Le "regole" sulla rappresentanza colpiscono ancora
Le "regole" sulla rappresentanza colpiscono ancora. Dopo che a farne le spese nella scorsa tornata contrattuale è stata la USB, questa volta è toccato alla UIL: un suo dirigente sindacale è stato allontanato a forza dal Ministero dell'Istruzione a seguito della mancata firma del contratto Istruzione e Ricerca che ha determinato, secondo assurde ed antidemocratiche regole, l’impossibilità di partecipare a tutto il sistema delle relazioni sindacali, compresa la contrattazione.
Al di là delle sigle, il punto centrale rimane un meccanismo escludente, accettato da tutte le sigle sindacali, compresa la stessa UIL fino a quando la vicenda toccava altri, che vincola la partecipazione alla firma.
Un principio totalmente antidemocratico, volto a estorcere un consenso di facciata dannoso per lavoratrici e lavoratori.
Ci auguriamo che quest’ultimo episodio serva ad aprire una riflessione seria sullo stato della nostra democrazia, di quella che dovrebbe esserci sui posti di lavoro, e di quella che presiede l'intero sistema delle relazioni sindacali in un Paese che, non a caso, ha i livelli salariali più bassi d'Europa e in cui il conflitto sindacale è ormai appannaggio di pochissimi.
I tavoli per i rinnovi dei CCNL del Pubblico Impiego sono in parte aperti: è quella l’occasione da cui ripartire per affrontare la questione e modificare un sistema di regole che nega il dissenso ed esclude dalle relazioni sindacali, a prescindere dalla rappresentatività, chi questo dissenso osa manifestarlo.