L'USB DEPOSITA ALTRI RICORSI PER L'INDEBITA TRATTENUTA DEL 2,5% SUBITA DAGLI ASSUNTI POST 31/12/2000
La battaglia per rilanciare la previdenza pubblica e contro i fondi pensione è da sempre al centro dell’azione sindacale dell’USB. Oggi l’argomento è più che mai attuale, considerato che il governo, attraverso il presidente dell’INPS Boeri ed il progetto denominato “La mia pensione”, sta provando a rilanciare la previdenza complementare.
Nell’ambito di questa battaglia che a livello sindacale conduciamo da anni, l’USB ha depositato, attraverso lo studio legale, altri ricorsi nel Lazio contro l’indebita trattenuta del 2,5% operata nei confronti dei lavoratori assunti a partire dall’1/1/2001. Si tratta di un ulteriore passaggio che, dal punto di vista legale, segue la presentazione di tantissime diffide presentate dai lavoratori, promosse e sostenute da USB, e le decine di ricorsi per decreto ingiuntivo presentati a ridosso della sentenza della Corte Costituzionale n. 223 del 2012.
Come è noto, la vicenda trae origine da una accordo sindacale del 1999 con il quale CGIL, CISL, UIL e autonomi, spalancavano le porte alla previdenza integrativa e mantenevano il prelievo del 2,5% a carico del lavoratore in regime di TFR per evitare che la sua retribuzione aumentasse.
Ma la sentenza della Corte Costituzionale n. 223 del 2012, nell’affermare che “una ritenuta contributiva sulla retribuzione ha senso solo se è agganciata a un calcolo che prevede la restituzione futura di quanto tolto mese dopo mese” costrinse l’allora governo Monti a ripristinare il TFS per i lavoratori assunti prima del 2001, annullando gli effetti del DL 78 del 2010 che prevedeva per tali lavoratori il passaggio del calcolo del TFR a partire da gennaio 2011.
Tale sentenza non riguardò, però, i lavoratori assunti dopo il 31 dicembre 2000 i quali, proprio in conseguenza dell’accordo sindacale di CGIL, CISL, UIL e autonomi, oltre a trovarsi nel più svantaggioso regime TFR devono anche subire la prosecuzione a fondo perduto della trattenuta del 2,5 che ha un senso solo per chi si trova in regime TFS mentre per chi è in regime TFR è solo un obolo obbligatorio che non verrà mai restituito.
Recentemente un’altra sentenza della Corte Costituzionale, n. 244 del 2014, ha riconosciuto che il trattamento dei dipendenti in TFS è più favorevole rispetto a quello dei dipendenti in TFR, riconoscendo implicitamente l’illegittimità della trattenuta del 2,5% nei confronti di questi ultimi.
Un altro tassello, quindi, per smontare questa operazione che si lega alla vergogna dei fondi integrativi sponsorizzati da CGIL, CISL e UIL, contro i quali USB continuerà in tutti i modi la sua battaglia!