NO AI PRIVATI LE ASSEMBLEE DEI LAVORATORI SONO INSINDACABILI

Roma -

NO AI PRIVATI

LE ASSEMBLEE DEI LAVORATORI SONO INSINDACABILI

 

 

Nel mese di ottobre 2010 si è svolta l’ultima, delle tre assemblee dei lavoratori, previste presso la Soprintendenza archeologica speciale di Roma, programmate dalla RSU, con all’o.d.g. “valutazione da parte dei lavoratori della preintesa sottoscritta dalla maggioranza della RSU e da alcune OO SS, ad esclusione dell’USB/MBAC, sulla riorganizzazione del lavoro”.

La stragrande maggioranza dei lavoratori, durante le assemblee ha denunciato la mancata informazione e discussione preventiva sulla bozza presentata dall’Amministrazione e dopo un ampio dibattito e analisi, ha detto NO ai privati e NO all’accordo.

L’Amministrazione a distanza di qualche mese, evidentemente ha mal digerito l’esito delle assemblee, tenta in modo autoritario e unilaterale di imporre i contenuti di quella preintesa.

Il primo tentativo è stato quello di far passare la convenzione stipulata con una associazione di volontariato della Protezione civile, bocciata dalle parti sociale durante la riunione di contrattazione locale.

Il giorno 6 luglio 2011 durante l’incontro di contrattazione, il Soprintendente ha informato la RSU e le OO.SS. dell’accantonamento in Bilancio di 800.000,00 Euro da destinare alla Ales Spa per il reclutamento di 16 lavoratori (attingendo dalle graduatorie dell’ultimo concorso regionale indetto dal MIBAC) come supporto alle attività degli addetti all’accoglienza e alla vigilanza della SSBAR area centrale ( Colosseo e Palatino).

 

La RSU e le OO. SS. presenti, hanno espresso la propria contrarietà a tale proposta.

 

L’USB, tramite il suo rappresentante eletto nella RSU, ha rigettato la proposta ricordando all’amministrazione i risultati delle assemblee dei lavoratori, supremi e insindacabili, e la circolare ministeriale n° 61 del 6 marzo 2009, che obbliga i Direttori degli istituti centrali e periferici ad adibire alle proprie mansioni i dipendenti, dell’area della vigilanza, assistenza e sorveglianza. Invece presso la nostra Soprintendenza, un certo numero di lavoratori addetti all’accoglienza e alla vigilanza svolgono il 50% del rapporto di lavoro, in compiti e funzioni amministrative e tecniche. Pertanto basterebbe ricondurli alle proprie mansioni per garantire un servizio efficiente e scongiurare il ricorso alle Società private.

Gli 800.000,00 euro devono essere utilizzati per rilanciare il servizio pubblico e riconoscere ai lavoratori e alle lavoratrici della Soprintendenza l’aumento dei carichi di lavoro, della produttività e il riconoscimento della professionalità acquisita.

Comunque, se l’Amministrazione continuerà con questo comportamento, saremo costretti ad individuare le più opportune forme di lotta ed eventuali azioni legali.

 

 

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