LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI LOCALI

Roma -

Dall’esame della Legge Finanziaria 2006, recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri e prossimamente all’esame dei due rami del Parlamento, emerge la massima preoccupazione soprattutto per il destino dei lavoratori precari della Pubblica Amministrazione.

 

Oltre ai numerosi tagli inferti alla Pubblica Amministrazione nel suo complesso, che rischiano di mettere in serio pericolo lo stato sociale sul nostro territorio e colpiscono la contrattazione collettiva nazionale ed integrativa, la Legge Finanziaria 2006 prevede:

 

  • l’art. 28 in particolare impone alle varie Amministrazioni di non spendere, per contratti a tempo determinato, co.co.co. o convenzioni, più del 60% di quanto speso nell’anno 2003;
  • l’art. 30 si prevede un’ulteriore riduzione dell’1% della spesa del personale per gli anni 2006-2007-2008. Riduzione che investe sia gli aspetti della contrattazione integrativa che nuovamente il personale precario;
  • l’art. 34 prevede che i Contratti di Formazione e Lavoro non potranno essere stabilizzati, se non nei limiti ristrettissimi previsti per le assunzioni a tempo indeterminato, e che saranno quindi ulteriormente prorogati.

 

Queste disposizioni arrivano dopo anni di blocchi delle assunzioni, di tagli generalizzati allo stato sociale, di esigue risorse contrattuali che insieme all’introduzione del lavoro atipico (pacchetto Treu) nella Pubblica Amministrazione hanno generato un vero e proprio esercito di precari, che lavorano al servizio della collettività.

 

In questo contesto la risposta degli Enti pubblici e delle Autonomie Locali in particolare non può essere di silenziosa accettazione. Contro queste disposizioni deve essere portata avanti una decisa e netta opposizione anche da parte istituzionale con la presentazione di emendamenti al disegno di legge, che chiedano l’abrogazione degli articoli sopra citati.

 

Qualora queste richieste non fossero accolte crediamo sia inopportuna la ricerca di accordi istituzionali che si pongano come obiettivo quello di "stemperare" la portata del provvedimento bensì crediamo invece necessario mettere in campo atti di vera e propria "disobbedienza" che possono concretizzarsi attraverso l’emanazione di leggi regionali, deliberazioni degli Enti locali e atti dei responsabili delle aziende pubbliche in generale.

 

Da parte nostra, riteniamo in ogni modo inaccettabile un ulteriore taglio di posti di lavoro e il mantenimento di una situazione di precarietà che ha raggiunto livelli di drammaticità senza precedenti.

 

In allegato scarica la copia della lettera da consegnare alla tua Amministrazione

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