MEMORANDUM PUBBLICO IMPIEGO: LO RESPINGIAMO E LO COMBATTEREMO ANCHE CON LO SCIOPERO GENERALE

Nazionale -

Durissima presa di posizione della RdB/CUB Pubblico Impiego sul Memorandum

In allegato il testo del Memorandum

 

"Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione, noi non possiamo accettarlo – dichiara Antonio Adornato della Direzione Nazionale della RdB Pubblico Impiego. "Si completa la campagna di odio verso i dipendenti pubblici iniziata ormai da parecchi mesi e che era evidentemente finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico. Ora è evidente che i "fannulloni" non c’entrano nulla – prosegue Adornato – il vero obbiettivo di Governo e cgil cisl e uil è quello di avere una pubblica amministrazione a misura di impresa invece che al servizio del cittadino".


"Va anche sottolineato come la gestione del Memorandum significhi di fatto la cancellazione della legge sulla rappresentanza nel pubblico impiego, che stabilisce i criteri per individuare le Confederazioni maggiormente rappresentative titolate a discutere di pubblico impiego. Tra esse figura, oltre a cgil, cisl e uil anche la RdB/CUB, che però non è stata minimamente investita nella costruzione del memorandum. Ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza", conclude Adornato.


Nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria.

 


18 gennaio 2007 - Apcom

STATALI/ RDB-CUB: LO COMBATTEREMO, ANCHE CON SCIOPERO GENERALE
In prossime ore decideremo iniziative da intraprendere

Roma - la Rdb/Cub del Pubblico impiego promette battaglia sul memorandum per il pubblico impiego firmato stasera da Governo e sindacati confederali. In una nota il sindacato annuncia che "nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria". "Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione, noi non possiamo accettarlo - dichiara Antonio Adornato della direzione nazionale della RdB Pubblico Impiego. "Si completa la campagna di odio verso i dipendenti pubblici iniziata ormai da parecchi mesi e che era evidentemente finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico. Ora è evidente che i "fannulloni" non c`entrano nulla - prosegue Adornato - il vero obbiettivo di Governo e Cgil Cisl e Uil è quello di avere una pubblica amministrazione a misura di impresa invece che al servizio del cittadino".
"Va anche sottolineato come la gestione del Memorandum significhi di fatto la cancellazione della legge sulla rappresentanza nel pubblico impiego, che stabilisce i criteri per individuare le Confederazioni maggiormente rappresentative titolate a discutere di pubblico impiego. Tra esse figura, oltre a Cgil, Cisl e Uil anche la Rdb/Cub, che però non è stata minimamente investita nella costruzione del memorandum. Ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza", conclude Adornato.

LA NOTIZIA DEL GIORNO
STATALI/ ACCORDO SULLA RIFORMA: ARRIVANO MOBILITA' E MERITO
- P.SCHIOPPA: CON ACCORDO SPAZIO PER ECONOMIE FATTE MEGLIO
- RDB-CUB: LO COMBATTEREMO, ANCHE CON SCIOPERO GENERALE
- SINDACATI:MEMORANDUM ELEVA QUALITA' E PRODUTTIVITA' P.A.
- ALEMANNO: SI PARTE MALE, ANNUNCIO PROPAGANDISTICO

Roma - E' stato raggiunto l'accordo tra Governo e sindacati per la riforma della pubblica amministrazione. L'accordo dal titolo "Per una nuova qualità dei servizi e delle funzioni pubbliche" traccia le linee guida della riorganizzazione della pubblica amministrazione. Arrivano mobilità degli statali, esodi incentivati, dirigenti-manager licenziabili, meritocrazia, telelavoro. L'intesa è stata raggiunta a palazzo Vidoni, presenti i ministri dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e delle Riforme, dell'Innovazione nella pubblica amministrazione Luigi Nicolais e i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Bonanni e Angeletti. Nei prossimi giorni sarà firmato un successivo accordo a Palazzo Chigi che riguarderà anche i settori delle Autonomie Locali e della Sanità. Soddisfatto il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa che ha commentato: Il memorandum sulla pubblica amministrazione crea spazi per "un controllo della spesa migliore e per economie fatte meglio". Positivo anche il giudizio del ministro per le Riforme e l'innovazione nella Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais. L'opposizione ha commentato per voce di Gianni Alemanno di An: "L`accordo firmato oggi tra Cgil, Cisl, e Uil e i Ministri del governo Prodi, parte male. E' un accordo propagandistico".
Sul fronte sindacale le valutazioni evidenziano la forte reazione critica dei sindacati di base. Se, infatti, per i sindacati firmatari l'intesa eleva la qualità e la produttività della pubblica amministrazione, la Rdb/Cub del Pubblico impiego promette battaglia sul memorandum. In una nota il sindacato annuncia che "nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria".


18 gennaio 2007 - Ansa

STATALI: RDB-CUB; RESPINGIAMO INTESA,FORSE SCIOPERO GENERALE

ROMA - ''Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione: noi non possiamo accettarlo''. E' quanto dichiarano le Rdb-Cub, secondo le quali con l'intesa firmata oggi ''si completa la campagna di odio verso i dipendenti pubblici iniziata ormai da parecchi mesi e che era evidentemente finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico''. Ora - aggiungono - e' evidente che i 'fannulloni' non c'entrano nulla, ''il vero obbiettivo di Governo e Cgil, Cisl e Uil e' quello di avere una pubblica amministrazione a misura di impresa invece che al servizio del cittadino. Va anche sottolineato come la gestione del memorandum significhi di fatto la cancellazione della legge sulla rappresentanza nel pubblico impiego, che stabilisce i criteri per individuare le Confederazioni maggiormente rappresentative titolate a discutere di pubblico impiego. Tra esse figura, oltre a Cgil, Cisl e Uil anche la Rdb-Cub, che pero' non e' stata minimamente investita nella costruzione del memorandum''. ''Ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza'', concludono annunciando che saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere, non escluso lo sciopero generale della categoria.


18 gennaio 2007 - Agi

STATALI: RDB-CUB, NON ACCETTIAMO ACCORDO; PRONTI A SCIOPERO

Roma - Durissima presa di posizione della RdB/CUB Pubblico Impiego sul Memorandum. "Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione - si legge in una nota - noi non possiamo accettarlo - dichiara Antonio Adornato della Direzione Nazionale della RdB Pubblico Impiego. "Si completa la campagna di odio verso i dipendenti pubblici iniziata ormai da parecchi mesi e che era evidentemente finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico. Ora e' evidente che i 'fannulloni' non c'entrano nulla - prosegue Adornato - il vero obbiettivo di Governo e Cgil Cisl e Uil e' quello di avere una pubblica amministrazione a misura di impresa invece che al servizio del cittadino". I sindacati di base avvertono che "nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria".


18 gennaio 2007 - Agipress

Durissima presa di posizione della RdB/CUB Pubblico Impiego sul Memorandum

"Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione, noi non possiamo accettarlo – dichiara Antonio Adornato della Direzione Nazionale della RdB Pubblico Impiego. "Si completa la campagna di odio verso i dipendenti pubblici iniziata ormai da parecchi mesi e che era evidentemente finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico. Ora è evidente che i "fannulloni" non c’entrano nulla – prosegue Adornato – il vero obbiettivo di Governo e cgil cisl e uil è quello di avere una pubblica amministrazione a misura di impresa invece che al servizio del cittadino".
"Va anche sottolineato come la gestione del Memorandum significhi di fatto la cancellazione della legge sulla rappresentanza nel pubblico impiego, che stabilisce i criteri per individuare le Confederazioni maggiormente rappresentative titolate a discutere di pubblico impiego. Tra esse figura, oltre a cgil, cisl e uil anche la RdB/CUB, che però non è stata minimamente investita nella costruzione del memorandum. Ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza", conclude Adornato.
Nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria.


18 gennaio 2007 - Repubblica.it

Le organizzazioni di categoria stringono un patto per il rinnovo della Pubblica amministrazione
Angeletti, Uil: "Più efficienza ai cittadini, migliore qualità di lavoro per i dipendenti"
Statali, firmato accordo governo-sindacati
Arrivano mobilità e meritocrazia
Contrarie le RdB: "Non accettiamo l'alleanza. Siamo pronti allo sciopero"

ROMA - Accordo tra governo e sindacati per la riforma della pubblica amministrazione. Arrivano mobilità degli statali, esodi incentivati, meritocrazia, le 'pagelle' dei cittadini alla qualità del servizio, dirigenti-manager licenziabili in casi estremi. Ma anche il telelavoro. "Una svolta importante", dicono sindacati e governo.
Promettono più efficenza per i cittadini e migliori qualità di lavoro per i dipendenti. Ora manca l'approvazione delle Regioni e poi, con la firma a Palazzo Chigi, l'accordo diventerà esecutivo.
I termini dell'accordo. Tra gli obiettivi raggiunti dai sindacati c'è la stabilizzazione dei lavoratori precari, la separazione della politica dalle amministrazioni, "individuando risorse utili dal punto di vista occupazionale, della produttività e novità tecnologiche". Saranno poi definiti i livelli di occupazione e "solo in questo caso si avrà mobilità nel rispetto dei contratti". Il contratto nazionale sarà affiancato da contratti integrativi che incentivino la produttività e i dipendenti saranno anche sottoposti al giudizio dei cittadini.
Lo strumento della mobilità nel pubblico impiego è già stata prevista da una legge del '93, ma per ora era stata scarsamente utilizzata. Il Governo punta adesso a fare un maggiore ricorso a questo strumento per una migliore distribuzione sul territorio del personale, ma anche per gestire eventuali esuberi. In passato, con le leggi Bassanini, sono stati spostati circa novemila dipendenti dallo Stato alle amministrazioni periferiche.
Il governo. Soddisfatto il ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais: "Abbiamo raggiunto un accordo che porterà ad un grande cambiamento per il lavoro pubblico. Avremo una pubblica amministrazione efficiente e capace di raggiungere i cittadini". Commenti positivi anche dal ministro dell'Economia Padoa-Schioppa convinto che "l'accordo permetterà di gestire le amministrazioni pubbliche in funzione di una produttività maggiore e contemporaneamente di un controllo della spesa migliore. Con questo nuovo contratto - ha insistito il ministro - ci sarà spazio per economie fatte meglio".
I sindacati. Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha detto che "sarà una pubblica amministrazione più vicina ai cittadini, il che vuol dire che c'è una volontà di riforma. E' un passo importante - ha aggiunto - nella logica di avere una moderna amministrazione al servizio del paese". Anche il segretario generale della Uil Luigi Angeletti è convinto che "avremo una pubblica amministrazione più efficiente ai cittadini, e ai lavoratori, una qualità migliore di lavoro". Per il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, l'accordo "è un monito per chi continuamente mette sabbia negli ingranaggi, ritenendo che le grandi riforme si facciano a colpi di bastone. Questa è la risposta più propria che il sindacato poteva dare costruendo un'ipotesi condivisa con il governo".
Contrarie le RdB. Contrarie all'accordo invece la RdB/CUB del Pubblico Impiego: "Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione", dichiara Antonio Adornato della Direzione Nazionale della RdB Pubblico Impiego. I sindacati di base avvertono che "nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria".


18 gennaio 2007 - Aprile online

Pubblica amministrazione, al via la riforma
Raggiunto accordo fra sindacati e governo sul mutamento del settore. Contraria la Rdb/Cub che minaccia lo sciopero generale

E' stato raggiunto l'accordo tra governo e sindacati per la riforma della pubblica amministrazione. Mobilità degli statali, esodi incentivati, meritocrazia, le 'pagelle' dei cittadini alla qualità del servizio, dirigenti-manager licenziabili in casi estremi, telelavoro: sono solo alcuni degli aspetti previsti da questo progetto di riforma, che i sindacati e il governo hanno comunemente definito come "una svolta importante".
Alla base della "rivoluzione" nel settore della pubblica amministrazione ci sarebbe stato l'obiettivo di rendere il settore più efficiente per i cittadini, migliorando però anche la qualità di lavoro per i dipendenti.
Affinché l'accordo diventi esecutivo manca soltanto l'approvazione delle Regioni e poi, la firma a Palazzo Chigi.
I sindacati hanno elencato gli obiettivi raggiunti come la stabilizzazione dei lavoratori precari, la separazione della politica dalle amministrazioni, "individuando risorse utili dal punto di vista occupazionale, della produttività e novità tecnologiche". Saranno poi definiti i livelli di occupazione e "solo in questo caso si avrà mobilità nel rispetto dei contratti". Il contratto nazionale sarà affiancato da contratti integrativi che incentivino la produttività e i dipendenti saranno anche sottoposti al giudizio dei cittadini.
La mobilità nel pubblico impiego è in verità stata prevista da una legge del '93, ma per ora era stata scarsamente utilizzata; al contrario adesso l'esecutivo vorrebbe farne maggiore ricorso per una migliore distribuzione sul territorio del personale, ma anche per gestire eventuali esuberi. Come del resto è accaduto con le leggi Bassanini, che portarono allo spostamento di circa novemila dipendenti dallo Stato alle amministrazioni periferiche.
"Abbiamo raggiunto un accordo che porterà ad un grande cambiamento per il lavoro pubblico. Avremo una pubblica amministrazione efficiente e capace di raggiungere i cittadini", con queste parole il ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, ha commentato l'accordo. Una soddisfazione, la sua, a cui si è affiancata quella del ministro dell'Economia Padoa-Schioppa, il quale si è detto convinto che "l'accordo permetterà di gestire le amministrazioni pubbliche in funzione di una produttività maggiore e contemporaneamente di un controllo della spesa migliore. Con questo nuovo contratto - ha insistito il ministro - ci sarà spazio per economie fatte meglio".
Non meno convinti della bontà del provvedimento i sindacati confederali. Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha detto che "sarà una pubblica amministrazione più vicina ai cittadini, il che vuol dire che c'è una volontà di riforma. E' un passo importante - ha aggiunto - nella logica di avere una moderna amministrazione al servizio del paese". Dello stesso avviso i colleghi Luigi Angeletti della Uil e Raffaele Bonanni della Cisl.
Un clima di generale ottimismo a cui però non si è aggiunta la RdB/CUB del Pubblico Impiego: "Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione", dichiara Antonio Adornato della Direzione Nazionale della RdB Pubblico Impiego. I sindacati di base avvertono che "nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria".


18 gennaio 2007 - e-Margherita

Statali, firmato accordo Governo-Sindacati
di Franca Colutto

Roma - Accordo tra Governo e Sindacati per la riforma della pubblica amministrazione. Arrivano mobilità degli statali, esodi incentivati, meritocrazia, le 'pagelle' dei cittadini alla qualità del servizio, dirigenti-manager licenziabili in casi estremi. Ma anche il telelavoro. "Una svolta importante", dicono Sindacati e Governo.
Promettono più efficenza per i cittadini e migliori qualità di lavoro per i dipendenti. Ora manca l'approvazione delle Regioni e poi, con la firma a Palazzo Chigi, l'accordo diventerà esecutivo.
I termini dell'accordo. Tra gli obiettivi raggiunti dai sindacati c'è la stabilizzazione dei lavoratori precari, la separazione della politica dalle amministrazioni, "individuando risorse utili dal punto di vista occupazionale, della produttività e novità tecnologiche". Saranno poi definiti i livelli di occupazione e "solo in questo caso si avrà mobilità nel rispetto dei contratti". Il contratto nazionale sarà affiancato da contratti integrativi che incentivino la produttività e i dipendenti saranno anche sottoposti al giudizio dei cittadini.
Lo strumento della mobilità nel pubblico impiego è già stata prevista da una legge del '93, ma per ora era stata scarsamente utilizzata. Il Governo punta adesso a fare un maggiore ricorso a questo strumento per una migliore distribuzione sul territorio del personale, ma anche per gestire eventuali esuberi. In passato, con la legge Bassanini, sono stati spostati circa novemila dipendenti dallo Stato alle amministrazioni periferiche.
Soddisfatto il Ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais: "Abbiamo raggiunto un accordo che porterà ad un grande cambiamento per il lavoro pubblico. Avremo una pubblica amministrazione efficiente e capace di raggiungere i cittadini". Commenti positivi anche dal ministro dell'Economia Padoa-Schioppa convinto che "l'accordo permetterà di gestire le amministrazioni pubbliche in funzione di una produttività maggiore e contemporaneamente di un controllo della spesa migliore. Con questo nuovo contratto - ha insistito il Ministro - ci sarà spazio per economie fatte meglio".
Il Segretario generale della Cgil Epifani ha detto che "sarà una pubblica amministrazione più vicina ai cittadini, il che vuol dire che c'è una volontà di riforma. E' un passo importante - ha aggiunto - nella logica di avere una moderna amministrazione al servizio del paese". Anche il segretario generale della Uil Angeletti è convinto che "avremo una pubblica amministrazione più efficiente ai cittadini, e ai lavoratori, una qualità migliore di lavoro". Per il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, l'accordo "è un monito per chi continuamente mette sabbia negli ingranaggi, ritenendo che le grandi riforme si facciano a colpi di bastone. Questa è la risposta più propria che il sindacato poteva dare costruendo un'ipotesi condivisa con il governo".
Contrarie all'accordo invece la RdB/CUB del Pubblico Impiego: "Governo e Sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione", dichiara Antonio Adornato della Direzione Nazionale della RdB Pubblico Impiego. I sindacati di base avvertono che "nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria".


19 gennaio 2007 - Gazzetta del Sud

Soddisfazione del governo e dei sindacati confederali. L'Ulivo prepara un ddl contro i "fannulloni"
Statali, siglata l'intesa sulla riforma nel segno di mobilità e meritocrazia
Deluse invece le rappresentanze di base (Rdb-Cub) che minacciano lo sciopero
di Lucia Manca

ROMA - Statali, si cambia. Il governo e Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un'intesa per la riforma della pubblica amministrazione. Obiettivo: aumentare la produttività e l'efficienza del settore, ma anche tagliare gli sprechi. Punti principali dell'accordo sono mobilità, esodi incentivati, meritocrazia, stretta su esternalizzazioni e consulenze. E ancora: «pagelle» dei cittadini alla qualità del servizio, dirigenti-manager licenziabili in casi estremi, telelavoro. Oltre ad un piano di stabilizzazione dei precari entro la legislatura. L'istituto della mobilità, che avverrà per ora su base provinciale, potrà essere utilizzato anche per la gestione di eventuali esuberi.
A breve dovrebbe essere firmato un successivo accordo a Palazzo Chigi che interesserà anche i settori delle Autonomie Locali e della Sanità, dopo il via libera della Conferenza delle regioni, dei comuni e delle province.
Soddisfatte le parti che hanno siglato il memorandum: per il governo, i ministri della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, e dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa; per i sindacati, i tre leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, insieme alle organizzazioni di categoria.
Con il nuovo contratto «ci sarà spazio per economie fatte meglio», dice Padoa Schioppa, convinto che l'accordo permetterà, una volta rinnovato il contratto, di gestire le amministrazioni pubbliche «in funzione di una produttività maggiore e contemporaneamente di un controllo della spesa migliore. La Finanziaria – ha aggiunto – è riuscita ad operare solo su una piccola parte della spesa pubblica proprio perchè il resto era estremamente rigido. Pensiamo che col nuovo contratto ci sarà spazio per economie fatte meglio e questo lo si ottiene toccando molti punti: la valutazione individuale, la mobilità, la selezione della dirigenza. Sarà possibile governare tutte le amministrazioni pubbliche, anche quelle locali, in una maniera condivisa e molto più efficiente».
Per Nicolais, è un «momento di grande cambiamento per il lavoro pubblico. Si è lavorato molto per raggiungere questo obiettivo – ha detto –, sono stati introdotti concetti sostanziali per il lavoro pubblico, per una pubblica amministrazione efficiente, capace di raggiungere i cittadini e di essere motore per lo sviluppo e non un peso».
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani mette in risalto «la volontà per elevare la produttività, la qualità e stabilità di chi lavora nelle pubbliche amministrazioni». Per il sindacalista si tratta tuttavia di un «punto di partenza. Da questi temi bisognerà lavorare per rendere la pubblica amministrazione più vicina ai cittadini, il lavoro sempre più di qualità e sempre meno precario».
Dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, un messaggio anche in vista del confronto sulle pensioni. L'intesa, ha detto, dimostra che, «al di là dei clamori, ciò che serve è la coerenza e lavorare in silenzio con responsabilità. È un monito per chi continuamente mette sabbia negli ingranaggi, ritenendo che le grandi riforme si facciano a colpi di bastone. Questa è la risposta più propria che il sindacato poteva dare costruendo un'ipotesi condivisa».
Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, la mobilità sarà «contrattata ( cioè se, dove e a quali condizionì). Il punto più importante, però, – ha precisato – è che con il protocollo, se attuato, il lavoro pubblico sarà migliore e produrrà servizi migliori. Questo ci aspettiamo come lavoratori dipendenti e, soprattutto, come cittadini».
Ma le Rdb-Cub proclamano la loro insoddisfazione: «Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione: noi non possiamo accettarlo. Si completa la campagna di odio verso i dipendenti pubblici iniziata ormai da parecchi mesi e che era evidentemente finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico».
«Ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza», concludono le rappresentanze di base annunciando che saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere, non escluso lo sciopero generale della categoria.
Intanto l'Ulivo, con Antonio Polito e Tiziano Treu, trasforma in ddl la proposta del professor Pietro Ichino per colpire «i fannulloni» della pubblica amministrazione. Il testo, 4 articoli, prevede controlli interni, misure per la responsabilità dei dipendenti e sulle retribuzioni. Punta a premiare il merito ed eliminare le sacche di inefficienza del personale.
Di tutt'altra opinione sono invece la sinistra radicale e i sindacati, che non risparmiano critiche.


19 gennaio 2007 - QN Quotidiano Nazionale

Statali, intesa sulla riforma
Sì a mobilità e meritocrazia Governo e sindacati d’accordo: «Premiata l’efficienza»

ROMA — STATALI, SI CAMBIA. Il governo e Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un’intesa per la riforma della pubblica amministrazione. Obiettivo: aumentare la produttività e l’efficienza del settore, ma anche tagliare gli sprechi.
Punti principali dell’accordo sono mobilità, esodi incentivati, meritocrazia, stretta su esternalizzazioni e consulenze. E ancora: ‘pagelle’ dei cittadini alla qualità del servizio, dirigenti-manager licenziabili in casi estremi, telelavoro. Oltre ad un piano di stabilizzazione dei precari entro la legislatura. L’istituto della mobilità, che avverrà per ora su base provinciale, potrà essere utilizzato anche per la gestione di eventuali esuberi.
A breve dovrebbe essere firmato un successivo accordo a Palazzo Chigi che interesserà anche i settori delle Autonomie Locali e della Sanità, dopo il via libera della Conferenza delle regioni, dei comuni e delle province.
SODDISFATTE LE PARTI che hanno siglato il memorandum: per il governo, i ministri delle Riforme, Luigi Nicolais, e dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa; per i sindacati, i tre leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, insieme alle organizzazioni di categoria.
Con il nuovo contratto «ci sarà spazio per economie fatte meglio», dice Padoa-Schioppa. La convinzione del ministro è che l'accordo permetterà, una volta rinnovato il contratto, di gestire le amministrazioni pubbliche «in funzione di una produttività maggiore e contemporaneamente di un controllo della spesa migliore. La Finanziaria — ha aggiunto — è riuscita ad operare solo su una piccola parte della spesa pubblica proprio perché il resto era estremamente rigido. Pensiamo che col nuovo contratto ci sarà spazio per economie fatte meglio e questo lo si ottiene toccando molti punti: la valutazione individuale, la mobilità, la selezione della dirigenza. Sarà possibile governare tutte le amministrazioni pubbliche, anche quelle locali, in una maniera condivisa e molto più efficiente».
PER NICOLAIS, è un «momento di grande cambiamento per il lavoro pubblico. Si è lavorato molto per raggiungere questo obiettivo — ha detto —, sono stati introdotti concetti sostanziali per il lavoro pubblico, per una pubblica amministrazione efficiente, capace di raggiungere i cittadini e di essere motore per lo sviluppo e non un peso».
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani mette in risalto «la volontà per elevare la produttività, la qualità e stabilità di chi lavora nelle pubbliche amministrazioni».
PER IL SINDACALISTA si tratta tuttavia di un «punto di partenza. Da questi temi bisognerà lavorare per rendere la pubblica amministrazione più vicina ai cittadini, il lavoro sempre più di qualità e sempre meno precario». Dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, un messaggio anche in vista del confronto sulle pensioni. L’intesa sulla pubblica amministrazione, ha detto, dimostra che, «al di là dei clamori, ciò che serve è la coerenza e lavorare in silenzio con responsabilità. E’ un monito per chi continuamente mette sabbia negli ingranaggi, ritenendo che le grandi riforme si facciano a colpi di bastone. Questa è la risposta piu' propria che il sindacato poteva dare costruendo un’ ipotesi condivisa''.
Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, la mobilita sarà «contrattata ( cioè ‘se, dove e a quali condizioni’). Il punto più importante, però, — ha precisato — è che con il protocollo, se attuato, il lavoro pubblico sarà migliore e produrrà servizi migliori. Questo ci aspettiamo come lavoratori dipendenti e, soprattutto, come cittadini».
L’opposizione ha invece commentato, per voce di Gianni Alemanno di An che «l’accordo firmato tra Cgil, Cisl, e Uil e i ministri del governo Prodi, parte male. E’ un accordo propagandistico». Alemanno ha anche criticato l’esclusione dal tavolo di Ugl e sindacati autonomi.
E SUL FRONTE sindacale c’è stata la forte reazione critica dei sindacati di base. Se, infatti, per i sindacati firmatari l’intesa eleva la qualità e la produttività della pubblica amministrazione, la Rdb/Cub del Pubblico impiego promette battaglia sul memorandum. In una nota il sindacato annuncia che «nelle prossime ore saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere non escludendo lo sciopero generale della categoria».

ACCORDO SULLA RIFORMA

Rivoluzione per gli statali Mobilità, esodi e meritocrazia Rivoluzione per gli statali. Il ministro della funzione pubblica Nicolais e i vertici di Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un accordo che stravolge il rapporto di lavoro del pubblico impiego, introducendo regole simili al settore privato: esodi incentivati, mobilità, meritocrazia, managerialità dei dirigenti. L’obiettivo è un recupero di produttività nella pubblica amministrazione. Ma sindacati autonomi e rappresentanze di base si sono ribellati, preannunciando lo sciopero generale di categoria.


19 gennaio 2007 - Libero

La meritocrazia sbarca nello Stato

È arrivato l'accordo tra governo e sindacati sulla riforma della pubblica amministrazione. Da oggi saranno presi in considerazione nuovi parametri: meritocrazia, mobilità e la possibilità di uscite dal pubblico impiego. L'intesa è stata raggiunta nella riunione di ieri pomeriggio dedicata alla linee direttive della riforma. Nell'accordo è prevista appunto la mobilità, gli esodi incentivati, le pagelle per i cittadini sulla qualità del servizio e dirigenti-manager licenziabili in casi estremi. Ma anche il telelavoro. «L'accordo sottoscritto è molto importante - sottolinea Carlo Podda, della Cgil Funzione pubblica - c'è un impegno congiunto a costruire per una riforma profonda e attenta». Tra gli obiettivi raggiunti dai sindacati c'è la stabilizzazione dei lavoratori precari, la separazione della politica dalle amministrazioni, «individuando risorse utili dal punto di vista occupazionale e delle novità tecnologiche». Saranno poi definiti i livelli di occupazione e «solo in questo caso si avrà una corretta mobilità», ha continuato Podda. Il contratto nazionale sarà affiancato da integrativi che incentivino la produttività. Saranno poi individuati strumenti di rilevazione, le cosiddette pagelle, adatte alle specifiche situazioni. «E' un modo più serio che non quello basato sui "baracconi" romani- ha concluso Podda-. Si tratta solo un memorandum ma con tracce dettagliate del lavoro che dovrà essere svolto». A giorni sarà firmato anche un successivo accordo a Palazzo Chigi che interesserà i settori delle Autonomie Locali e della Sanità. Unica voce discorde è stata quella di Rdb Cub che già annuncia scioperi. «Governo e sindacati concertativi vogliono smantellare la pubblica amministrazione. Noi non possiamo accettarlo - dichiara Antonio Adornato - Il vero obbiettivo di Governo e Cgil Cisl e Uil è quello di avere una pubblica amministrazione a misura di impresa invece che al servizio del cittadino».(CLA.ANT.)


19 gennaio 2007 - Il Manifesto

Al via l'intesa tra Governo e sindacati
Statali, pedalare come in azienda
Stop alle esternalizzazioni e al precariato, più qualità con le pagelle dei cittadini: il memorandum che piace «quasi» a tutti
di Sara Farolfi

Stop all'esternalizzazione dei servizi e al precariato, sì agli esodi incentivati e alla mobilità territoriale. E ancora, più qualità nei servizi che saranno sottoposti alla pagella dei cittadini, licenziabilità dei dirigenti nei casi più estremi e informatizzazione a tappeto della macchina amministrativa. Sono queste le principali misure contenute nel memorandum di intesa sulla pubblica amministrazione siglato ieri tra governo e sindacati.
Un'intesa di massima che ora dovrà essere approvata dalle Regioni e poi, con la firma a Palazzo Chigi, sarà operativa. Le norme, al momento piuttosto generiche per la verità, verranno definite nell'arco della legislatura, e molte di queste saranno affidate al rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. L'accordo è stato firmato da Tommaso Padoa Schioppa, ministro dell'Economia, Luigi Nicolais, ministro della Pubblica Amministrazione, e dai sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) e di categoria. Tutti lo hanno definito «un passo in avanti importante».
Con il Patto per la riforma della pubblica amministrazione, governo e sindacati puntano ad aumentare la produttività del settore. «La cosa politicamente più rilevante - commenta a caldo Carlo Podda, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil - è il giro di vite sulle esternalizzazioni». Il memorandum prevede che, per le attività proprie dei servizi pubblici, gli Enti pubblici non potranno più farvi ricorso. Tutto quello che è stato esternalizzato (le infermiere di un ospedale che lavorano per una cooperativa ad esempio) dovrebbe essere reinternalizzato.
L'intesa prevede anche «la scomparsa dei precari» che, secondo i dati della Ragioneria dello Stato diffusi ieri, ammonterebbero a mezzo milione di persone. «Anche in questo caso il piano è ancora da definire - argomenta Podda - E lo si farà con accordi, valutando la situazione comparto per comparto». Il nodo comunque consisterebbe nel predisporre misure per evitare la ripetizione del «concorso» (che resta la modalità ordinaria per l'ingresso nella pubblica amministrazione) per chi già lavora nel pubblico da qualche anno.
E ancora, sì alla mobilità, ma «territoriale» che per legge è quella all'interno di una stessa provincia, per gestire meglio la distribuzione del personale sul territorio o eventuali esuberi. E che comunque si farà per accordi, e sulla base dei dati di ciascuna amministrazione sul proprio fabbisogno. «Non ci saranno esuberi» sostengono i sindacati. Sono previste invece forme incentivate di uscita, nel caso di esuberi non ricollocabili con processi di mobilità. I risultati della pubblica amministrazione verranno misurati dai cittadini stessi (si pensa a qualche strumento simile ai questionari); i dirigenti potranno, in extrema ratio, essere licenziati e il meccanismo dello spoil system andrà limitato alle posizioni che collaborano direttamente con l'autorità politica. «Siamo soddisfatti - conclude Podda - Anche perchè si dice no al progetto di Ichino su un'Authority della pubblica amministrazione, e la questione della produttività viene affidata a un progetto di riorganizzazione generale e al giudizio dei cittadini».
La soddisfazione è quasi unanime. «Un accordo che consentirà una produttività maggiore e contemporaneamente un controllo della spesa migliore» ha detto Padoa Schioppa. «Un punto di partenza per elevare la produttività» secondo Guglielmo Epifani, leader Cgil. «E un esempio di come raggiungere un ipotesi condivisa» secondo Bonanni, segretario Cisl. Intesa respinta invece dalle Rdb Cub, che minacciano uno sciopero generale: «Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione».


19 gennaio 2007 - L'Eco di Bergamo

Ma i Cobas sono pronti allo sciopero

Il memorandum d'intesa sulla pubblica amministrazione rappresenta un «momento di grande cambiamento per il lavoro pubblico». Commenta così il ministro per l'innovazione Nicolais il memorandum d'intesa sulla pubblica amministrazione siglato con i sindacati.
«Abbiamo lavorato molto per raggiungere questi obiettivi – ha detto il ministro Nicolais – ed è un momento di grande cambiamento per il lavoro pubblico». Il memorandum, secondo Nicolais, introduce concetti «sostanziali per avere una pubblica amministrazione efficiente e capace di raggiungere i cittadini e di essere non un peso ma motore per lo sviluppo».
Sul piede di guerra i Cobas. «Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione: noi non possiamo accettarlo», accusano le Rdb-Cub, secondo le quali con l'intesa firmata oggi «si completa la campagna di odio verso i dipendenti pubblici iniziata ormai da parecchi mesi e che era evidentemente finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico». Ora – aggiungono le rappresentanze di base – è evidente che i «fannulloni» non c'entrano nulla, «il vero obiettivo di governo e Cgil, Cisl e Uil è quello di avere una pubblica amministrazione a misura di impresa invece che al servizio del cittadino.
«Ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza», concludono annunciando che saranno convocati tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere, non escluso lo sciopero generale della categoria.


19 gennaio 2007 - Corriere della Sera

Statali, si cambia. Arrivano pagelle e mobilità
Intesa tra sindacati e governo: entro quattro anni niente più precari
di Enrico Marro

ROMA — Governo e sindacati hanno firmato ieri sera il memorandum d'intesa sulla «riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche». Il documento di 8 pagine impegna le parti a introdurre strumenti per migliorare l'efficienza del servizio: dalla responsabilizzazione dei dirigenti alla valutazione del personale, dalla misurazione delle prestazioni offerte ai cittadini alla mobilità e agli esodi incentivati per i dipendenti. Poi c'è la parte che sta più a cuore ai sindacati: il blocco delle esternalizzazioni e il rientro nella pubblica amministrazione di una parte di esse, la regolarizzazione dei precari e lo sblocco della contrattazione. L'accordo dà infatti il via libera al rinnovo dei contratti per circa tre milioni e mezzo di impiegati pubblici.
L'obiettivo dell'intesa, ha detto il ministro delle Riforme Luigi Nicolais, è di avere «una pubblica amministrazione efficiente e capace veramente di raggiungere i cittadini e di essere un motore dello sviluppo e non un peso». Soddisfatti, ovviamente, i leader sindacali, Guglielmo Epifani (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil). Contrarie invece le Rdb-Cub che accusano «governo e sindacati concertativi» di voler «smantellare la pubblica amministrazione» e annunciano agitazioni.
ESTERNALIZZAZIONI — È uno dei primi punti affrontati nel testo. L'amministrazione potrà affidare compiti all'esterno «solo per le attività no core ». Nel «confronto con le parti sociali» si procederà al «riesame di tutte le forme di esternalizzazioni e di consulenze in atto per prevedere una progressiva reinternalizzazione di quelle
core e valutare per le altre l'efficacia e l'efficienza».
PRECARI — Qui l'impegno è di ampia portata, coinvolgendo secondo i sindacati circa 300 mila lavoratori. «Nell'ambito della legislatura, i sistemi di reclutamento pianificati dovranno portare alla scomparsa del precariato. Il ricorso al lavoro flessibile potrà avvenire in base a tipologie e limiti individuati nella contrattazione collettiva».
VALUTAZIONE — Nei contratti nazionali saranno introdotti «sistemi di valutazione e misurazione e criteri di accertamento dell'apporto individuale alla produttività. Il raggiungimento dei risultati costituisce uno strumento di differenziazione del trattamento economico» in sede di contrattazione integrativa. I controlli sui risultati saranno «concertati tra le amministrazioni, le confederazioni sindacali e i cittadini utenti».
DIRIGENTI — Il loro numero «deve essere ridotto, abbassando il rapporto medio dirigente/personale». La retribuzione dei dirigenti, «con modalità da definire nei contratti», va collegata «ai risultati della valutazione» della sua attività, valutazione che si fa secondo criteri stabiliti dagli stessi contratti. Il dirigente deve avere «autonomia di utilizzazione del proprio budget» con la possibilità di reinvestire «parte dei risparmi conseguiti». Un rapido e sfumato cenno alla possibilità di mandar via i dirigenti incapaci: «L'uscita deve costituire l'esito estremo di risultati negativi». Infine, lo spoils system sarà «rigorosamente limitato alle figure apicali».
MOBILITA' — Per agevolare il trasferimento del personale dagli uffici dove non serve a quelli che hanno bisogno «verranno individuati meccanismi contrattuali di sostegno e incentivazione». Per i dipendenti in esubero non ricollocabili con la mobilità ci saranno «forme incentivate di uscita».
INTEGRATIVI — Nei contratti decentrati la retribuzione sarà legata alla «qualità e quantità dei servizi; ad esempio, l'ampliamento degli orari di apertura, la riduzione dei tempi di attesa, misure di stabilizzazione del precariato, innovazioni di processo».


19 gennaio 2007 - La Stampa

Statali, sì alla riforma con esodi e mobilità
Arriva la meritocrazia, dirigenti licenziabili e telelavoro
di PAOLO BARONI

ROMA - Decolla la riforma della pubblica amministrazione. In arrivo un assaggio di mobilità, meritocrazia, esodi incentivati, telelavoro, pagelle dei cittadini sulla qualità dei servizi, licenziabilità dei dirigenti, stretta alle esternalizzazioni e stabilizzazione dei precari. L’obiettivo dell’intesa governo-sindacati siglata ieri è quello di migliorare l’efficienza della macchina pubblica e di riflesso aiutare la crescita del paese e rendere più agevole investire in Italia. Si parte con gli statali, ma «nei prossimi giorni» un’intesa analoga sarà estesa ad Autonomie locali e Sanità, che assieme valgono almeno un terzo dei 3,3 milioni di dipendenti pubblici.
«È un momento di grande cambiamento per il lavoro pubblico - ha dichiarato il ministro per le Riforme, Luigi Nicolais -. Si è lavorato molto per raggiungere questo obiettivo, sono stati introdotti concetti sostanziali per il lavoro pubblico, per una pubblica amministrazione efficiente, capace di raggiungere i cittadini e di essere motore per lo sviluppo e non un peso allo sviluppo». L’altro firmatario del protocollo, il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, ha invece sottolineato che l’accordo permetterà di gestire le amministrazioni «in funzione di una produttività maggiore e di migliorare il controllo della spesa».
Le misure annunciate ieri vanno toccare un po’ tutte le criticità. Innanzitutto per agevolare la mobilità del personale (per ora solo a livello provinciale) vengono previsti meccanismi, anche contrattuali, di sostegno e incentivazione. Le amministrazioni che presentano carenze d’organico avranno poi a disposizione strumenti per favorire l’incontro tra domanda di personale e l’offerta dei dipendenti intenzionati a cambiare collocazione. La mobilità verrà utilizzata anche per far fronte ad eventuali esuberi. E nel caso questi non siano ricollocabili potranno beneficiare di forme incentivate d’uscita. Nicolais, che punta anche ad un sostanziale ricambio generazionale quando dal 2008 verranno sbloccate le assunzioni, non esclude nemmeno il ricorso a prepensionamenti.
Per i dirigenti si annuncia invece un vero e proprio giro di vite: saranno ridotti di numero e verrà eliminata ogni progressione automatica di carriera, incarichi e promozioni verranno rigidamente collegati ai risultati. Inoltre, in caso di bilanci in rosso, si potrà arrivare anche al licenziamento, così come oggi avviene nel settore privato. Mitigato invece il ricorso allo spoil system: sarà applicato solamente alle posizioni che collaborano direttamente con l’autorità politica. Anche consulenze ed esternalizzazioni dovranno essere drasticamente ridotte, mentre sul fronte dell'efficienza è prevista una «informatizzazione a tappeto» della macchina pubblica che prevede anche forme di telelavoro. A misurare i risultati saranno anche i cittadini che collaboreranno con amministrazioni, associazioni di utenti e sindacati nella stesura delle «pagelle» dei vari servizi. Nell’ambito della legislatura il governo prevede anche di assorbire ogni forma di precariato, mentre viene ribadito che per ottenere un posto pubblico l’ingresso per concorso resterà la modalità ordinaria.
Soddisfatti dell’intesa Cgil, Cisl e Uil. «Sarà una pubblica amministrazione più vicina ai cittadini» afferma Guglielmo Epifani della Cgil. Non la pensano allo stesso modo le Rdb-Cub del settore già pronte a proclamare lo sciopero generale.


19 gennaio 2007 - Il Gazzettino

Dopo faticose trattative raggiunto l’accordo tra Governo e Cgil, Cisl e Uil. A giorni anche la riforma che interessa i settori delle Autonomie Locali e della Sanità
Potrà essere licenziato il dirigente fannullone
Nicolais: «È un momento di grande cambiamento per il lavoro pubblico». Bonanni: bene, ma niente colpi di bastone

Roma - Accordo tra Governo e sindacati per la riforma della pubblica amministrazione. Arrivano mobilità degli statali, esodi incentivati, meritocrazia, le 'pagelle' dei cittadini alla qualità del servizio, dirigenti-manager licenziabili in casi estremi. Ma anche il telelavoro. L'istituto della mobilità potrà essere utilizzato anche per la gestione di eventuali esuberi. A giorni sarà firmato un successivo accordo a Palazzo Chigi che interesserà anche i settori delle Autonomie Locali e della Sanità.
«È un momento di grande cambiamento per il lavoro pubblico» ha commentato il ministro per le Riforme, Luigi Nicolais. «Si è lavorato molto per raggiungere questo obiettivo - ha poi spiegato - sono stati introdotti concetti sostanziali per il lavoro pubblico, per una pubblica amministrazione efficiente, capace di raggiungere i cittadini e di essere motore per lo sviluppo e non un peso allo sviluppo».
Soddisfatti i sindacati. Secondo il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, «c'è la volontà per lavorare per la riforma delle pubbliche amministrazioni per elevare la produttività, la qualità e stabilità di chi ci lavora». Il sindacalista ha sottolineato, tuttavia, che si tratta di un «punto di partenza. Da questi temi bisognerà lavorare per rendere la pubblica amministrazione più vicina ai cittadini, il lavoro sempre più di qualità e sempre meno precario, cosicché anche il nostro Paese possa contare su servizi pubblici efficienti». Epifani ha giudicato anche un «passo importante» il fatto che le esternalizzazioni non debbano riguardare le attività fondamentali della pubblica amministrazione.
Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, si è trattato di un «lavoro paziente per costruire un viatico per una riforma importante. Dimostra che, al di là dei clamori, ciò che serve è la coerenza e lavorare in silenzio con responsabilità. È un monito per chi continuamente mette sabbia negli ingranaggi, ritenendo che le grandi riforme si facciano a colpi di bastone. Questa è la risposta più propria che il sindacato poteva dare costruendo un'ipotesi condivisa con il Governo».
Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, a proposito della mobilità ha precisato che sarà «contrattata (cioé se, dove e a quali condizioni). Il punto più importante, però, è che con il protocollo il lavoro pubblico sarà migliore e produrrà servizi migliori. Questo è ciò che ci aspettiamo come lavoratori dipendenti e, soprattutto, come cittadini».
Non la pensano cos' le Rdb-Cub: «Governo e sindacati concertativi vogliono letteralmente smantellare la pubblica amministrazione: noi non possiamo accettarlo». Per l'organizzazione con l'intesa «si completa la campagna di odio verso i dipendenti pubblici iniziata ormai da parecchi mesi e che era evidentemente finalizzata alla trasformazione della pubblica amministrazione in senso privatistico». Ora - aggiungono - è evidente che i "fannulloni" non c'entrano nulla, «il vero obbiettivo di Governo e Cgil, Cisl e Uil è quello di avere una pubblica amministrazione a misura di impresa invece che al servizio del cittadino. Va anche sottolineato come la gestione del memorandum significhi di fatto la cancellazione della legge sulla rappresentanza nel pubblico impiego, che stabilisce i criteri per individuare le Confederazioni maggiormente rappresentative titolate a discutere di pubblico impiego. Tra esse figura, oltre a Cgil, Cisl e Uil anche la Rdb-Cub, che però non è stata minimamente investita nella costruzione del memorandum». Ebbene, continuano alla Rdb-Cub «ne prendiamo atto e agiremo di conseguenza». Quindi l'annuncio della convocazione di tutti gli organismi statutari per decidere le iniziative di lotta da intraprendere, non escluso lo sciopero generale della categoria.


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