del Ministro alla struttura commissariale. Ma fallito il tentativo di rinnovare i contratti attraverso una norma specifica il Ministro ed il Ministero ci ha abbandonato». «Chiediamo un intervento immediato della Prestigiacomo, che ha il dovere di intervenire per evitare i nostri licenziamenti. La lotta è iniziata solo adesso e non abbandoneremo il nostro lavoro» conclude il lavoratore licenziato.

SANITÀ: LAZIO, INCONTRO MARRAZZO-SINDACATI SU VERTENZA RI.REI
MANDATO A MONTINO PER TAVOLO PERMANENTE DI CONFRONTO

Roma, 30 giu. - (Adnkronos) - Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha incontrato oggi una delegazione di Cgil FP, Uil Fpl e RdB in merito alla vertenza Ri.Rei. Lo rende noto la presidenza della Regione Lazio in una nota. Il presidente, si legge in una nota, «prendendo atto della gravità della situazione e su sollecitazione delle organizzazioni sindacali, ha richiesto l'urgente intervento del Prefetto al fine di poter erogare direttamente le mensilità dovute ai lavoratori attraverso le Asl competenti». Il presidente ha inoltre assunto l'impegno e dato mandato al Vicepresidente regionale, Esterino Montino, di attivare un tavolo permanente di confronto al fine di verificare anche attraverso gli organi di controllo interni ed esterni alla Regione se sussistano le condizioni per la continuità dell'attuale gestione.


30 giugno 2009 - Omniroma

RI.REI, MARRAZZO INCONTRA SINDACATI: CHIESTO INTERVENTO PREFETTO

(OMNIROMA) Roma, 30 giu - Il presidente Piero Marrazzo, comunica la Regione, ha incontrato oggi una delegazione di Cgil FP, Uil Fpl e RdB in merito alla vertenza Ri.Rei. Il presidente, prendendo atto della gravità della situazione e su sollecitazione delle organizzazioni sindacali, ha richiesto l'urgente intervento del Prefetto al fine di poter erogare direttamente le mensilità dovute ai lavoratori attraverso le Asl competenti. Il presidente ha inoltre assunto l'impegno e dato mandato al vicepresidente regionale di attivare un tavolo permanente di confronto al fine di verificare anche attraverso gli organi di controllo interni ed esterni alla Regione se sussistano le condizioni per la continuità dell'attuale gestione.

GLI APPUNTAMENTI DI DOMANI

(OMNIROMA) Roma, 30 giu - .... Iniziativa itinerante indetta da Rdb/Cub Sanità di Roma e Lazio in preparazione dello sciopero nazionale del Pubblico Impiego del prossimo 3 luglio. Ospedale S. Eugenio (ore 8.30) Regione Lazio (ore 9) Ospedale S. Camillo (ore 9.30) Ospedale S. Spirito (ore 10.30) Ospedale S. Giovanni (ore 11.30) Ospedale Sandro Pertini (ore 12.30)...


30 giugno 2009 - Roma Notizie

SEDE CENTRALE ISPRA OCCUPATA DAI PRECARI LICENZIATI DELL’USI RDB

Roma - I precari con i contratti in scadenza dormiranno ad oltranza nella sede di via Brancati. Duecento precari, fra collaboratori coordinati e continuativi e a tempo determinato, da domani perderanno il posto di lavoro dopo anni di servizio in Apat e Icram, gli Enti che dal 2008 hanno costituito ISPRA. "È paradossale che il governo parli di interventi contro la crisi e per difendere l’occupazione e poi, di fatto, licenzi sui dipendenti, per giunta in un ente di ricerca", dichiara Enrico Morreale del coordinamento nazionale precari USI RdB Ricerca. "In un momento di crisi, con professionalità alte e specializzate, equivale a metterci sulla strade, noi e le nostre famiglie. Per questo abbiamo deciso che rimarremo ad oltranza nella sede centrale, perché noi siamo importanti per ISPRA e da ISPRA traiamo i nostri salari". "E’ importante che si sappia che ci sono i fondi e anche le norme per rinnovarci i contratti – prosegue Morreale - basterebbe un’autorizzazione del Ministro alla struttura commissariale. Ma fallito il tentativo di rinnovare i contratti attraverso una norma specifica il Ministro ed il Ministero ci ha abbandonato. Chiediamo un intervento immediato della Prestigiacomo, che ha il dovere di intervenire per evitare i nostri licenziamenti. La lotta è iniziata solo adesso e non abbandoneremo il nostro lavoro", conclude il lavoratore licenziato.
Rappresentanze Sindacali di Base Pubblico Impiego - Confederazione Unitaria di Base


30 giugno 2009 - Zic.it

Per la costruzione dal basso di un piano anticrisi regionale
Presidio in Regione, ottenuto un tavolo di confronto
Una settantina di persone hanno preso parte al presidio sotto la sede della Regione organizzato dal Patto di Base, Vag61, Crash, Lazzaretto e Bologna Prende Casa per contestare le scelte del piano anticrisi predisposto dalla giunta regionale. Una delegazione è stata ricevuta dal Presidente dell'Assemblea Regionale Donini e dall'Assessore alla Programmazione Muzzarelli. Al termine del presidio blitz dei lavoratori delle cooperative nella sede di Legacoop. Leggi il report e guarda le foto.

Bologna - Primo appuntamento questo pomeriggio in Piazzale Aldo Moro, sotto la sede della Regione, per denunciare la continuità tra le scelte di politica economica effettuate dal Governo Berlusconi e le gestione della crisi a livello regionale. Di fronte alla continua perdita di posti di lavoro, all'emergenza abitativa, che vede sempre più famiglie sotto sfratto per morosità, e alla mancanza di ammortizzatori sociali, la Regione Emilia-Romagna , da cui dipende ormai buona parte della gestione e programmazione economica e sociale, continua a favorire le imprese e la speculazione scaricando sulle fasce più deboli i costi della crisi, queste le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori, a iniziare un percorso di lotta per costruire una piattaforma anticrisi regionale. Una settantina di persone al grido di "noi la crisi non al paghiamo" hanno manifestato ottenendo un incontro. Più di due ore di colloqui durante i quali la delegazione è stata ricevuta prima dall'Assessore alla Programmazione e poi dal presidente del Consiglio Regionale, ottenendo la disponibilità ad aprire un tavolo di confronto sulla gestione della crisi e la tutela delle fasce pìù colpite. Al termine del presidio un gruppo di lavoratori delle cooperative ha occupato la sede di LegaCoop ottenendo dopo un lungo tira e molla un incontro con il responsabile. L'iniziativa di oggi è solo la prima di una percorso che porterà anche alla costruzione di uno sciopero generale e generalizzato per l'autunno. Intanto gli appuntamenti di lotta proseguono, a prtire dal presidio antisfratto di giovedì 2 Luglio in via Tagliamento 8 alle ore 8.

Presidio martedì 30 giugno '09 ore 15 in Piazza Aldo Moro
Per una piattaforma anticrisi per l'Emilia Romagna
Appello di Patto di Base, Vag61, Crash, Lazzaretto e Bologna Prende Casa

Bologna, 24 giugno 2009 - Il governo Berlusconi, in totale assenza di opposizione ed in sostanziale continuità con quanto prodotto da Prodi, ha deciso di sostenere senza riserve le pretese di Confindustria e sta pesantemente attaccando i diritti e i salari dei lavoratori e delle famiglie, ma anche sul territorio si avviano politiche tese a scaricare la crisi sulle fasce popolari. E' per questo che diventa necessario contrastare il progetto "in salsa" regionale di gestione della crisi a favore delle imprese e dei gruppi finanziari, a discapito delle lavoratrici e lavoratori, dei servizi pubblici e dello sviluppo sociale. Nel nostro territorio, come nel resto del paese, la Giunta regionale e gli altri governi locali impostano la "ripresa" su grandi opere strategiche (che sono strategiche solo per i grandi costruttori), sulla privatizzazione dei servizi pubblici, sul finanziamento delle ristrutturazioni delle imprese. I governi regionali attraverso le politiche federaliste assumono importanza nella gestione e programmazione economica, sociale e produttiva. E' necessario avviare una mobilitazione che parta direttamente da piano regionale con vertenze e obiettivi chiari ed ambiziosi che rappresenti concretamente nei luoghi di lavoro e sul territorio una PIATTAFORMA ANTICRISI a favore di salariati, disoccupati, pensionati, giovani, settori popolari. Noi la crisi non la paghiamo! è stato il collante dei movimenti che, nel deserto istituzionale, soli, hanno saputo individuare ed a volte contrastare l'attacco portato avanti. È necessario però che i movimenti sappiano mettere in relazione le diverse facce dell'attuale precarietà sociale. Per questo invitiamo a sottoscrivere questo appello e a partecipare al presidio: i precari che tentano disperatamente di arrivare a fine mese, gli operai che rischiano quotidianamente la cassa integrazione, i lavoratori migranti oggetto dello sfruttamento più selvaggio e vittime degli impulsi razzisti, gli inquilini schiacciati dalla rendita e tutti coloro che questa crisi la subiscono.
MARTEDI 30 GIUGNO 2009 ORE 15.00 PRESIDIO PRESSO LA SEDE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA PIAZZA ALDO MORO- BOLOGNA
Patto di base (CUB-COBAS-SdL) - VAG61 - Laboratorio Crash - Lazzaretto - Bologna Prende Casa


30 giugno 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca

E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 24 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA

In questo numero:

* Sulle malattie marcia indietro di Brunetta che cancella fasce orarie e penalizzazioni
* Venerdì, 3 luglio, sciopero generale
* Tra spese, sperperi e scarsi controlli
* Il Pil non conteggia la perdita di vite umane
* Il Comune di Anacapri contro il Cnr
* Indennità di ente e buonuscita: si va in Cassazione
* Lavoratori atipici Ispra, continua la mobilitazione
* Il sostegno alla ricerca esaurito in 35 secondi


30 giugno 2009 - Corriere di Bologna

Sciopero delle Rdb Sgomberata la hall del Carlton

Bologna - Sgomberati da polizia e carabinieri una quindicina di lavoratori dell’Hotel Royal Carlton mentre scioperavano ieri pomeriggio nella hall dell’albergo, in via Montebello. Lo sciopero-blitz era stato indetto dalle Rdb (Rappresentanze sindacali di base) contro l’esclusione dei sindacati di base dalla trattativa tra l’azienda, la Cgil e la Cisl su alcuni appalti da affidare a ditte esterne.


30 giugno 2009 - Vivere Ancona

Sciopero del pubblico impiego contro il decreto Brunetta

Ancona - Contro questo decreto le categorie pubbliche del Patto di Base - RdB/CUB P.I., Cobas P.I. e SDL Intercategoriale hanno proclamato per venerdì 3 luglio lo sciopero generale del settore proclamato per le ultime tre ore di ogni turno, che sarà accompagnato da iniziative a Roma, Milano e nelle maggiori città italiane. Il decreto legislativo previsto dalla legge delega 15 del 2008 realizza il decantato piano industriale della pubblica amministrazione e costruisce un apparato pubblico totalmente subordinato al controllo del governo e gestito con autoritarismo muscolare indirizzato a una privatizzazione della Pubblica Amministrazione con il tentativo di azzerare anche nel Pubblico Impiego i diritti già cancellati nel lavoro privato. Da respingere è l’intero impianto. Infatti, dietro il miraggio dell’efficienza e della trasparenza della Pubblica Amministrazione, si nasconde il vero scopo di tutta questa operazione: dimostrare che i lavoratori pubblici sono improduttivi e quindi licenziabili, che ci sono strutture pubbliche inefficienti e quindi da sopprimere per arrivare ad una pubblica amministrazione, non snella, ma ridotta all’osso, al servizio esclusivo delle imprese, che fornirà servizi sociali di sussistenza ai cittadini e regalerà al privato la gestione, dietro pagamento, di tutto il resto. Nelle Marche si svolgerà ad Ancona l’iniziativa promossa dalle tre organizzazioni sindacali. L’appuntamento è per le ore 12, quando insieme ai lavoratori che aderiranno alla manifestazione terranno un presidio sotto la sede RAI in piazza della Repubblica. "Vogliamo rivendicare il nostro orgoglio e il senso di appartenenza ad una Pubblica Amministrazione che deve erogare servizi ai cittadini e svolgere quella funzione sociale che gli spetta, ossia una P.A. efficiente come elemento di garanzia dello stato sociale, dei diritti universali e collettivi, delle funzioni sociali dello Stato" dichiarano Francesco Graziosi e Crescenzo Papale della Federazione RdB/CUB Marche. Le categorie pubbliche del Patto di Base ritengono che la battaglia per il potenziamento e miglioramento della P.A. e dei servizi pubblici da questa erogati riguardi tutta la società, e che investire in questo settore sia un passo fondamentale per progettare la ripresa economica del paese. "Pertanto rivolgiamo un appello a tutti i lavoratori pubblici e ai cittadini: ribelliamoci a questo futuro prima che diventi presente, scioperiamo compatti il 3 luglio e partecipiamo a tutte le iniziative messe in atto per contrastare il decreto prima che sia troppo tardi" concludono i dirigenti RdB/CUB.


30 giugno 2009 - L'Eco di Bergamo

Organici e mezzi: vanno in piazza anche i pompieri di Bergamo

Bergamo - Anche i vigili del fuoco di Bergamo parteciperanno il 6 luglio al presidio organizzato alla Prefettura di Varese, una manifestazione nazionale organizzata per chiedere l'adeguamento degli organici. «Il sindacato di base dei vigili del fuoco del comando provinciale di Bergamo - si legge in un comunicato - protesta per la mancata approvazione da parte del governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul terremoto Abruzzo, che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi e indennità di soccorso per i vigili del fuoco». «Protestiamo - prosegue - contro la disattenzione della politica nei confronti dei vigili del fuoco, contro il ministro dell’Interno Maroni e questo governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VvFfV». Come RdB-CUB vigili del fuoco il sindacato sottolinea che il sisma dell’Abruzzo ha ulteriormente messo a dura prova il CNVVF; questo evento ha evidenziato, se mai fosse stato necessario, la carenza d’organico del corpo, la mancanza di risorse e adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste ed inaccettabili di mezzi e attrezzature di colonna mobile. «Pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso del corpo, la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei e un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai vigili del fuoco. La stabilizzazione del personale precario del comando di Bergamo e i passaggi di qualifica da vigile a capo squadra permetterebbe di completare la pianta organica dell’importantissimo distaccamento dei vigili del fuoco permanente di Dalmine, oggi presidiato saltuariamente quando in sede centrale vi è la possibilità di staccare una squadra e inviarla presso il distaccamento». «Con l’impegno costante dal 6 aprile presso la città de L’Aquila - conclude il testo - per portare soccorso alla popolazione gravemente colpita dal sisma, per la mancanza di copertura della pianta organica del distaccamento di Dalmine, per la mancanza di capo squadra e capo reparto di questo comando, non si riesce ad aprire definitivamente il distaccamento di Dalmine, strategico punto di partenza per interventi di soccorso tecnico urgente a copertura di una vasta zona densamente popolata, con la numerosa presenza di siti industriali e vicinissima all’accesso autostradale per il tratto di A4 competente per questo comando».


30 giugno 2009 - Il Quaderno

Scuola, RdB Ambiente:
Comune, Provincia e Chiesa accanto ai precari con atti concreti

Benevento - Piero Mancini, a nome della Sezione Ambiente della RdB, esprime solidarietà al Comitato insegnanti precari di Benevento che oggi alle 18 terrà una manifestazione presso il Musa di Piano Cappelle. "Il concerto, organizzato per chiedere una sottoscrizione da versare nella cassa di resistenza, è una buona iniziativa – scrive in una nota -. Evidentemente ciò non basta. Chiediamo all’Amministrazione Comunale di organizzare un Consiglio aperto alle organizzazioni economiche e sociali per studiare insieme come contribuire, in maniera non episodica, a far superare un gravissimo disagio, non solo economico, di un gran numero di concittadini. Anche la Provincia è chiamata a contribuire concretamente alla risoluzione di un grande problema che coinvolge insegnanti che vivono in molti comuni del Sannio. La Chiesa pure deve muoversi per dare conforto, non solo morale, alle famiglie espulse dall’insegnamento. I partiti sono chiamati a non disperdere milioni di inutili parole al vento: i precari coinvolti votano a destra, al centro e a sinistra. Il problema degli insegnanti, non più precari ma disoccupati effettivi, per noi rappresenta il banco di prova su cui misurare la civiltà delle istituzioni".

RSA di Molinara, concitata riunione sull’andamento del servizio. La Flaica protesta

Concitata riunione questa mattina presso la sede della cooperativa sociale mo.disan s.c.s. a r.l. "onlus" di San Marco dei Cavoti e relativa al personale OSA/OSS operante presso la Residenza Sanitaria Assistenziale di Molinara. L’incontro, fissato dal presidente della mo.disan Angelo Piteo per discutere sull’andamento del servizio, è durato solo una decina di minuti prima di interrompersi bruscamente. Invitati da Piteo erano presenti Giuseppe Gentilcore della Flaica Cub, in rappresentanza di 6 operatori su 10, una decina di operatori, il direttore sanitario della struttura sanitaria Raffaele Caputo nonché la coordinatrice sociale della struttura Nicolina Romano. Piteo ha cominciato a informare i presenti sulle nuove disposizioni aziendali, concordate con la Flaica Cub. A quel punto, stando a quanto denunciato dal sindacato e riscontrato tra i partecipanti, Romano e Caputo hanno abbandonato la riunione. La prima ha messo in discussione la validità dell’accordo tra la mo.disam e la Flaica, il secondo ha contestato l’importanza e l’opportunità della riunione stessa. Dopo una decina di minuti l’incontro era di fatto concluso, con non poca tensione. Giuseppe Gentilcore ha denunciato la vicenda in una nota ribadendo "la possibilità per i lavoratori di scegliere da quale sigla sindacale farsi rappresentare. Sul merito della vertenza la Flaica Cub terrà a giorni una conferenza stampa di cui avremo contezza di dare comunicazione in seguito".


30 giugno 2009 - Julie news/Spoleto City

Rdb: Meno politici, più pompieri

Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, protesta per la mancata approvazione da parte del Governo degli emendamenti, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedevano adeguamenti di organici, mezzi ed l’indennità di soccorso per i Vigili del Fuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica, sia dei governi di destra che di sinistra, nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro l'attuale Ministro dell’Interno Maroni che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. durante quest'ultima calamità che ha colpito l'Italia intera. Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il CNVVF; questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la grave carenza d’organico del Corpo; la mancanza di risorse; la necessità di adeguamento economico del personale in linea con i salari europei; le condizioni vetuste, inaccettabili, di mezzi ed attrezzature di colonna mobile; e pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso, l’apertura di un tavolo di confronto tra Amministrazione e parti sociali per rivedere le norme interne al Corpo che regolano l'invio delle colonne mobili VV.F. in riferimento alle diverse tipologie di calamità al fine di migliorare ed accelerare l'arrivo dei soccorsi. Chiediamo la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei, ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. Riteniamo inaccettabile che ogni governo che passa, sull'onda dell'emergenza, della calamità riconosca al CNVVF meriti ed onori (!) e dopo, al solito, terminato l'effetto mediatico, si ritorna a trascurare cosa significa fare prevenzione in Italia; mancanza la cultura della prevenzione. Altri sindacati chiedono l'equiparazione alle forze di polizia, per noi un ulteriore ed inutile militarizzazione del Corpo, si lagnano, vogliono i "gradi" militari come i poliziotti, quasi portassero ad una risoluzione dei problemi. La RdB\CUB è da anni che ha presentato un progetto per far uscire il Corpo Nazionale dal Ministero dell'Interno, progetto che prevede di transitare al Dipartimento della Protezione Civile in qualità di colonna portante di questa struttura. Noi lavoratori del sindacato di base non sappiamo cosa farcene dei gradi, con questi non portiamo soccorso, noi pretendiamo attrezzature moderne ed efficienti per poter svolgere il nostro lavoro di professionisti della sicurezza. Solo quando ciò accadrà potremo dire che anche l’Italia è diventato uno stato civile ed europeo.


30 giugno 2009 - Left

Ricchi e poveri dell’emergenza
Un funzionario della Protezione civile in missione guadagna cinque volte più di un Vigile del fuoco. Ma si tratta di spiccioli rispetto agli stipendi d’oro del dipartimento guidato da Bertolaso
di Manuele Bonaccorsi

L'emergenza non è uguale per tutti. Qualcuno ci diventa ricco. Qualcun altro ci perde la salute. Nel Paese delle diseguaglianze crescenti non c’è di che stupirsene. Sapete quanto guadagna un vigile del fuoco? Mille e trecento euro netti, in media. Anche chi lavora ininterrottamente per giorni, fino a 96 ore a settimana contro le 36 "normali", impegnato a salvare vite umane e puntellare interi quartieri e paesi pericolanti, dopo il terremoto d’Abruzzo. Un’ordinanza della Protezione civile aveva promesso ai Vigili del fuoco 250 ore di straordinario per aprile e 150 a maggio. Poi una circolare del ministero degli Interni (prot.1736) aveva fissato a 75 le ore massime di straordinario. A due mesi dal sisma del 6 aprile non sono state pagate. E il governo, nel decreto Abruzzo, ha stanziato circa un euro al giorno per ogni pompiere. Anche se a L’Aquila sono impegnati ancora 1.300 pompieri sui 28mila presenti in Italia, costringendo agli straordinari coloro che rimangono nei comandi locali. Bene, sapete quanto guadagna un funzionario della Protezione civile, uno dei circa 500 in missione a L’Aquila? Lo stipendio base di un funzionario di terza area, fascia retributiva F5, euro più euro meno, ammonta a 42.400 euro l’anno, oltre 3.000 euro al mese. Ma se va in missione a L’Aquila prende subito un’indennità di 70 euro lordi al giorno, più i rimborsi spese. E una «speciale indennità operativa onnicomprensiva (…) da corrispondersi al personale impiegato nei territori ove è dichiarato lo stato di emergenza o di grande evento (..) pari a 200 ore di straordinario festivo e notturno». Indennità introdotta con un’ordinanza, fuori dal controllo della Corte dei conti: la 3565 del 28 luglio 2006. Un’ora di straordinario festivo notturno vale, per il nostro funzionario della terza area, 19 euro. Moltiplicato per duecento fa: 3.848 euro. In un mese di lavoro sull’emergenza aquilana il nostro funzionario, ai diretti ordini del Di.Co.Mac (Direzione di comando e controllo) del commissario Guido Bertolaso, guadagna dunque oltre 7.000 euro. Non c’è male, specie se chi fa il lavoro sporco, quello veramente pericoloso, prende solo 1.300 euro, senza straordinari: cinque volte meno. Ma è comunque poco se paragonato agli stipendi dei massimi gradi della Protezione civile. Marta di Gennaro, la vice di Bertolaso, implicata nelle indagini della magistratura sull’emergenza rifiuti in Campania, guadagna 176mila euro l’anno, esclusa la cosiddetta "retribuzione di posizione" riservata ai massimi dirigenti della Presidenza del consiglio. Nel governo della plutocrazia, però, si tratta di spiccioli. La classifica dei più ricchi dell’esecutivo sembra ricalcare con ordine la distribuzione dei poteri: Berlusconi, 14,5 milioni; medaglia d’argento a Tremonti, 4,5 milioni; il bronzo al solerte Gianni Letta, 1,55 milioni. Poi l’immancabile Guido Bertolaso, 1,15 milioni. Di cui solo una piccola parte viene dallo stipendio della Protezione civile, nel secondo semestre del 2008 pari a 30.190 euro al mese. Per molti dei suoi infiniti compiti di commissario, il capo della Protezione civile intasca «un compenso mensile lordo pari al 3,75 per cento del trattamento economico complessivo in godimento». Tenendo presento lo stipendio annuo di Bertolaso, fa un bel gruzzoletto. Il capo della Protezione civile lo intascherà fino al settembre 2011, quando cesserà la terribile emergenza dovuta all’organizzazione del Congresso eucaristico nazionale nella città di Ancona (ordinanza 3673). Nella stessa Ancona - che paga migliaia di euro al mese al commissario Bertolaso per un evento atteso fra oltre due anni - 300 vigili del fuoco sono a «rischio crollo». La palazzina dove ha sede il loro comando, tra via Vallemaio e via Bocconi, è stata dichiarata inagibile. I loro uffici potrebbero finire in un container, nel cortile dello stabile. Da cui sarà facile correre per strada per chiedere l’elemosina, quando Guido Bertolaso, nel settembre 2011, attraverserà la città salutando la folla insieme a papa Benedetto XVI. Miseria e nobiltà dell’emergenza Italia. Al comando dei Vigili del fuoco di Alessandria, la notte del 6 aprile, arriva un fax, intorno alle 4. Non ordina la partenza delle colonne mobili, si limita a mettere in «preallerta» i vigili. Il via libera alla partenza arriva, ancora per mezzo di un antiquato fax, solo alle 8 del mattino. I vigili scendono nei garage e rimettono i moto i loro mezzi: gli Om90, gli Af Combi e gli Aps Eurofare, messi fuori produzione per il rischio di ribaltamento e per le frequenti rotture ai supporti del serbatoio d’acqua. E i polilogistici, camper modificati per ospitare 9 vigili. Tutti mezzi rimasti fermi per anni, il più giovane dei quali risale all’inizio degli anni Ottanta. La colonna mobile si mette in moto ma le sirene sono inutili. I mezzi non superano gli ottanta all’ora. I vigili partono senza buoni benzina, per il rifornimento escono dall’autostrada a Bologna, si immettono nel traffico cittadino, raggiungono la caserma locale dei vigili per riempire di carburate i mezzi. «A L’Aquila siamo arrivati intorno alle 9 di sera», racconta Vladimiro Alpa, delegato Rdb dei vigili di Alessandria. «E siamo stati fortunati. I nostri colleghi di ogni parte d’Italia raccontano di decine di mezzi fermi per strada, per problemi ai motori e ruote a terra», racconta il vigile. «La nostra attrezzatura si riduce a un camper del 1982, modificato per contenere 9 posti letto. Li chiamiamo i loculi: non sono il massimo per chi, per i giorni successivi a un’emergenza, ha un’operatività di 24 ore. Il nostro campo non aveva alcuna cura della logistica. Per mangiare siamo andati in giro, a cercare un bar aperto. Poi ci tocca leggere sui giornali che per il G8 de L’Aquila sarà montata una cucina capace di fornire duemila pasti l’ora». Fiumi di denaro per i grandi eventi, come il G8; mentre i Vigili del fuoco rimangono in balia di se stessi. «Siamo 28mila in tutta Italia, divisi in quattro turni. Dovremmo essere almeno 45mila, per avvicinarci alla media europea, di un vigile ogni mille abitanti», racconta Antonio Jiritano, dell’Rdb Vigili del fuoco. Le carenze di organico costringono i Vigili del fuoco a lavorare molto più del dovuto. Ma lo straordinario spesso non viene retribuito. Loro ci hanno fatto il callo, ormai. Qualche ora di lavoro supplementare viene pagata in genere con oltre un anno di ritardo. «Il resto va a rifornire la banca delle ore, dove ogni vigile deposita il suo straordinario. In attesa di recuperare il lavoro supplementare con dei permessi. Che non arrivano mai, dato che i vigili sono in cronica carenza di organico», precisa Jiritano. Una speranza per il futuro dei pompieri giunta col decreto Abruzzo. Un emendamento, primo firmatario Maurizio Gasparri, avrebbe permesso l’assunzione di 600 vigili (il 20 per cento dei posti riservati a parenti dei deceduti nel terremoto); lo stanziamento di 10 milioni per la manutenzione e l’acquisto di mezzi; e 15 milioni per un’indennità operativa. Il governo stesso ha ritirato l’emendamento, lasciando in alto mare i comandi: i quali, in questa tremenda estate, saranno costretti a fare i salti mortali per garantire lo svolgimento del G8, le demolizioni e i puntellamenti nelle aree terremotate e gli interventi sugli incendi boschivi. Nel decreto appenaapprovato, invece, delle richieste dei vigili rimane ben poco: 1,5 milioni di euro per il 2009, 8 milioni per il 2010, da dividere tra Vigili del fuoco e Protezione civile. Nei comandi hanno fatto i conti: mettiamo che Bertolaso decidesse di lasciare la metà al corpo, 4 milioni; la somma, divisa tra i 28mila vigili, ammonterebbe a 142 euro l’anno per ognuno. Circa un euro a turno. Eppure la legge 225 del 1992 afferma che «il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco è componente fondamentale della Protezione civile». Guido Bertolaso sembra essersene dimenticato.


30 giugno 2009 - Lavoro & Lotte

VIGILI DEL FUOCO
né militari né manovali

Riceviamo e volentieri pubblichiamo - Dal suo insediamento il governo ha dichiaratola sua grande sensibilità per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – in più occasioni si è speso pubblicamente ad intervenire per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche. Oggi, dopo l’ennesima calamità nel Paese, avvenuta in Abruzzo, si è dimostrato che non si può pensare di soccorrere la popolazione senza l’impiego del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e che farlo significherebbe pagare un tributo, in vite umane, troppo alto. Ciò anche in considerazione delle condizioni in cui è stato lasciato il Paese dai nostri governanti centrali e periferici, vista l’incuria del territorio, la mancanza di una cultura preventiva e la scarsità di specialisti del soccorso pronti ad intervenire immediatamente. Eppure i Vigili del Fuoco si trovano nelle seguenti condizioni: senza contratto di lavoro, scaduto da un anno e mezzo; con carenti mezzi di soccorso e quelli esistenti sono per lo più obsoleti e inefficienti; senza attrezzature tecnologiche all’avanguardia per migliorare la qualità del soccorso tecnico urgente alla popolazione; senza nessuna specializzazione riconosciuta o valorizzata quali ad esempio il Soccorso Speleo Fluviale, il Nucleo Batteriologico e Radioattivo, i Sommozzatori, gli Elicotteristi, i Portuali, gli Autisti di mezzi speciali; senza un organico adeguato secondo parametri europei 15,000 unità in meno; senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi; senza una collocazione nell’ambito della Protezione Civile come struttura portante, e non un ruolo di manovalanza; senza nessun trattamento di missione o trasferta. In compenso siamo obbligati ad orari straordinari per far fronte alle calamità; a vigilanze nei locali pubblici fuori dall’orario ordinario e straordinario; a trattenerci in servizio per carenza di organico; a far fronte alla Campagna Antincendio Estiva fuori dall’orario di lavoro; a recarci nelle zone terremotate o permanere nei Comandi per attività "istituzionali"; a svolgere lavoro straordinario senza remunerazione che finirà a recupero ore; a restare in un comparto pubblicistico e patrimonio militaresco. Questa è la nostra "qualità della vita", ed è ora di dire basta. Perché i Vigili del Fuoco hanno una loro dignità, sono prima uomini e lavoratori e solo dopo tecnici e responsabili del soccorso nel paese. Il governo ci vuole militari e manovali e noi non possiamo accettarlo.
Rdb Vigili del Fuoco


30 giugno 2009 - La Repubblica

Vertenza all´hotel Carlton
Direzione contro sindacalisti intervengono polizia e carabinieri

Bologna - Per fare uscire dall´albergo una quindicina tra lavoratori e sindacalisti Rdb che protestavano, la direzione dell´hotel Carlton ha fatto intervenire polizia e carabinieri. Lo racconta Luigi Marinelli delle stesse Rdb, protagonista della scena che è accaduta ieri pomeriggio intorno alle 14,30, Poco dopo che il sindacato aveva indetto uno sciopero immediato per i dipendenti dell´albergo. La vertenza, che riguarda una cinquantina di lavoratori in lotta contro l´esternalizzazione delle mansioni annunciata dal proprietario, il gruppo «Monrif», va avanti da aprile. «Oggi - spiega marinelli - abbiamo saputo che ci sarebbe stato un incontro tra la direzione, l´ascom e i sindacati Cgil e Cisl. Abbiamo indetto uno sciopero e chiesto di incontrare il direttore nell´intento di partecipare all´incontro. La loro risposta è stata chiamare polizia e carabinieri».


30 giugno 2009 - Il Manifesto

CENTRI ESTIVI · Le educatrici protestano contro una paga da fame
Alzi la mano chi prende meno di 3,70 euro l ora
di Luca Fazio

Milano - Cari genitori, ceto medio ormai ex benestante, insomma la maggioranza, quelli che due mesi al mare per ossigenare la creatura con nonni a carico non se li possono permettere, ecco una storia di ordinario sfruttamento (schiavitù light ) che vi riguarda molto da vicino, e che per questo dovrebbe suscitare sdegno e indignazione - e magari guadagnarsi qualche copertina estiva a colori tipo...gli schiavi che raccolgono pomodori sotto il sole del bel paese a...facciamo 3,70 euro all'ora! Bene. Sapete quanto guadagnano gli educatori che ogni giorno, per otto ore al giorno, si intrattengono con i vostri bambini nei centri estivi, un servizio essenziale che il Comune di Milano affida in gestione ad alcune cooperative? Guadagnano 3,70 euro all'ora (al lordo, e comunque a raccogliere pomodori si guadagna di più), e lavorano nelle decine e decine di scuole elementari di Milano che tutte le mattine fino alla fine di luglio offrono questo servizio. E non è un lavoro semplice, perché i bambini necessitano di mille attenzioni e perché i genitori sono molto esigenti nel valutare il contesto sociale, educativo e didattico del centro estivo dove «parcheggiano» (non sia mai detto) gli eredi. Le gare d'appalto le vincono sempre le stesse cooperative (Ireos, Dedo, Cime, Azzurra), dire «al ribasso» forse non rende l'idea. Anna, 40 anni, logopedista, ogni estate si prende cura dei bambini, e quest'anno lavora con un portatore di handicap. Lo fa perché quello sarebbe il suo vero lavoro e per arrotondare lo stipendio (durante l'anno fa l'impiegata). La sua non è una rivolta, ha solo deciso di rendere pubblico lo scandalo di una paga che la maggior parte dei lavoratori (spesso sono ragazzi e ragazze che non si possono permettere alcun tipo di trattativa) accetta perché tutto sommato «questo è meglio di niente». Anna ha telefonato alla Cgil, ma non le hanno dato retta. Poi ha provato a rivolgersi a Telefono Precario (www.telefonoprecario.it) e se non altro venerdì 3 luglio tutte le lavoratrici dei centri estivi milanesi cercheranno di farsi vedere in piazza San Babila, insieme ad altri precari, per dare vita al «Requiem del lavoro» in occasione dello sciopero generale indetto dal sindacalismo di base (Rdb, Cobas, Sdl). «Io sono scandalizzata - dice Anna - ci dovrebbe essere un minimo sindacale, e poi vorrei proprio sapere se è vero che il Comune di Milano paga le cooperative con tutti quei mesi di ritardo». Perché fatto il danno, c'è anche la beffa: 29,60 euro al giorno per un lavoro prestato a giugno verranno retribuite a novembre. Da qui la richiesta, minima, formultata da Telefono Precario: «Considerata la vergognosa tabella contrattuale applicata alle lavoratrici, alle cooperative chiediamo che le competenze siano pagate a fine rapporto, cioè a luglio». Qualche genitore se la sente di passare venerdì in San Babila?


30 giugno 2009 - Il Bologna

Sindacato. Cgil e Cisl contestano i piani della catena alberghiera.
Oggi riunione a Unindustria per la Harris
Blitz al Carlton per Rdb, oggi corteo Mercedes

Bologna - Inizio settimana ricco di vertenze sindacali. Ieri c'è stato pure qualche attimo di tensione per la trattativa al hotel Royal Carlton, del gruppo Monrif, dove stava per iniziare l'incontro tra i sindacalisti di Cgil e Cisl. Iniziativa che ha provocato il blitz, nella hall dell'albergo, delle Rdb che hanno contestato l'esclusione dal tavolo. Per fermare la protesta è arrivata la polizia. "Noi ad inizio della riunione con l'azienda abbiamofatto presente che questa organizzazione rappresenta dei lavoratori a cui si devono delle risposte - spiega Lorenza Giuriolo della Cgil - per quanto riguarda il progetto di esternalizzazione di alcune funzioni abbiamo ribadito la nostra contrarietà e chiesto un tavolo nazionale". Insomma la vertenza è ancora in salita. Sempre ieri presidio, iniziato il 25 giugno, davanti alla Harris di Pianoro. L'azienda che si vuole trasferire in Polonia e rischia di lasciare senza lavoro 48 lavoratori su 76. Oggi è previsto un incontro a Unindustria dove si spera: "In una proposta che tenga di conto la nostra situazione - spiega Primo Sacchetti della Fiom - considerando che anche un'ipotetica ricollocazione ci mette in seria difficoltà". Dopo lo sciopero di venerdì oggi alle 15 davanti alla Regione, in via Aldo Moro, ci sarà un sit in di Cub Trasporti e lavoratori degli appalti delle pulizie dei treni che chiedono: "Il mantenimento in Emilia-Romagna degli appalti e sub-appalti dei circa 300 lavoratori attualmente in carico alla Mazzoni e alla Domino Multiservice". Stessa ora, stessa via per i sindacati di base e i centri sociali per una piattaforma anti crisi.
Mercedes. Corteo, parte alle 10 da piazza Trento Trieste, fino al consolato tedesco degli oltre 300 dipendenti delle concessionarie Mercedes delle società Interauto spa, Meb & car spa, Diesis srl, Nykorfin srl. Realtà che rischiano un forte ridimensionamento occupazionale.(GBN)


30 giugno 2009 - Viterbo Oggi

Vigili del fuoco contro il governo
La protesta del corpo per l'ineguatezza delle risorse

Riceviamo e pubblichiamo - Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, protesta per la mancata approvazione da parte del Governo degli emendamenti, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedevano adeguamenti di organici, mezzi ed l’indennità di soccorso per i Vigili del Fuoco. Protestiamo contro la disattenzione della politica, sia dei governi di destra che di sinistra, nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro l'attuale Ministro dell’Interno Maroni che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. durante quest'ultima calamità che ha colpito l'Italia intera.  Come RdB\CUB Vigili del Fuoco, sottolineiamo che il sisma dell’Abruzzo, ha ulteriormente messo a dura prova il CNVVF; questo evento ha messo in evidenza, se mai fosse stato necessario, la grave carenza d’organico del Corpo; la mancanza di risorse; la necessità di adeguamento economico del personale in linea con i salari europei; le condizioni vetuste, inaccettabili, di mezzi ed attrezzature di colonna mobile; e pertanto chiediamo un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso, l’apertura di un tavolo di confronto tra Amministrazione e parti sociali per rivedere le norme interne al Corpo che regolano l'invio delle colonne mobili VV.F. in riferimento alle diverse tipologie di calamità al fine di migliorare ed accelerare l'arrivo dei soccorsi. Chiediamo la stabilizzazione dei precari del CNVVF attraverso l’assunzione di tutti gli idonei, ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. Riteniamo inaccettabile che ogni governo che passa, sull'onda dell'emergenza, della calamità riconosca al CNVVF meriti ed onori (!) e dopo, al solito, terminato l'effetto mediatico, si ritorna a trascurare cosa significa fare prevenzione in Italia; mancanza la cultura della prevenzione. Altri sindacati chiedono l'equiparazione alle forze di polizia, per noi un ulteriore ed inutile militarizzazione del Corpo, si lagnano, vogliono i "gradi" militari come i poliziotti, quasi portassero ad una risoluzione dei problemi. La RdB\CUB è da anni che ha presentato un progetto per far uscire il Corpo Nazionale dal Ministero dell'Interno, progetto che prevede di transitare al Dipartimento della Protezione Civile in qualità di colonna portante di questa struttura. Noi lavoratori del sindacato di base non sappiamo cosa farcene dei gradi, con questi non portiamo soccorso, noi pretendiamo attrezzature modern...
Invitiamo gli organi di stampa alla conferenza stampa dei delegati RdB\CUB VF di tutte regioni d’Italia presso i cancelli della sede dei Vigili del Fuoco di via Genova a Roma il giorno 1 luglio alle ore 11,30.


30 giugno 2009 - Bergamo news

La protesta - Anche i vigili del fuoco di Bergamo aderiranno alla manifestazione nazionale di Varese, organizzata per sollecitare l'adeguamento di organico del Corpo. Una promessa finora non mantenuta
Mancano mezzi, soldi e uomini, i pompieri vanno in piazza

Bergamo - Il Sindacato di Base dei Vigili del Fuoco, del Comando Provinciale di Bergamo protesta per la mancata approvazione da parte del Governo dell’emendamento, proposto in sede di conversione del decreto legge 28 aprile 2009 n. 39 sul "terremoto Abruzzo", che prevedeva adeguamenti di organici, mezzi ed l’indennità di soccorso per i Vigili del Fuoco. I pompieri reclamano contro la disattenzione della politica nei confronti dei Vigili del Fuoco, contro il Ministro dell’Interno Maroni e il Governo che puntualmente ha disatteso gli impegni assunti in favore dei VV.F. Si sottolinea che il sisma dell’Abruzzo ha ulteriormente messo a dura prova il Corpo, evidenziandone nuovamente la carenza d’organico, la mancanza di risorse ed adeguamento economico del personale, le condizioni vetuste ed inaccettabile di mezzi ed attrezzature di colonna mobile. Il sindacato chiede pertanto un piano di ammodernamento dei mezzi e delle attrezzature di soccorso, la stabilizzazione dei precari ed un adeguamento economico alla luce della professionalità da sempre dimostrata dai Vigili del Fuoco. La stabilizzazione del personale precario del Comando di Bergamo ed i passaggi di qualifica da Vigile a Capo Squadra permetterebbe di completare la pianta organica dell’importantissimo distaccamento dei Vigili del Fuoco permanente di Dalmine, oggi presidiato saltuariamente quando in sede centrale vi è la possibilità di staccare una squadra ed inviarla presso il distaccamento. Con l’impegno costante, dal 6 aprile, presso la città de L’Aquila per portare soccorso alla popolazione gravemente colpita dal sisma, per la mancanza di copertura della pianta organica del distaccamento di Dalmine, per la mancanza di Capo Squadra e Capo Reparto di questo Comando, non si riesce ad aprire definitivamente il distaccamento di Dalmine, strategico punto di partenza per interventi di soccorso urgente a copertura di una vasta zona densamente popolata, con la numerosa presenza di siti industriali e vicinissima all’accesso autostradale. Per tutti questi motivi il Sindacato parteciperà al presidio presso la prefettura di Varese che si terrà lunedì 6 luglio dalle ore 11.00 in piazza Libertà 1.


30 giugno 2009 - Corriere del Mezzogiorno

Petru, nella stazione sarà esposta la sua fisarmonica

NAPOLI - «Quello che più ci affascina è la relazione tra queste nuove opere di architettura e l’aspetto urbanistico del centro storico della città». Questo è il pensiero dei giornalisti di settore, architetti e operatori culturali francesi e tedeschi in visita ieri alla stazione della Cumana di Montesanto. Ad accompagnarli è l’architetto Silvio D’Ascia, autore del progetto di riqualificazione della fermata che collega il centro con l’area flegrea: «L’interesse internazionale per la nostra città è rivolto a opere come questa». Ad organizzare l’evento è stato l’assessore regionale ai Trasporti Ennio Cascetta: «Questa iniziativa serve a fornire un’immagine diversa della città». Ma c’è chi non ha preso parte al pranzo e ha criticato l’iniziativa. Sono gli autoferrotranvieri dei sindacati di base che hanno tenuto un presidio di protesta. «Basta con queste autocelebrazioni - ha dichiarato Rosario Maresca responsabile regionale trasporti Rdb/Cub - perché oggi questa linea viaggia ancora a un solo binario con enormi disagi per i pendolari». Intanto proprio a Montesanto verrà esposta in una teca la fisarmonica di Petru, il rom ucciso in una sparatoria. La decisione di Sepsa e Regione.(g.m.)


30 giugno 2009 - La Nuova Ferrara

Rdb-Cub, sit-in davanti alla Regione

Bologna - Saranno presenti anche i rappresentanti delle Rdb-Cub di Ferrara alla manifestazione di oggi davanti alla sede della Regione per protestare contro l’insufficienza dei provvedimenti dei provvedimenti messi in campo dal governo contro la crisi. Le Rdb-Cub chiedono blocco dei licenziamenti, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, aumenti di salari e pensioni. Il 3 luglio annunciato uno sciopero del pubblico impiego.


30 giugno 2009 - Il Resto del Carlino

Oggi a Bologna, davanti alla sede della Regione...

Oggi a Bologna, davanti alla sede della Regione, ci saranno anche le rappresentanze sindacali di base-confederazione unitaria di base di Ferrara a manifestare per una piattaforma anticrisi a favore di salariati, disoccupati, pensionati, giovani, settori popolari.

Modena. LE ORGANIZZAZIONI sindacali Rdb/cub pubblico impiego...

Modena - LE ORGANIZZAZIONI sindacali Rdb/cub pubblico impiego, Cobas, Confederazione Sdl hanno proclamato per l'intera giornata del 3 luglio uno sciopero generale dei lavoratori della pubblica amministrazione. Lo sciopero riguarda anche uil personale del comparto (infermieri, tecnici, amministrativi) e della dirigenza medica. Usl e Policlinico consigliano di informarsi prima di presentarsi negli ambulatori.


30 giugno 2009 - Il Giornale di Monza

Premio produttivo ridotto del 70 per cento. Dipendenti comunali pronti allo sciopero

Monza - La paralisi per la macchina comunale potrebbe arrivare il 3 luglio. Quella è la data per il possibile sciopero generale che i dipendenti comunali potrebbero mandare in scena contro i tagli al premio di produzione. Quella che in Municipio veniva considerata una sorta di quattordicesima, quest'anno si è rivelata ridotta del 70 per cento. Se nel 2008 in media i dipendenti si erano trovati in busta paga un bonus da 800 euro, ora la cifra è scesa fino a 250 euro.
Uno scossone che, improvvisamente, ha spazzato via tutte le divisioni sindacali. Rsu, Cgil, Uil, Cisl, Sulpm, Rdb si sono già appellati al Prefetto di Milano con una «richiesta di procedura di raffreddamento e/o conciliazione personale di ruolo e precario». I sindacati giudicato così disatteso l'accordo del 17 novembre scorso in base al quale l'Amministrazione si sarebbe impegnata a trovare i soldi per un fondo produzione in linea con gli ultimi anni. Un'occasione per puntare il dito anche contro l'esternalizzazione di servizi, con particolare riferimento alla Scuola civica «Borsa» e al Consorzio per la gestione della Villa e del Parco, un procedimento che riguarderebbe ovviamente anche il personale interessato.Da qui la proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale del Municipio.La risposta del prefetto è attesa in questi giorni. Ma l'accordo con la Giunta per incrementare il fondo è decisamente lontano.


30 giugno 2009 - Città Oggi web

Nulla di fatto dopo l'incontro con la dirigenza, venerdì 10 luglio assemblea pubblica in ditta con gli onorevoli Garavaglia e Mantovani
Ore contate per la Esab di Mesero: 85 dipendenti a casa nei prossimi giorni

Mesero - Dopo la deludente riunione con la dirigenza per i lavoratori della Esab la parola d’ordine è una: lottare. Continuare a difendere il proprio posto di lavoro anche se le intenzioni che arrivano dall’alto sono ormai note, ovvero trasferire la produzione nell’est Europa e tagliare il personale. Sono ben 85 gli esuberi in partenza su un totale di circa 143 persone che lavorano nello stabilimento che si occupa di saldature e produzione di elettrodi. "L’azienda gode di ottima salute – spiega Bruno Calcaterra, da 35 anni dipendente della Esab – è solo la logica di profitto che ha portato ad una situazione come quella che stiamo vivendo". Questa mattina è giunto a Mesero anche un dirigente dall’Inghiltera, dove è situata la sede centrale della Esab, azienda che ha quasi un secolo di vita ed è controllata da una multinazionale, e proprio come è già avvenuto nelle sedi di Gothenburg, Svezia, e di Dalsbruk, Finlandia, rischia di restare soltanto un presidio commerciale. L’incontro è avvenuto tra i rappresentati del Cub (Confederazione Unitaria di Base), del consiglio di fabbrica, insieme al direttore amministrativo Fulvio Esposito e all’amministratore delegato Massimo Impavidi e si è concluso con un nulla di fatto, nonostante le due ore giornaliere di sciopero e il presidio costante dei lavoratori alla portineria. L’azienda si è rifiutata di rilasciare un commento spiegando che "tutto verrà chiarito successivamente attraverso un comunicato". "Ritengono che spostando la produzione dove la manodopera costa meno e le condizioni di sicurezza non non vengono rispettate si risolva il problema – aggiunge Walter Monagnoli dei Cub – così facendo il loro obiettivo è solo quello di dare una risposta agli azionisti. Abbiamo spiegato alla dirigenza che non siamo disponibili al martirio e continueremo a lottare coinvolgendo le istituzioni del territorio". Sul piatto della bilancia a detta di molti c’è l’aumento di valore dei 70mila metri quadri di terreno su cui sorge la Esab di Mesero. Un terreno che in passato era valutato 5milioni di euro e che ora, con l’autostrada a pochi metri, è più che raddoppiato. Dallo scorso lunedì 22 giugno i lavoratori stanno bloccando le merci in uscita e continueranno la protesta ad oltranza. Venerdì 10 luglio alle 9.30 nello stabilimento si terrà un’assemblea pubblica alla quale sono stati invitati anche gli onorevoli Massimo Garavaglia e Mario Mantovani, oltre al sindaco di Mesero e agli altri politici dei paesi limitrofi.


29 giugno 2009 - Il Sole 24 Ore Radiocor

AVVENIMENTI PREVISTI: MARTEDÌ 30 GIUGNO

ECONOMIA - (Radiocor) ....
- Roma: le commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera ascoltano Cisal, Confsal, Rdb-Cub, Usae, Snami sullo schema di decreto legislativo per l'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico. ...


29 giugno 2009 - TGCom

Scioperi, luglio un mese "caldo". Disagi per treni, aerei e benzina

Luglio sarà un mese caldo, quasi rovente sul fronte degli scioperi. E chi ha programmato di andare in vacanza proprio in questo periodo dovrà fare particolare attenzione al calendario e controllare le date. In programma ci sono diverse proteste da parte del personale del trasporto ferroviario e aereo. Ma anche chi ha deciso di partire in auto dovrà fare bene i conti prima di trovarsi a secco di carburante. Il prossimo 8 e 9 luglio, infatti, incroceranno le braccia i benzinai. Problemi, poi, per chi deve recarsi alle isole Eolie il 5 luglio per uno sciopero del personale Siremar aliscafi. Il 7 luglio (dalle 14 alle 18) ci potranno essere disagi a causa dello sciopero dei lavoratori addetti alla manutenzione di Alitalia in Lombardia. Sempre il 7 (dalle 10 alle 18) sciopero degli addetti all'Aeroporto di Pisa aderenti a Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. Due giorni dopo, il 9, resteranno fermi, dalle 12 alle 16, i piloti Eurofly aderenti all'Anpac. L'11 luglio, invece ci sarà lo sciopero nazionale di 24 ore degli aderenti all'Orsa di Trenitalia. Difficoltà per chi deve partire o arrivare all'aeroporto di Orio al Serio il 19 luglio per uno stop al lavoro del personale Enav, mentre il 20 incroceranno le braccia gli addetti dell'Aeroporto di Firenze. Sempre il 20 luglio, sciopero nazionale di 24 ore del personale navigante di cabina di Airone City Liner. Il giorno successivo problemi a Malpensa a causa dello stop del personale di terra di Eurofly. Per chi si muove in treno, c'è da segnalare che il 6 luglio incroceranno le braccia gli aderenti a Filt-Cgil e Uilt-Uil di Rfi in Calabria mentre dal 9 al 10 luglio resteranno fermi i lavoratori di Trenitalia e Rfi della Sicilia.
Ma le categorie coinvolte non sono solo quelle degli addetti ai trasporti. Venerdì prossimo, 3 luglio, sciopereranno gli statali aderenti alle sigle autonome (Cobas, Sdl e Rdb-Cub) contro il decreto Brunetta di riforma della P.A.


29 giugno 2009 - Caserta news

Vigili del Fuoco: "Decreto Abruzzo: retribuiti male, trattati peggio! Solo promesse del governo e niente soldi!"

Roma – Dopo mesi di straordinario lavoro incessante nelle zone terremotate e nei luoghi di lavoro, il governo ha varato ieri sera il decreto "Abruzzo" contenente interventi economici anche per i Vigili del Fuoco.
Il decreto ufficiale del consiglio dei ministri parla 1,5 MLN di € per l'anno 2009 e 8 MLN di €. divisi a metà con la Protezione Civile, mentre agenzie di stampa riportano altre cifre da dividere con la polizia, per riparare i mezzi usurati, lavoro straordinario e trasferte a seguito delle fasi del terremoto.
A conti fatti, per i Vigili del Fuoco, possiamo affermare che volendo mantenerci a calcoli molto "esagerati" nelle tasche dei lavoratori entreranno cifre che sfiorano i 1,30 € medi lorde e procapite.
Sempre che questi soldi vengano destinati al personale. NON è DETTO!
Questa è l'elemosina che il governo ha pensato per i Vigili del Fuoco che da sempre assicurano il soccorso nel paese con orari di lavoro che sfiorano l'assurdo, ormai le 36 ore settimanali sono diventate un baluardo difficile da mantenere.
Ogni giorno per sopperire alle carenze di organico siamo "obbligati" a prestazioni lavorative che in alcuni casi superano le 96 ore settimanali, alla faccia della qualità della vita, se a ciò aggiungiamo che queste ore o non ci vengono retribuite e messe nella "banca ore" o quando vengono pagate questo avviene dopo anni, riteniamo la beffa sia insopportabile!
Diciamo che in questi tre mesi post terremoto abbiamo vissuto di tutto:
partenze notturne per le zone terremotate;
vissuto in tende al limite della decenza;
mangiato nei capannoni quello che "passa lo Stato": acqua riscaldata dal sole e rinfrescata nelle ore notturne - pasti alla meno peggio..
riposato nei "loculi" del poli/logistico;
lavori di "facchinaggio" e pulizie;
lavati quando è stato possibile dopo la riparazione dei "logistici";
ferie o permessi nemmeno a parlarne;
mezzi riparati quotidianamente per riuscire a lavorare;
trattenuti per l'emergenza e obbligati a prestazioni "istituzionali"(vigilanza ecc.) obbligati a rimanere in servizio;
orario straordinario dello straordinario per il soccorso!
D'ora in poi il giusto premio sarà quello di avere un'indennità di uno (1) €, solo quando lavori, come riconoscimento per tutti i sacrifici richiesti. Riteniamo che, questa sia l'ultima umiliazione che possiamo accettare, non ci hanno retribuito nemmeno le ore prestate nelle zone terremotate né tanto meno quelle prestate nelle sedi ed ora ci amareggiano con 1 €, RIPETIAMO, se verrà destinato al personale! Invitiamo gli organi di stampa alla conferenza stampa dei delegati RdB\CUB VF di tutte regioni d'Italia presso i cancelli della sede di via Genova Roma alle ore 11,30.


29 giugno 2009 - Julie news

Organizzato dall'organizzazione RdB
3 Luglio 2009: sciopero del Pubblico Impiego
3 Luglio 2009: SCIOPERO GENERALE del PUBBLICO IMPIEGO (3 ore a fine turno). Contro la privatizzazione della Pubblica Amministrazione. Contro il cosiddetto Piano Industriale del Decreto Brunetta. Contro la farsa della meritocrazia. PER UN SALARIO VERO CHE ASSORBA LA PARTE VARIABILE, PER DIFENDERE I DIRITTI E LA DIGNITA' DEI LAVORATORI E DEGLI UTENTI. Venerdi' 3 Luglio – ore 11 – Cinema Modernissimo (Via Cisterna dell’Olio – Napoli) ASSEMBLEA PUBBLICA aperta a lavoratrici e lavoratori, precari e disoccupati. Nel corso dell'Incontro interverra' l’Assessore al Lavoro della Regione Campania, Corrado Gabriele, il quale illustrera' la Delibera concernente il Protocollo d'Intesa sulle relazioni sindacali tra la Confederazione Unitaria di Base e la Regione Campania.

Napoli - Perché la RdB CUB ha proclamato il 3 luglio uno sciopero di 3 ore in tutto il Pubblico Impiego?
Perché abbiamo ritenuto necessario dare una risposta forte ai contenuti del decreto Brunetta, prima che il testo sia definitivamente approvato. Lo sciopero sarà di 3 ore in tutti i comparti del Pubblico Impiego, mentre nella Sanità sarà per l’intera giornata. Lo sciopero sarà preceduto da assemblee nei posti di lavoro e da iniziative di varia natura che coinvolgeranno tutti i settori del Pubblico Impiego e tutto il territorio nazionale.Vogliamo far capire ai lavoratori cosa sta succedendo e le ripercussioni che la legge avrà sul loro salario, sui loro percorsi di carriera, sull’organizzazione del lavoro.
Era proprio necessario ricorrere allo strumento dello sciopero?
Chiunque abbia letto con un minimo di attenzione l’ultima versione del decreto si è reso immediatamente conto della portata della "rivoluzione" che il Ministro intende adottare. Se il testo dovesse passare così com’è non solo i lavoratori pubblici pagheranno un prezzo altissimo, ma si arriverà in brevissimo tempo alla "desertificazione" della Pubblica Amministrazione.
Ma che cos’è il decreto Brunetta?
E’ un decreto legislativo in attuazione della legge delega n° 15/2009 che riprende i contenuti del piano industriale presentato dal ministro all’indomani della sua nomina.
Quali sono i contenuti del decreto che secondo la RdB meritano necessariamente di una risposta da parte dei lavoratori?
Secondo noi è da respingere l’intero impianto. Infatti dietro il miraggio dell’efficienza e della trasparenza della Pubblica Amministrazione si nasconde il vero scopo di tutta questa operazione: dimostrare che i lavoratori pubblici sono improduttivi e quindi licenziabili, che ci sono strutture pubbliche inefficienti e quindi da sopprimere per arrivare ad una pubblica amministrazione, non snella, ma ridotta all’osso, al servizio esclusivo delle imprese, che fornirà servizi sociali di sussistenza ai cittadini e regalerà al privato la gestione, dietro pagamento, di tutto il resto.
Ma non avete paura di essere tacciati come quelli che difendono l’inefficienza della Pubblica Amministrazione e l’improduttività dei pubblici dipendenti?
Assolutamente no! Abbiamo sempre denunciato con forza, in tutte le occasioni i mali della Pubblica Amministrazione. Sappiamo anche noi che ci sono molte cose che non vanno. Ma conosciamo anche le cause della malattia ed abbiamo cercato di fornire le medicine giuste. La lotta per la stabilizzazione dei precari pubblici è nata non solo dalla giusta rivendicazione del diritto al lavoro, ma anche dalla consapevolezza che questi lavoratori consentono alle strutture pubbliche di continuare ad erogare i servizi all’utenza. Abbiamo denunciato la "mala sanità" pubblica attraverso la pubblicazione di libri bianchi inviati alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, evidenziando che non sono i lavoratori responsabili dell’inefficienza, ma gli sprechi determinati dal sistema degli appalti e delle esternalizzazioni, come è emerso dai casi di cronaca degli ultimi anni. Abbiamo pubblicato un dossier sulla giustizia dove oltre ad aver evidenziato come le continue riforme in materia invece di accelerare i tempi della giustizia, paradossalmente li dilatano, segno evidente della volontà precisa di non farla funzionare, abbiamo formulato proposte costruttive per modificare lo stato di cose. Gli esempi potrebbero continuare all’infinito e riguardano tutti i settori, dalla previdenza al fisco, dalle amministrazioni locali alla difesa. Anche le nostre battaglie condotte contro i tagli alla spesa pubblica e contro il blocco delle assunzioni vanno proprio in questa direzione.
Ma non ritenete che sia necessaria una differenziazione stipendiale dei lavoratori pubblici in base alla loro produttività?
Innanzitutto vorremmo sottolineare come attualmente siano già previste all’interno dei contratti del pubblico impiego delle disposizioni che permettono di differenziare il salario accessorio dei dipendenti sulla base dei risultati raggiunti. Ma vorremmo anche sottolineare come i compensi del sistema premiante, i cosiddetti premi di produttività, siano finanziati in buona parte non con soldi freschi, ma con parte degli aumenti contrattuali che, anziché essere destinati all’incremento tabellare, confluiscono nei fondi per il salario accessorio delle pubbliche amministrazioni. Ma vorremmo andare oltre queste, per noi essenziali, considerazioni. Le graduatorie previste da Brunetta, che dividono i lavoratori tra buoni, meno buoni e cattivi, in base ad un concetto di meritocrazia del tutto opinabile, creeranno inevitabilmente disfunzioni organizzative a totale scapito della produttività. Come è pensabile poter affermare senza ripercussioni sull’attività lavorativa che in una struttura pubblica di cento persone solo 25 siano meritevoli dell’intero compenso? E’ del tutto evidente che il fine ultimo non è quello di produrre maggiore efficienza o migliore servizio all’utenza…
E’ un dato di fatto però che l’utenza molto spesso si lamenta del servizio reso dalla Pubblica Amministrazione…
Bisogna innanzitutto sfatare anche questa sorta di "leggenda metropolitana" e l’autogol di Brunetta sugli emoticons all’Inps lo dimostra in maniera inequivocabile: il 91% delle risposte fornite dagli utenti ha dato un giudizio positivo nei confronti del servizio reso dall’Ente previdenziale. Ma anche in questo caso cerchiamo di dare una risposta più articolata. Se un qualsiasi cittadino si reca in un servizio pubblico e non riceve una risposta adeguata alle sue esigenze, inevitabilmente si "incazza" con chi gli sta di fronte, che nella maggior parte dei casi è l’operatore allo sportello. Ma quanti, tra la minoranza insoddisfatta, sanno che nella stragrande maggioranza dei casi la risposta non viene data nei modi e nei tempi attesi a causa di leggi farraginose, o della mancanza di formazione degli operatori, o della carenza di macchinari che non possono essere acquistati per mancanza di fondi, o del malfunzionamento delle procedure informatiche, o della carenza di personale che dilata i tempi di risposta? Quanta parte di questa utenza sa di trovarsi di fronte a lavoratori precari, molto spesso subappaltati, che non hanno ricevuto neanche un’adeguata formazione o a lavoratori "mansionisti", costretti cioè a fornire prestazioni a cui non sono tenuti e per le quali non vengono retribuiti?
Il decreto Brunetta investe la dirigenza pubblica di nuove responsabilità. Qual è la vostra opinione a riguardo?
La normativa che viene introdotta dal decreto sulla dirigenza ci preoccupa e non poco. La dirigenza della pubblica amministrazione è una dirigenza quasi totalmente lottizzata e legata mani e piedi ai poteri sindacali e politici di riferimento. Oggi, con le nuove regole, questa dirigenza, che avrà il potere di decidere salario, percorsi di carriera ed anche posti di lavoro dei dipendenti pubblici, si troverà a doversi assumere quelle responsabilità che non è mai stata capace di assumersi. Non è difficile immaginare che per non essere colpita in prima persona non esiterà a colpire i lavoratori. Su questo i dipendenti pubblici devono riflettere, ed attentamente. Nessuno pensi di essere tra gli eletti perché, una volta incrinata la solidarietà tra lavoratori, non ce ne sarà più per nessuno…
Ma le altre Organizzazioni Sindacali?
A parte qualche vagito della CGIL non ci sembra di aver udito grida di dissenso nei confronti dell’operato del Ministro. Qualche ritocco al decreto, senza modificarne l’impianto complessivo, sarà ritenuto sufficiente a dimostrare di aver avuto un ruolo nella questione. Del resto non scordiamoci che la riforma Brunetta è legata a filo diretto con i contenuti del Memorandum siglato da Cgil, Cisl, e Uil.
E quindi?
E quindi crediamo di aver spiegato in maniera più che dettagliata le ragioni del nostro sciopero e rivolgiamo un appello a tutti i lavoratori pubblici: ribelliamoci a questo futuro prima che diventi presente, scioperiamo compatti il 3 luglio e partecipiamo a tutte le iniziative messe in atto per contrastare il decreto. Difendiamo il nostro salario, la nostra carriera, il nostro posto di lavoro, lo stato sociale prima che sia troppo tardi!.


29 giugno 2009 - Varese news

Loro scioperano, la cooperativa li licenzia
Sono i sei dipendenti e soci lavoratori della coop Auto Moto Service che lavorano al magazzino automatizzato dell’Agusta Westland di Vergiate

Vergiate - Loro scioperano, la cooperativa li licenzia. Sono i sei dipendenti e soci lavoratori della coop Auto Moto Service che lavorano al magazzino automatizzato dell’Agusta Westland di Vergiate. I sei hanno tentato di far ascoltare la propria voce con un presidio prolungato davanti ai cancelli dell’azienda, ma proprio oggi, lunedì 29 giugno, la cooperativa ha notificato loro la lettera di licenziamento. La motivazione è "assenza ingiustificata dal posto di lavoro", anche se i dipendenti assicurano di aver fatto le dovute comunicazioni di sciopero nei tempi prescritti dalla legge. "Fin dall’inizio i lavoratori hanno tentato di farsi ascoltare dall’azienda per risolvere problemi legati al rispetto delle più elementari norme sulla sicurezza nello svolgimento del proprio lavoro, al riconoscimento della retribuzione degli straordinari e notturni resi obbligatori dalla turnazione e non pagati, ad una giusta retribuzione e qualifica legata alle proprie mansioni e contratto nazionale di lavoro, chiedendo il riconoscimento dei propri diritti ad organizzarsi con il sindacato per avviare una seria trattativa atta a risolvere i problemi sull’appalto – si legge in una nota del FlaicaUniti Cub -. Dopo 6 mesi di appalto con condizioni di lavoro inaccettabili e seriamente rischiose, l’atteggiamento sordo della cooperativa e le lettere di trasferimento con dequalificazione delle mansioni, hanno obbligato i lavoratori, il 5 di giugno, a proclamare uno sciopero ad oltranza, al fine di convincere i committenti dell’appalto (Agusta Westland), gli appaltanti (FATA Logistic Systems spa) ed i sub-appaltanti (Consorzio GAM e Cooperativa Auto Mot Service), a sedersi ad un tavolo con la CUB per trovare una soluzione conciliativa che risolvesse i gravi problemi interni all’appalto. La risposta delle aziende è stata quella di confermare i trasferimenti, sostituire i lavoratori in sciopero con altri dipendenti dell’appalto spostati nel magazzino automatizzato, minacciando apertamente gli scioperanti di ritorsioni, limitandosi ad approcci con il sindacato, ma dicendo chiaramente che non avrebbero mai accettato alcuna trattativa formale con la Cub, né tantomeno si sono mai attivati informalmente per dare le minime risposte ai lavoratori. I 6 lavoratori hanno continuato lo sciopero restando sui cancelli ogni giorno, distribuendo ai dipendenti Agusta un volantino che faceva un resoconto della loro situazione e l’unica visita interlocutoria che hanno ricevuto tramite padroni è stata la visita dei carabinieri e della Digos, chiamati dalla Direzione Agusta che, nonostante la totale assenza di rischio di ordine pubblico, hanno cercato di allontanare i lavoratori dal presidio. Il 23 giugno la cooperativa Auto Mot Service ha dato l’ultimatum ai lavoratori sostenendo che: o rientravano in fabbrica, alle stesse identiche condizioni di prima, con tanto di trasferimenti imposti, oppure li avrebbero licenziati. Dato che i lavoratori non si sono arresi alle condizioni capestro, hanno ricevuto la lettera di licenziamento, nonostante non fossero mai stati assunti regolarmente sull’appalto. Ma ciò non fa desistere dalla lotta i 6 che continuano il loro presidio davanti ai cancelli dell’Agusta di Vergiate appoggiati dalla Cub e da tutti coloro che volessero esprimere solidarietà a chi non si arrende all’arroganza cieca e sorda dei padroni, per rivendicare condizioni di vita e di lavoro adeguate alle più elementari norme di civiltà".


29 giugno 2009 - Targato CN

Cuneo: sciopero pubblica amministrazione, servizi garantiti

Cuneo - E' stato indetto uno sciopero generale del personale delle Pubbliche Amministrazioni dalle Organizzazioni sindacali RdB/CUB Pubblico Impiego, COBAS Pubblico Impiego e SDL Intercategoriale per le ultime 3 ore di ciascun turno di lavoro del giorno 3 luglio 2009. In relazione allo sciopero, ai sensi dell'art. 2, comma 6, della Legge 146/90, l’elenco dei servizi pubblici essenziali che saranno garantiti dal Comune di Cuneo (e le relative unità lavorative in servizio) sono le seguenti:....


29 giugno 2009 - Libertà

Nibbiano. ridimensionamento stabilimento militare con mattoncini lego

Questa mattina mi son svegliato o bella ciao, bella... No, caro direttore, così non va, ricominciamo da capo... Questa mattina mi son svegliato ed ho iniziato la giornata guardando tra le pieghe delle lenzuola, sotto il cuscino, sotto il letto, sotto il tappeto e tra le cianfrusaglie dello sgabuzzino, ma niente di niente, delle promesse fatte in questi anni dai politici locali e dai vari capoccia del Ministero della Difesa riguardo il futuro dell'ex Arsenale non vi era traccia alcuna.
Questa mattina mi son svegliato tutto cambiato tutto cambiato. La nuova parola d'ordine per gli attori principali di questa commedia tragicomica è "ridimensionare". Ridimensionare i costi, ridimensionare le maestranze, ridimensionare i volumi del nuovo Polo Industriale Militare, da uno stabilimento progettato per più di mille persone si passerà ad una struttura progettata per meno di cinquecento dipendenti, quindi una grave perdita occupazionale per il nostro territorio. A mio avviso, all'interno di questo brodo primordiale, in questa specie di Kaos delle origini, gli unici a non ridimensionare qualche cosa, cioè i loro guadagni, i loro profitti, saranno gli imprenditori e le cooperative che operano nel settore dell'edilizia piacentina. Diminuendo le dimensioni del nuovo stabilimento militare, a mio modesto parere, diminuiranno per i "locals business men" i costi della permuta tra aree militari e nuovo Polo Industriale Militare. "Buono scambio".
Compro a poco il terreno non edificato per rivenderlo a molto dopo averlo edificato. A questo punto io propongo un metodo infallibile, il quale permetterà un risparmio ancora maggiore, sia per quanto riguarda le risorse, sia per quanto riguarda il denaro. Ai politici nazionali consiglio di pagarci gli stipendi con i soldi del gioco del "Monopoli" mentre ai politici ed agli imprenditori locali propongo di costruirci il nuovo stabilimento militare con i mattoncini del "Lego", in scala ridotta naturalmente.
Seguendo queste mie due direttive avrete certamente il "risparmio" assicurato e come effetto collaterale un sano e giocoso ritorno all'infanzia. A noi sgangherati guerrieri della riserva indiana della tribù degli Exarsenalotti l'uomo bianco ha di nuovo rubato il futuro, ma sappiate tutti quanti, o voi cittadini, che se muore il "Popolo della Riserva" muore anche un pezzetto del cuore antico di questa nostra Piacenza. Questa mattina mi son svegliato molto arrabbiato molto arrabbiato!
Con serietà ironica.
Carlo Agosti Delegato sindacale Rdb-Cub dell' R. S. U. ex Arsenale


29 giugno 2009 - Il Giornale

I no global pronti all’attacco: ci vendicheremo di Genova
Su Internet lanciano la V-strategy contro il G8: viola, vendetta e vittoria Sognano il ritorno alla guerriglia. Intanto tornano i controlli alle frontiere
di Emanuela Fontana

Roma - Genova è lontana otto anni. Quella è la ferita aperta, il ricordo vivo, il fallimento: l’euforia finita con violenza, scontri, sangue e non con «un mondo migliore». Questo contro G8 italiano sarà diverso. Si porta in eredità l’uscita dalla politica della sinistra, il tramonto della falce e martello, lo sfaldamento di un movimento italiano unito dalla morte di Carlo Giuliani, ma ora diviso, disilluso. Indebolito anche dall’offuscamento di tutti i miti che avevano sostenuto i «globalcritic», da Seattle al subcomandante Marcos passando per Lula da Silva e l’odio per Bush, ora uscito di scena.
Ma qui in Italia c’è un fatto diverso: il Pd delude, la sinistra estrema prova a riprendersi il suo spazio. E così pure gli antagonisti, che in quest’ultima chance di uscire dall’ombra vogliono rendere «altermondista» persino il terremoto.
L’Aquila con il suo G8 è l’ultimo palcoscenico, si torna in piazza accanto ai terremotati «repressi». Le tendopoli diventano «campi profughi», il campo di accoglienza «strumento di controllo», la protezione Civile un apparato di «militarizzazione e repressione», la difficoltà di collegamenti Internet nelle tendopoli un «controllo militaresco del governo sul corpo e le menti dei terremotati». Si manifesta anche per i desaparecidos dell’Abruzzo, «le vittime che nessuno cerca, quei migranti ammassati come bestie negli scantinati». La guerra è contro «i potenti della terra», le banche, le multinazionali, ma il linguaggio in questo contro G8 è nuovo, plasmato sul dramma dell’Aquila e a tratti sinceramente fuori luogo, tutto costruito intorno all’«epicentro solidale» e al «disagio post-sismico e istanze altermondiste». La piattaforma di lotta è stata già definita, diffusa su tutti i canali Internet ed impostata sul concetto delle «Tre V»: «V come viola (sarà il colore predominante), V come vendetta, V come vittoria». Sarà questo lo slogan: «V strategy».
Manifestazioni in tutta Italia dal 2 luglio, le più grandi il 7 luglio a Roma e il 10 all’Aquila, con partenza da Paganica. Gli investigatori hanno segnato un’altra data: è quella del 4 luglio, corteo a Vicenza contro la base americana Dal Molin. Preparativi su Internet naturalmente, e per la prima volta su Facebook. È nata Indymedia Abruzzo, una costola del sito nazionale degli antagonisti. Il logo è un’aquila arrabbiata che spezza le catene.
Otto anni dopo Genova l’impressione è che la piazza non sarà così grande. Non ci sarà la stessa bizzarra unione di centri sociali estremisti e associazioni cattoliche. Il movimento non è più lo stesso. Qualche faccia rimane. Francesco Caruso, per esempio, il leader della rete no global campana, un’esperienza di due anni in Parlamento (il suo «assassino» a Marco Biagi ha obbligato recentemente la Camera alla revoca dell’immunità). E poi c’è il prete dei no global, don Vitaliano della Sala. Il sacerdote e Caruso hanno fondato insieme il gruppo su Facebook: «No al G8 all'Aquila. Vogliamo case non passerelle». ma gli iscritti sono 4916, pochi calcolando che il movimento si muove e vive nella rete.
Il corteo del 7 a Roma è stato battezzato ironicamente «giornata dell'accoglienza ai potenti della terra». La piattaforma di lotta prevede «una dinamica di blocco della circolazione e della mobilità», con «pratiche creative e intelligentemente radicali», per rivolgere «la nostra degna rabbia ad ostacolare la funzionalità della celebrazione dei potenti della Terra e della loro bancarotta».
Il 10 luglio si sfila all’Aquila, con il miraggio della zona rossa da abbattere, da fare propria: «La simbologia dell’assedio ha un limite. La zona rossa è ora incarnata nell’interdizione del centro storico», scrive su indymedia Antonello Ciccozzi, docente di antropologia all'Università dell'Aquila. Questa si chiamerà «marcia della rinascita» per una «ricostruzione sociale-solidale» e «contro il vertice G8 responsabile della crisi globale». Parteciperanno anche i sindacati Cub e Cobas. Qualche aquilano in realtà si sta già innervosendo. Sabato in una manifestazione sono circolati dei volantini che annunciavano il corteo del 10 luglio «contro la repressione» e nella folla è cresciuta la rabbia: «Siamo estranei», si è dissociato uno dei comitati aquilani, il «3.32». Dalla notte tra sabato e domenica è scattata la sospensione di Schengen per il G8: chiunque entra o esce dalla frontiera italiana dovrà munirsi di documento di riconoscimento, fino al 15 luglio. In campo per i controlli di sicurezza 15mila uomini delle forze dell’ordine.


29 giugno 2009 - EPolis Roma

Emergenza casa. L'Unione inquilini chiede interventi per tutelare anche per chi non può comprare
Un'onda anomala delle dismissioni sul mercato quasi 30mila alloggi
Occupanti senza titolo, incontro all'Inps l'8luglio. Il 90 per cento degli appartamenti va all'asta
di Marta Rossi

Roma - La stagione delle dismissioni sta per prendere il via. Quasi trentamila appartamenti in tutta Roma, dei vari enti previdenziali, finiranno sul mercato. «Ma siamo a metà del guado - avverte Guido Lanciano, segretario dell'Unione inquilini di Roma -, visto che già 60mila case sono state dismesse». E se l'ultimo caso di via Pincherle (case in dismissione acquistate dall'Ater) per l'Asia Rdb, il sindacato di base che ha seguito passo dopo passo la trattativa è «un segnale di speranza per tutti e tutte coloro che ogni giorno si difendono da sfratti, dismissioni selvagge, caro affitti e caro mutui», l'Unione inquilini chiede tutele per le prossime vendite degli enti e i movimenti di lotta per la casa rivendicano i diritti degli occupanti senza titolo. Le 17mila case Enasarco, ?mila Enpam e circa 2mila Enpaia (dati di Asia Rdb) più gli appartamenti dell'Inps che finiscono all'asta: un'onda anomala che va dai 25mila ai 30mila appartamenti nei quali vivono persone che per il 10-20 per cento non potranno acquistare a prezzo di mercato le quattro mura dove vivono da decenni. «Chiediamo alla Regione - dice Lanciano - di tutelare anche i 5mila che finora non hanno acquistato. Siamo d'accordo che la Regione acquisti, ma ci vogliono dei paletti. Il prezzo deve essere calcolato come edilizia residenziale e fissato dalla legge, gli inquilini che stanno dentro devono avere i requisiti da casa popolare e quindi servono controlli su chi abita nelle case degli enti». Altra storia è quella degli occupanti senza titolo. Il 90 per cento degli appartamenti abitati dai senza titolo finisce all'asta. Il meccanismo è questo. Gli occupanti senza titolo sono persone, famiglie che non potendo permettersi un mutuo o un affitto occupano le case vuote degli enti. Nel corso degli anni, grazie alle lotte sindacali e alle battaglie degli inquilini senza titolo si è arrivati all'approvazione del decreto legge 203/2005 che prevede la sanatoria per chi ha occupato fino al 25 settembre 2001. E poi, per chi resta fuori dalla sanatoria la possibilità di esercitare la prelazione con il prezzo a base d’asta. Nel decreto legge, però, è inserita una clausola che di fatto taglia fuori molte delle famiglie occupanti: è escluso infatti colui la cui condotta integri ipotesi di reato diverse dalla descritta occupazione abusiva. E siccome nella maggior parte dei casi l'Ente querela gli occupanti, in pratica molti sono tagliati fuori. A febbraio scorso, poi, con il Decreto Milleproroghe è stat- Scip e tutti gli immobili invenduti sono ritornati in mano agli Enti. Lo scorso 4 giugno in seguito all'occupazione della sede dell'Inps da parte degli inquilini senza titolo in Action, si è stabilito un tavolo di confronto (l'8 luglio) con il Comune, la Regione e l'Ente. Nel frattempo, l'Inps detto che «al momento - si legge nel verbale - sono sospese le aste per le unità occupate e l'esecuzione degli sfratti rendendosi disponibile a un confronto con gli inquilini e e le agenzie dei diritti per affrontare di volta in volta i singoli casi».


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