MINISTERI. LA LOTTA IN "CASA PADOAN"
Sono giornate di mobilitazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
La RSU del ministero di via XX settembre, infatti, ha indetto una settimana di assemblee dei lavoratori per protestare contro i tagli apportati dall’ultima legge di assestamento di bilancio alle risorse dei Fondi Unici di Amministrazione dei Ministeri per l’anno 2015 e dalla legge di stabilità appena varata alle risorse dei Fondi Unici di Amministrazione per l’anno 2016.
Stiamo registrando, in questi giorni, la partecipazione di centinaia di lavoratori che, con cortei fragorosi partiti dal cortile del palazzo, stanno fisicamente occupando la sede del Ministero chiedendo con determinazione un incontro con l’autorità politica.
Non è un caso che tutto questo stia accadendo nel dicastero del ministro Padoan, esecutore della troika europea e del governo Renzi nella realizzazione delle politiche di azzeramento del welfare del nostro paese e di tagli lineari dei diritti e del salario, i cui uffici sono stati direttamente protagonisti nella stesura delle suddette norme capestro.
Quello che proviene da “casa Padoan” è un segnale importante: i lavoratori del pubblico impiego, cloroformizzati dai sindacati complici per renderli incapaci di una reazione adeguata a tutti i provvedimenti-massacro attuati negli anni dalle diverse compagini governative, stanno finalmente iniziando a comprendere la necessità della mobilitazione e del conflitto per poter rivendicare i propri diritti, compresi quelli salariali, ed arginare le politiche restauratrici europee che li vedono nel mirino e considerati solo un costo da abbattere.
Sullo sfondo di questa iniziativa spontanea restano, infatti, l’attacco al diritto di sciopero ed ai diritti in generale, la riforma Madia che, con i decreti attuativi, procederà a smantellare la pubblica amministrazione cancellandone la presenza dai territori, il superamento delle dotazioni organiche con i fabbisogni standard, la vergognosa vicenda del rinnovo contrattuale con la penosa elargizione di 5 euro lordi medi pro capite.
Adesso è più che mai necessario che l’azione di lotta dei lavoratori del MEF non rimanga isolata e che analoghe iniziative vengano messe in campo in tutti i Ministeri per costruire un percorso di lotta comune a tutto il comparto e che, partendo dall’assemblea nazionale indetta dall’USB il 16 ottobre scorso, potrà cogliere l’opportunità di arrivare allo sciopero nazionale del pubblico impiego indetto da questa Organizzazione Sindacale per il 20 novembre 2015 rivendicando salario, diritti e dignità.
USB PI – Esecutivo Ministeri