LEGGE DI STABILITA': ANCORA TASSE PER CHI LAVORA E CONDONI PER CHI EVADE (E MAGARI RICICLA...)

Nazionale -

In allegato il volantino

Forti con i deboli e zerbini con i potenti. Pensiamo che non esista sintesi più adatta per definire la politica fiscale (e non solo) del governo delle larghe (e basse) intese. Due pesi e due misure frutto di una precisa scelta politica: far pagare le tasse soltanto al lavoro dipendente e ai pensionati, continuando imperterriti a graziare i grandi patrimoni, le rendite e i grandi evasori. E così, sul versante del lavoro dipendente, all'elemosina dei circa 14 euro derivanti dal taglio del cuneo fiscale, si accompagnerà un generale riordino del sistema delle agevolazioni fiscali. Ma se tale riordino garantisse la quadratura dei conti è già pronto il taglio delle detrazioni fiscali con una riduzione al 18% per il 2013, che scenderà fino al 17% per il 2014. La musica cambia invece sul versante della grande evasione: dopo l'ignobile condono nei confronti dei concessionari delle slot machines, è in preparazione lo scudo fiscale versione larghe intese. Governo che arriva, condono che viene...



Nello scudo fiscale del 2009 dalla Svizzera, dei circa 67 miliardi accertati, solo 9 sono effettivamente rientrati in Italia (e certamente non per essere investiti in attività produttive ma bensì in finanza o patrimonio immobiliare) ma soprattutto la maggior parte dei contribuenti che ne hanno usufruito è concentrato proprio nelle regioni ad alta infiltrazione criminale. Il governo Letta prova a salvare la faccia e così l'operazione per il rientro dei capitali esportati irregolarmente all'estero non si chiamerà più scudo fiscale ma assumerà la più rassicurante denominazione di voluntary disclosure (ricordate il gioco di parole che ha accompagnato la trasformazione dell'IMU in Trise?). Ma non basta scomodare la lingua inglese per occultare una operazione che si configura come un vero e proprio schiaffo in faccia nei confronti di che le tasse le paga fino all'ultimo centesimo. Se le misure annunciate andranno in porto, per chi ha esportato illegalmente i capitali all'estero, sottraendoli al Fisco si preannuncia una sanatoria in cambio di una percentuale che include sanzioni e interessi, pari al 12%: meno della metà di quanto mediamente paga un lavoratore dipendente sul proprio stipendio lordo! E per rendere l'istituto più appetibile la proposta in esame escluderebbe le conseguenze penali (che possono arrivare sino alla detenzione) per chi si autodenuncia.



Per capire l'entità e la gravità dell'operazione che si sta mettendo in campo bisogna sapere che è oramai pacificamente riconosciuto che i reati tributari costituiscono potenziale presupposto del reato di riciclaggio. La stessa Banca d'Italia riconosce il legame fra evasione fiscale e riciclaggio di denaro. A questo punto sorge spontanea una domanda: il concetto di evasione da sopravvivenza messo in circolo nell'opinione pubblica è una coincidenza o serve a preparare il terreno per operazioni del genere? E possiamo ritenere che chi esporta capitali all'estero ha un problema di sopravvivenza? Delle due l'una: o si rompono gli intrecci che legano i governi passati e presenti con le lobbies economiche finanziare e con i grandi evasori, oppure le tasse continueranno a pagarle sempre i soliti noti. E ai grandi evasori si continueranno a garantire fantasiose scappatoie giuridiche.

La scelta imboccata da questo governo è evidente sia per quanto concerne le scelte di politica fiscale che quelle che attengono al comparto e al personale: quando si chiudono gli uffici obbedendo ottusamente alla logica della spending review (ben 58 fino al 2014 ma è soltanto l'inizio), quando si riduce il personale (di ben il 14% negli ultimi anni), quando non si investe nemmeno un centesimo sul comparto e sui lavoratori del fisco, la strada è purtroppo tracciata. Rilanciare politiche di investimento e riconoscimento professionale per i lavoratori della Pubblica Amministrazione anche reperendo risorse con una seria lotta all'evasione, costituisce il presupposto per rilanciare i servizi pubblici e il Welfare ed estenderli a chi oggi non ha più alcuna tutela. Fin troppo facile da capire, peccato che questo governo anziché occuparsi dei bisogni reali delle persone si preoccupi solo di strizzare l'occhio all'Europa, alle banche e agli evasori.

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