L'IMBROGLIO

Roma -

L’imbroglio del referendum sul protocollo del 23 luglio 2007

si è chiuso con le bugie di CGIL, CISL e UIL !
 
 

Le RdB/CUB lo avevano denunciato persino prima dell’avvio di questa farsa consultazione e, come era del tutto prevedibile, il “referendum” sul protocollo welfare e pensioni si è concluso con la vittoria dei SI’.

Infatti, ieri pomeriggio, dopo la bruciante notizia che gli operai delle grandi fabbriche avevano bocciato sonoramente il protocollo con un secco NO, è arrivato l’annuncio di CGIL, CISL e UIL di un risultato poco credibile (82% accreditati ai SI’, ridotta nella mattinata di oggi al 70% per poi risalire vertiginosamente, in serata, all’81,59%).

Quindi, non contenti di aver allestito una farsa consultazione, sono arrivate anche le bugie confederali che, nel tentativo di arginare il fenomeno della non partecipazione e del NO operaio, hanno puntato ad un risultato trionfalistico, ma del tutto inattendibile.

Talmente poco credibile che lo stesso Cremaschi, segretario nazionale FIOM/CGIL, ha immediatamente denunciato che i dati forniti erano “privi di qualsiasi credibilità reale”.

Quindi, un dato poco attendibile e che ha visto la partecipazione di un numero ridottissimo di votanti (si è espresso meno del 15% degli aventi diritto al voto).

Una farsa teatrale messa in atto da qualcuno che ritiene persino che la democrazia possa legittimarsi fuori dai numeri di riferimento.

A tutto questo va aggiunto, inoltre, il forte significato politico, dal tono ricattatorio, che CGIL, CISL e UIL, fautori del protocollo confindustriale e coinvolti in prima persona nella difesa del governo amico, hanno voluto rivestire questa farsa “consultazione”: o vince il SI’ o cade il governo!
Anche nel nostro Ministero le cose non sono andate diversamente: grande astensione (hanno votato solo 528 lavoratori su oltre 3000 aventi diritto), con una affermazione del NO intorno al 35%, nonostante una campagna elettorale a senso unico per il SI’.

 
Quindi, la nostra indicazione di astensione dal voto truccato, organizzato da CGIL, CISL e UIL, si è confermata l’unica cosa sensata in questo teatrino della democrazia confederale.

Un referendum privo di un quorum che lo rendesse valido, senza regole certe e verificabili, gestito unilateralmente dagli organizzatori, con una campagna elettorale che non ha consentito nemmeno alle ragioni del NO, che pure esistono tra gli stessi organizzatori, di potersi esprimere.
Una vera partita truccata.

 
Intanto, il segretario generale della CGIL Epifani, appena chiuse le “urne” non ha perso tempo ed è corso subito alla corte di Montezemolo a rassicurarlo che il protocollo non si tocca!
Evidentemente gli operai, i lavoratori della FIAT, che hanno bocciato l’accordo e che sono più a stretto contatto con il dott. Montezemolo, non si fidano di lui e neppure dei protocolli che tanto difende insieme a CGIL, CISL e UIL.


 
Non crediamo in queste modalità di esercizio della democrazia!
Questi risultati non hanno né credibilità né legittimità.


L’unica vera risposta al protocollo del 23 luglio 2007 è la lotta e il conflitto di classe, a partire dallo sciopero generale e di massa proclamato dal sindacalismo di base.


 
9 novembre 2007

sciopero generale

 

 

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