Manovra 2018, 2 miliardi per i contratti del pubblico impiego. Oltre la metà arrivano da una nuova spending review
Al termine della riunione del Consiglio dei Ministri di martedì che ha varato la legge di Bilancio del 2018, il ministro Madia ha dichiarato di aver mantenuto gli impegni presi con il protocollo del 30 novembre 2016 sottoscritto da CGIL-CISL-UIL, che prevedeva un aumento contrattuale di 85 euro per i lavoratori pubblici. Si parla di circa 2 miliardi da aggiungere all’1,2 già stanziato, ma gli uffici del ministero dell’Economia stanno ancora facendo i conti.
Oltre la metà delle risorse annunciate per i contratti del pubblico impiego arriveranno da una nuova spending review che prevede un taglio di 1,1 miliardi alle spese dei ministeri.
Si continua a discutere sul modo di sterilizzare il bonus degli 80 euro per evitare che i lavoratori incassino 85 e restituiscano 80, ma è stato detto che lo stanziamento annunciatorisolverà il problema.
Dopo 8 anni di blocco contrattuale, a fronte di un’inflazione cumulata pari al 10%, si annuncia un contratto che non restituirà nemmeno la metà dell’erosione degli stipendi avvenuta nel periodo 2010-2017. Tutto questo mentre per i docenti universitari si riducono da 3 a 2 gli anni utili agli scatti automatici dello stipendio per fargli recuperare quanto perso nel blocco contrattuale.
Dopo la partecipata e significativa manifestazione nazionale del 12 ottobre davanti alla sede dell’Aran a Roma, nella quale c’è stato pieno sostegno alla piattaforma contrattuale della USB, invitiamo le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego a partecipare allo sciopero generale del 10 novembre per rivendicare 300 euro mensili di aumento uguale per tutti, l’Area unica amministrativa, la riduzione dell’orario di lavoro settimanale a 32 ore senza decurtazione di stipendio.
Il Ministro Madia sulle pagine de “il Messaggero” di ieri esorta a chiudere i contratti prima delle elezioni. Evidentemente l’esponente del PD pensa che i lavoratori pubblici incassando 85 euro dopo 8 anni di blocco contrattuale correranno in massa a votare per il partito di Renzi. Noi pensiamo che sbagli i conti e che il 10 novembre sia necessario un forte segnale da parte delle lavoratrici e dei lavoratori verso il Governo e le organizzazioni sindacali gialle che di fatto lo sostengono con accordi bidone.
USB Pubblico Impiego