L'Università di Torino licenzia il dissenso
Rimaniamo allibiti nel leggere la lettera di licenziamento, inviata senza preavviso dalla Direttrice
Generale dell’Unito, ad un lavoratore condannato in primo grado per fatti estranei alla sua attività
lavorativa (trattasi di tumulti verificatisi nel 2015 in un cantiere TAV).
Dopo una sua sospensione dal lavoro in attesa della sentenza, quando è stata emessa in primo
grado con condanne a pene di circa tre anni ad alcuni manifestanti NO TAV tra cui il
lavoratore dell’Università, la zelante Direttrice Generale dell’Unito gli ha trasmesso un
licenziamento senza preavviso: in applicazione dell’Art.13 comma 9 del nuovo CCNL, senza
neppure attendere altri eventuali gradi di giudizio.
Non intendiamo entrare nel merito della sentenza – anche se ci sarebbe molto da dire – ma
denunciamo l’atteggiamento dell’Unito che ha interpretato nella maniera peggiore un contratto
nazionale che criminalizza i lavoratori, riduce i diritti sindacali e elargisce stipendi da fame.
USB Pubblico Impiego ha sempre denunciato questa realtà, rifiutandosi di sottoscrivere il CCNL e si batterà in tutte le modalità utili alla riassunzione del collega al quale diamo tutta la nostra
solidarietà.
Questa situazione ci motiva sempre più nella lotta per un rinnovo contrattuale che abbandoni il
processo di criminalizzazione dei lavoratori pubblici, iniziati con il decreto Brunetta e proseguititi
con uguale enfasi da tutti i suoi successori, compresa l’attuale ministra Bongiorno.
Un primo momento in cui coinvolgeremo nella lotta tutti i lavoratori pubblici è lo sciopero che
abbiamo proclamato per il 10 maggio giornata in cui scenderemo in piazza per rivendicare un
rinnovo contrattuale che ridia dignità ai lavoratori pubblici, riconoscendogli il dovuto ruolo nella
gestione dei Servizi Pubblici.
USB/P.I. Università degli Studi di Torino