Manovra Monti = SOPPRESSIONE DELL'INPDAP
SI FA CASSA CON I CONTRIBUTI DEI LAVORATORI E GLI IMMOBILI DEGLI ENTI. Ridimensionamento del sistema pubblico per favorire previdenza complementare. Ieri, 6 dicembre, protesta e assemblea in Direzione generale a Roma.
In allegato il volantino e il testo della Manovra (DL.201/11)
Non siamo abituati a vendere fumo ed a gridare senza motivo.
Da circa un mese andiamo però dicendo e scrivendo nei nostri comunicati che ci sono serissimi rischi per i lavoratori dell’INPDAP, rispetto all’operazione “SUPER INPS” o “IPG”, o come altro si voglia chiamare la fusione degli Enti Previdenziali. Vedi comunicati dell’11, del 24 e del 28 novembre.
Tale idea della fusione ha una lunga storia cominciata già nel 2006 con il Governo Prodi, poi lasciata a bagnomaria e tirata fuori di recente in due diverse modalità.
La prima con un emendamento del gruppo dei Senatori del PD alla legge di stabilità del Ministro Tremonti.
L’ultima con l’intervento del Presidente del Consiglio alla Camera ed il successivo Decreto Legge con il quale si sopprimono INPDAP ed ENPALS.
L’ultima versione di tale Decreto al com.2 dell’Art. 21 recita:
“non sono trasferite le posizioni soprannumerarie, rispetto alla dotazione organica vigente degli enti soppressi, ivi incluse quelle di cui all’art. 43, comma 19 della legge 23 dicembre 2000, n. 388” ( gli ex portieri).
Senza farla troppo lunga, i colleghi in soprannumero oggi presenti nell’Organico dell’INPDAP sono:
133 IN AREA (B)
570 IN AREA (A)
Oltre a tutti i comandati ancora non inseriti nei ruoli dell’INPDAP che dopo svariati anni saranno costretti a tornare nelle amministrazioni di provenienza
Per far capire che non è uno scherzo e non stiamo gridando inutilmente basterà dire che all’assemblea immediatamente convocata dalla USB nell’androne della Direzione Generale, ha voluto intervenire di sua iniziativa lo stesso Direttore Generale il quale ha di fatto confermato l’allarme sulla mobilità lanciato da USB, pur invitando i presenti a restare “serenamente preoccupati”.
La USB, che ha proclamato lo stato di agitazione, invita tutti i lavoratori a far partire immediatamente nei rispettivi posti di lavoro tutte le iniziative di lotta possibili, con assemblee e sospensione dell’attività lavorativa, in modo da spingere i nostri Vertici ad assumere le decisioni necessarie per salvaguardare non solo i lavoratori in soprannumero, ma la dignità di tutti i lavoratori dell’Istituto, che non può essere cancellata con un semplice tratto di penna, anche se di qualche emerito professore della Bocconi.
Il testo del comunicato stampa nazionale:
Si attacca il sistema previdenziale pubblico per fare cassa, smantellando un diritto fondamentale dei lavoratori. E’ la denuncia dell’Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego rispetto ad una parte importante della manovra economica del Governo Monti.
“I contributi dei lavoratori - afferma Daniela Mencarelli dell’Esecutivo nazionale USB P.I. - sono utilizzati per ripianare il debito pubblico rinviando l’uscita dal lavoro, così come è stato fatto in passato, e si intende ancora fare, con gli immobili degli enti pubblici svenduti per fare cassa”.
“Si vuole ridimensionare il sistema previdenziale pubblico – evidenzia la dirigente USB – per favorire la previdenza complementare. E’ in questa logica che va letta l’estensione del contributivo a tutti dal 2012 e l’assorbimento da parte dell’INPS degli enti soppressi, di INPDAP e ENPALS”.
“Temiamo che si voglia risparmiare continuando a ridurre gli organici e le prestazioni garantite ai cittadini – prosegue Mencarelli – mentre aumenteranno sicuramente le spese per l’informatica. La revisione del sistema informatico dell’INPDAP, costata più di 500 milioni, con la soppressione dell’ente probabilmente non sarà servita a nulla”.
“Da tempo denunciamo gli effetti della riorganizzazione dell’INPS, che oggi può anche apparire un colosso, ma rischia di avere i piedi d’argilla e di franare con l’intero sistema di garanzie e tutele sociali. Noi – conclude la dirigente USB – continueremo a lottare per il diritto alla pensione e contro lo smantellamento del welfare, a cominciare dal prossimo sciopero generale, necessario a contrastare una manovra economica che è contro i lavoratori dipendenti e i pensionati”.