MOBILITA', LICENZIAMENTI E PRIVATIZZAZIONI: CONTINUA L' ATTACCO AI LAVORATORI PUBBLICI E AI SERVIZI

Nazionale -

15 novembre 2011 - Pubblico Impiego - Giornata nazionale di mobilitazione

 

 

Dal 2008 ad oggi i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego hanno subito un drastico taglio ai diritti contrattuali e al valore delle retribuzioni. Sono stati congelati per diversi anni contratti e stipendi. Annullati i percorsi di carriera. Introdotte inique misure di valutazione del merito. Fino ad arrivare alla previsione della mobilità forzata, della cassa integrazione e del licenziamento.

Ma tutto questo ha migliorato la pubblica amministrazione? Ai cittadini sono stati garantiti maggiori e migliori servizi? Neanche per idea. Parallelamente al peggioramento delle condizioni economiche e lavorative dei dipendenti pubblici sono peggiorate anche le tutele per i cittadini.

Sono diminuite l’offerta e la qualità dell’istruzione pubblica. In nome della lotta agli sprechi sono stati chiusi ospedali, pronto soccorsi e reintrodotti ticket sanitari. E’ peggiorata la qualità dei servizi di assistenza fiscale che lo Stato deve assicurare a cittadini e contribuenti. I tagli agli enti locali hanno portato comuni e regioni a restringere i servizi o ad aumentare la tassazione. Non si contano più gli interventi sulle pensioni per ritardare il più possibile l’uscita dal lavoro.

La crisi economica e finanziaria determinata da banche e speculatori è servita come leva per smantellare lo Stato Sociale, privatizzare i servizi e contrarre le tutele dei lavoratori pubblici. Pilastri del Welfare come l’INPS rischiano di vedere ridotta la propria funzione e di essere trasformati in enti virtuali, ai quali accedere solo via internet o telefono. Già oggi molte attività sono appaltate a patronati o consulenti del lavoro, con il rischio che ricadano in futuro sui cittadini i costi di servizi in precedenza assicurati gratuitamente.

A pagare la politica dei tagli imposta dalla Banca Centrale Europea sono essenzialmente i lavoratori dipendenti, le famiglie, i giovani precari.

L’Unione Sindacale di Base (USB) del Pubblico Impiego, attraverso iniziative in numerose città italiane, vuole unire sempre di più la protesta dei lavoratori pubblici a quella degli utenti della pubblica amministrazione, per costruire una forte opposizione sociale alle inique misure per l’uscita dalla crisi e ribadire che qualunque sia il governo in carica: la crisi va pagata da chi l’ha provocata!

 

 

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