Perequazione indennita di amministrazione: a che punto siamo

Roma -

Era il 19 novembre 2019 quando USB PI Ministeri lanciò, con il seguente comunicato, la campagna per la perequazione dell’indennità di amministrazione di tutti i Ministeri a quella del Ministero della Giustizia. 

“Da troppi anni nei ministeri perdura una disparità di trattamento economico. Differenza derivante non dalla particolarità del lavoro ma dal fatto che in busta paga la voce “indennità di amministrazione” è differente. Da anni nei contratti si prelevavano una parte dei soldi previsti per il rinnovo, per omogenizzare questa voce. Date le scarne risorse di volta in volta stabilite, si è sempre destinata una somma ridicola a tale scopo. Con il blocco dei contratti e con l’ultimo rinnovo che ha portato una miseria nelle nostre tasche, non c’è stata alcuna omogeneizzazione prevista per aumentare le cosiddette indennità povere rimaste ferme da più di 12 anni.

La maggior parte dello schieramento sindacale non ha mai preteso sul tavolo dell’Aran e di Funzione Pubblica che si mettesse fine a questa vera e propria ingiustizia salariale. Al contrario si sono impegnate a reperire i fondi per finanziare la “meritocrazia”.

Come USB abbiamo da sempre richiesto in ogni sede negoziale di mettere fine a questa ingiustizia, ancora di più aggravata con le varie riforme che hanno accorpato diversi ministeri in uno. Basti guardare ad esempio al MIUR, MIT e MEF. Proprio al MEF la USB è riuscita a portare avanti una lotta che ha conseguito, da gennaio 2019, di ottenere finalmente l’equiparazione dell’indennità di amministrazione a quella del ministero delle Giustizia. Una lotta portata avanti da USB e i lavoratori e lavoratrici senza alcun coinvolgimento delle sigle confederali che si sono ben guardate dal supportarla.

È di questi giorni il tentativo da parte del governo di introdurre un emendamento che preveda un finanziamento di 100 milioni per la perequazione nei ministeri. Emendamento che al momento risulta ritirato. Così come, sempre in questi giorni, il ministro del MiBACT Franceschini avrebbe trovato i soldi da destinare a tale scopo con uno stanziamento ad hoc di 22,5 milioni di euro nella legge di stabilità 2020.

Come dire: il MEF ha evidentemente fatto emergere il problema con forza. Così come ci ha insegnato che solo con la lotta si può ottenere qualche miglioramento.

La USB, in questi giorni, sta inviando ai vari ministri la richiesta di un incontro specifico per ottenere la possibilità che con la legge di stabilità vengano stanziati i fondi sufficienti da destinare alla omogeneizzazione dei trattamenti economici.

Invitiamo tutti i colleghi e colleghi a mobilitarsi dando dimostrazione di volersi riappropriare dello strumento sindacale e della dignità.

Non ci facciamo incantare da chi parla di compatibilità economica, di crisi, di sacrifici da fare.

In questi ultimi anni, per effetto della spending review, lo Stato ha risparmiato miliardi. Soldi risparmiati anche grazie al contributo di tutti i lavoratori e lavoratrici. È ora che una parte di queste risorse tornino nelle nostre tasche.”

La Legge di Bilancio 2020 seguì il proprio iter parlamentare e, confermando le nostre previsioni, fu approvata recando, all’art. 1 commi 143 e 144, uno stanziamento di 72 milioni di euro da destinare all’armonizzazione delle indennità di amministrazione del personale appartenente alle aree professionali dei Ministeri a decorrere dall’anno 2021.

Nonostante sia trascorso più di un anno e, ad oggi, le somme siano del tutto esigibili, non ci risulta che le diverse Amministrazioni interessate abbiano provveduto a sensibilizzare l’autorità politica del proprio dicastero sull’argomento né ad avviare un’interlocuzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con Funzione Pubblica e con il MEF per addivenire all’assegnazione della propria quota parte delle risorse complessive da realizzarsi mediante apposito Dpcm.

Non è la prima volta che i vertici ministeriali approcciano in modo del tutto approssimativo a tematiche riguardanti il miglioramento della condizione economica dei propri dipendenti.  In altri tempi avremmo archiviato il tutto come l’ennesimo episodio increscioso ma, dopo quasi un anno di tagli lineari al “salario vivo” dei lavoratori (ad esempio buoni pasto e straordinari) derivanti da scelte opinabili legate allo svolgimento dell’attività lavorativa in modalità agile a causa della pandemia da Covid-19, ciò che sta accadendo è del tutto intollerabile.

Oltretutto è sempre più alto il rischio che le somme destinate alla perequazione, continuando a rimanere inutilizzate, possano essere dirottate, disperdendosi nei mille rivoli di altri istituti, sul finanziamento del nuovo CCNL Funzioni Centrali.

È ora che i lavoratori ricevano in busta paga ciò che a loro spetta senza ulteriori ritardi!

USB, sempre sul percorso già iniziato con la vertenza “A parità di lavoro, parità di salario”, ha già richiesto a tutti i soggetti coinvolti di emanare nel più breve tempo possibile i provvedimenti necessari all’erogazione delle somme dovute (vedi nota in allegato). 

Nei prossimi giorni USB lancerà una raccolta firme on line destinata a tutti i lavoratori interessati dalla perequazione dell’indennità di amministrazione per dire basta a questo immobilismo e per rivendicare a gran voce i propri diritti.

 

Riprendiamoci in mano il nostro destino, con USB si può!!

 

USB PI Ministeri

 

Scarica La piattaforma USB per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego 2022-2024

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